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Dal “Diario di un pellegrino carnico” di p.Albino Candido

Ottobre 1980

Il mare è un poco come Dio: ti pare di abbracciarlo tutto con lo sguardo ma a qualche passo dalla riva diventa così profondo da ingoiarti di mistero. Noi perdiamo tempo a voler conoscere Dio: bisogna ascoltarlo, contemplarlo, godercelo invece di capirlo.

Incominciare tutto, ogni cosa, anche minima, da Dio, dal calore della presenza di Gesù. Tutto. Succede di cominciare da noi stessi, dal nostro impegno, dalla nostra buona volontà. ma come può essere buona se noi siamo cattivi? Come può essere buona se non ce la infonde Lui che è buono? Noi pensiamo che quelle ispirazioni che ci muovono al bene, siano ispirazioni che provengono dal nostro essere, mentre sono ispirazioni veramente che spirano da Dio, dallo Spirito che soffia dove e quando vuole.

Mi salvo nella misura in cui mi sento salvato da Lui. Vale a dire: mi salvo in quanto credo che il Suo amore sarà sempre più avanti della mia povertà, della mia miseria, e sorpassa tutti i miei limiti, precede tutta la mia malvagità. Se non credo a questa dimensione di amore è difficile che mi salvi.

Però, attento, il Suo amore mi dà di credere al Suo amore smisurato. (p.227)

 

 

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Dal Diario di un pellegrino carnico di p.Albino Candido (p.221)

21 Settembre 1980

La Sua presenza non è penetrata nell’animo. L’occhio dell’animo, l’occhio interiore è ancora malato, non vede che il visibile e si mescola nelle opacità delle cose tangibili. È occhio torbido.

Arricchire il tempo. Rifletto sul fatto che lascio passare il tempo inutilmente. Quante ore della vita ho vissuto come se Dio non ci fosse? E al Signore i fiori appassiti delle tristezze e i motivi che le generano. Eppure si possono offrire.

Noi perdiamo tempo a voler conoscere Dio: bisogna ascoltarlo, contemplarlo, godercelo invece di capirlo.

Il mare è un poco come Dio: ti pare di abbracciarlo tutto con lo sguardo ma a qualche passo dalla riva diventa così profondo da ingoiarti di mistero.

Quanto amore di Dio scorre sulla nostra anima e circola nel nostro essere senza che noi ci facciamo caso!

 

 

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Avete gustato la bellezza di un fiore ?

Avete ammirato la bellezza di una verde vallata coronata dai monti?

Vi siete compiaciuti della bellezza del mare con i suoi splendidi riflessi?

Vi siete stupiti della bellezza di un volto dagli armonici tratti?

Vi siete inteneriti per la bellezza di un bimbo sorridente?

Siete stupefatti della bellezza di un cavallo che corre così elegantemente?

Siete estasiati per la bellezza di una sublime sinfonia?

Provate a pensare a tutta la bellezza di questo mondo, ma chiedete spesso: come sarà quella del Creatore?

Sí, perché é proprio Lui la fonte di ogni piú sublime bellezza!

 

 

 

 

Signore, sono troppo belle le montagne rivestite dalle tue immense foreste, stupendi i tuoi vermigli tramonti, meravigliosi i paesaggi che si stendono davanti al mio sguardo attonito.

Grazie Signore per i torrenti gagliardi e per i fiumi che pacatamente si gettano negli abissi del mare, così carico di misteri.

Signore, grazie per ogni tipo di vegetazione che mi fa stupire per la incalcolabile diversità ed anche per tutti gli animali che ricoprono briosamente la terra, il mare, i fiumi e solcano i cieli…

Mi meraviglio, o Signore, dei cieli stellati così imperscrutabili e delle nubi che cambiano continuamente la loro forma grazie ai venti.

Ma quando considero l’uomo che tu hai creato, non posso fare a meno di esaltare il tuo nome grandioso perché l’hai fatto poco meno degli angeli, prodigiosamente simile a te!

 

 

Preghiera di p. Ermes Ronchi Signore, oggi è tempo di paure, non di fede. Siamo tutti sommersi in un mare di dubbi: Ma tu avvicina ancora un po’ quella mano che non hai mai cessato di tenderci, Signore, non ti chiedo miracoli, non ti chiedo di camminare sulle acque, ma di attraversare le valli della paura con te, col tuo bastone che mi dà sicurezza.

Non ti chiedo di camminare sul mare, ma il calore della tua mano che conforta, della tua parola che incoraggia. Tu sei con noi, Signore, fino alla fine della notte, fino alla fine del tempo. Vieni dentro la mia poca fede a salvarmi da tutti i naufragi.

E la piccola barca di canne che è il nostro cuore avanzerà verso la fine della notte, ove il nostro grido di paura diventerà un abbraccio tra l’uomo e il suo Dio. Amen.

(XIX domenica A Mt 14, 22-32)

 

LIBRI DI ERMES RONCHI: https://www.ibs.it/libri/autori/Ermes…

 

ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI

GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) :    http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….

VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

MARCELLO TOMADINI  il pittore fotografo dei lager   https://www.edizionisegno.it/libro.as…

 

 

XIX domenica A Mt 14, 22-32

 

di p. Ermes Ronchi

Gesù dapprima assente, poi come un fantasma sul mare,

poi come voce che incoraggia, infine mano salda che ti afferra.

Un crescendo nell’esperienza di Dio, dentro una liturgia cosmica di onde, di vento, di buio, storia delle nostre tempeste e paure, dei miracoli invocati, ricevuti e subito dimenticati, perché i miracoli non bastano mai.

Siamo sul lago di Galilea. Il paesaggio che Gesù più amava.

Un paesaggio d’acque è il primo di tutti i paesaggi, la Bibbia comincia con una immagine d’acqua. Una danza dello Spirito sull’acqua è il primo movimento della Bibbia.

Se portiamo questa immagine nel campo della nostra vita personale essa diventa il simbolo dei nostri oceani interiori che ci minacciano e al tempo stesso ci generano.

Il contesto. Gesù ha appena moltiplicato i cinque pani e i due pesci. È stata una festa, tutti insieme in quella cucina, anzi in quella cattedrale con l’erba per pavimento e il cielo per soffitto, e dietro il lago come abside.

Ma ad un certo punto Gesù, dice Matteo, costrinse i suoi a salire sulla barca. Costrinse, notiamo il verbo inusuale, aspro. Ma lui, Maestro del cuore, ha fretta, è brusco quando c’è aria di trionfi, di successi, di ovazioni, non è quella la scuola di formazione che vuole per i suoi, e allora li costringe ad andare via. Invece non ha mai fretta quando c’è da curare, da sfamare, da ascoltare.

Il nostro posto non è nei successi e nei grandi risultati, ma in una barca in mare, mare aperto, dove prima o poi durante la navigazione della vita verranno acque agitate e vento contrario.

Una grande nave ormeggiata nel porto è indubbiamente al sicuro. Ma non è per questo che le grandi navi sono state costruite.

Lui rimane a terra per congedare la folla, bellissimo, per salutarli bene, a uno a uno, occhi negli occhi, i cinquemila uomini appena sfamati e lui certamente aggiunge anche le donne e i bambini (invento lo so, ma è lo stile di Gesù) bambini e donne che gli evangelisti non hanno neanche considerato.

È commovente questo Gesù che passa di incontro in incontro; saluta tutti e poi profumato di abbracci e di gioia, si reca sul monte, in disparte, a pregare, desidera l’abbraccio del Padre, e sarà lungo una notte intera.

Poi, verso l’alba, sente il desiderio di tornare dai suoi. Di abbraccio in abbraccio: così si muoveva Gesù.

A questo punto il vangelo racconta una storia di burrasca, di paure e di miracoli che falliscono.

Sul finire della notte venne verso i suoi.

E a noi pare, invece, di essere abbandonati, soli con le nostre sole forze, dentro le burrasche della vita. Eppure dire: da solo con le mie sole forze, è una affermazione cristianamente insensata, perché intrecciata alla mia forza c’è sempre la sua forza.

Gesù non è mai assente, è già con i discepoli, da subito. Lui è la sorgente della forza dei rematori che non si arrendono al vento contrario, lui è nella presa robusta del timoniere, lui è nel coraggio condiviso, è negli occhi di tutti fissi a Oriente a scrutare quanto manca della notte.

E la barca, simbolo di me e della mia vita fragile, di me e della mia fede corta, della mia comunità e dei suoi problemi, intanto resiste e avanza.

E non per il morire del vento, non perché finiscono i problemi, ma per il miracolo umile dei rematori che non mollano i remi, che sostengono ciascuno la speranza del compagno.

Primo prodigio: Dio non agisce al posto nostro, non ci toglie dalle tempeste ma ci sostiene dentro le tempeste: non abbiate paura!

Non salva dalla sofferenza ma nella sofferenza,

non protegge dal dolore ma nel dolore.

L’espressione è di Bonhoeffer: Dio non salva dalla croce, ma nella croce.

Un semplice cambiamento di preposizione e tutto acquista un’altra luce. Dio non porta la soluzione dei nostri problemi, porta se stesso dentro i problemi.

E poi entra in scena Pietro, con la sua tipica irruenza: se sei figlio di Dio, comandami di venire verso di te camminando sulle acque.

Venire verso di te, bellissima richiesta. Camminando sulle acque, richiesta infantile, che vuole un prodigio fine a se stesso, una esibizione come quella chiesta dal diavolo sul pinnacolo del tempio: se sei figlio di Dio buttati giù e verranno gli angeli, uno spettacolo che non ha di mira il bene di nessuno.

Pietro, che ha grande coraggio e grandi paure, come noi, scende dalla barca e comincia a camminare sulle acque.

Ma in quel preciso momento, proprio mentre vede sente tocca il miracolo, comincia a dubitare e ad affondare. Uomo di poca fede perché hai dubitato? Pietro è uomo di poca fede non perché dubita del miracolo, ma proprio perché lo cerca. I miracoli, segni, visioni, apparizioni, non servono alla fede.

È il lamento di Gesù su quelli di Cafarnao: se a Tiro e Sidone avessi fatto un decimo…I miracoli si impongono, stupiscono, ma non convertono.

Lo mostra Pietro stesso: fa passi di miracolo sulle onde e nel vento, eppure proprio nel momento in cui sperimenta la vertigine del prodigio sotto i suoi piedi, in quel preciso momento la sua fede va in crisi: “Signore affondo!”.

Quando Pietro guarda al Signore e alla sua parola: “Vieni!” può camminare sul mare.

Quando invece guarda al vento che è forte, alle difficoltà, alle onde, alle crisi, si blocca nel dubbio. Così accade sempre.

Se noi guardiamo al Signore e alla sua Parola, se abbiamo occhi che puntano in alto, se mettiamo il cuore in progetti che sono buoni, noi avanziamo.

Se guardiamo alle difficoltà, se teniamo gli occhi bassi, fissi sulle macerie, ai nostri complessi, ai fallimenti di ieri, sulle depressioni, iniziamo la discesa nel buio.

Mentre la paura dà ordini che mortificano la vita, i progetti danno ordini al nostro futuro.

Pietro, dentro il miracolo, dubita e ha paura: “Signore affondo”; dentro il suo dubbio, crede: “Signore, salvami!”. Ringrazio Pietro per questo suo intrecciare fede e dubbio; per questo suo oscillare fra miracoli e abissi. Dubbio e fede. Indivisibili. A contendersi in vicenda perenne il cuore umano.

Ma è proprio là che il Signore ci raggiunge, al centro della nostra debole fede. Non attende, non pretende che abbiamo una fede grande.

Ci raggiunge e non punta il dito per accusarci, ma stende la sua mano salda per afferrarci. Verrà: dentro la nostra poca fede, a salvarci da tutti i nostri naufragi se appena tendiamo la mano.

E la piccola barca di canne, il cuore,

avanzerà verso la fine della notte,

dove la paura diventa carezza,

dove il grido diventa abbraccio.

Abbraccio tra l’uomo e il suo Dio.

 

 

 

Signore, oggi è tempo di paure, non di fede.

Siamo tutti sommersi in un mare di dubbi:

Ma tu avvicina ancora un po’ quella mano

che non hai mai cessato di tenderci,

Signore, non ti chiedo miracoli,

non ti chiedo di camminare sulle acque,

ma di attraversare le valli della paura con te,

col tuo bastone che mi dà sicurezza.

Non ti chiedo di camminare sul mare,

ma il calore della tua mano che conforta,

della tua parola che incoraggia.

Tu sei con noi, Signore,

fino alla fine della notte,

fino alla fine del tempo.

Vieni dentro la mia poca fede

a salvarmi da tutti i naufragi.

E la piccola barca di canne che è il nostro cuore

avanzerà verso la fine della notte,

ove il nostro grido di paura diventerà

un abbraccio tra l’uomo e il suo Dio.

Amen.

 

p: Ermes Ronchi

 

 

Il Vangelo – Ermes Ronchi

Il nuovo Battesimo è l’immersione nel mare di Dio

II Domenica di Avvento – Anno A – 2016

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?

(…)

Giovanni il Battista predicava nel deserto della Giudea dicendo: convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino (Mt 3,2).

Gesù cominciò a predicare lo stesso annuncio: convertitevi perché il regno dei cieli è vicino (Mt 4,17). Tutti i profeti hanno gli occhi fissi nel sogno, nel regno dei cieli che è un mondo nuovo intessuto di rapporti buoni e felici. Ne percepiscono il respiro vicino: è possibile, è ormai iniziato. Su quel sogno ci chiedono di osare la vita, ed è la conversione.

Si tratta di tre annunci in uno, e tra tutte la parola più calda di speranza è l’aggettivo «vicino».

Dio è vicino, è qui, prima buona notizia: il grande Pellegrino ha camminato, ha consumato distanze, è vicinissimo a te. E se anche tu ti trovassi ai piedi di un muro o sull’orlo del baratro, allora ricorda: o quanti cercate, siate sereni / egli per noi non verrà mai meno / e Lui stesso varcherà l’abisso (David Maria Turoldo).

Dio è accanto, a fianco, si stringe a tutto ciò che vive, rete che raccoglie insieme, in armonia, il lupo e l’agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente (parola di Isaia), uomo e donna, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, bianco e nero, per una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani.

Il regno dei cieli e la terra come Dio la sogna. Non si è ancora realizzata? Non importa, il sogno di Dio è più vero della realtà, è il nostro futuro che ci porta, la forza che fa partire.

Gesù è l’incarnazione di un Dio che si fa intimo come un pane nella bocca, una parola detta sul cuore, un respiro: infatti vi battezzerà nello Spirito Santo, vi immergerà dentro il mare di Dio, sarete avvolti, intrisi, impregnati della vita stessa di Dio, in ogni vostra fibra.

Convertitevi, ossia osate la vita, mettetela in cammino, e non per eseguire un comando, ma per una bellezza; non per una imposizione da fuori ma per una seduzione. Ciò che converte il freddo in calore non è un ordine dall’alto, ma la vicinanza del fuoco; ciò che toglie le ombre dal cuore non è un obbligo o un divieto, ma una lampada che si accende, un raggio, una stella, uno sguardo. Convertitevi: giratevi verso la luce, perché la luce è già qui.

Conversione, non comando ma opportunità: cambiate lo sguardo con cui vedete gli uomini e le cose, cambiate strada, sopra i miei sentieri il cielo è più vicino e più azzurro, il sole più caldo, il suolo più fertile, e ci sono cento fratelli, e alberi fecondi, e miele.

Conversione significa anche abbandonare tutto ciò che fa male all’uomo, scegliere sempre l’umano contro il disumano. Come fa Gesù: per lui l’unico peccato è il disamore, non la trasgressione di una o molte regole, ma il trasgredire un sogno, il sogno grande di Dio per noi.

(Letture: Isaia 11,1-10; Salmo 71; Romani 15,4-9; Matteo 3,1-12).

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/il-nuovo-battesimo-e-l-immersione-nel-mare-di-dio

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron