I santi fanno parte della Chiesa Celeste detta “Trionfante” insieme agli angeli.
Ce ne sono molti di più di quello che immaginiamo.
Essi vivono luminosamente nell’Amore Trinitario e nella sua contemplazione eterna, ma, come il Signore e Maria Santissima nostra madre celeste, non vogliono dimenticarsi di noi loro fratelli in Cristo, che costituiamo la chiesa militante.
Sanno benissimo quanto siamo fragili e quanto siamo particolarmente amati dal Signore, per questo tutti si interessano di noi per intercedere a nostro favore grazie anche ai loro meriti.
Però per poter operare liberamente hanno bisogno del nostro libero arbitrio: per questo sono più attivi quando li invochiamo.
Quando, poi, li scegliamo per essere nostri protettori, sono molto più disponibili nei nostri confronti e per i loro meriti uniti quelli di Gesù Cristo possiamo ottenere molte grazie.
San Pio X diceva: “I Santi pregano Iddio per noi e per le anime del purgatorio, e noi diamo onore e gloria ai Santi…” (Catechismo di San Pio X)
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(Gesù a suor Maria della Trinità – Colloquio interiore n. 338 e 328)
Io sono Colui che è.
Io sono la verità. Sono la realtà.
Le tentazioni sono illusioni che vi circondano e cercano di separarvi dalla Verità.
È certo necessario ch’io rompa le vostre illusioni per rivelarmi a voi.
Benedite quelli tra i vostri fratelli e sorelle che distruggono le vostre illusioni, e vi spogliano e vi lasciano impoveriti, ma veri in faccia a Dio.
Abbi il coraggio di essere davanti agli uomini come dinanzi a Dio affinché essi distruggano le tue illusioni, e per essere sempre nella verità. (338)
Le prove devono produrre nelle anime vostre un risultato determinato: se vedete che la prova cessa fatevi padroni della virtù che veniva a insegnarvi e praticatela.
Così se tu farai una parte di penitenza nella tua vita, io non avrò da mandarti malattie che suppliscano alla mortificazione negletta. (328)
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Traduzione e adattamento della musica, esecuzione del canto, sono dello stimmatino p. BRUNO FACCIOTTI (musicista e pittore veronese).
p. Bruno è anche l’autore dei canti di “Cristo Uomo Nuovo” e di altre numerosi “Recital” e raccolte varie. Ora vive a Battipaglia, in provincia di Salerno.
TESTO Vivere per amare.
Pensare solo ai fratelli è la vera carità,
cercando quello che ad essi può dar felicità (2).
Che bello è servire e amar, che grande è aver per donar!
Dare allegria e felicità, dare sé stessi: questo è amar! (2).
Se ami con ottimismo e ti doni con umiltà,
vedrai che non c’è egoismo che non possa superar (2).
Dalla raccolta “Ciao Gesù” dei Missionari Stimmatini.
“Sono una nostra traduzione di canti popolari originariamente in lingua spagnola. Canti di lode e di ringraziamento e canti ricreativi, che danno sapore ai momenti di preghiera e di allegria della vita di un gruppo.”
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“Di fronte ad una situazione così spiritualmente devastante come faccio a convincere gli altri che Gesù ci ama e vuole che ognuno di noi si salvi?”
Questa è una domanda che si fanno non solo i buoni sacerdoti ed i catechisti impegnati, ma anche molti laici cristiani pieni di zelo.
In effetti siamo testimoni di molti comportamenti peccaminosi: si tralasciano i Sacramenti, ci si tuffa nei bagordi e divertimenti di ogni tipo, non si considera il valore altissimo del sacramento del matrimonio, la bestemmia ed il turpiloquio si diffondono sempre di più, non si rispettano i dieci comandamenti, non si crede più nell’anima immortale e nell’aldilà, dilaga apostasia, si rinnega la divinità e persino l’esistenza di Gesù Cristo.
Insomma si espande l’incredulità ed il peccato in tutti gli ambiti sociali ed a ogni età.
Ad estremi mali estremi rimedi.
I sacerdoti nelle omelie, nelle catechesi e negli incontri inter-personali dovrebbero riprendere a parlare anche dell’aldilà con convinzione. Anche i catechisti ed i laici dovrebbero farlo.
Il profeta Giona fu inviato ad ammonire la città di Ninive per il pessimo comportamento dei suoi abitanti e questi si convertirono. Allora Dio decise di non distruggerla.
Oggi ci troviamo in una situazione ben peggiore. Nonostante le esortazioni moltissimi non intendono cambiare condotta. Se non si vuole essere attratti dal fascino del vero Bene e dell’amore, allora è necessario ammonire i fratelli dicendo a tutti chiaramente che esiste l’inferno ed è eterno, come più volte ha fatto Gesù.
Questa è una delle più alte forme di carità: aiutare le persone con la predicazione, la testimonianza personale e la preghiera a salvarsi l’anima.
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Commento al Vangelo – pubblicato su Avvenire – A cura di Padre Ermes Ronchi
XXIII Dom. T.O. anno C – 2019
Rinunciare a ciò che ci impedisce di volare
Vangelo – Luca 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. […]»
Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, sua madre… e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Gesù non instaura una competizione di sentimenti per le sue creature, perché sa che da questa ipotetica gara di emozioni non uscirebbe vincitore, se non presso pochi eroi o santi, dalla fede di fiamma. Ci ricorda invece che per creare un mondo nuovo, quello che è il sogno del Padre, ci vuole una passione forte almeno quanto quella degli amori familiari. È in gioco un nuovo modo di vivere le relazioni umane: mentre noi puntiamo a cambiare l’economia, Gesù vuole cambiare l’uomo. Lo fa puntando tutto sull’amore, e con parole che sembrano eccessive, sembrano cozzare contro la bellezza e la forza degli affetti, perché la felicità di questa vita non sappiamo dove pesarla se non sul dare e sul ricevere amore.
Ma il verbo centrale su cui poggia la frase è: se uno non «ama di più». Allora non di una sottrazione si tratta, ma di una addizione. Gesù non sottrae amori, aggiunge un «di più». Il discepolo è colui che sulla bellezza dei suoi amori stende una più grande bellezza. E il risultato non è una sottrazione ma un potenziamento, non una esclusione ma una aggiunta: Tu sai quanto è bello dare e ricevere amore, quanto contano gli affetti della famiglia, ebbene io posso offrirti qualcosa di ancora più bello e vitale. Gesù è la garanzia che i tuoi amori saranno più vivi e più luminosi, perché Lui possiede la chiave dell’arte di amare.
Seconda condizione: Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me… La croce: e noi la pensiamo metafora delle inevitabili difficoltà di ogni giorno, dei problemi della famiglia, di una malattia da sopportare, o addirittura del perdere la vita. In realtà la vita si perde come si spende un tesoro: donandola goccia a goccia. Per cui il vero dramma non è morire, ma non avere niente, non avere nessuno per cui valga la pena spendere la vita.
Nel Vangelo la croce è la sintesi dell’intera storia di Gesù: amore senza misura, disarmato amore, coraggioso amore, che non si arrende, non inganna e non tradisce. Prendi su di te una porzione grande di amore, altrimenti non vivi; prendi la porzione di dolore che ogni amore comporta, altrimenti non ami.
Terza condizione: chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Perché la tua vita non dipende dai tuoi beni, «un uomo non vale mai per quanto possiede, o per il colore della sua pelle, ma per la qualità dei suoi sentimenti. Un uomo vale quanto vale il suo cuore» (Gandhi). Gesù chiede sì una rinuncia, ma a ciò che impedisce il volo. Chi lo fa, scopre che «rinunciare per Te è uguale a fiorire» (M. Marcolini).
(Letture: Sapienza 9,13-18; Salmo 89; Filemone 1,9-10.12-17; Luca 14,25-33)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/rinunciarea-cio-checi-impediscedi-volare
Gesù, che sei stato bambino, donaci un’anima da bambino per poter essere semplici, contenti, fiduciosi e pieni di tenerezza e di affetto verso tutti gli uomini nostri fratelli e verso tutti gli esseri della tua creazione.
Tu che sei Figlio di Dio e hai assunto e consacrato la natura umana, insegnaci ad amare Te nei fratelli ed in noi stessi, affinché, divinizzati da Te, possiamo raggiungere la pienezza a cui ci hai destinati nel seno dell’Amore Trinitario.
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Il Signore non ci chiede di servire il prossimo chissà dove.
Il primo prossimo si trova proprio in casa perché Gesù è nella moglie, nel marito, nei figli, nei parenti, negli anziani, anche se dementi.
Quando si ama non si guardano i difetti perché non sta a noi giudicare.
Spesso ci si trova in situazioni umanamente scoraggianti e difficili, ma se ci pensiamo bene è proprio quel “prossimo” con cui abbiamo a che fare e che noi a volte stimiamo poco o ci è scomodo, che ci insegna qualcosa, che ci aiuta a comprendere come realmente siamo fatti.
Ognuno nella propria situazione ha una sua mansione. Se si ama il Signore Egli ci aiuta a capire quale è realmente lo scopo della nostra vita: servire Lui nei fratelli e crescere nell’Amore!
(Una voce dal deserto)
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO:
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1486#disqus_thread
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) :
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1487
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1412
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali)
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1323.
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace)
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1322
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi)
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1392
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1451
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1637
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA (con disegni di Perla Paik)
http://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1636#disqus_thread
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager
https://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1673
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO
https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità)
https://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1716
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“UNIVERSO INTERIORE piaipier”:
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a cura di https://www.mondocrea.it
Dio nostro Padre, che hai posto gli uomini nel mondo, perché cooperino in unità di intenti al gran disegno della creazione, fa’ che ti rendiamo gloria. Sii benedetto, o Dio creatore, noi ti ringraziamo per le meraviglie dell’universo, e per la vita che ci hai donato.
Guarda i tuoi figli che, attraverso le occupazioni quotidiane, partecipano alla tua opera, fa’ che si conformino alla tua volontà.
Il nostro lavoro giovi al bene dei fratelli, concedi di edificare con loro e per loro un mondo come a te piace.
Dona pace e gioia, a noi e a quanti incontreremo oggi sul nostro cammino.
(dalla liturgia delle ore)
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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Gesù, fuori dagli schemi anche per i suoi parenti
X Domenica – Tempo ordinario – Anno B
In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito […].
Da sud, dalla Giudea, arriva una commissione d’inchiesta di teologi. Dalle colline di Galilea scendono invece i suoi, per portarselo via. Sembra una manovra a tenaglia contro quel sovversivo, quel maestro fuori regola, fuorilegge, che ha fatto di Cafarnao il suo quartier generale, di dodici ragazzi che sentono ancora di pesce il suo esercito, di una parola che guarisce la sua arma.
È la seconda volta che il clan di Gesù scende da Nazaret al lago, questa volta hanno portato anche la madre; vengono a prenderselo: È fuori di sé, è impazzito. Sta dicendo e facendo cose sopra le righe, contro il senso comune, contro la logica semplice di Nazaret: sinagoga, bottega e famiglia.
Dalla commissione d’inchiesta Gesù riceve il marchio di scomunicato: figlio del diavolo.
Eppure la pedagogia di Gesù ancora una volta incanta: ma egli li chiamò, chiama vicino quelli che l’hanno giudicato da lontano; parla con loro che non si sono degnati di rivolgergli la parola, spiega, cerca di farli ragionare. Inutilmente. Gesù ha nemici, lo vediamo, ma lui non è nemico di nessuno. Lui è l’amico della vita.
Sua madre e i suoi fratelli e le sue sorelle e stando fuori mandarono a chiamarlo. Il Vangelo di Marco, così concreto e asciutto, ci rimette con i piedi per terra, dopo le ultime grandi feste, Pasqua, Pentecoste, Trinità, Corpo e Sangue di Cristo. Il Vangelo riparte dalla casa, dal basso: non nasconde, con molta onestà, che durante il ministero pubblico di Gesù, le relazioni con la madre e tutta la famiglia sono segnate da contrapposizioni e distanza. Riferisce anzi uno dei momenti più dolorosi della vita di Maria: chi è mia madre? Parole dure che feriscono il cuore, quasi un disconoscimento: donna, non ti riconosco più come mia madre… L’unica volta che Maria appare nel Vangelo di Marco è immagine di una madre che non capisce il figlio, che non lo favorisce. Lei che poté generare Dio, non riuscì a capirlo totalmente. La maggior familiarità non le risparmiò le maggiori incomprensioni.
Contare sul Messia come su uno della famiglia, averlo a tavola, conoscere i suoi gusti, non le rese meno difficile la via della fede. Anche lei, come noi, pellegrina nella fede.
Gesù non contesta la famiglia, anzi vorrebbe estendere a livello di massa le relazioni calde e buone della casa, moltiplicarle all’infinito, offrire una casa a tutti, accasare tutti i figli dispersi: Chi fa la volontà del Padre, questi è per me madre, sorella, fratello…
Assediato, Gesù non si ferma, non torna indietro, prosegue il suo cammino. Molta folla e molta solitudine. Ma dove lui passa fiorisce la vita. E un sogno di maternità, sorellanza e fraternità al quale non può abdicare.
(Letture: Genesi 3,9-15; Salmo 129; 2 Corinzi 4,13-5,1; Marco 3,20-35)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/gesu-fuori-dagli-schemi-anche-per-i-suoi-parenti
Parte del commento su padre Pio di papa Francesco del 17 marzo 2018 a Pietrelcina
Padre Pio amava la Chiesa, amava la Chiesa con tutti i suoi problemi, con tutti i suoi guai, con tutti i nostri peccati. Perché tutti noi siamo peccatori, ci vergogniamo, ma lo Spirito di Dio ci ha convocato in questa Chiesa che è santa. E lui amava la Chiesa santa e i figli peccatori, tutti. Questo era san Pio.
Qui meditò con intensità il mistero di Dio che ci ha amati fino a dare se stesso per noi.. Padre Pio era fortemente tormentato nell’intimo e temeva di cadere nel peccato, sentendosi assalito dal demonio.
E questo non dà pace, perché si muove, si dà da fare… Aveva paura che il demonio lo assalisse, lo spingesse al peccato… In quei terribili momenti padre Pio trasse linfa vitale dalla preghiera continua e dalla fiducia che seppe riporre nel Signore: «Tutti i brutti fantasmi – così diceva – che il demonio mi va introducendo nella mente spariscono allorché fiducioso mi abbandono nelle braccia di Gesù».
Qui c’è tutta la teologia! Tu hai un problema, tu sei triste, sei ammalato: abbandonati nelle braccia di Gesù. E questo ha fatto lui. Amava Gesù e si fidava di Lui. Padre Pio attraverso la celebrazione della Santa Messa, che costituiva il cuore di ogni sua giornata e la pienezza della sua spiritualità, raggiunse un elevato livello di unione con il Signore.
In questo periodo, ricevette dall’alto speciali doni mistici, che precedettero il manifestarsi nelle sue carni dei segni della passione di Cristo…
Questo umile frate cappuccino ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all’ascolto paziente dei fratelli, sulle cui sofferenze riversava come balsamo la carità di Cristo.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
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MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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Il Vangelo – Ermes Ronchi
Le piaghe del povero, carne di Cristo
XXVI Domenica – Tempo Ordinario – Anno C
25 Settembre 2016
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”». (…)
La parabola del ricco senza nome e del povero Lazzaro è una di quelle pagine che ci portiamo dentro come sorgente di comportamenti meno disumani.
Un ricco senza nome, per cui il denaro è diventato l’identità, la seconda pelle. Il povero invece ha il nome dell’amico di Betania. Il Vangelo non usa mai dei nomi propri nelle parabole. Il povero Lazzaro è un’eccezione, una felice anomalia che lascia percepire i battiti del cuore di Gesù.
Morì il povero e fu portato nel seno di Abramo, morì il ricco e fu sepolto nell’inferno. Perché il ricco è condannato? Per il lusso, gli abiti firmati, gli eccessi della gola? No. Il suo peccato è l’indifferenza verso il povero: non un gesto, una briciola, una parola. Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza, per cui l’altro neppure esiste, e Lazzaro è nient’altro che un’ombra fra i cani.
Il povero è portato in alto; il ricco è sepolto in basso: ai due estremi della società in questa vita, ai due estremi dopo. Tra noi e voi è posto un grande abisso, dice Abramo, perdura la grande separazione già creata in vita. Perché l’eternità inizia nel tempo, si insinua nell’istante, mostrando che l’inferno è già qui, generato e nutrito in noi dalle nostre scelte senza cuore: il povero sta sulla soglia di casa, il ricco entra ed esce e neppure lo vede, non ha gli occhi del cuore. Tre gesti sono assenti dalla sua storia: vedere, fermarsi, toccare. Tre verbi umanissimi, le prime tre azioni del Buon Samaritano. Mancano, e tra le persone si scavano abissi, si innalzano muri. Ma chi erige muri, isola solo se stesso.
Ti prego, manda Lazzaro con una goccia d’acqua sul dito… mandalo ad avvisare i miei cinque fratelli… No, neanche se vedono un morto tornare si convertiranno!
Non è la morte che converte, ma la vita. Chi non si è posto il problema di Dio e dei fratelli, la domanda del senso, davanti al mistero magnifico e dolente che è la vita, tra lacrime e sorrisi, non se lo porrà nemmeno davanti al mistero più piccolo e oscuro che è la morte.
Hanno Mosè e i profeti, hanno il grido dei poveri, che sono la parola e la carne di Dio (ciò che avete fatto a uno di questi piccoli, è a me che l’avete fatto). Nella loro fame è Dio che ha fame, nelle loro piaghe è Dio che è piagato.
Non c’è apparizione o miracolo o preghiera che conti quanto il loro grido: «Se stai pregando e un povero ha bisogno di te, corri da lui. Il Dio che lasci è meno sicuro del Dio che trovi» (San Vincenzo de Lellis).
Nella parabola Dio non è mai nominato, eppure intuiamo che era presente, che era vicino al suo amico Lazzaro, pronto a contare ad una ad una tutte le briciole date al povero, pronto a ricordarle e custodirle per sempre.
(Letture: Amos 6, 1.4-7; Salmo 145; 1 Timoteo 6,11-16; Luca 16,19-31).
Da una preghiera del monaco p.Giovanni Vannucci:
A tutti i frammenti di Maria, a tutti gli atomi di Maria
sparsi nel mondo e che hanno nome donna,
rivolgiamo oggi il saluto dell’angelo:
Ave o donna, che tu sia piena di grazia,
che con te sia lo Spirito Santo, che benedetto e benefico sia agli
umani il frutto del tuo grembo e della tua vita.
Che tu possa pacificare la terra, conciliare i fratelli nemici,
cancellare Caino, far risorgere Abele, ricondurre tutta la terra al
Padre Celeste, nell’amore del Figlio, nella grazia dello Spirito.
Amen
(p.Giovanni Vannucci)
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
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L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
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LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron