Tutti abbiamo bisogno di essere interiormente purificati.Ma chi in realtà ci purifica? Solo il Dio Trinitario può davvero purificarci sino in fondo.
Se ci sentiamo davvero indegni di accogliere in noi lo Spirito Santo, non dobbiamo preoccuparci: siamo orientati sulla buona strada.
Il Signore cerca gli umili, persone da salvare, perché sono i malati che hanno bisogno del medico, non i sani.Quando ci sentiamo interiormente impuri è allora che il Signore può agire meglio…se speriamo in Lui.
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Dice il salmo che Dio fa piovere sui giusti e gli ingiusti. Dio ama tutti e va sempre alla ricerca della pecorella smarrita. Egli attende pazientemente la loro conversione perché il suo sguardo va “oltre”: nelle sue creature vede anche quello che possono diventare nella bontà che riescono ad acquisire.
“Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Mt.9,9-12)
“Gesù Cristo, poi, ci ha esortato ad amare anche il nemico (e noi possiamo cominciare a farlo anche pregando).
Sulla croce Gesù disse: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. E per noi cristiani perdonare il nemico è una delle cose più dure da attuare, ma è quello che ci rende più simili a Dio.
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O glorioso S. Camillo, che Ti sei dedicato alla cura degli ammalati per servire in essi la persona di Cristo sofferente e piagato, e li assistevi con la tenerezza di una madre accanto al suo unico figlio, proteggi con altrettanta carità noi, che ora T’invochiamo, perchè afflitti da grande necessità.
(Pater, Ave, Gloria..)
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SAN CAMILLO DE LELLIS È UNO DEI PATRONI UNIVERSALI DEGLI INFERMI E SOFFERENTI
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Fb 4 luglio 21 Mc 6,1-6
Non è tuo fratello? (p.Ermes Ronchi)
Gesù tornò al suo paese, con i discepoli. E «percorreva i villaggi insegnando».Dapprima la gente si stupiva, nell’ascoltarlo; parole e prodigi immettono un «di più», alla normalità della vita. Poi l’ordinario instaura di nuovo la sua dittatura, e la gente passa in fretta dallo slancio alla diffidenza: da dove gli vengono queste cose? Non da Nazaret. Non da qui! Qui tutto dice: hai il tuo clan, una madre, fratelli e sorelle; questo è il tuo mondo, non ce n’è un altro. Hai un lavoro, la sinagoga e il Libro, questo basta a dare senso alla vita. Cosa cerchi, con il cuore fra le nuvole?
Né la sapienza né i miracoli fecondano la fede; è vero semmai il contrario, è la fede che fa fiorire miracoli.
Che un profeta sia una persona piena di carisma, ce lo aspettiamo. Ma che sia senza cultura né titoli, che vada per botteghe e villaggi, fuori dal magistero ufficiale e al limite del consentito, questo non va bene. Nessun profeta è ben accolto in casa sua, perché l’insegnamento che porta è “diverso”; il figlio di Dio non può avere mani callose. Lì non c’è nulla di sublime, nulla di divino.
Ma lo Spirito vuol fare di ogni casa un tempio. Noi cerchiamo il Dio delle costellazioni nell’infinito dei cieli, quando invece è inginocchiato a terra con le mani nel catino, per lavarci i piedi.
È il figlio del falegname, dicono. Ma la persona non è il suo lavoro, nessuno coincide con esso, il nostro segreto è oltre noi: abbiamo radici di cielo! Gesù cresce in bottega, le sue mani diventano forti e qualche volta si feriscono, il suo naso fiuta la resina, sa riconoscere ogni tipo di legno. Ma al paese scandalizza un Dio dal volto d’uomo, un Verbo nella forma di un corpo sudato. Mentre lo Spirito è creatore, non sai da dove viene e dove va, riempie le vecchie forme e passa oltre, spinge il Maestro a inginocchiarsi ai tuoi piedi, con la brocca in mano; gli mette in bocca parole spiazzanti e mai udite: amate i vostri nemici; tu lascia andare i morti, vieni e seguimi; felici i poveri, sono i principi del Regno; guardate i fiori e non preoccupatevi; guai a voi farisei; se non tornerete piccoli…
Gesù al rifiuto dei suoi, svela il suo candido cuore fanciullo: «Non vi poté operare prodigi, solo impose le mani a pochi malati e li guarì». Il nostro Dio non nutre rancori, mai! Il Dio respinto si fa guarigione anche solo di pochi. L’amante tradito continua ad amare, anche fosse uno solo. L’amore non è stanco dei suoi: è solo stupito.
Come gli abitanti di Nazaret, anche noi rischiamo di sprecare i nostri profeti, livellando tutto verso il basso: è solo un falegname, è il fratello di Ioses, conosco lui e i suoi difetti uno per uno. E così ci precludiamo lo splendore all’epifania del quotidiano, all’eterno che si insinua in ogni creatura. Salviamo lo stupore! E ci scopriremo circondati di profeti.
Avvenire XIV Marco 6,1-6
“Ma non è il falegname, il fratello di Giacomo, Joses, Giuda e Simone?” Poche pagine prima questi stessi fratelli sono scesi a Cafarnao per riportarselo a casa, il loro cugino strano, perché dicevano: è andato, è fuori di testa; lo danno per eretico, dobbiamo proteggerlo anche da se stesso.
E adesso a Nazaret, dove si conoscono tutti, dove si sa tutto di tutti (o almeno così si crede), la gente si stupisce di discorsi mai sentiti, di parole che sembrano venire non dalla sacra scrittura, come l’hanno sempre ascoltata in sinagoga, e forse neppure da Dio: da dove mai gli vengono queste cose?
Ed era per loro motivo di scandalo. Che cosa li scandalizza? L’umanità, la familiarità di un Dio che abbandona il tempio ed entra nell’ordinarietà di ogni casa, diventando il “God domestic” (Giuliana di Norwich, sec. XIII), il Dio di casa. Gesù, rabbi senza titoli e con i calli alle mani, si è messo a raccontare Dio con parabole che sanno di casa, di terra, di orto, dove un germoglio, un grano di senape, un fico a primavera diventano personaggi di una rivelazione. Scandalizza l’umiltà di Dio. Non può essere questo il nostro Dio. Dov’è la gloria e lo splendore dell’Altissimo?
E i suoi discepoli, questi ragazzi di fuori, pratici solo di barche, cos’hanno di più di Joses, Giacomo, Giuda e Simone? Non erano meglio i giovani del paese?
Un profeta non è disprezzato che in casa sua… Osservazione che ci raggiunge tutti, circondati come siamo da sillabe di Dio, gocce di profezia sulla bocca e nei gesti di mille persone, in casa, per strada, al lavoro, o in un’altra parte del mondo.
Ma noi: non sono all’altezza, diciamo; e li misuriamo, li soppesiamo, diamo loro i voti, troviamo scuse, anziché aprirci. E Dio si stupisce, ma non desiste e ripete: “ascoltino o non ascoltino, sappiano che un profeta almeno si trova in mezzo a loro” (Ez. 2,5). Siamo circondati da profeti, magari piccoli, magari minimi, ma continuamente inviati. E noi, come gli abitanti di Nazaret, dilapidiamo e sperperiamo i nostri profeti, senza ascoltare l’inedito di Dio.
Anche Gesù al rifiuto dei suoi compaesani si stupisce, ma non desiste. La sua risposta non è né rancore, né condanna, tanto meno depressione, ma una meraviglia che rivela come Dio ha un cuore di luce: “Non vi poté operare nessun prodigio”. Ma subito si corregge: “Solo impose le mani a pochi malati e li guarì”. Il Dio rifiutato si fa ancora guarigione, anche di pochi, anche di uno solo. L’innamorato respinto continua ad amare, anche senza ritorno. Di noi Dio non è stanco: è solo stupito. E allora
“manda ancora profeti, uomini certi di Dio, uomini dal cuore in fiamme, e Tu a parlare dai loro roveti” (Turoldo).
Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Se tutto il Vangelo sta in un bicchiere d’acqua
XXVI Dom. – T. O. – Anno B
Vangelo – Marco 9,38-43.45.47-48
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile». […]
Maestro, quell’uomo guariva e liberava, ma non era dei nostri, non era in regola, e noi glielo abbiamo impedito. Come se dicessero: i malati non sono un problema nostro, si arrangino, prima le regole. I miracoli, la salute, la libertà, il dolore dell’uomo possono attendere.
Non era, non sono dei nostri. Tutti lo ripetono: gli apostoli di allora, i partiti, le chiese, le nazioni, i sovranisti. Separano. Invece noi vogliamo seguire Gesù, l’uomo senza barriere, il cui progetto si riassume in una sola parola “comunione con tutto ciò che vive”: non glielo impedite, perché chi non è contro di noi è per noi. Chiunque aiuta il mondo a fiorire è dei nostri. Chiunque trasmette libertà è mio discepolo. Si può essere uomini che incarnano sogni di Vangelo senza essere cristiani, perché il regno di Dio è più vasto e più profondo di tutte le nostre istituzioni messe insieme.
È bello vedere che per Gesù la prova ultima della bontà della fede sta nella sua capacità di trasmettere e custodire umanità, gioia, pienezza di vita. Questo ci pone tutti, serenamente e gioiosamente, accanto a tanti uomini e donne, diversamente credenti o non credenti, che però hanno a cuore la vita e si appassionano per essa, e sono capaci di fare miracoli per far nascere un sorriso sul volto di qualcuno. Stare accanto a loro, sognando la vita insieme (Evangelii gaudium).
Gesù invita i suoi a passare dalla contrapposizione ideologica alla proposta gioiosa, disarmata, fidente del Vangelo. A imparare a godere del bene del mondo, da chiunque sia fatto; a gustare le buone notizie, bellezza e giustizia, da dovunque vengano. A sentire come dato a noi il sorso di vita regalato a qualcuno: chiunque vi darà un bicchiere d’acqua non perderà la sua ricompensa. Chiunque, e non ci sono clausole, appartenenze, condizioni. La vera distinzione non è tra chi va in chiesa e chi non ci va, ma tra chi si ferma accanto all’uomo bastonato dai briganti, si china, versa olio e vino, e chi invece tira dritto.
Un bicchiere d’acqua, il quasi niente, una cosa così povera che tutti hanno in casa.
Gesù semplifica la vita: tutto il Vangelo in un bicchiere d’acqua. Di fronte all’invasività del male, Gesù conforta: al male contrapponi il tuo bicchiere d’acqua; e poi fidati: il peggio non prevarrà.
Se il tuo occhio, se la tua mano ti scandalizzano, tagliali… metafore incisive per dire la serietà con cui si deve aver cura di non sbagliare la vita e per riproporre il sogno di un mondo dove le mani sanno solo donare e i piedi andare incontro al fratello, un mondo dove fioriscono occhi più luminosi del giorno, dove tutti sono dei nostri, tutti amici della vita, e, proprio per questo, tutti secondo il cuore di Dio.
(Letture: Numeri 11,25-29; Salmo 18; Giacomo 5,1-6; Marco 9,38-43.45.47-48)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/se-tutto-il-vangelo-sta-in-un-bicchiere-d-acqua
Sai perché a volte non sei convinto che Dio ti ama davvero così come sei? Probabilmente non ami nemmeno te stesso perché ti senti inadeguato e ti pare quasi impossibile che Dio, il tuo Creatore, ti ami così profondamente e teneramente, anche se tu fossi il più grande peccatore di questo mondo?
Non ricordi che nel Vangelo si narra che Gesù mangiava con i peccatori affermando che sono i malati ad aver bisogno del medico e non i sani?
Non ti basta sapere che Egli ha patito ed è morto anche per te? A Gesù dispiace la tua diffidenza: non devi temere se sei spesso vittima del peccato: Egli ti conosce profondamente ed a Lui basta anche il desiderio di volerlo amare cercando di rinunciare al peccato e di combattere i tuoi vizi. Non ci riesci? Lui lo sa.
Egli è Onnipotente e potrebbe cambiare la tua situazione da un momento all’altro in modo che tu stesso possa estirpare il male da te. Ma Egli ti lascia fare ed aspetta il tuo pentimento, perché per Lui esso è un atto di fiducia nei suoi confronti.
Probabilmente se tu non fossi così fragile, ricorreresti a Lui raramente nella tua auto-sufficienza lo ameresti di meno.
A Lui interessa il tuo amore più dei tuoi peccati! Convinciti che Egli ti ama sempre!
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
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FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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Il Signore è energia che opera con i credenti. Il Risorto è sinergia con te, agisce in ogni gesto di bontà, ogni volta che porgi una parola fresca e viva, costruisce con te quando costruisci pace, quando poni segni di vita.
Il vangelo ne elenca alcuni:
– scacceranno demoni, è la capacità di divincolarsi e sgusciare via dall’abbraccio del Separatore, dalla presa della menzogna;
– parleranno lingue nuove: non si tratta di inventare un altro idioma tra i diecimila parlati, ma è la capacità di parlare in modo nuovo e fresco, da uomo nuovo, come un bambino che sa dirti: ti voglio bene, e ti spacca il cuore; perché chi parla con amore è sempre ascoltabile (F. Rosini);
– prenderanno in mano serpenti e se berranno veleni: i serpenti interiori, quegli sbagli, quel male… le parole velenose che qualche volta ti hanno colpito…
– Imporranno le mani ai malati e questi guariranno! Il Vangelo letteralmente dice non già che “guariranno”, ma che ne avranno del bene, che questo sarà bello per loro. Se ti avvicini a chi soffre e tocchi la sua malattia e trasmetti Spirito, forse guarirà e forse no, ma certamente ne avrà bene, certamente questo sarà bello per lui. Entreranno nel cuore pace, solidarietà, Spirito…
Ascensione è la navigazione del cuore che ti conduce dalla chiusura in te all’amore che abbraccia l’universo (Benedetto XVI). A questa navigazione del cuore Gesù chiama gli undici, un gruppetto di uomini impauriti e confusi, un nucleo di donne coraggiose e fedeli, e affida loro il mondo.
(p. Ermes Ronchi)
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Il vangelo a cura di Ermes Ronchi
XIV Dom. T. O. Anno A – luglio 2017
Il pane d’amore per il nostro cuore stanco
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
È un periodo di insuccessi per il ministero di Gesù: contestato dall’istituzione religiosa, rifiutato dalle città attorno al lago, da una generazione che non esita a definire «di bambini» (Mt 11,16), Gesù ha improvvisamente come un sussulto di stupore, gli si apre davanti uno squarcio inatteso, un capovolgimento: Padre, ho capito e ti rendo lode. Attorno a Gesù il posto sembrava rimasto vuoto, si erano allontanati i grandi, i sapienti, gli scribi, i sacerdoti ed ecco che il posto lo riempiono i piccoli: poveri, malati, vedove, bambini, i preferiti da Dio.
Ti ringrazio, Padre, perché hai parlato a loro, e loro ti hanno capito. I piccoli sono le colonne segrete della storia; i poveri, e non i potenti, sono le colonne nascoste del mondo. Gesù vede e capisce la logica di Dio, la sua tenerezza comincia dagli ultimi della fila, dai bastonati della vita. Non è difficile Dio: sta al fianco dei piccoli, porta quel pane d’amore di cui ha bisogno ogni cuore stanco… E ogni cuore è stanco. Di un segno d’affetto ha estremo bisogno l’animo umano: è la vera lingua universale della Pentecoste, che ogni persona dal cuore puro capisce, in ogni epoca, su tutta la terra.
Gesù che si stupisce di Dio; mi incanta, è bellissima questa meraviglia che lo invade e lo senti felice, mentre le sue parole passano dal lamento alla danza. Ma poi non basta, Gesù fa un ulteriore passo avanti.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, non un nuovo sistema di pensiero, non una morale migliore, ma il ristoro, il conforto del vivere. Anche per me e per te, nominare Cristo deve equivalere a confortare la vita. Le nostre prediche, i tanti incontri devono diventare racconti di speranza e di libertà. Altrimenti sono parole e gesti che non vengono da lui, sono la tomba della domanda dell’uomo e della risposta di Dio. Invece là dove le domande dell’uomo e la bellezza del Dio di Gesù si incontrano, lì esplode la vita.
Imparate da me… Andare da Gesù è andare a scuola di vita. Imparate dal mio cuore, dal mio modo di amare, delicato e indomito. Il maestro è il cuore. Se ascolti per un minuto il cuore, scrive il mistico Rumi, farai lezione ai sapienti e agli intelligenti!
Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero: dolce musica, buona notizia. Il giogo, nella Bibbia, indica la Legge. Ora la legge di Gesù è l’amore. Prendete su di voi l’amore, che è un re leggero, un tiranno amabile, che non colpisce mai ciò che è al cuore dell’uomo, non vieta mai ciò che all’uomo dà gioia e vita, ma è instancabile nel generare, curare, rimettere in cammino. Cos’è l’amore? È ossigeno. Che se la vita si è fermata, la attende, la impregna di sé e le ridona respiro.
(Letture: Zaccaria 9,9-10; Salmo 144; Romani 8,9.11-13; Matteo 11,25-30)
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
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LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron