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Tutti noi in genere abbiamo paura dell’incognita della morte terrena. Se ci pensiamo bene le cose non stanno così come le immaginiamo.La nostra esistenza terrena è molto fragile ed enigmatica. Dal concepimento i nostri stati mentali cambiano continuamente in base a tantissimi fattori ereditari, biologici, ambientali ecc.

Quando eravamo bambini vedevamo il mondo in un certo modo, da adulti in un altro. Se diveniamo più consapevoli della realtà esistenziale in cui ci troviamo, ci accorgiamo che cambiamo spesso di umore e la nostra visione del mondo si adatta a moltissime circostanze e condizionamenti esterni.

Questi cambiamenti, anche se non percettibili, avvengono nell’arco di pochissimo tempo. Anzi, direi che ogni istante non è esattamente uguale all’altro, anche se non ce ne accorgiamo. Possiamo affermare che il successivo istante si è “distaccato” da quello precedente perché è una nuova visione del mondo. E che cos’è la morte se non il distacco finale? Quindi, noi moriamo continuamente, fino alla morte finale.

È strano che abbiamo più paura della morte finale che della vita terrena, la quale è costituita da un numero enorme di stati mentali e fisici, uno per ogni istante.In sostanza la vita attuale e la morte si alternano nella dimensione del divenire terreno, perché l’una non può sussistere senza l’altra.

Solo la Vita eterna della nuova dimensione cui siamo destinati in Gesù Cristo risorto non lascia spazio ad alcun frammento di morte, proprio perché la morte è sconfitta per sempre.

 

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(dal Diario di un Pellegrino Carnico di p.Albino Candido)

14 Settembre 1979 (Esaltazione della Croce)

Sentire la Croce è meno dura che portarla senza riconoscere che è croce. Avviene di considerare croce una determinata cosa spiacevole, un fatto spiacevole, un patimento fisico ben preciso: può essere croce tutto questo.

Però penso che croce sia anche quella incancellabile nebbiolina di tristezza che copre l’anima, come di uno strato di elementi autunnali. Soltanto il pensiero dell’Eternità riesce a trafiggere quel velo e a raggiungere l’anima con un raggio di luce e di calore.

Il non credere alle Tue sofferenze portate per me vuol dire non credere al Tuo amore. La Tua croce è quella della sconoscenza. È la Tua croce non riconosciuta da moltissimi, dalla maggioranza degli uomini.

Esaltazione! Soltanto ciò che costituisce croce avrà la sua gloria. Perdonami che finora non ho tenuto conto della Tua croce e ho camminato come se la strada fosse un dovuto, un diritto, come se la vita non fosse un dono da custodire.

Però sento che anche la Tua croce è fatta anche della mia e che la mia è fatta anche della Tua. È meglio stare con la croce che cercare liberazione da parte degli uomini.

Se consideri croce quel dato aspetto di te stesso è perché non la porti con pazienza e fede. Lui cammina davanti a te e a tutti quelli che hai intorno. Egli occupa il primo posto. È bello, è liberante sentirlo, vederlo sempre al primo posto. È la prima persona. (p.144)

 

 

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Quando un uomo, soprattutto se munito di un certo potere, viene idolatrato pubblicamente da una consistente fetta di massa osannante che cerca di attirarlo con le sue sirene, allora è necessario drizzare bene le orecchie.
Quali sono le reali aspettative di tutti costoro?
Quali sono realmente i loro interessi personale a cui aspirano strumentalizzandolo?
Ricordiamo la storia e pensiamo con realismo alla fine che fecero uomini simili…
Pensiamo a Gesù osannato dalla folla che aspettava da Lui la liberazione dal dominio straniero dell’intero popolo ebraico. Pensiamo a quanta delusione la folla provò nel comprendere poi che il suo regno non era di questo mondo e con quanta ferocia gli si accanì addosso.
La folla esalta e subito abbassa. È fatta così…
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Affinché non prevalga la parte oscura in noi é necessario cercare di individuarla bene, senza timore ed in profonditá.

Scendere negli inferi di noi stessi con coraggio significa guardare in faccia la realtá tenebrosa che ci incatena per poi ricondurla verso la luce, dove come neve al sole si scioglie gradualmente.

Ma per fare questo dobbiamo fidarci della realtá trascendente che sostiene pazientemente il nostro essere e con umiltà attendere la nostra liberazione interiore, la quale richiede anche il nostro impegno personale.

Cosí l’uomo vecchio potrá cedere il passo a quello nuovo, quello che si orienta verso “…le cose di lassù e non a quelle della terra”.

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O VERGINE SANTISSIMA e Madre nostra,

Tu che sei la Signora di tutti i popoli e spesso sei intervenuta per intercedere contro i mali e le calamità che affliggono l’umanità, proteggi tutto il mondo dalla diffusione veloce del Coronavirus COVID -19.

Fa’ che ogni uomo creato ad immagine e somiglianza divina, pur consapevole della propria fragilità, si renda conto anche della propria dignità di Figlio di Dio in Gesù Cristo e riconosca Te come Madre di Dio e di tutti noi.

Ti invochiamo con fede e fiducia, intercedi presso tuo Figlio Gesù affinché, in virtù delle sue sante Piaghe, ci liberi da questa epidemia e da tutti i mali spirituali che ci affliggono, per poter vivere secondo i Comandamenti divini dell’Amore.

Ave Maria… (tre volte)

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Chi mette Gesù al primo posto nei pensieri e nelle azioni sarà aiutato sempre….

 

 

III domenica C

Giornata della memoria, oggi, perché il passato non diventi presente.

Giornata della gioventù a Panama: della speranza.

Attentato nelle Filippine, in chiesa. Decine di Morti in Brasile per una diga di rifiuti minerari che ha ceduto.

I pochi migranti della Sea Wacth che 27 tra i paesi più ricchi e potenti del mondo non sanno, non vogliono accogliere.

Si popola questa chiesa come la sinagoga di Nazaret nel vangelo di oggi, di poveri, oppressi…

Siamo venuti davanti a te che abbracci ogni creatura,

davanti a te, Dio amante della vita, per dirti grazie.

Nonostante tutto, grazie: per la vita, per l’amore, per gli amici,

per la bontà e la bellezza di tante persone, grazie.

Per il vangelo che ci aiuta a “scollinare gli orizzonti del nostro io”.

Guardando questo Cristo dall’abbraccio infinito, preghiamo:

Signore, come il figlio che torna cerco il tuo conforto, per questo ti prego: donami il tuo abbraccio

Signore, come le donne amiche che ti accoglievano, ti prego: donami il tuo abbraccio

Come il naufrago che ha attraversato mari e respingimenti, dopo tanti rifiuti, almeno tu ti prego: donami il tuo abbraccio

 

Omelia

Luca ci racconta una scena da stampare nel cuore. Lo fa quasi al rallentatore, per farci comprendere l’estrema importanza di questo momento. Gesù si alza, prende, cerca, legge. Poi arrotola il volume, lo riconsegna, si siede. Tutti gli occhi sono fissi su di lui.

E nel grande silenzio le prime parole ufficiali di Gesù: “oggi la parola di Isaia si realizza”. Ed è così bella questa affermazione: il vangelo non è una chiacchiera, la parola non è teoria è pratica. È efficace. Cambia le cose. Ognuno di noi è vangelo, una parola di Dio, una decisione di Dio, che diventa, può diventare una storia provvidenziale.

Lo abbiamo sperimentato. Ci sono parole mal dette che feriscono e parole belle, di affetto, di accoglienza, che segnano nel bene il cuore delle persone.

Gesù cerca un brano nel rotolo. Conosce bene le Scritture, ci sono mille passi che parlano di Dio, ma lui sceglie questo, dove l’umanità è definita con quattro aggettivi: povera, prigioniera, cieca, oppressa.

E ne fa il programma della sua vita: portare gioia, libertà, occhi nuovi, liberazione, un rabbi che non impone pesi, ma li toglie, un messia che non porta precetti, ma libertà.

Testo fondamentale e bellissimo, che non racconta più, come nei primi capitoli, ‘come’ Gesù è nato, ma ‘perché’ è nato.

Che ridà forza per lottare, apre il cielo alle vie della speranza.

Poveri, ciechi, oppressi, prigionieri: questi sono i nomi dell’uomo. Adamo è diventato così, per questo Dio diventa Adamo.

 

E poi spalanca il cielo, delinea uno dei tratti più belli del volto di Dio: “Sono venuto a predicare un anno di grazia del Signore”, un anno, un secolo, mille anni, una storia intera fatta solo di benevolenza, a mostrare che Dio non solo è buono, ma esclusivamente buono, incondizionatamente buono.

Gesù censura il profeta Isaia e non legge il versetto successivo che dice: a predicare la vendetta del Signore. No, Dio non sprecherà l’eternità in vendette. E neppure un minuto.

Tutti gli occhi erano fissi su di lui. Sembrano più attenti alla persona che legge che non alla parola proclamata. Sono curiosi, lo conoscono bene quel giovane, sparito per un po’, e appena ritornato a casa, nel villaggio “dov’era cresciuto” nutrito appunto, come pane buono, dalle parole di Isaia. Quelle che ora si è alzato a leggere: ‘parole così antiche e così amate, così pregate e così desiderate, così vicine e così lontane.

Gesù davanti a quella piccolissima comunità presenta il suo sogno di un mondo nuovo. E sono solo parole di speranza per chi è stanco, o è vittima, o non ce la fa più: sono venuto a incoraggiare, a portare buone notizie, a liberare, a ridare vista. Annuncio di un anno di grazia, di cui Gesù soffia le note negli inferi dell’umanità’ (R. Virgili).

E mi domando: è un tempo di grazia questo che viviamo? Sentite annunci di grazia? Vi mette gioia sapere quello che accade ai poveri oggi? Ai disperati? Ai migranti? Dove è finita la bella notizia di Gesù per i poveri: è finito il mondo dell’accumulo, inizia quello della condivisione?

Solo un poco / Di paura in meno /Già basterebbe./ E domani con queste mani/ Servire il mondo/ O difenderlo.

Alle parole di Gesù, la sinagoga di Nazaret si riempiva di volti di poveri. Allo stesso modo ogni chiesa, ogni casa, ogni cuore, sa da dove cominciare, dalla periferia del mondo, dagli sbalzati a terra dal convoglio del progresso, dagli affamati di tenerezza, dagli uomini dal pane amaro, ricacciati in mare dalle coste ricche dell’Occidente.

Sono loro i principi del Regno. E Dio sta alla loro ombra.

 

Una cosa mi commuove: Dio non mette come scopo della storia se stesso, ma l’umanità; non è un Dio che vuole essere servito, lodato, ubbidito, da questi figli distratti, meschini e splendidi che noi siamo, che riporta all’ubbidienza una umanità ribelle, ma il suo sogno è fatto di uomini e donne dal cuore libero e forte. E guariti, e con occhi nuovi che vedono lontano e nel profondo. E che la nostra storia non produca più poveri e prigionieri.

Un sublime capovolgimento. Dio dimentica se stesso, mette noi più importanti di lui; e non offre liberazione in cambio di qualcosa, sarebbe anche lui il grande narcisista, bisognoso di gratificazioni,

lui ama per primo, ama in perdita, ama senza condizioni.

La buona notizia è che Dio mette l’uomo al centro di tutto, e schiera la sua potenza di liberazione contro tutte le oppressioni esterne, contro tutte le chiusure interne. Il lieto annuncio è che Dio sarà sempre in favore dell’uomo e mai contro l’uomo.

Gesù non si interroga se quel prigioniero sia buono o cattivo; a lui non importa se il povero o il cieco sia onesto o peccatore, se il lebbroso meriti o no la guarigione. C’è buio e dolore e tanto basta per far piaga nel cuore di Dio.

  1. Delbrêl : Forse Dio è stanco di solenni e austeri devoti, di eroi dell’etica, di eremiti pii e pensosi, forse vuole dei giullari felici, alla san Francesco di vivere. Prigionieri usciti dalle segrete che danzano nel sole.

Impensabili sulla bocca di Gesù frasi come: “ se è colpevole, deve marcire in galera”. E questo perché la grazia sia grazia e non calcolo o merito.

 

Il programma di Nazaret ci mette di fronte ad uno dei paradossi del Vangelo. Il catechismo che abbiamo mandato a memoria diceva: “siamo stati creati per conoscere, amare, servire Dio in questa vita e poi goderlo nell’altra in paradiso”. Ma nel suo primo annuncio Gesù dice altro: non è l’uomo che esiste per Dio ma è Dio che esiste per l’uomo. C’è una commozione da brividi nel poter pensare: Dio esiste per me, io sono lo scopo della sua esistenza. Il nostro è un Dio che ama di amore unilaterale. Il nostro Dio è differente:

considera ogni povero più importante di se stesso.

Io sono quel povero. Un povero felice e fiero di avere un Dio così.

Preghiera dei fedeli

 

 

Invece della preghiera dei fedeli, leggo i versi che un poeta di 95 anni dedica a un ragazzo di 14 anni del Mali, annegato nel Mediterraneo, con la pagella cucita alla giacca. Come facevano i pellegrini medievali con pagine della Bibbia cucite al loro mantello.

 

PAGELLA DI SCOLARO IN FONDO AL MARE

La portavi cucita sul petto

Medaglia al tuo valore

Risorsa estrema per avere almeno un poco di rispetto

L’orgogliosa pagella di scolaro

Tu, solitario ragazzino,

perso nell’immensa incertezza del migrare…

non t’è servita a salvarti la vita

ma t’è rimasta stretta sopra il cuore

fedele come il cane di famiglia

a custodir del tuo abbandono l’onta

e finalmente sbatterne l’orrore

in faccia all’impunita indifferenza

della presente umanità

di automi.

(Aldo Masullo) 18 gennaio 2019

 

 

 

ALLA COMUNIONE

Solo un poco

Di paura in meno

Già basterebbe.

E domani con queste mani

Servire il mondo

O difenderlo.

I prossimi anni

Le prossime ore

Siano così

Senza barriere.

Con qualche minuto almeno

In cui l’anima è comoda

Dietro la nuca

Dentro le costole

E voi con me e io con voi

Senza veleno

E il libro e il buio e le mani aperte.

Quello che vi accade

Sia benedetto.

(Franco Arminio)

 

 

 

 

 

 

Non ci siamo mai soffermati a considerare un po’ più a lungo che noi in genere diciamo “IO HO UN CORPO” oppure “IO HO UN’ANIMA”? (e non “Io sono il mio corpo – la mia anima)

Se tu dici “sono il mio corpo”, allora limiti il tuo essere ad una dimensione, quella prettamente terrena con le sue relative necessità.

Se dici “sono la mia anima”, allora rischi di immedesimarti nella memoria del tempo, nelle esperienze acquisite, nelle emozioni ecc.

Dio ha detto di se stesso “Io sono” e tutti gli uomini sono stati creati a sua immagine e somiglianza.

Qualora dici “Io sono” e ti comporti di conseguenza perché Dio ti ha creato a sua immagine e somiglianza, allora vivi autenticamente l’attimo, non ti lasci condizionare dal concetto di passato o futuro che elabora la tua mente.

In questo modo ti liberi dai molti orpelli esistenziali che imprigionano la tua mente, abbandoni i pregiudizi allargando il tuo orizzonte mentale, dissolvi le paure che ti attanagliano (anche quella della morte) e vivi già un anticipo di paradiso in ogni situazione in cui ti trovi.

 

ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI

 

GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) :    http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….

VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…

MARCELLO TOMADINI  il pittore fotografo dei lager   https://www.edizionisegno.it/libro.as…

DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as

GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…

 

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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi

Da Gesù non una nuova «morale», ma una liberazione

VI Domenica Tempo ordinario – Anno A – febbraio 2017

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Avete inteso che fu detto… ma io vi dico. Gesù non contrappone alla morale antica una super-morale migliore, ma svela l’anima segreta della legge: «Il suo Vangelo non è una morale ma una sconvolgente liberazione» (G. Vannucci).
Gesù non è né lassista né rigorista, non è più rigido o più accondiscendente degli scribi: lui fa un’altra cosa, prende la norma e la porta avanti, la fa schiudere come un fiore, nelle due direzioni decisive: la linea del cuore e la linea della persona.

Gesù porta a pienezza la legge e nasce la religione dell’interiorità. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù va alla sorgente: ritorna al cuore e guariscilo, solo così potrai curare i tuoi gesti. Ritorna al cuore e custodiscilo perché è la sorgente della vita. Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, arriva al divieto della menzogna. Dì la verità sempre, e non servirà giurare.

Porta a compimento la legge sulla linea della persona: se tu guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non dice semplicemente: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Il desiderio è un servitore necessario alla vita. Dice: se guardi per desiderare e vuol dire: se ti avvicini ad una persona per sedurre e possedere, se riduci l’altro a un oggetto, tu pecchi contro la grandezza di quella persona.Commetti adulterio nel senso originario del termine adulterare: tu alteri, falsifichi, manipoli, immiserisci la persona. Le rubi il sogno di Dio, l’immagine di Dio. Pecchi non contro la morale, ma contro la persona, contro la nobiltà e la profondità della persona.

Cos’è la legge morale allora? Ascolti Gesù e capisci che la norma è salvaguardia della vita, custodia di ciò che ci fa crescere oppure diminuire in umanità. Ascolti queste parole che sono tra le più radicali del Vangelo e capisci che diventano le più umane, perché Gesù parla solo in difesa della umanità dell’uomo, con le parole proprie della vita.

Allora il Vangelo diventa facile, umanissimo, anche quando dice parole che danno le vertigini. Perché non aggiunge fatica a fatica, non convoca eroi duri e puri, non si rivolge a santi, ma a persone autentiche, semplicemente a uomini e donne sinceri nel cuore.

(Letture: Siracide 15,16-21; Salmo 118; 1 Corinzi 2,6-10; Matteo 5,17-37)

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/da-gesu-non-una-nuova-morale-ma-una-liberazione

 

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron