SIMBOLO ATANASIANO
Chiunque voglia salvarsi, deve anzitutto possedere la fede cattolica:colui che non la conserva integra ed inviolata perirà senza dubbio in eterno.
La fede cattolica è questa: che veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell’unità.Senza confondere le persone, e senza separare la sostanza.
Una è infatti la persona del Padre, altra quella del Figlio, ed altra quella dello Spirito Santo.Ma Padre, Figlio e Spirito Santo sono una sola divinità, con uguale gloria e coeterna maestà.
Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale lo Spirito Santo.Increato il Padre, increato il Figlio, increato lo Spirito Santo.
Immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo.Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito SantoE tuttavia non vi sono tre eterni, ma un solo eterno.
Come pure non vi sono tre increati, né tre immensi, ma un solo increato e un solo immenso.Similmente è onnipotente il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo.E tuttavia non vi sono tre onnipotenti, ma un solo onnipotente.
Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio.E tuttavia non vi sono tre Dei, ma un solo Dio.Signore è il Padre, Signore è il Figlio, Signore è lo Spirito Santo.
E tuttavia non vi sono tre Signori, ma un solo Signore.Poiché come la verità cristiana ci obbliga a confessare che ciascuna persona è singolarmente Dio e Signore: così la religione cattolica ci proibisce di parlare di tre Dei o Signori.
Il Padre non è stato fatto da alcuno: né creato, né generato.Il Figlio è dal solo Padre: non fatto, né creato, ma generato.Lo Spirito Santo è dal Padre e dal Figlio: non fatto, né creato, né generato, ma da essi procedente.
Vi è dunque un solo Padre, non tre Padri; un solo Figlio, non tre Figli; un solo Spirito Santo, non tre Spiriti Santi.E in questa Trinità non v’è nulla che sia prima o dopo, nulla di maggiore o minore: ma tutte e tre le persone sono l’una all’altra coeterne e coeguali.
Cosicché in tutto, come già detto prima, va venerata l’unità nella Trinità e la Trinità nell’unità.Chi dunque vuole salvarsi, pensi in tal modo della Trinità.
Ma per l’eterna salvezza è necessario credere fedelmente anche all’Incarnazione del Signore nostro Gesù Cristo.La retta fede vuole, infatti, che crediamo e confessiamo che il Signore nostro Gesù Cristo, Figlio di Dio, è Dio e uomo.
È Dio, perché generato dalla sostanza del Padre fin dall’eternità; è uomo, perché nato nel tempo dalla sostanza della madre.Perfetto Dio, perfetto uomo: sussistente dall’anima razionale e dalla carne umana.
Uguale al Padre secondo la divinità, inferiore al Padre secondo l’umanità.E tuttavia, benché sia Dio e uomo, non è duplice, ma è un solo Cristo.
Uno solo, non per conversione della divinità in carne, ma per assunzione dell’umanità in Dio.Totalmente uno, non per confusione di sostanze, ma per l’unità della persona.
Come infatti anima razionale e carne sono un solo uomo, così Dio e uomo sono un solo Cristo.Che patì per la nostra salvezza, discese agli inferi, e il terzo giorno è risuscitato dai morti.È salito al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, e di nuovo verrà a giudicare i vivi e i morti.
Alla sua venuta tutti gli uomini dovranno risorgere con i loro corpi, e dovranno rendere conto delle proprie azioni.
Coloro che avranno fatto il bene andranno alla vita eterna; coloro, invece, che avranno fatto il male, nel fuoco eterno.
Questa è la fede cattolica, e non potrà essere salvo se non colui che l’abbraccerà fedelmente e fermamente.
Amen.
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Dal “Diario di un pellegrino carnico”
(23 Marzo 1984)
Mi tuffo. Voglio tuffarmi nella Tua infinita misericordia. Non vale a salvarmi, ogni momento, che questa Tua infinita misericordia. Sono sospinto al largo fino a perdere di vista le rive rassicuranti della Tua Grazia.
Sono piccolo e debole. Una barchetta leggera che è gioco anche per le più lievi ondate. Non Ti rimprovero di nulla come tante volte sono tentato di fare.
Anzi, Ti ringrazio perché sei grande e i Tuoi disegni non possono essere i miei, i Tuoi mezzi non sono quelli di cui mi varrei per il mio viaggio pieno di insidie.
Ti ringrazio perché sei grande… cosa farei se non ci fosse un Grande accanto a me? Padre, Ti ho offerto anche oggi Tuo Figlio, assieme alla mia miseria, assieme ai miei gemiti, assieme ai gemiti di tutte le persone che mi stanno nell’anima.
Padre, perdona la moltitudine dei miei peccati. E dammi la gioia.
(p.307)
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Tutto è nelle mani del Signore, anche se non sempre ne siamo convinti. Egli è in ogni istante presente, sa tutto e vede tutto perché ci ha fatto Lui ed è Lui che in realtà ci sta sostenendo continuamente.
Teniamo sempre fisso nella mente e nel cuore questa realtà. Senza di Lui nessuno può vivere nemmeno un istante. Questo ci aiuta a cercare di non offenderlo con il peccato.
“Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente.
Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.” Eb 1,1-6
“Non vale dunque che una cosa: avvalorare la Sua presenza che non scivola, che non è tempo scorrevole, che non è lampo.” (p.Albino Candido 30 Agosto 1979)
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Dal Diario di un pellegrino carnico di p.Albino Candido (ed.Segno”)
– 4 Gennaio 1980…
Scopro che il giudizio che noi facciamo nei riguardi di una persona defunta combacia finalmente con quello di Dio.
Perdoniamo tutto.
Diventiamo come una madre davanti a un figlio sbagliato, gli perdona tutto perché un solo raggio di bontà che vede in lui tutto illumina.
Così il Signore che pesca in noi soltanto la luce. (Diario, p.173)
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Maria Santissima era consapevole del vero senso della nostra vita. Ella era felice in compagnia del suo Figlio Gesù, l’uomo-Dio che salva chi desidera realmente salvarsi.
Ella non desiderava altro che stare con il suo Dio, del quale aveva completa fiducia anche se era sottoposta alle numerose prove della sua vita non facile.Era conscia che tutti gli altri desideri, fuori del Signore, non potevano arrecare gioia e felicità. La sua vita era semplicissima: in ogni situazione glorificava Dio in tutti modi per i prodigi che constatava in sé e negli altri.
Il suo equilibrio interiore era perfetto: solo Dio le bastava…Per questo Dio stesso si è incarnato nel suo seno verginale. Ella è il prototipo di tutte le creature che compiono la volontà divina nella gioia e sperano nella salvezza eterna.
A buon titolo Ella può essere considerata la madre di tutti i viventi. Chi si ispira a Lei e si affida nelle sue mani non potrà mai essere deluso perché è protetto in modo speciale e può crescere spiritualmente.
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Testo ispirato da un video-incontro di p.Serafino Tognetti
San Tommaso D’Aquino sosteneva che la preghiera è soprattutto domanda”
Dobbiamo chiedere tutto a Dio perché dipendiamo completamente da Lui, anche per il nostro respiro…Lui è il Tutto, noi invece, sue creature, create dal nulla.Chiedere al Padre qualcosa è rendergli omaggio; riconosciamo la sua grandezza e Lui gode nel donare le cose.
Bisogna pregare con amore..”dacci oggi il nostro pane quotidiano”..
Il dannato si danna perché non chiede. Si ritiene auto-sufficiente, non bisognoso di Dio.Chi chiede al Padre vive da figlio e gli rende onore.
Gesù ci dice di chiedere al Padre lo Spirito Santo: l’intelligenza, la sapienza..
Bisogna chiedere sempre: nel Vangelo sono esaltati gli scocciatori.
“Bussate e chiedete”… più si chiede e più si è umili.
È meglio pregare frequentemente, piuttosto che pregare “poco e bene”..
Gesù non ha mai detto che è meglio pregare poco (ha solo detto di non sprecare parole come fanno i pagani)
Chi prega è un mendicante di Dio: sta sempre davanti al Signore con la sua povertà. E Dio può intervenire più gioiosamente..
L’ADORAZIONE
Il vero umile facilmente sprofonda nell’adorazione: la constatazione del proprio niente raddoppia la sua gioia perché è oggetto dell’attenzione di Dio.Si può fare anche un’ora al giorno di silenzio, davanti al Signore senza un pensiero, senza fantasia, senza dire una parola, senza leggere una riga.. in quel periodo lasciamo parlare Dio, il quale ci trasmette il suo amore.
Video-incontro di p.Serafino Tognetti https://www.youtube.com/watch?v=RCgs_…
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Maria Santissima durante la vita terrena ha sofferto molto ed era innocente.È la nostra madre celeste e segue ognuno di noi perché siamo davvero suoi figli e Lei vuole portarci con sé in Paradiso.
Ha sempre ascoltato, seguito ed imitato suo Figlio come scopo principale della sua esistenza. Lo ha davvero amato al primo posto e lo ama in modo particolare, come ama il Padre e lo Spirito Santo.
Il suo immenso dolore per la tragica passione e morte del Figlio, non la ha comunque scoraggiata. Ella sapeva che sarebbe risorto. E sa bene che ognuno di noi risorgerà nel suo Figlio, se crediamo.
Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte!
PREGHIERA A MARIA ADDOLORATA:
Regina dei martiri,che sostenesti i più atroci dolorie compisti nel Tuo Cuore il più eroico dei sacrifici, io voglio unire le mie pene alle Tue.
Vorrei essere vicino a Te come San Giovanni e le pie donne per consolarti della perdita del Tuo Gesù.
Purtroppo riconosco che anch’io con i miei peccatisono stata causa della morte del Tuo Figlio diletto. Ti chiedo perdono, o Madre Addolorata.
Accetta in riparazione l’offerta che io ti faccio di me stessoe il proposito di volerTi sempre amare per l’avvenire.
Metto nelle Tue Mani tutta la mia vita; fa che io possa farti amare anche da tante anime che vivono lontane dal Tuo Cuore Materno.
Amen
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Il tuo vero “papà” è il Creatore e Signore dell’Universo. La parola PADRE in italiano sottintende una forma di rispetto, ma la vera traduzione dall’aramaico è “Abbà” cioè “papà”.Il Signore conosce infinitamente meglio di te la tua storia dal concepimento fino ad oggi e quella del tuo futuro.
Anche se non hai mai potuto dire “papà” al padre terreno che non hai potuto conoscere perché orfano e chiami affettuosamente “papà” il tuo Dio, Egli si commuove profondamente e ti abbraccia. In quel momento puoi anche chiedergli molte cose buone in quel momento, quelle che hai nel cuore ed Egli te le concede.
Ma devi credere fermamente. Il Papà Celeste sa che ogni tuo gesto affettuoso nei suoi confronti è misto ad interessi personali, è molto impuro. Lo stesso Egli ti ascolta davvero, perché è il tuo papà celeste e comprende le tue fragilità seguendo il tuo grado evolutivo fisico e spirituale.
Del resto un bambino chiama il suo papà perché ha bisogno di essere protetto o desidera qualcosa da Lui. Il nostro amore non è mai completamente disinteressato.
Solo il terribile sacrificio sulla croce del suo primogenito, Gesù Cristo, è un gesto d’amore infinitamente puro, perché fatto in obbedienza al Padre per amore, soltanto per amore suo e delle sue creature.Ricordati sempre che hai un Papà Celeste che pensa sempre a te e non ti abbandona mai perché vive nel tuo cuore, insieme al Figlio ed allo Spirito Santo.
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Santissima Trinità. Io esisto grazie al Padre che mi ha creato, al Figlio che mi ha redento ed allo Spirito Santo che mi guida, tre persone ed una sola divinità.
Accetto con tutto il cuore questo mistero di fede, anche se non lo comprendo per ora.
Aiutami ad essere consapevole, o SS. Trinità, di esistere nel dinamismo del tuo seno e che non venga mai meno la speranza che vivrò eternamente in Te.
Mi consacro a Te con tutto il cuore, ti adoro profondamente nella mia anima e ti offro ogni mio atto di volontà affinché Tu lo orienti sempre verso il bene.
Rigenerami sempre nello Spirito Santo, salvami in Gesù Cristo e proteggimi tra le braccia del Padre.Gloria al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo, come era nel Principio ora e sempre nei secoli dei secoli…
AMEN
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“La creatura è sempre creatura, da non identificarsi col Creatore” (p.133 Diario di un pellegrino carnico)
Ci sono moderne visioni panteiste naturalistiche e materialistiche che pretenderebbero di identificare il Creatore col creato. Nulla di più erroneo.
Il pericolo di questa subdola e dilagante credenza consiste nel considerare Dio qualcosa di impersonale ed incosciente, per cui basta adorare la natura per adorare Lui.
Dio è Trascendente perché tutto proviene da Lui, ma il tutto non è Lui, ontologicamente parlando. Spesso si usano espressioni poetiche per dire che Egli è il torrente, l’albero, il paesaggio ecc.
Ogni uomo è a sua immagine e somiglianza ed è anche dimora dello Spirito Santo, se lo si accetta. Ma il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo rimangono un solo Dio in tre persone, uguali e distinte.
I due piani ontologici tra noi “creature” ed il Creatore sono qualitativamente diversi, anche se siamo chiamati alla progressiva divinizzazione in Lui.
Satana è caduto nel baratro infernale perché voleva essere Dio stesso, pur consapevole che era solo una creatura. Potente, ma sempre creatura.
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Se la nostra vita terrena non rende gloria a Dio è inutile.
Siamo stati creati dal Padre per mezzo del Figlio, sostenuti dallo Spirito Santo.
Dovremmo essere sempre grati a Dio per questo, ma spesso siamo scontenti e nervosi perché non otteniamo quello che desideriamo.
Guardiamo a quello che abbiamo, invece di lamentarci per ciò che ci manca.
(dal Diario di un pellegrino carnico di p. Albino Candido -13 Luglio 1979)
“Il grazie mio profondo a Dio Padre che mi ha donato l’esistenza e mi ha atteso ogni volta con il cuore colmo di perdono e mi attende così per accogliermi nella Sua casa. Il mio grazie commosso al Figlio Suo Gesù che mi ha comprato e ricomprato infinite volte a prezzo del Suo Sangue; il mio grazie dolcissimo alla Vergine Maria Madre di Gesù e mia, che ho contristato con le mie sconoscenze, che non meritava che io La ritenessi come L’ho ritenuta per tanto tempo, un’aggiunta superflua nella trama della mia salvezza. (p.128)
Ella è stata sempre in silenzio e nel silenzio operava, e mi amava in silenzio. Ora le Sue mani silenziose mi raccolgono, mi trapiantano. Vorrei piangere di tenerezza e di rammarico per non averla amata prima.
Il mio grazie consolato allo Spirito Santo che mi ha portato nel cuore l’amore. L’amore che ha fatto straripare la mia umanità, amore confuso e inconscio per un periodo di anni, poi amore sempre più provato e purificato e cosciente.” (p.128)
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Sentirsi peccatori davanti a Dio e davanti agli uomini è giusto e doveroso.
Dubitare dell’infinita Misericordia divina è un ulteriore peccato che si aggiunge agli altri peccati commessi, appesantendoli.
È per questo motivo che dobbiamo pregare lo Spirito Santo affinché ci aiuti a superare le nostre quotidiane fragilità, ma soprattutto perché ci doni la fede e la fiducia nell’infinita misericordia divina.
Mai disperare, quindi, anche se fossimo i peccatori più incalliti. Ogni nostro sincero pentimento col proposito di migliorare, glorifica il Padre ed il Figlio e fa gioire anche lo Spirito Santo.
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Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: “È fuori di sé”
Si legge nei Vangeli che Gesù è stato considerato “fuori di sé” dai parenti.
Magari se ogni persona fosse “fuori di sé” perché innamorata del Creatore, come Gesù era follemente innamorato del Padre e, quindi dell’umanità da Lui creata.
Lo Spirito, se lo accogliamo senza paura, ci fa intuire la grandezza e la magnificenza della SS. Trinità.
Per “innamorarci” di Dio cominciamo ad essere consapevoli di ciò che ha fatto e di quello che sta facendo per ognuno di noi. È tutto sotto i nostri occhi, nella nostra mente e nella nostra anima immortale!
Noi non ci siamo dati l’essere, eppure esistiamo gratuitamente.
Non abbiamo nemmeno potere sulla crescita dei nostri capelli, eppure possediamo il libero arbitrio che ci fa continuamente scegliere da che parte stare.
Se stiamo dalla parte di Dio non si può fare a meno di innamorarci di Lui alla follia.
Colui che ha realizzato un Universo così perfetto e complesso, merita la nostra più profonda ammirazione e conseguentemente la nostra lode perenne!
Colui che ha affrontato l’Incarnazione ed ha patito così intensamente e follemente per noi, per redimerci dal male, merita la nostra costante gratitudine..
Colui che continua ad aiutarci e sostenerci durante il nostro pellegrinaggio terreno per portarci alla pienezza a cui siamo destinati, merita la nostra gratitudine
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(dal mio libro “LA SPIRALE DELLA VITA”) LA SOFFERENZA DELLA CORRUTTIBILITÀ (p.116)
Dio è perfettamente “distaccato” da tutto ciò che ha creato: per questo è I’Essere più amante, proprio perchè in Lui non c’è ombra di possesso ed ogni creatura è restituita alla sua specifica libertà.
Egli “ama” perchè vuole esseri “amanti” (i quali sono “amanti” quando, come lui, desiderano tutti gli altri “amanti”).
Il vero “amante” ha una sofferenza più intima e profonda di colui che meno ama perché brama e desidera ardentemente che I’altro raggiunga la sua pienezza di essere “amante”. La sua è una pura attenzione disinteressata, che non potrà mai incurvarsi su se stessa senza offuscare la sua trasparenza.
Anche la realtà cosmica va amata così come è e la purezza di una coscienza si misura nella finalità di cui essa riveste le cose: più essa è riportata a Dio e più il distacco è perfetto (“là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” Mt. 6,21).
L’uomo di Dio ama tutto ciò che esiste con grande distacco e nulla vorrebbe ritenere per sè, consapevole dell’universalità del dono divino (è in questo modo che partecipa al dinamismo trinitario).
Maggiore è questo distacco e più egli si avvicina alla natura divina, superando a volte la dimensione spazio-temporale come è proprio dei mistici.
Ogni coscienza avverte che l’unica realtà esistenziale è il presente e che la sua felicità consiste nell’assaporarlo. Infelice è colui che si rifugia in un passato evanescente, che più non esiste se non in un atto presente che ha la sola funzione di rievocarlo.
Ma infelice è anche colui che si rifugia nel mito di un futuro che la fantasia delI’atto presente addolcisce illusoriamente.
Rimane il presente, ovvero l’istante depurato da tutte le illusioni del passato e del futuro. Esso è dentro di noi, nella nostra più intima cella interiore. La sofferenza consiste nel distogliere continuamente lo sguardo dal presente per volgerlo nei fantasmi di istanti che non esistono.
Felice colui che sa guardare il vero presente coraggiosamente in faccia!
Egli lo penetra e lo possiede (come dice Lavelle) ma non nel senso con cui lo intende la nostra sciocca mentalità mondana che crede di possedere le cose da cui è posseduta. Il possesso del presente è un altro e corrisponde alla “Signoria” che Cristo ha sull’Universo e di cui è “Re”: consiste nel perfetto distacco e nel totale riferimento al Padre da cui tutto proviene.
Ecco che si profila all’orizzonte del mistero il senso della “mutevolezza” del dato. Niente è statico in quanto la “staticità” paralizzerebbe I’attività dello spirito destinato alla somiglianza trinitaria in cui ogni Persona è solo per I’altra senza mai fermarsi su se stessa.
Nulla dell’attività spirituale è “statico” e il vero dinamismo è quello interiore anche se dovesse sussistere un’apparente immobilità del mondo esteriore. Il fascio dei determinismi si adatta ad infinite variazioni che rimarrebbero esteriori se non fossero illuminati dall’attività interiore che tutto riconduce ad un’unica finalità.
Diceva un mistico musulmano: “se non hai il paradiso dentro di te non sperare d’entrarci”. Nulla di più cristiano in questa stupenda esortazione. “Il Regno è già ora, dentro di voi.” Colui che intuisce questa realtà, assurda per un materialista, accetta ogni sofferenza come un fatto provvidenziale in cui lo Spirito viene allenato ad essere distolto da ogni “staticità” di possesso spazio-temporale per entrare nella giusta dimensione in cui l’essere raggiunge la sua pienezza solo nell’autocreazione. Essa è possibilita di scelta e quindi un “training” della volontà che supera ogni determinismo e sottomette ogni tentativo di possesso che sclerotizza l’essere.
IL SOLE : RICHIAMO TRINITARIO
“Un linguaggio mai inteso io sento”. “I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal. 19,2).
Vero: tutto nel cosmo reca l’impronta del sigillo trinitario. Soffermiamoci sul sole.
Appare I’astro più brillante e più caldo della volta celeste perché il più vicino e dona la vita al nostro pianeta. La sua composizione è la più semplice: gli atomi di idrogeno muniti di un solo elettrone mediante la fissione nucleare si tramutano in atomi di elio, il cosiddetto gas raro, sprigionando enorme quantità di energia che viene recuperata da tutti gli altri elementi più complessi che attraverso numerosi processi fisico-chimici generano la vita.
Tutti gli esseri viventi (anche chi non conosce bene la biologia lo intuisce) possono vivere grazie ai diversissimi processi di combustione mediante i quali alcune sostanze organiche devono essere bruciate per produrre calorie.
Tutti i fenomeni di combustione, in fondo, sono tentativi che riproducono in minimissima parte ciò che avviene sul sole il quale non si esaurirà fino a che non abbia consumato l’ultimo atomo di idrogeno.
Il sole mi richiama Dio, il Dio trinitario. Dio è l’Uno, perché il più semplice (I’idrogeno è l’elemento più semplice perché ha un solo elettrone). Tutta la molteplicità tende all’uno in quanto “uno” vuol dire ciò a cui nulla è aggiunto, come afferma Eckhart quando parla della “negazione della negazione”.
Di Dio si dice che è uno e trino. Il sole è dinamismo; il Padre dice di sè: lo sono Colui che è e che fa divenire.
Il sole emana la luce più forte; il Figlio dice di sè: lo sono la luce del mondo. Dal sole proviene calore; lo Spirito Santo è amore attivo che riporta il molteplice all’uno.
La luce, quindi, è il dinamismo attivo e visibile, ovvero la sua manifestazione (generato, non creato), mentre il calore è l’effetto del dinamismo da cui non può essere disgiunto..
Delle tre Persone si dice che sono uguali ma distinte. Difatti nel sole la luce non è il dinamismo ma la sua manifestazione (alla tua luce vediamo la luce); il calore non è la luce ma il suo propulsore.
Nonostante tutto l’intimità di questi elementi è perfetta. Senza la luce non sarebbero visibili né dinamismo né calore. Senza il dinamismo non possono esistere né luce né calore. Senza il calore il dinamismo è superfluo e la luce non scaturirebbe.
Ogni elemento è quindi funzione dell’altro ed è l’altro, pur distinguendosi.
L’immagine del sole è davvero imperfetta per essere riportata a quella del Creatore. La coscienza può inizialmente appoggiarvisi finché risiede nel suo alveo nucleare, ma poi deve risalire le spire spaccando il nucleo dei concetti per riposare nell’Essenza dell’Essere sussistente, priva di immagini e forme…
Ne è prova il fatto che il sole non può essere fissato a lungo dall’occhio nudo senza subire danni irreversibili: bisogna interporre un corpo traslucido. Così è Dio: nessuno può vederlo e rimanere vivo. Fin che siamo in questo nucleo terreno l’intelletto lo intravede mediatamente.
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Messaggio della Regina della Pace del 25 Dicembre 2021 rivolto alla Parrocchia attraverso la veggente Marija di Medjugorje
”Cari figli!
Oggi vi porto mio Figlio Gesù affinché vi doni la Sua pace.Figlioli, senza la pace non avete né futuro, né benedizione, perciò ritornate alla preghiera perché il frutto della preghiera è gioia e fede, senza la quale non potete vivere.
La benedizione odierna che vi diamo, portatela alle vostre famiglie ed arricchite tutti coloro che incontrate affinché sentano la grazia che voi ricevete.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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Con il dono dello Spirito Santo Dio è dentro di noi.
Soprattutto nella Santa Comunione Dio Padre, Figlio e Spirito Santo è esattamente dentro di noi, nel nostro cuore. Non dobbiamo cercarlo fuori.
Con il Battesimo il Dio Trinitario vive dentro di noi, nascosto in noi . Il dialogo tra le tre persone divine è quindi dentro di noi. Se siamo in grazia di Dio c’è già in noi una preghiera che funziona, la quale è una fonte viva in noi. Noi dobbiamo solo metterci in moto per trovarla dentro di noi.
Il monaco Albino Candido scriveva ne suo Diario: Incominciamo tutto, ogni cosa, anche minima, da Dio, dal calore della presenza di Gesù. Tutto. Succede di cominciare da noi stessi, dal nostro impegno, dalla nostra buona volontà. ma come può essere buona se noi siamo cattivi? Come può essere buona se non ce la infonde Lui che è buono? Noi pensiamo che quelle ispirazioni che ci muovono al bene, siano ispirazioni che provengono dal nostro essere, mentre sono ispirazioni veramente che spirano da Dio, dallo Spirito che soffia dove e quando vuole…(11.10.1980)
Quindi Dio in noi prega nel dinamismo trinitario. Basta accettare il dono dello Spirito Santo per il quale Dio vive in noi.
Chi cerca Dio al di fuori di sé, non lo trova. Gesù ha detto : “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo” per indicare una presenza intima nel cuore dell’uomo. Per trovarlo bisogna entrare nel nostro cuore: dobbiamo glorificare Dio nel nostro corpo perché siamo Tempio dello Spirito Santo.
Il vero pellegrinaggio è il nostro cuore, perché è lì che Gesù prega il Padre ed è lì che il Padre ama il Figlio, ed è lì che è presente lo Spirito Santo.
Per questo Gesù ci dice di “vegliare”: desidera esortarci a chiudere i canali esterni di distrazioni, di dissipazioni e vizi, i quali ci impediscono di ascoltare quella preghiera che è già presente in noi.
Nell’Apocalisse si legge: “Ecco, io sto alla porta e Busso” significa che è necessario aprirgli il cuore se vogliamo trovarlo.
Ispirato da un intervento di p.Serafino Tognetti:
https://www.youtube.com/watch?v=4eNEvyZDpXM
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San Paolo sostiene che noi uomini, anche se esseri molto fragili, siamo Tempio dello Spirito Santo. Ciò perché abbiamo un’anima immortale e siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Essendo Tempio dello Spirito Santo, Dio dimora in noi, se gli diamo spazio cercando di fare la sua volontà.
Se in noi abita lo Spirito Santo, essendo la 3° Persona della Santissima Trinità, cioè Dio stesso, allora vi abitano anche il Padre ed il Figlio.
Un unico Dio in tre Persone uguali e distinte in noi.
Quindi il Paradiso è in noi, se vogliamo, perché è Dio stesso il Paradiso.
Nel Paradiso troviamo Maria Santissima, tutti gli angeli ed i santi.
Ricordiamoci, quindi, che non siamo mai soli se la nostra volontà è ben orientata e conforme a quella divina.
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Bisogna credere fermamente che Dio ama ciascuno di noi in modo del tutto particolare e che desidera più di noi la nostra salvezza eterna. Egli non lascerà niente di intentato, pur rispettando la nostra libertà e dignità.
Non gode della rovina dell’uomo perché è infinitamente misericordioso. Come può permettere che una sua creatura, fatta a sua immagine e somiglianza, per la quale suo Figlio ha terribilmente sofferto, possa perire nell’eternità? Si sa che ognuno di noi è debole e di vita breve, ma destinato alla gloria eterna.
Chi può realmente glorificarlo e lodarlo agli inferi? Se veramente dovesse esserci qualcuno all’inferno, costui lo ha coscientemente voluto, non accettando la salvezza offerta gratuitamente da Gesù Cristo. Nessuno si danna senza volerlo, come sostengono molti mistici e la stessa Scrittura.
Chi si danna, pur consapevole delle numerose opportunità, ha rifiutato coscientemente la grazie, ben sapendo a cosa sarebbe andato incontro. Se crediamo nel Dio misericordioso e ci abbandoniamo fiduciosi in Lui, anche se la nostra povera anima dovesse essere piena di macchie e cicatrici, ritornerà a risplendere della gloria a cui è stata destinata, perché Dio Onnipotente ha la facoltà di trasformare anche le pietre in cuore di carne.
L’inferno è la morte di ogni speranza, è il completo indurimento interiore, è la totale chiusura alla grazia. Non disperiamo: anche se ci dovessimo ritenere i più indegni, qualora la nostra ultima speranza fosse riposta solo alla sua misericordia divina, Egli ci salverà in virtù della passione e morte di Gesù Cristo.
Ci ha fatto altri grandissimi doni : la Chiesa e i suoi sacramenti, ottimi e sicuri mezzi per ottenere la salvezza. Il metodo più sicuro per ricevere la sua misericordia è pregarlo: la preghiera ci aiuta a desiderarlo, a metterlo al primo posto e ad amarlo.
Dio non respinge mai chi lo ama.
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Una frase del vangelo è di capitale importanza: sono venuto per servire.
La più spiazzante autodefinizione di Gesù. La più rivoluzionaria e contromano. Ma che illumina di colpo il cuore di Dio, il senso della vita di Cristo, e quindi della vita di ogni uomo e ogni donna.
Un Dio che, mentre nel nostro immaginario è onnipotente, nella sua rivelazione è servo.
Da onnipotente a servo. Novità assoluta.
Perché Dio ci ha creati? Molti ricordiamo la risposta del catechismo: Per conoscere, amare e servire Dio in questa vita, e goderlo nell’altra…
Gesù capovolge la prospettiva, le dà una bellezza e una profondità che stordiscono: siamo stati creati per essere amati e serviti da Dio, qui e per sempre.
Dio esiste per te, per amarti e servirti, dare per te la sua vita, per essere sorpreso da noi, da questi imprevedibili, liberi, splendidi, creativi e fragili figli.
Dio considera ogni figlio più importante di se stesso.
Ermes Ronchi
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Ofelia, morta nell’ottobre del 2021 era una pia donna cividalese che perse 2 figli molto giovani.
Il primo si chiamava Massimiliano, il quale amava molto la Madonna. Non perdeva mai una messa e si recava sempre a “dottrina”, pregava molto spesso.
A maggio usava portare alla Madonna i fiori più belli perchè la considerava la sua Mamma Celeste.
A sette anni fu vittima di un grave incidente: per sette giorni fu in coma e poi il Signore lo volle prendere.
Ofelia aveva una fede incrollabile e non si scoraggiò: si recò a Medjugorje e lì fu testimone di un incredibile fatto, che raccontò in seguito e che io trascrissi per un capitolo del mio libro “Come ci vedono dall’aldilà”.
“Massimiliano amava molto la Madonna. Non perdeva mai una messa, si recava sempre a “dottrina”, pregava molto spesso. A maggio usava portare alla Madonna i fiori più belli perchè la considerava la sua Mamma Celeste. A sette anni fu vittima di un grave incidente: per sette giorni fu in
coma e poi il Signore lo volle prendere. Il vuoto che ci ha lasciato fu immenso.
Posso dire, comunque, che questa terribile prova ci ha uniti di più nel Signore. Un giorno mi è stato chiesto di partecipare ad un pellegrinaggio per Medjiugorie.
Ero partita per Medjugorje proprio con l’intenzione di chiedere la grazia di vedere mio figlio Massimiliano. Quando giunsi là, però, mi rammaricai della mia richiesta vedendo tante persone ammalate e molto più bisognose di me, chi nelle carrozzelle e chi in barella. Comunque dentro di me avvertivo come una presenza che mi donava pace e sicurezza.
Quando entrai nella chiesa vidi tanti sacerdoti e chierichetti, uno dei quali mi passò accanto: non gli diedi molta importanza. L’indomani salii con il gruppo sul Prdboro, il monte delle apparizioni e pregammo a lungo.
Più tardi partecipammo alla messa
delle undici: anche li notai tanti chierichetti, e così pure alla messa serale.
Feci caso che ne mancavano ogni volta due.
Il venerdi, penultimo giorno, dopo la salita del monte Crisevac, partecipammo di nuovo alla messa delle undici: questa volta era presente solo un chierichetto di circa sette-otto anni che mi passò di nuovo davanti. L’avevo fatto notare anche a mia suocera che mi rispose che probabilmente doveva essere il piccolo veggente Jacov. Ma io sapevo che non poteva essere Jacov che era più grande.
Questo stesso bambino si presentò il giorno dopo da solo per servire un sacerdote. Durante la comunione vidi mia suocera, che era andata prima di me, balzare all’indietro. Pensai avesse riconosciuto il sacerdote. Quando ritornò al banco mi disse di stare attenta che avrei capito al momento opportuno. Mi recai presso l’altare e mentre stavo per ricevere la comunione il bambino trasse un po’ indietro la patena e trattenendola disse fissandomi con un sorriso:
“Mamma sono qui! Perchè non mi guardi?”
Lo guardai: aveva le sembianze di mio figlio Massimiliano. Avrei voluto abbracciarlo ma qualcosa mi faceva rimanere lì immobile. Avevo gli occhi lucidi, le mie erano lacrime di gioia.
Dopo un po’ riprese le sembianze del bambino che vedevo da due giorni passarmi davanti. Il sacerdote aveva percepito qualcosa di particolare ma non disse niente ed io tornai al banco piangendo di gioia e ringranziando la Madonna.
Subito dopo mi passò per la mente di fotografarlo.
Al termine della messa il bimbo mi passò di nuovo davanti senza guardarmi e notai che aveva la stessa andatura di Massimiliano: si dondolava tenendo le manine dietro la schiena. Dentro di me osservai: Massimiliano, sei proprio tu! Prima mi facesti vedere il tuo volto, ora scorgo il tuo corpo!
Ringraziai di nuovo la Madonna, piena di gioia.”
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Se si avesse una profonda consapevolezza dell‘immensa ed indicibile grandezza del Padre, Creatore e Signore dei Cieli e della terra, dell’infinita misericordia del Figlio morto per noi sulla croce, della sapienza ed onnipotenza d’Amore dello Spirito Santo, non faremmo altro che pensare alla SS Trinitá, la contempleremmo ovunque partendo dalla creazione e non mancheremmo di partecipare assiduamente alla Santa Eucaristia, il prodigio dei prodigi, dove ci nutriamo del Cristo risorto in persona.
Diventeremmo sempre piú tempio dello Spirito Santo e vedremmo tutto e tutti con occhi nuovi, molte paure svanirebbero, ritornerebbe la gioia di vivere ed il desiderio di raggiungere il Padre nell’altra dimensione, vivremmo contemplando un Dio cosí generoso e sollecito per ognuno di noi, pieni di stupore per la sua infinita creativitá…
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(p. Albino Candido, Diario di un pellegrino carnico, 27 Novembre 1979)
Il Signore ti ama: non in quanto sei perfetto e pieno di qualità attraenti, ma solo perché sei Sua creatura e fratello e figlio.
Il Signore nell’amarti deve sorvolare tutte le tue cattiverie, le tue incapacità e difetti; deve prescindere dalla tua povertà e insufficienza, dalle tue deficienze, e dalle tue orgogliose sufficienze, e amarti ugualmente.
E tu fai altrettanto con il tuo fratello?
Aiutaci, Signore! Aiutaci a essere fedeli al primo comandamento pur se non riusciremo mai a osservarlo; aiutaci a perdonare al fratello, a voler bene ai nostri nemici, pur se è per noi impossibile.
Le tensioni sono queste; queste le tensioni che non danno tregua all’anima. non riuscire mai a metterci a livello del Tuo comandamento, ed essere sempre anticipati dal Tuo amore, dalle Tue richieste che m’incalzano.
(p. Albino Candido, Diario di un pellegrino carnico, 27 Novembre 1979)
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Se crediamo che la Chiesa cattolica è anche maestra nello spirito perché fondata da Gesù Cristo ed è assistita dallo Spirito Santo da Lui stesso inviato, (procede dal Padre e dal Figlio…) allora possiamo credere anche in questi dogmi come verità di fede.
Gesù aveva detto:
“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. (Giovanni 16,12-15)
Infatti nei primi secoli non era facile trasmettere una realtà così misteriosa e siccome prolificavano le eresie di ogni tipo c’è stato bisogno di tempo per poter assimilare un linguaggio più evoluto in base al pensiero filosofico e teologico di allora. Teologia che si basa sempre sulla Sacra Scrittura.
Grazie a questo linguaggio in evoluzione si sono potuti elaborare i dogmi di fede che contengono delle verità fondamentali inconfutabili, ma che potrebbero anche essere riformulati in modo più adeguato, pur mantenendo intatta la sostanza del mistero che contengono.
Chi medita umilmente sulla SS. Trinità ritenendola come un’importante Verità cristiana, comincia ad intuire qualcosa relativamente alla sua profondità, ma c’è davanti tutta l’eternità: quando vedremo Dio faccia a faccia il nostro intelletto sarà sempre più illuminato.
Teniamo conto anche dei grandi mistici della Chiesa cattolica che hanno sempre sostenuto questa verità di fede.
La Regina della Pace, a Medjugorje, un giorno disse ai veggenti di recitare spesso il Credo. Ella ne sa molto più di noi..
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 25 AGOSTO 2021
“Cari figli!
Con gioia invito tutti voi, figlioli, che avete risposto alla mia chiamata, ad essere gioia e pace.
Con le vostre vite testimoniate il Cielo che vi porto.
È l’ora, figlioli, di essere il riflesso del mio amore per tutti coloro che non amano e i cui cuori sono conquistati dall’odio.
Non dimenticate: io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio Gesù affinché vi doni la Sua pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
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San Michele Arcangelo a Petralia disse:
“Io Arcangelo Michele mi inginocchio davanti all’Altissimo per lodarlo ed amarlo e l’Altissimo mi colma di pace e amore, inginocchiatevi insieme a me davanti a Dio per adorarlo ed amarlo”.
Dio ama i suoi angeli ed i suoi arcangeli.
Ma Dio ama immensamente anche ogni uomo fatto a sua immagine e somiglianza ed ha una profonda tenerezza per la sua fragilità, ma esulta di gioia quando prendiamo consapevolezza di questo suo amore chiedendogli perdono per i nostri peccati.
Egli è sempre pronto a purificarci tramite la passione e morte di suo Figlio Gesù Cristo.
Per questo tutti noi dovremmo inginocchiarci insieme all’Arcangelo Michele davanti a Dio per adorarlo ed amarlo.
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“La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque”, si legge nel libro della Genesi
Anche in ciascuno di noi, in un certo senso, avviene il completamento della creazione.
Dio ci ha tratti dal nulla e lo Spirito Santo ci porta alla pienezza dell’essere a cui siamo destinati.
In noi domina spesso una specie di caos dovuto a tante scelte sbagliate, a tentativi falliti, a cadute personali, a forme di egoismo e narcisismo estremo e dall’indifferenza.
Dio si è incarnato in suo Figlio Gesù per aiutarci a riorganizzare le nostre energie in modo da raggiungere l’uomo perfetto in Lui. Da uomini carnali dobbiamo diventare uomini spirituali.
Ogni giorno avviene questa lenta trasformazione, tra cadute e riprese continue.
Per ognuno di noi Dio ha un piano e quando questo si è realizzato, ci viene a prendere con sé per donarci la Beatitudine eterna nel seno Trinitario.
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Dio Padre ti ringraziamo perché hai voluto innalzare Maria, Madre di Cristo, al di sopra di tutte le creature angeliche e terrestri.
Ti rendiamo grazie, Padre immensamente buono, che ci hai dato Maria come madre e modello di vita cristiana, per sua intercessione guidaci sulla via della santità.
Tu che hai reso Maria attenta alla tua parola e l’hai fatta tua fedele ancella,per sua intercessione rendici discepoli e servitori del Figlio tuo.
Tu che hai dato a Maria il privilegio di essere madre per opera dello Spirito Santo,per sua intercessione concedi a noi i frutti del tuo Spirito.
Tu che hai reso intrepida la Vergine Maria presso la croce del tuo Figlio e l’hai rallegrata con l’immensa gioia della risurrezione,per sua intercessione consola le nostre pene e ravviva la nostra speranza.
(Preghiera liturgica)
O Spirito Santo d’Amore, di Luce, di Pace, di gioia.
Tu conosci bene il mio stato d’animo più interiore.
Sai benissimo che spesso mi trovo interiormente arido e vuoto.
Donami la consapevolezza e la convinzione che il tuo perdono è illimitato e che tu solo puoi davvero purificare la mia anima, come desiderano il Padre ed il Figlio.
Tu solo puoi dissolvere la nebbia che offusca il mio sguardo, in modo tale che sappia apprezzare le meraviglie della tua Creatività, insieme al Padre ed al Figlio.O Spirito Santo, senza di te non posso vivere serenamente.
Aiutami a vincere le tentazioni che mi allontanano da Te.
Insegnami la volontà del Padre amorevole e del Figlio compassionevole che ti hanno inviato ad ogni uomo affinché maturi spiritualmente per poter accedere alla Beatitudine Eterna.
Vieni o Spirito Santo d’Amore, di Luce di Pace e di gioia…
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Proviamo a pensare al silenzio di Dio.
Egli ci guarda, ci osserva, ci scruta amorevolmente. Potremmo osare a dire che in qualche modo “ci contempla”, perché siamo sue creature, opera delle sue mani. Cerca in noi uno stato amoroso dell’anima, perché Egli ci ama silenziosamente.
Egli ha già parlato tramite i profeti ed il suo stesso Figlio. Continua a parlarci interiormente tramite la nostra coscienza, soprattutto nel silenzio. Il suo silenzio parla nella nostra intimità.
Anche noi possiamo diventare preghiera se ci relazioniamo a Lui nel silenzio interiore.
Quando silenziosamente prendiamo consapevolezza della sua intima vicinanza, della sua continua protezione, delle sue meraviglie nel Creato e negli eventi personali e sociali, allora, anche senza accorgecene, noi in qualche modo preghiamo. Anzi, siamo diventati “preghiera”, come san Francesco che negli ultimi periodi della sua vita terrena non pregava molto con le parole, perché era lui stesso diventato preghiera nel silenzio interiore.
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Dio ci ha creati dal nulla per purissimo amore.
Ci ha desiderati dall’eternità.
Sin dal concepimento materno ha continuato ad amarci, ha provveduto al nostro sostentamento, ci ha salvato da gravi pericoli, ci ha indicato la Via della Verità da seguire per avere la Vita.
Anche se non comprendevamo ed il nostro cuore annebbiato era indifferente verso di Lui, Egli non ha mai smesso di amarci e di provare una profonda tenerezza per ciascuno di noi.
Anzi, da peccatori quali eravamo, ci ha riscattati tramite il sangue di suo Figlio.
E continua a riscattarci ogni volta che ci rivolgiamo a Lui nel pentimento più sincero, perché ci ama teneramente e desidera ardentemente portarci nel suo Regno Eterno di Pace, di Giustizia, di Gioia e di Amore.
Il Padre attende pazientemente che raggiungiamo la pienezza a cui siamo da Lui destinati, quella cioè di essere ad immagine e somiglianza di suo Figlio Gesù, per diventare amore come Lui è Amore…
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SS TRINITA’ 2021
Il vangelo non offre, per parlare della Trinità, formule razionali o simboliche, ma il racconto di un appuntamento e di un invio. Le attribuisce nomi di famiglia e di affetto: Padre, Figlio, Respiro santo. Nomi che abbracciano e fanno vivere.
Ci sono andati tutti all’appuntamento sul monte di Galilea. Tutti, anche quelli che dubitavano ancora, comunità ferita che ha conosciuto il tradimento, la fuga e il suicidio di uno di loro…
Ma il maestro non li molla, e compie uno dei suoi gesti più tipici: si avvicinò e disse loro… quando ama Dio compie gesti molto umani. Gesù non accetta distanze: ancora non è stanco di avvicinarsi e di spiegare. Ancora non è stanco di attendermi nella mia lentezza a credere, viene più vicino, occhi negli occhi, respiro su respiro.
È il viaggio eterno del nostro Dio ‘in uscita’, incamminato per tutta la terra, che bussa alla porta dell’umano, e la porta dell’umano è il volto, o il cuore. E se io non apro, come tante volte è successo, lui alla porta mi lascia un fiore. E tornerà. E non dubita di me.
Io sono con voi tutti i giorni.
Con voi, dentro le solitudini, gli abbandoni e le cadute; con voi anche dietro le porte chiuse, nei giorni in cui dubiti e in quelli in cui credi; nei giorni del canto e in quelli delle lacrime, quando ti ingoia la notte e quando ti pare di volare.
L’ultima, suprema pedagogia di Gesù è così semplice: “avvicinarsi sempre, stare insieme, sussurrare al cuore, confortare e incalzare”.
Andate in tutto il mondo e annunciate. Affida la fede e la parola di felicità a discepoli con un peso sul cuore, eppure ce la faranno, e dilagherà in ogni paesaggio del mondo come fresca acqua chiara.
Andate e battezzate, immergete ogni vita nell’oceano di Dio. Accompagnate ogni vita all’incontro con la vita di Dio e ne sia sommersa, ne sia intrisa e imbevuta, e poi sia sollevata in alto dalla sua onda mite e possente!
Fatelo “nel nome del Padre”: cuore che pulsa nel cuore del mondo; “nel nome del Figlio”: il più bello tra i nati di donna; “nel nome dello Spirito”: vento che porta pollini di primavera e ci fa tutti vento nel suo Vento (D. M. Montagna).
Come tutti i dogmi, anche quello della Trinità non è un freddo distillato concettuale, ma un forziere che contiene la sapienza del vivere, una sapienza sulla vita e sulla morte: in principio a tutto, nel cosmo e nel mio intimo, come in cielo così in terra, è posto un legame d’amore. “In principio, il legame”.
E io, creato a immagine e somiglianza della Trinità, posso finalmente capire perché sto bene quando sono con chi mi vuole bene, capire perché sto male quando sono nella solitudine: è la mia natura profonda, la nostra divina origine.
Fb 30 maggio 21
Mc 28, 16-20
A SUA IMMAGINE
Ci sono andati tutti, sul monte di Galilea.
Tutti, anche quelli che dubitavano ancora, portando frammenti d’oro di fede dentro vasi d’argilla. Sono una comunità ferita che ha conosciuto il tradimento, l’abbandono, la sorte tragica di Giuda.
Sulla teologia della Trinità il Vangelo non offre formule, ma il racconto del monte anonimo di Galilea dove Gesù si affida ancora agli apostoli, che credono e dubitano. Ma neppure il dubbio è in grado di fermarlo. È il nostro Dio “in uscita”, pellegrino eterno in cerca del santuario che sono le sue creature.
“Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”. Potere è parola che in bocca a Gesù cambia di segno: non il potere del mondo, evocante violenza e sopruso, ma la forza di un Dio che può soltanto ciò che l’amore sa fare.
Andate e annunciate! Dio si è appena fatto trovare e già t’invita ad andare oltre, per “battezzare”, per immergere il mondo nel mare di Dio, a dissetare ogni filo d’erba, a portare acqua viva ad ogni vita che langue.
Andate, raggiungete tutti e gioite nelle creature di Dio! Accompagnatele all’incontro nel nome del Padre, cuore che pulsa nel cuore; e nel nome della fragilità del Figlio morto nella carne, e nel nome della forza dello Spirito che lo risuscita.
Trinità significa che Dio non può essere estraneo al dolore e alla felicità dell’uomo, e che il suo dogma è affidato a pescatori increduli che sanno di non sapere, che si sentono “piccoli ma abbracciati dal mistero” (A. Casati).
Padre, Figlio, Respiro santo: Dio non è solitudine. Alla sorgente di tutto, è posta la relazione, in principio a tutto, il legame. E qui scopro la sapienza del vivere, intuisco come Adamo sia creato «a sua immagine e somiglianza». Qui mi è rivelato che io non sono semplicemente immagine di Dio, ma della Trinità, immagine di un Padre che è fonte di vita, di un Figlio che mi innamora ancora, di uno Spirito che accende di comunione le solitudini. Io sono uomo quanto più sono simile a un legame d’amore.
Insegnate loro tutto ciò che vi ho comandato. Non è detto: insegnate i comandamenti, o spingete ad osservarli. È detto invece: insegnate a viverli, mostrate come si vive il vangelo. È facile trasmettere nozioni o dare ordini. Ma la vera missione è trasmettere valori, energia, strade spianate verso la gioia.
Insegnate l’amore come un’arte che si impara. Insegnate ad essere felici, ha detto Mosè nella prima lettura; ad essere vivi, dice Paolo nella seconda.
Io sarò con voi tutti i giorni. Con voi senza condizioni, senza vincoli né clausole, anche quando dubiterete e non riuscirete a insegnare a nessuno.
Tutti i giorni, fino alla fine.
Non dimentichiamo mai questa frase, non lasciamola dissolversi, impolverarsi. Con voi dentro le solitudini, dentro le gioie e le cadute, quando ti sfiora la morte, e quando ti pare di volare.
(p.Ermes Ronchi)
PROFESSIONE DI FEDE
Noi crediamo in un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatore delle cose visibili, come questo mondo ove trascorre la nostra vita fuggevole, delle cose invisibili quali sono i puri spiriti, chiamati altresì angeli, e Creatore in ciascun uomo dell’anima spirituale e immortale.
Noi crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nella sua essenza infinitamente santa come in tutte le sue perfezioni, nella sua onnipotenza, nella sua scienza infinita, nella sua provvidenza, nella sua volontà e nel suo amore.
Egli è Colui che è, come Egli stesso lo ha rivelato a Mosè; ed Egli è Amore, come ce lo insegna l’Apostolo Giovanni : cosicché questi due nomi, Essere e Amore, esprimono ineffabilmente la stessa Realtà divina di Colui, che ha voluto darsi a conoscere a noi, e che «abitando in una luce inaccessibile» è in Se stesso al di sopra di ogni nome, di tutte le cose e di ogni intelligenza creata.
Dio solo può darci la conoscenza giusta e piena di Se stesso, rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, alla cui eterna vita noi siamo chiamati per grazia di Lui a partecipare, quaggiù nell’oscurità della fede e, oltre la morte, nella luce perpetua, l’eterna vita.
I mutui vincoli, che costituiscono eternamente le tre Persone, le quali sono ciascuna l’unico e identico Essere divino, sono le beata vita intima di Dio tre volte santo, infinitamente al di là di tutto ciò che noi possiamo concepire secondo l’umana misura. Intanto rendiamo grazie alla Bontà divina per il fatto che moltissimi credenti possono attestare con noi, davanti agli uomini, l’Unità di Dio, pur non conoscendo il mistero della Santissima Trinità.
Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio; al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo Spirito Santo, Persona increata che procede dal Padre e dal Figlio come loro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone divine,coaeternae sibi et coaequales, sovrabbondano e si consumano, nella sovreccellenza e nella gloria proprie dell’Essere increato, la vita e la beatitudine di Dio perfettamente uno; e sempre «deve essere venerata l’Unità nella Trinità e la Trinità nell’Unità».
Noi crediamo in Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egli è il Verbo eterno, nato dal Padre prima di tutti i secoli, e al Padre consustanziale, homoousios to Patri; e per mezzo di Lui tutto è stato fatto. Egli si è incarnato per opera dello Spirito nel seno della Vergine Maria, e si è fatto uomo: eguale pertanto al Padre secondo la divinità, e inferiore al Padre secondo l’umanità , ed Egli stesso uno, non per una qualche impossibile confusione delle nature ma per l’unità della persona .
Egli ha dimorato in mezzo a noi, pieno di grazia e di verità. Egli ha annunciato e instaurato il Regno di Dio, e in Sé ci ha fatto conoscere il Padre. Egli ci ha dato il suo Comandamento nuovo, di amarci gli uni gli altri com’Egli ci ha amato. Ci ha insegnato la via delle Beatitudini del Vangelo: povertà in spirito, mitezza, dolore sopportato nella pazienza, sete della giustizia, misericordia, purezza di cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per la giustizia.
Egli ha patito sotto Ponzio Pilato, Agnello di Dio che porta sopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sulla Croce, salvandoci col suo Sangue Redentore.
Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risolto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia.
Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti; sicché andranno alla vita eterna coloro che hanno risposto all’Amore e alla Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco inestinguibile coloro che fino all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto.
E il suo Regno non avrà fine.
Noi crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio. Egli ci ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua Resurrezione e la sua Ascensione al Padre; Egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia. La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste» .
Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (Cfr. Dz.-Sch. 251-252) e che, a motivo di questa singolare elezione, Ella, in considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più eminente, preservata da ogni macchia del peccato originale e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature .
Associata ai Misteri della Incarnazione e della Redenzione con un vincolo stretto e indissolubile, la Vergine Santissima, l’Immacolata, al termine della sua vita terrena è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura di tutti i giusti; e noi crediamo che la Madre Santissima di Dio, Nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in Cielo il suo ufficio materno riguardo ai membri di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti.
Noi crediamo che in Adamo tutti hanno peccato: il che significa che la colpa originale da lui commessa ha fatto cadere la natura umana, comune a tutti gli uomini, in uno stato in cui essa porta le conseguenze di quella colpa, e che non è più lo stato in cui si trovava all’inizio nei nostri progenitori, costituiti nella santità e nella giustizia, e in cui l’uomo non conosceva né il male né la morte. È la natura umana così decaduta, spogliata della grazia che la rivestiva, ferita nelle sue proprie forze naturali e sottomessa al dominio della morte, che viene trasmessa a tutti gli uomini; ed è in tal senso che ciascun uomo nasce nel peccato.
Noi dunque professiamo, col Concilio di Trento, che il peccato originale viene trasmesso con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione», e che esso pertanto è «proprio a ciascuno».
Noi crediamo che nostro Signor Gesù Cristo mediante il Sacrificio della Croce ci ha riscattati dal peccato originale e da tutti i peccati personali commessi da ciascuno di noi, in maniera tale che – secondo la parola dell’Apostolo – «là dove aveva abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia».
Noi crediamo in un sol Battesimo istituito da Nostro Signor Gesù Cristo per la remissione dei peccati. Il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia soprannaturale, rinascano «dall’acqua e dallo Spirito Santo» alla vita divina in Gesù Cristo.
Noi crediamo nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, edificata da Gesù Cristo sopra questa pietra, che è Pietro. Essa è il Corpo mistico di Cristo, insieme società visibile, costituita di organi gerarchici, e comunità spirituale; essa è la Chiesa terrestre, Popolo di Dio pellegrinante quaggiù, e la Chiesa ricolma dei beni celesti; essa è il germe e la primizia del Regno di Dio, per mezzo del quale continuano, nella trama della storia umana, l’opera e i dolori della Redenzione, e che aspira al suo compimento perfetto al di là del tempo, nella gloria.
Nel corso del tempo, il Signore Gesù forma la sua Chiesa mediante i Sacramenti, che emanano dalla sua pienezza. È con essi che la Chiesa rende i propri membri partecipi del Mistero della Morte e della Resurrezione di Cristo, nella grazia dello Spirito Santo, che le dona vita e azione .
Essa è dunque santa, pur comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e nei disordini, che impediscono l’irradiazione della sua santità. Perciò la Chiesa soffre e fa penitenza per tali peccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con il Sangue di Cristo ed il dono dello Spirito Santo.
Erede delle promesse divine e figlia di Abramo secondo lo spirito, per mezzo di quell’Israele di cui custodisce con amore le Scritture e venera i Patriarchi e i Profeti; fondata sugli Apostoli e trasmettitrice, di secolo in secolo, della loro parola sempre viva e dei loro poteri di Pastori nel Successore di Pietro e nei Vescovi in comunione con lui; costantemente assistita dallo Spirito Santo, la Chiesa ha la missione di custodire, insegnare, spiegare e diffondere la verità, che Dio ha manifestato in una maniera ancora velata per mezzo dei Profeti e pienamente per mezzo del Signore Gesù.
Noi crediamo tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio, scritta o tramandata, e che la Chiesa propone a credere come divinamente rivelata sia con un giudizio solenne, sia con il magistero ordinario e universale .
Noi crediamo nell’infallibilità, di cui fruisce il Successore di Pietro, quando insegna ex cathedra come Pastore e Dottore di tutti i fedeli, e di cui è dotato altresì il Collegio dei vescovi, quando esercita con lui il magistero supremo .
Noi crediamo che la Chiesa, che Gesù ha fondato e per la quale ha pregato, è indefettibilmente una nella fede, nel culto e nel vincolo della comunione gerarchica. Nel seno di questa Chiesa, sia la ricca varietà dei riti liturgici, sia la legittima diversità dei patrimoni teologici e spirituali e delle discipline particolari lungi dal nuocere alla sua unità, la mettono in maggiore evidenza.
Riconoscendo poi, al di fuori dell’organismo della Chiesa di Cristo, l’esistenza di numerosi elementi di verità e di santificazione che le appartengono in proprio e tendono all’unità cattolica, e credendo alla azione dello Spirito Santo che nel cuore dei discepoli di Cristo suscita l’amore per tale unità.
Noi nutriamo speranza che i cristiani, i quali non sono ancora nella piena comunione con l’unica Chiesa, si riuniranno un giorno in un solo gregge con un solo Pastore.
Noi crediamo che la Chiesa è necessaria alla salvezza, perché Cristo, che è il solo Mediatore e la sola via di salvezza, si rende presente per noi nel suo Corpo, che è la Chiesa. Ma il disegno divino della salvezza abbraccia tutti gli uomini: e coloro che, senza propria colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della sua grazia si sforzano di compiere la sua volontà riconosciuta nei dettami della loro coscienza, anch’essi, in un numero che Dio solo conosce, possono conseguire la salvezza.
Noi crediamo che la Messa, celebrata dal Sacerdote che rappresenta la persona di Cristo in virtù del potere ricevuto nel sacramento dell’Ordine, e da lui offerta nel nome di Cristo e dei membri del suo Corpo mistico, è il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari.
Noi crediamo che, come il pane e il vino consacrati dal Signore nell’ultima Cena sono stati convertiti nel suo Corpo e nel suo Sangue che di lì a poco sarebbero stati offerti per noi sulla Croce, allo stesso modo il pane e il vino consacrati dal sacerdote sono convertiti nel Corpo e nel Sangue di Cristo gloriosamente regnante nel Cielo; e crediamo che la misteriosa presenza del Signore, sotto quello che continua ad apparire come prima ai nostri sensi, è una presenza vera, reale e sostanziale.
Pertanto Cristo non può essere presente in questo Sacramento se non mediante la conversione nel suo Corpo della realtà stessa del pane e mediante la conversione nel suo Sangue della realtà stessa del vino, mentre rimangono immutate soltanto le proprietà del pane e del vino percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosa è chiamata dalla Chiesa, in maniera assai appropriata,transustanziazione.
Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare in qualche modo questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo e il Sangue adorabili del Signore Gesù ad esser realmente dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino, proprio come il Signore ha voluto, per donarsi a noi in nutrimento e per associarci all’unità del suo Corpo Mistico.
L’unica ed indivisibile esistenza del Signore glorioso nel Cielo non è moltiplicata, ma è resa presente dal Sacramento nei numerosi luoghi della terra dove si celebra la Messa. Dopo il Sacrificio, tale esistenza rimane presente nel Santo Sacramento, che è, nel tabernacolo, il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese. Ed è per noi un dovere dolcissimo onorare e adorare nell’Ostia santa, che vedono i nostri occhi, il Verbo Incarnato, che essi non possono vedere e che, senza lasciare il Cielo, si è reso presente dinanzi a noi.
Noi confessiamo che il Regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, non è di questo mondo, la cui figura passa; e che la sua vera crescita non può esser confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere sempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze di Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all’amore di Dio, e nel dispensare sempre più abbondantemente la grazia e la santità tra gli uomini.
Ma è questo stesso amore che porta la Chiesa a preoccuparsi costantemente del vero bene temporale degli uomini. Mentre non cessa di ricordare ai suoi figli che essi non hanno quaggiù stabile dimora, essa li spinge anche a contribuire – ciascuno secondo la propria vocazione ed i propri mezzi – al bene della loro città terrena, a promuovere la giustizia, la pace e la fratellanza tra gli uomini, a prodigare il loro aiuto ai propri fratelli, soprattutto ai più poveri e ai più bisognosi.
L’intensa sollecitudine della Chiesa, Sposa di Cristo, per le necessità degli uomini, per le loro gioie e le loro speranze, i loro sforzi e i loro travagli, non è quindi altra cosa che il suo grande desiderio di esser loro presente per illuminarli con la luce di Cristo e adunarli tutti in Lui, unico loro Salvatore. Tale sollecitudine non può mai significare che la Chiesa conformi se stessa alle cose di questo mondo, o che diminuisca l’ardore dell’attesa del suo Signore e del Regno eterno.
Noi crediamo nella vita eterna. Noi crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Cristo, sia che debbano ancora esser purificate nel Purgatorio, sia che dal momento in cui lasciano il proprio corpo siano accolte da Gesù in Paradiso, come Egli fece per il Buon Ladrone, costituiscono il Popolo di Dio nell’aldilà della morte, la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della Resurrezione, quando queste anime saranno riunite ai propri corpi.
Noi crediamo che la moltitudine delle anime, che sono riunite intorno a Gesù ed a Maria in Paradiso, forma la Chiesa del Cielo, dove esse nella beatitudine eterna vedono Dio così com’è e dove sono anche associate, in diversi gradi, con i santi Angeli al governo divino esercitato da Cristo glorioso, intercedendo per noi ed aiutando la nostra debolezza con la loro fraterna sollecitudine.
Noi crediamo alla comunione tra tutti i fedeli di Cristo, di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la propria purificazione e dei beati del Cielo, i quali tutti insieme formano una sola Chiesa; noi crediamo che in questa comunione l’amore misericordioso di Dio e dei suoi Santi ascolta costantemente le nostre preghiere, secondo- la parola di Gesù: Chiedete e riceverete. E con la fede e nella speranza, noi attendiamo la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Sia benedetto Dio Santo, Santo, Santo. Amen.
*Insegnamenti di Paolo VI, vol. VI, 1968, pp. 300-310.
Noi crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dona la vita; che è adorato e glorificato col Padre e col Figlio.
Egli ci ha parlato per mezzo dei profeti, ci è stato inviato da Cristo dopo la sua Resurrezione e la sua Ascensione al Padre; Egli illumina, vivifica, protegge e guida la Chiesa, ne purifica i membri, purché non si sottraggano alla sua grazia.
La sua azione, che penetra nell’intimo dell’anima, rende l’uomo capace di rispondere all’invito di Gesù: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro celeste» (Matth. 5, 48).
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O Santissima Trinità,
Fa’ che mi sappia stupire per la Creazione opera del Padre, così grande e meravigliosa.
Che non passi giorno od ora che io non sia grato per la sua immancabile Provvidenza, per la sua costante protezione.
Aiutami a contraccambiare il suo amore nel donarmi l’esistenza, il nutrimento, la famiglia, il lavoro e le buone amicizie.
O Santissima Trinità,
Che io prenda sempre consapevolezza del dono del Figlio Gesù Cristo, riconoscendolo come il mio Signore.
Che io possa adorarlo in me stesso e negli altri e fa’ che non lo cacci dalla mia anima col peccato ed il tradimento. Spronami a riconoscere quanto Egli ha patito per il perdono dei miei peccati.
Fà che lo possa riconoscere con gratitudine anche nel partecipare frequentemente alla Santa Eucaristia.
O Santissima Trinità,
Grazie per il dono immenso dello Spirito Santo.
Che io possa riconoscere la sua presenza e la sua azione nei segni che ricevo da Lui durante tutta la giornata
Donami la vera contrizione per i miei peccati
Che io sappia ricevere i suoi doni d’Amore con la mente aperta ed il cuore puro.
Fa’ che lo Spirito Santo faciliti in me il desiderio di raggiungere il Cielo insieme alla gloria dei beati.
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Messaggio dato a Mirjana Dragicevic- Soldo del 18 Marzo 2021
“Cari figli! Maternamente vi invito a ritornare alla gioia e alla verità del Vangelo. A ritornare all’amore di mio Figlio, poiché Lui vi attende a braccia aperte.
Affinché tutto ciò che fate nella vita lo facciate con mio Figlio, con amore.
Affinché siate benedetti.
Affinché la vostra spiritualità sia interiore, e non solo esteriore.
Solo in questo modo sarete umili, generosi, colmi di amore e gioiosi.
E il mio cuore materno gioirà con voi.Vi ringrazio.
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Pensare ed operare come se fossero gli ultimi momenti della nostra vita terrena, prima della Sua venuta. É questo uno dei segreti del sano distacco, ma anche della vera serenità interiore.
Ma é necessario rettificare in noi le strane idee che ci siamo fatti di Dio: in Lui dobbiamo vedere il Padre Misericordioso che ci attende per abbracciarci teneramente nel suo Figlio, grazie all’azione feconda dello Spirito Santo.
Egli asciugherá ogni lacrima e ci introdurrà nel suo Regno Eterno, dove la morte verrà ingoiata dalla vita e tutto sarà molto piú chiaro e luminoso perché vedremo la Veritá faccia a faccia, così come é.
Santa Teresa d’Avila scriveva : “Moro porque non moro” (muoio perché non muoio)…
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE a Ivan il 22 gennaio 2021
“Cari figli, nel Vangelo, mio Figlio, molte volte ci dice le parole – Venite a me, voi tutti che siete oppressi e stanchi, e io vi darò riposo, vi darò forza -.
Anche oggi vi invito, cari figli, di venire a Lui, di incontrarLo.
Decidetevi per Lui e andate con Lui verso il futuro.
In questo modo sarete al sicuro e protetti, perché questo mondo non può darvi sicurezza o pace. Solo Lui può (darvi questo).
In modo speciale vi invito, cari figli, a perseverare nella preghiera.
Prego per tutti voi e intercedo davanti a mio Figlio per tutti voi.
Grazie, cari figli, per aver risposto alla mia chiamata”.
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Se siamo cristiani credenti abbiamo il dovere di diventare consapevoli che uno solo è il nostro maestro : Gesù Cristo, il quale è il Figlio di Dio ed è continuamente accanto ad ogni persona.
Egli, quando lo invochiamo, ci invia lo Spirito Santo, il quale rispettando il nostro libero arbitrio, interviene soprattutto se gli apriamo le porte della nostra anima.
Se Lui non è la nostra guida, rischiamo di prendere degli abbagli pensando a chissà quale “guru” o entità particolare che ci sorreggono e che ci soccorrono in ogni tipo di problema. In questo caso è facile che il Menzognero possa intervenire per ingannarci.
Per questo i mistici consigliano un saggio padre spirituale cristiano, affinché non veniamo ingannati sul percorso spirituale che stiamo intraprendendo in questa vita terrena.
Molti con questa storia dello spirito guida hanno smarrito la strada della Verità e stanno deviando dagli insegnamenti del vero Maestro costruendo una morale “fai da te” ed inventando teorie non accettate dal Magistero, quali la reincarnazione ecc.
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Dio viene al mondo come figlio per renderci figli di Dio. Che dono stupendo! Oggi Dio ci meraviglia e dice a ciascuno di noi: “Tu sei una meraviglia”.
Sorella, fratello, non perderti d’animo.
Hai la tentazione di sentirti sbagliato? Dio ti dice: “No, sei mio figlio!”
Hai la sensazione di non farcela, il timore di essere inadeguato, la paura di non uscire dal tunnel della prova? Dio ti dice: “Coraggio, sono con te”.
Non te lo dice a parole, ma facendosi figlio come te e per te, per ricordarti il punto di partenza di ogni tua rinascita: riconoscerti figlio di Dio, figlia di Dio. Questo è il punto di partenza di qualsiasi rinascita.
È questo il cuore indistruttibile della nostra speranza, il nucleo incandescente che sorregge l’esistenza: al di sotto delle nostre qualità e dei nostri difetti, più forte delle ferite e dei fallimenti del passato, delle paure e dell’inquietudine per il futuro, c’è questa verità: siamo figli amati.
E l’amore di Dio per noi non dipende e non dipenderà mai da noi: è amore gratuito. Questa notte non trova spiegazione in altra parte: soltanto, la grazia. Tutto è grazia.
Il dono è gratuito, senza merito di ognuno di noi, pura grazia.
Stanotte, ci ha detto san Paolo, «è apparsa infatti la grazia di Dio» (Tt 2,11). Niente è più prezioso.
Papa Francesco Natale 2020
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Il tempo passa e lascia i suoi segni, oltre ai sogni.Essendo sue creature, il Creatore ci vede tutti belli, altrimenti non esisteremmo. Naturalmente i nostri canoni non sono i suoi: Egli si compiace di ognuno di noi perché ci ha donato l’esistenza per diventare suoi capolavori.
Oserei dire che Dio ci “contempla” uno ad uno e non può fare a meno di ammirarci. Egli vede infinitamente meglio di noi la nostra anima, conosce perfettamente i nostri pensieri e le nostre fragilità umane.
Eppure ci ama infinitamente…Ciò che per noi è spesso fisicamente riluttante in una persona, non lo è per Lui.
Il suo sguardo amoroso ci vede nella nostra interezza spazio-temporale: da ciò che siamo stati a quello che saremo per tutta l’eternità: suoi Figli a sua immagine e somiglianza.
Noi guardiamo l’ apparenza, Dio guarda il cuore di ognuno di noi.
E per Lui siamo belli, anche se abbiamo le rughe, gli inestesismi, le deformità della vecchiaia ecc.
Ed un giorno in Cielo ci vedremo tutti belli in Dio…
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Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio. Questo è l’essenziale della fede!
Voi mi domanderete: Ma non è proprio questo il peccato originale, voler diventare Dio? Sì, il peccato originale consiste proprio nella pretesa di diventare Dio senza Dio, contro Dio e con le sole nostre forze.
Ma l’essenziale della nostra fede è diventare Dio con Dio, secondo il progetto di Dio, accogliendo questo inaudito dono di Dio: la nostra divinizzazione. Diventare figli di Dio significa partecipare alla vita stessa di Dio. Un padre non dà ai suoi figli soltanto la vita, ma la propria vita.
Quando diciamo che siamo figli di Dio, diciamo che Dio ci dà la sua stessa vita, ci fa partecipi della sua divinità, cioè che noi siamo divinizzati. È una cosa seria, è una cosa enorme!
Il battesimo ci fa diventare figli di Dio nel senso forte e pieno della parola! Il battezzato è l’uomo che ha ricevuto l’ordine di diventare Dio (s. Basilio). Il Cristo rivela chi è l’uomo e chi è Dio Il senso ultimo dell’esistenza umana è diventare Dio.
Non saremo eternamente Dio come Dio è Dio, non saremo infiniti, assoluti come lui, ma vivremo della sua stessa vita. Da qui la necessità di sapere in cosa consiste questa vita. La cosa ci riguarda direttamente….
Dio non può rivelarci che la nostra vocazione è diventare ciò che egli è senza dirci chi egli sia…
Testo di Lino Pedron
http://www.scuolacattolicaoggi.org/public/sco/2001/2001%2005/EDITORIALE.pdf
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Desideri pregare Dio ma non sai cosa dire?Non importa: tu pensa al Padre Celeste in silenzio, Lui ti guarda con amore perché sei suo figlio, unico ed irripetibile.
Desideri pregare ma ti senti troppo peccatore? Tu mettiti alla presenza di Gesú : Egli ha giá espiato per te.
Desideri pregare ma in te non senti sufficiente amore? Pensa allo Spirito Santo: Egli possiede amore in sovrabbondanza e te ne dará….
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Per quanto riguarda il “destino” bisogna capire cosa si intende realmente.
Qualcuno pensa che, in base al “destino”, le cose che avvengono siano in qualche modo già scritte e fissate nel libro della nostra esistenza, per cui devono per forza avvenire e non possiamo fare nulla per cambiarle.
Qui, però, si rischia l’arresa di fronte alle difficoltà della vita e si nega velatamente il libero arbitrio.
Chi invece ha una visione più cristiana, sa che Dio è Amore Onnisciente, per cui al suo sguardo è presente l’intera esistenza di ognuno di noi.Però, in base al libero arbitrio ed alla concatenazione degli eventi, noi abbiamo la possibilità di interagire e di volgere al meglio il nostro pensiero e le azioni conseguenti alla nostra volontà. (Tenendo conto che lo stesso Gesù disse: “Senza di me non potete fare nulla”)
Nella sua amorevole onniscienza, Dio conosce il “futuribile”, cioè “il futuro” che potrebbe realizzarsi date certe circostanze ma che rimane in ambito di possibilità non necessariamente compiuta” (wikipedia).
Questo non significa che siamo privi del “libero arbitrio” e che non possiamo fare nulla per cambiare le cose già fissate.
Il dono del libero arbitrio ci rende ad immagine e somiglianza del Creatore e siamo noi che decidiamo da che parte stare (nel bene o nel male) e come e quando operare. Questo fatto rientra nella pedagogia divina nei nostri confronti affinché possiamo raggiungere la pienezza della nostra persona destinata a diventare “figlio di Dio”.
Ecco perché ritengo pericoloso accettare passivamente questo comune concetto di “destino”, perché rischia di deresponsabilizzarci e portarci all’ignavia.
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È vero che Dio si rivela anche nell’armonia del Cosmo, ma siccome Dio è AMORE si occupa anche di ognuno di noi personalmente.
“Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva” – dice la Sacra Scrittura.
Per questo Dio è follemente innamorato di ognuno di noi e si interessa delle nostre azioni, anche quella che consideriamo la più insignificante, ma soprattutto gioisce immensamente quando corrispondiamo al suo Amore amando il prossimo e ringraziandoLo per tutto, compreso l’immenso dono della nostra esistenza.
A molti sembra che Dio non intervenga nella loro vita terrena, ma si dimenticano che “in Lui respiriamo e ci muoviamo” e continuiamo ad esistere grazie al suo continuo sostegno. Essendo Amore Onnipotente, potrebbe chiamarci nel momento che Lui vuole, ma sempre per il nostro bene.
Siccome, nel suo infinito amore, ci ha donato il libero arbitrio per essere a sua Immagine e Somiglianza, Egli interviene misteriosamente nella nostra vita terrena, anche se non riconosciamo i segni che ci dona continuamente negli eventi e nel nostro mondo interiore, affinché il nostro cuore sia orientato verso il bene.
Dio ci ama infinitamente perché siamo suoi figli, unici ed irripetibili: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. (Isaia 15)
Dovremmo essere tutti consapevoli che si esiste per Amore grazie all’opera creatrice del Padre, a quella redentrice del Figlio e a quella amorosa dello Spirito Santo che ci vuole condurre alla pienezza della Verità per diventare veri figli di Dio, a sua immagine e somiglianza. In questo modo si vive interiormente sereni ed in modo dignitoso…
Ciò che diventeremo non riusciamo nemmeno ad immaginare, ma è necessario avere fede.
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Cosa ti spinge, o Signore ad amare uno come me?
Io mi illudo di conoscermi un po’, ma il fatto che tu continui a farmi benefici nonostante le mie innumerevoli fragilità, mi convince della tua amorosa esistenza.
Sei un Dio estremamente amabile. Fai cose davvero ammirabili. Chi può davvero comprenderti?
Chi e cosa amo io effettivamente? So quali cose mi attraggono e quelle che mi ripugnano.
Eppure tu, Creatore mi ami in profondità, perdoni i miei errori perché, conoscendo perfettamente la mia storia e la mia mente, li capisci, senza naturalmente giustificarli.
Ti compiaci che io goda della tua infinita Misericordia. Ami la mia lode, anche se non ne hai bisogno.
Dio, Amore Onnipotente, tu hai la facoltà di donare l’esistenza ad infiniti individui migliori di me… eppure preferisci me. Cosa ti attrae tanto in me? Qualcosa dell’immagine del tuo Figlio prediletto?
Aiutami a corrispondere al tuo immenso amore, perché senza di Te davvero non posso fare nulla!
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“Nel Regno farete tutto ciò che vi piacerà fare…”Certamente nel bene, nell’arte, nell’Armonia, nel puro sentimento.
Col pensiero vi creerete il vostro mondo di luce e in quella luce penetrerà la vera grande luce; vi costruirete spiritualmente, per vivere ancora uniti, la casa del vostro sogno.
Potrete ideare colori da stendere su di una tela.. Strumenti per suonare..Potrete anche vedere ciò che accade nei mondi..
Tutti quelli creati dal Padre Celeste per la felicità e la gloria di ogni creatura… Astri, stelle, galassie.. mondi della materia; ma esistono anche quelli dello spirito e si raggiungono non appena pensati e sono infiniti nell’infinito come infinito è Dio Creatore, Io Suo Figlio Dio infinito nel Padre e voi nostri raggi.
Ma ora non potete comprendere quella vita, dovete essere felici per coloro che già la vivono!”
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Come potremo cogliere qualcosa della Trinità? La strada non è quella delle formule. Voler capire la Trinità attraverso i concetti, è come tentare di capire una parola analizzando l’inchiostro con cui è scritta.
Dio non è una definizione, è un’esperienza.
I termini di Gesù per raccontare la Trinità, sono nomi di famiglia, odori di casa, suoni e silenzi di affetti. Padre, figlio, nomi che si abbracciano. Lo Spirito dice che ogni vita respira e si dilata solo quando si sa accolta, presa in carico. Abbracciata. E su tutto regna sovrana la relazione; sul trono di famiglia, il legame.
E’ l’abbraccio il senso pieno della Trinità, e l’uomo ha il suo volto.
Quando Dio dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, l’immagine non è quella del Creatore, non quella dello Spirito, né quella del Verbo eterno, ma le tre realtà fuse insieme.
La relazione come cuore reciproco dell’essenza di Dio nell’uomo.
Ci ha amati così tanto da mandare suo Figlio. E mondo e uomo sono storia della Trinità.
Tutta la Scrittura ci assicura che nel calpestio del popolo, nella polvere dei sentieri, lo Spirito accende profeti e orizzonti; il Padre rallenta il suo passo paziente sul ritmo del nostro, e il Figlio è salvezza che ci cammina, sicura, a fianco.
Tutto questo ci sarebbe bastato! Invece l’Ascensione ci porta in pieno nel seno della Trinità: noi siamo quell’uomo pensato e creato non ad immagine del Dio solitario, ma della sua Trinità, dove si è felici solo l’uno nell’altro.
Questo Dio folle che ha amato non solo noi, ma tutto il creato. E che anch’io amo, perché è opera delle sue dita. Coi suoi spazi, le sue nuvole, i suoi figli, la sua dolce e aspra bellezza.
Terra amata e paziente. Grande giardino di Dio, con noi suoi piccoli “giardinieri planetari”.
La Trinità è lo specchio del mio senso ultimo, e dell’universo stesso.
Incamminato verso un Padre che ci dà vita, verso un Figlio che ci innamora, verso uno Spirito che accende di comunione le nostre solitudini, ci senti piccoli ma abbracciati dal mistero…
(tratto da una riflessione di p.Ermes Ronchi)
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Io che sono lento a credere, che mi ci vorrà forse tutta la vita non per capire, ma solo per assaporare un poco della fede, come potrò cogliere qualcosa della Trinità? La strada non è quella delle formule. Voler capire la Trinità attraverso i concetti, è come tentare di capire una parola analizzando l’inchiostro con cui è scritta.
Dio non è una definizione, è un’esperienza.
I termini di Gesù per raccontare la Trinità, sono nomi di famiglia, odori di casa, suoni e silenzi di affetti. Padre, figlio, nomi che si abbracciano. Lo Spirito dice che ogni vita respira e si dilata solo quando si sa accolta, presa in carico. Abbracciata. E su tutto regna sovrana la relazione; sul trono di famiglia, il legame.
Dio l’abbracciante. Se non c’è amore, non vale nessun magistero; senza il suo respiro, nessuna cattedra sa dire Dio.
E’ l’abbraccio il senso pieno della Trinità, e l’uomo ha il suo volto.
Quando Dio dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”, l’immagine non è quella del Creatore, non quella dello Spirito, né quella del Verbo eterno, ma le tre realtà fuse insieme.
Ecco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura, perché è contro la mia natura. Ecco perché quando amo e trovo amicizia sto così bene, perché è secondo la mia, la nostra vocazione.
La relazione come cuore reciproco dell’essenza di Dio nell’uomo.
Ci ha amati così tanto da mandare suo Figlio. E mondo e uomo sono storia della Trinità. Mosè, il grande amico di Dio, prega così: “Che il Signore cammini in mezzo a noi, venga in mezzo alla sua gente. Non resti sul monte, guida alta e lontana, ma scenda e si perda in mezzo al calpestio del popolo”.
Tutta la Scrittura ci assicura che nel calpestio del popolo, nella polvere dei sentieri, lo Spirito accende profeti e orizzonti; il Padre rallenta il suo passo paziente sul ritmo del nostro, e il Figlio è salvezza che ci cammina, sicura, a fianco.
Tutto questo ci sarebbe bastato! Invece l’Ascensione ci porta in pieno nel seno della Trinità: noi siamo quell’uomo pensato e creato non ad immagine del Dio solitario, ma della sua Trinità, dove si è felici solo l’uno nell’altro.
Questo Dio folle che ha amato non solo noi, ma tutto il creato. E che anch’io amo, perché è opera delle sue dita. Coi suoi spazi, le sue nuvole, i suoi figli, la sua dolce e aspra bellezza.
Terra amata e paziente. Grande giardino di Dio, con noi suoi piccoli “giardinieri planetari”.
La Trinità è lo specchio del mio senso ultimo, e dell’universo stesso.
Incamminato verso un Padre che mi dà vita, verso un Figlio che mi innamora, verso uno Spirito che accende di comunione le mie solitudini, io mi sento piccolo ma abbracciato dal mistero, come un bambino col naso all’insù.
Resto saldo nel loro vento in cui naviga l’intero creato che mi attende. Mi attende, perché il suo nome è comunione.
p.Ermes Ronchi
Avvenire
SS. TRINITA 2020
I nomi di Dio sul monte sono uno più bello dell’altro: il misericordioso e pietoso, il lento all’ira, il ricco di grazia e di fedeltà (Es 34,6). Mosè è salito con fatica, due tavole di pietra in mano, e Dio sconcerta lui e tutti i moralisti, scrivendo su quella rigida pietra parole di tenerezza e di bontà.
Che giungono fino a Nicodemo, a quella sera di rinascite.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. Siamo al versetto centrale del vangelo di Giovanni, a uno stupore che rinasce ogni volta davanti a parole buone come il miele, tonificanti come una camminata in riva al mare, fra spruzzi d’onde e aria buona respirata a pieni polmoni: Dio ha tanto amato il mondo… e la notte di Nicodemo, e le nostre, s’illuminano.
Gesù sta dicendo al fariseo pauroso: il nome di Dio non è amore, è “tanto amore”, lui è “il molto-amante”. Dio altro non fa che, in eterno, considerare il mondo, ogni carne, più importanti di se stesso. Per acquistare me, ha perduto se stesso. Follia della croce. Pazzia di venerdì santo. Ma per noi rinascita: ogni essere nasce e rinasce dal cuore di chi lo ama.
Proviamo a gustare la bellezza di questi verbi al passato: Dio ha amato, il Figlio è dato. Dicono non una speranza (Dio ti amerà, se tu…), ma un fatto sicuro e acquisito: Dio è già qui, ha intriso di sé il mondo, e il mondo ne è imbevuto. Lasciamo che i pensieri assorbano questa verità bellissima: Dio è già venuto, è nel mondo, qui, adesso, con molto amore. E ripeterci queste parole ad ogni risveglio, ad ogni difficoltà, ogni volta che siamo sfiduciati e si fa buio.
Il Figlio non è stato mandato per giudicare. “Io non giudico!”(Gv 8.15) Che parola dirompente, da ripetere alla nostra fede paurosa settanta volte sette! Io non giudico, né per sentenze di condanna e neppure per verdetti di assoluzione. Posso pesare i monti con la stadera e il mare con il cavo della mano (Is 40,12), ma l’uomo non lo peso e non lo misuro, non preparo né bilance, né tribunali. Io non giudico, io salvo. Salvezza, parola enorme. Salvare vuol dire nutrire di pienezza e poi conservare. Dio conserva: questo mondo e me, ogni pensiero buono, ogni generosa fatica, ogni dolorosa pazienza; neppure un capello del vostro capo andrà perduto (Lc 21,18), neanche un filo d’erba, neanche un filo di bellezza scomparirà nel nulla. Il mondo è salvo perché amato. I cristiani non sono quelli che amano Dio, sono quelli che credono che Dio li ama, che ha pronunciato il suo ‘sì’ al mondo, prima che il mondo dica ‘sì’ a lui.
Festa della Trinità: annuncio che Dio non è in se stesso solitudine, ma comunione, legame, abbraccio. Che ci ha raggiunto, e libera e fa alzare in volo una pulsione d’amore.
Signore, mio Dio e Creatore. Tu mi conosci profondamente e sai ciò che mi fa gioire e ciò che mi affligge.
Grazie a te sono consapevole che sei infinitamente Giusto, Buono e Misericordioso.
Grazie per il dono dell’esistenza: con essa mi hai dato la possibilità di glorificarti per tutta l’eternità.
Grazie per la mia fragilità : essa mi aiuta ad essere umile e confidare sempre in te.
Grazie per la tua Paternità: so di contare su un Padre Celeste che mi ama veramente e si cura di me.
Grazie per la tua fratellanza : ci hai donato Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio. In Lui ottengo il perdono completo dei peccati e so di contare su un amico che non mi abbandonerà mai.
Grazie per lo Spirito Santo : È Lui che mi dona la forza per andare avanti e la gioia di esistere.
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L’immensità dell’Universo è quasi nulla se paragonata all’immensa dignità di ogni uomo.
Infatti:
Ogni uomo è potenzialmente cosciente di ogni elemento cosmico, mentre gli elementi cosmici quali gli astri, le galassie, i pianeti, i buchi neri ecc. non sono coscienti dell’esistenza degli altri e dell’uomo.
Ogni uomo è dotato di anima immortale, ciò che non hanno gli astri e le galassie…
Ogni uomo è figlio di Dio perché è simile a Dio ed è destinato per l’eternità ad essere a sua immagine e somiglianza, se crede. I corpi celesti di questa dimensione spazio-temporale sono invece destinati a dissolversi, avendo terminato la loro funzione al servizio dell’uomo terreno…
L’immensa dignità dell’uomo è dimostrata dal fatto che Dio stesso si è incarnato uomo in Gesù Cristo, per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte ed in Lui sussistono…
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Ognuno di noi non è mai del tutto solo, se apre il suo cuore alla Trascendenza
Il Padre Celeste che ti ha creato ti ama e ti ha sempre in mente senza dimenticarsi di te per un solo istante..
Il Figlio, Gesù Cristo, è sempre pronto a salvarti perché si è incarnato ha sofferto ed è morto sulla croce anche per te.
Lo Spirito Santo, Amore, continua a sostenerti tramite i suoi doni.
Maria, tua Madre Celeste, ti segue sempre e desidera la tua salvezza..
L’angelo custode ti assiste in ogni momento, anche quando non ti ricordi di Lui.
Il tuo santo protettore intercede continuamente per te insieme agli altri santi.
Tra il prossimo ci sono persone che pregano per te, anche se non lo sai..
Non disperare mai, ma confida sempre nel Signore, Amore Onnipotente!
Quando pensi di essere troppo lontano da Dio, Egli ti é ancora piú vicino.
Quando ti sembra non esaudisca le tue preghiere, Egli ti ascolta infinitamente di più di quanto non credi…
Quando ti rendi conto della povertà del tuo amore, Egli é pronto a darti il suo…
L’Amore di Dio supera ogni tua immaginazione. Per questo non ti devi turbare od affliggere perché Lui è in te e piú hai fiducia in questo e piú Egli potrá agire in te…
Quando ti sembra che Dio faccia sempre silenzio, in un clima di preghiera puoi parlare sempre al tuo Padre Creatore (insieme al Figlio ed allo Spirito Santo): Lui ascolta ed esaudisce ciò che fa bene anche alla tua anima. Le risposte le ha già date nel Creato, nella Sacra Scrittura, nei continui segni che ti dona e che devio saper interpretare con l’aiuto dello Spirito Santo. Dio è il più grande ascoltatore perché ti conosce perfettamente, ti ama, ti protegge e desidera sempre il tuo bene…fino alla salvezza eterna. Egli ha già parlato abbondantemente nel suo Figlio Gesù Cristo…
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II DOMENICA – Anno A Gv 1,29-34
(p. Ermes Ronchi)
Vieni, Signore, come una carezza di luce sugli occhi
affinché penetrino l’orizzonte scuro e ti vedano venire.
Vieni Signore
– e liberaci dal male
Vieni, Signore, come un bacio sulla fronte
che scuota i miei pensieri, dal profondo.
Vieni Signore
– e liberaci dal male
Vieni Signore, come abbraccio lungo e caldo
che consumi il freddo e la solitudine.
Vieni Signore,
– e liberaci dal male
OMELIA
Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!
Ecco l’agnellino… avete mai preso in braccio un agnellino? Che trema, appena nato? Esperienza bellissima. È commovente come si affida a te, così piccolo che ha ancora bisogno della madre e del pastore.
Ecco un Dio che non viene come il Leone o l’Aquila, ma come agnello; che non si impone, chiede di essere preso in braccio; che non può, non vuole far paura a nessuno.
Se hai paura, non è Dio.
Ecco l’agnello, uno dei piccoli del gregge, che riempivano di belati e di sangue il cortile del tempio.
Tanto sangue, e il sacerdote, coltello in mano, ne spruzzava qualche goccia su chi aveva portato l’animale, dicendo: per il perdono dei tuoi peccati.
L’agnello era il perno del sistema dei sacrifici di cui viveva, e bene, la casta sacerdotale al potere.
Chi è il mandante dell’uccisione dell’agnello di Dio, di Gesù? Chi è il mandante dell’omicidio?
Forse il Dio che sta nei cieli? Che ha deciso di non perdonare i peccati, ma di farli pagare e scontare fino all’ultimo centesimo?
Tristissima idea di Dio! Brutta immagine, immorale!
Come posso pensare che il rapporto con Dio sia baratto o mercato? L’uomo ha un debito con il Padrone del mondo, non ce la fa a pagarlo, e allora il Grande Contabile del cosmo se lo fa pagare in moneta di sangue, addirittura dal Figlio.
Per non uccidere tutti i figli, ne fa uccidere uno, come a una decimazione, di triste memoria…
Ma questo sarebbe fare strame della misericordia di Dio, fare mercimonio del suo amore.
Amore mercenario, che si paga, che si compra è negazione d’amore.
Il sommo sacerdote Caifa l’aveva detto ai suo: è meglio che uno solo muoia invece di tutto il popolo (Gv 18,14), come se fossimo in guerra, con un nemico più forte di te, poco importa che sia l’impero di Roma o il Dio del cielo. Dipingono un Dio nemico dell’uomo, da placare con sacrifici che non bastano mai. Che succhia energie preghiere riti paure, come una sorta di insaziabile sanguisuga celeste.
Tutto questo non è vangelo.
Gesù non è venuto a portare il perdono dei peccati, troppo poco (anche un uomo sa perdonare, non occorreva che Dio si incarnasse a Natale, non occorreva la croce per questo…);
è venuto a portare molto di più: è venuto a portare se stesso, la sua vita dentro la vita dell’uomo, il cuore dentro il cuore, respiro dentro il respiro, per sempre.
Dio ha guardato l’umanità e l’ha trovata smarrita, malata, sperduta: eravamo come agnellini in mezzo ai lupi.
E non l’ha più sopportato. E allora è venuto a cambiare la storia; invece di portare un giudizio di disgrazia, ha portato grazia e liberazione: uno che toglie il peccato: il santo tra i peccatori,
il puro tra gli impuri, il medico tra i malati, l’agnello fra i lupi,
il primo fra gli ultimi della fila, il cielo mescolato alla terra.
Nella disgrazia è possibile trovare grazia.
Ecco l’agnello, ecco l’amore di Dio mescolato a me, la grazia mischiata qui con noi, per togliere via il peccato del mondo.
Il peccato, al singolare, non i mille gesti sbagliati con cui continuamente laceriamo il tessuto di comunione del mondo, sfilacciamo la bellezza delle persone. Ma il peccato profondo,
la radice malata che inquina tutto.
In una parola: il disamore.
Che è indifferenza, violenza, menzogna, rifiuti, fratture, vite spente, amori criminali…
Gesù viene come il guaritore del disamore (cfr W. Fasser).
E lo fa non con minacce e castighi,
non da leone o da aquila, ma da agnello,
con quella che papa Francesco chiama “la rivoluzione della tenerezza”.
Ecco l’agnello, inerme e più forte di tutti gli Erodi della terra.
Una sfida a viso aperto alla violenza e alla sua logica,
guerra al disamore, che è la globalizzazione dell’indifferenza.
quando l’altro non conta, non mi interessa, non c’è, non me ne importa niente
Questa è la matrice, il grembo che partorisce tutto il male del mondo.
E Gesù a portare a seminare e curare e custodire la globalizzazione dell’attenzione, della cura verso ogni più piccolo figlio della terra.
Il mondo ci prova, ma non riesce,
la terra ha tentato, ma non ce la fa a fiorire secondo il sogno di Dio,
gli uomini non ce la fanno a vivere una vita buona e bella.
Allora Gesù viene come agnello:
porta la rivoluzione della tenerezza.
E lo fa mettendosi contro una terribile, terribilmente sbagliata idea di Dio. Sulla quale prosperava l’istituzione religiosa al potere. Gesù tocca le radici del potere, le taglia, le strappa, le capovolge, capovolge quell’asse che metteva in cima a tutto un Dio dal potere assoluto, compreso quello di volere la tua morte; e sotto di lui uomini di potere, che applicavano a loro volta questo potere ritenuto divino su altri uomini, più deboli, in una scala infinita, giù fino all’ultimo gradino.
L’agnello è un ‘no!’ gridato al ‘così stanno le cose’;
un ‘no!’ gridato forte in faccia al nostro ‘ così va il mondo‘,
dove ha ragione sempre il più forte…
Gesù è il racconto della tenerezza di Dio, porta la rivoluzione della tenerezza, a partire dagli ultimi, dai poveri, dai bambini, dalle donne, dai miti, dai costruttori di pace, da quelli che hanno il cuore puro.
E allora il potere, il disamore diventato potere, non l’ha più sopportato. E ha tolto di mezzo la voce pura, il sogno di Dio.
Ecco l’agnello che toglie il disamore.
Giovanni usa il verbo al tempo presente: che toglie il peccato,
non un verbo al futuro, nell’attesa che un giorno accada;
non un verbo al passato, come per una impresa finita,
ma al presente: Ecco Colui che instancabilmente, infallibilmente, infaticabilmente, giorno per giorno, continua a togliere via, a raschiare via, a portare via, adesso ancora, il male dell’uomo.
Cristo è all’opera, lavora adesso in me, dentro i miei sbagli, dentro le mie ferite. E in che modo?
Nello stesso modo in cui opera nella creazione.
Per vincere il buio della notte Dio incomincia a soffiare la luce del giorno;
per vincere il gelo accende il suo sole,
per vincere la steppa semina milioni di semi;
per vincere la zizzania del campo si prende cura della spiga;
per demolire la menzogna Lui passa libero, disarmato, amorevole fra le creature. E ci chiede di passare liberi, disarmati, amorevoli fra le persone. Come lui.
Noi siamo inviati al mondo come breccia, fessura, feritoia di una rivoluzione, quella della tenerezza e della bellezza di Dio, più forte della violenza e della morte.
Il nostro compito è provarci. Il resto non ci compete.
Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi…ma non per farvi sbranare. I lupi sono più numerosi, ma non sono più forti. Non vinceranno perché con noi c’è il pastore bello, il pastore grande, che ha vinto il mondo.
Vorrei sottrarmi, ma il mio compito è provarci,
con tante cadute e infinite riprese.
Mi basterebbe riuscire a indicare, di tanto in tanto,
una direzione, un pertugio, una fessura
da cui traspaia un barlume della bellezza e della tenerezza di Dio,
le due sole forze cose che salveranno,
che salvano, adesso, il mondo.
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 2 GENNAIO 2020
«Cari figli, so di essere presente nelle vostre vite e nei vostri cuori. Sento il vostro amore, odo le vostre preghiere e le rivolgo a mio Figlio.
Però, figli miei, io voglio essere, mediante un amore materno, nella vita di tutti i miei figli.
Voglio radunare attorno a me tutti i miei figli, sotto il mio manto materno. Perciò invito voi e vi chiamo apostoli del mio amore, perché mi aiutiate.
Figli miei, mio Figlio ha pronunciato le parole: “Padre nostro”, Padre nostro che sei ovunque e nei nostri cuori, perché vuole insegnarvi a pregare con le parole e i sentimenti.
Vuole che siate sempre migliori, che viviate l’amore misericordioso che è preghiera e sacrificio illimitato per gli altri.
Figli miei, date a mio Figlio l’amore per il prossimo; date al vostro prossimo parole di consolazione, di compassione e atti di giustizia.
Tutto ciò che donate agli altri, apostoli del mio amore, mio Figlio lo accoglie come un dono.
E io sono con voi perché mio Figlio vuole che il mio amore, come un raggio di luce, rianimi le vostre anime, che vi aiuti nella ricerca della pace e della felicità eterna.
Perciò, figli miei, amatevi gli uni gli altri, siate uniti mediante mio Figlio, siate figli di Dio che tutti insieme con cuore colmo, aperto e puro, dicono il Padre nostro e non abbiate paura!
Vi ringrazio».
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Dio è l’Amore Esistente da sempre ed è Colui che fa esistere tutto e tutti.
È Lui la Somma Sapienza ed è Lui che ha creato ogni uomo destinandolo ad essere suo figlio in Gesù.
Egli è Uno e Trino. Manifesta la sua divinità in tre Persone uguali e distinte: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, le quali si amano nel perfetto Dinamismo Trinitario.
Egli è anche la Somma libertà ed esprime la sua creatività come e quando vuole perché è al di sopra dello spazio e del tempo ed è Lui la fonte di ogni sapienza.
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Dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica
53. Perché è stato creato il mondo?
Il mondo è stato creato per la gloria di Dio, che ha voluto manifestare e comunicare la sua bontà, verità e bellezza. Il fine ultimo della creazione è che Dio, in Cristo, possa essere «tutto in tutti» (1 Cor 15,28), per la sua gloria e per la nostra felicità.
«La gloria di Dio è l’uomo vivente e la vita dell’uomo è la visione di Dio» (sant’Ireneo)
54. Come Dio ha creato l’universo?
295-301 317-320
Dio ha creato l’universo liberamente con sapienza e amore- II mondo non è il prodotto di una necessità, di un destino cieco o del caso. Dio ha creato «dal nulla» (ex nihilo: 2Mac 7,28) un mondo ordinato e buono, che egli trascende in modo infinito. Dio conserva nell’essere la sua creazione e la sorregge, dandole la capacità di agire e conducendo la al suo compimento, per mezzo del suo Figlio e dello Spirito Santo.
55. In che cosa consiste la Provvidenza divina? 302-306 321
Essa consiste nelle disposizioni, con cui Dio conduce le sue creature verso la perfezione ultima, alla quale Egli le ha chiamate. Dio è l’autore sovrano del suo disegno. Ma per la sua realizzazione si serve anche della cooperazione delle sue creature. Allo stesso tempo, dona alle creature la dignità di agire esse stesse, di essere causa le une delle altre.
56. Come l’uomo collabora con la Provvidenza divina? 307-308 323
All’uomo Dio dona e chiede, rispettando la sua libertà, di collaborare con le sue azioni, le sue preghiere, ma anche con le sue sofferenze, suscitando in lui «il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni» (Fil 2,13).
57. Se Dio è onnipotente e provvidente, perché allora esiste il male? 309-310 324,400
A questo interrogativo, tanto doloroso quanto misterioso, può dare risposta soltanto l’insieme della fede cristiana. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male. Egli illumina il mistero del male nel suo Figlio, Gesù Cristo, che è morto e risorto per vincere quel grande male morale, che è il peccato degli uomini e che è la radice degli altri mali.
58. Perché Dio permette il male? 311-314 324
La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene. Dio questo l’ha già mirabilmente realizzato in occasione della morte e risurrezione di Cristo: infatti dal più grande male morale, l’uccisione del suo Figlio, egli ha tratto i più grandi beni, la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione.
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La Regina della Pace di Medjugorje appare da tantissimi anni per dirci che Dio esiste, che suo Figlio Gesù è uomo, ma anche Dio e che dobbiamo adorarlo come tale e che la religione cattolica apostolica romana è quella vera.
Attraverso i suoi numerosi messaggi ci esorta a convertirci a suo Figlio, ad abbandonare il peccato, a frequentare i Sacramenti ed a pregare anche per i sacerdoti affinché compiano il loro mandato con amore e dedizione.
La Madonna si presenta come la “Regina della Pace” per avvertirci del grande pericolo che sta correndo l’umanità, e che, con il suo aiuto e quello di suo Figlio dobbiamo lottare contro le tentazioni di Satana che in questi ultimi anni si è scatenato e vuole rovinare le persone traviandole e distruggendo l’intero pianeta terra.
Solo chi crede in suo Figlio Gesù Cristo potrà salvarsi, proprio perché Egli si è incarnato, ha patito, è morto ed è risuscitato per tutti noi. Nei segreti che ella ha confidato ai veggenti, la Regina della Pace desidera che sappiamo che ci stanno aspettando grossi eventi e quindi dobbiamo prepararci nella preghiera, nel digiuno, nell’Amore verso Dio ed il prossimo.
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Dio è AMORE. È talmente AMORE che ci ha creati con il libero arbitrio, per cui possiamo scegliere tra il bene ed il male. Il nostro destino era ed è il Paradiso, se lo vogliamo.
Satana era Lucifero, l’angelo più bello e potente, il quale aveva un libero arbitrio superiore al nostro. Ma aveva invidia di Dio, perché lui non era Dio e quindi è precipitato nell’inferno odiandolo.
Egli non ha perso i suoi poteri e continua a tentare ogni uomo perché non vuole che si salvi dopo il peccato originale. Il male è subentrato proprio per invidia del diavolo e Dio non ci ha tolto il libero arbitrio perché ci ama sempre.
Ci ama a tal punto che si è incarnato nel suo Figlio Gesù, il quale ha patito ed è morto per tutti noi, per la nostra salvezza eterna.
Chi desidera stare dalla parte di Dio deve pregare e combattere le tentazioni, in modo tale da dimostrare di corrispondere liberamente all’Amore di Dio.
E la gloria di Dio siamo tutti noi se viviamo mettendo in pratica liberamente i suoi precetti d’Amore per Lui ed il prossimo.
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Dopo la morte corporale ci attende la Vita Eterna in Gesù Cristo Risorto, se noi gli crediamo, pentendoci dei nostri peccati e credendo nella loro remissione grazie alla passione e morte del Figlio di Dio.
Sarà una vita vissuta in pienezza, dove saremo sempre felici di adorare la SS. Trinità e condividere con tutti i redenti questa immensa gioia che non finirà mai, perché la morte, la corruzione ed il dolore saranno totalmente sconfitti.
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MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 2 NOVEMBRE 2019
“Cari figli, il mio diletto Figlio ha sempre pregato e glorificato il Padre Celeste. Gli ha sempre detto tutto ed ha confidato nella sua volontà.
Così dovreste fare anche voi, figli miei, poiché il Padre Celeste ascolta sempre i suoi figli. Un unico cuore in un solo cuore: amore, luce e vita. Il Padre Celeste si è donato mediante un volto umano, e tale volto è il volto di mio Figlio.
Voi, apostoli del mio amore, voi dovreste sempre portare il volto di mio Figlio nei vostri cuori e nei vostri pensieri. Voi dovreste sempre pensare al suo amore e al suo sacrificio. Dovreste pregare in modo da sentire sempre la sua presenza.
Poiché, apostoli del mio amore, questo è il modo di aiutare tutti coloro che non conoscono mio Figlio, che non hanno conosciuto il suo amore.
Figli miei, leggete il libro dei Vangeli: è sempre qualcosa di nuovo, è ciò che vi lega a mio Figlio, che è nato per portare parole di vita a tutti i miei figli e per sacrificarsi per tutti. Apostoli del mio amore, portati dall’amore verso mio Figlio, portate amore e pace a tutti i vostri fratelli.
Non giudicate nessuno, amate ognuno mediante l’amore verso mio Figlio. In tal modo vi occuperete anche della vostra anima, ed essa è la cosa più preziosa che veramente vi appartiene. Vi ringrazio!”
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MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 2.10.19
“Cari figli,
la volontà e l’amore del Padre Celeste fanno sì che io sia qui in mezzo a voi, per aiutare con materno amore la crescita della fede nel vostro cuore, in modo che possiate davvero capire lo scopo della vita terrena e la grandezza di quella celeste.
Figli miei, la vita terrena è la via verso l’eternità, verso la verità e la vita: verso mio Figlio. Per quella via voglio condurvi. Voi, figli miei, voi che avete sempre sete di maggior amore, verità e fede, sappiate che solo una è la fonte da cui potete bere: la fiducia nel Padre Celeste, la fiducia nel suo amore.
Abbandonatevi completamente alla sua volontà e non temete: tutto ciò che è il meglio per voi, tutto quello che vi porta alla vita eterna, vi sarà dato! Comprenderete che lo scopo della vita non è sempre volere e prendere, ma amare e dare; avrete la vera pace ed il vero amore, sarete apostoli dell’amore.
Col vostro esempio, farete sì che quei miei figli che non conoscono mio Figlio ed il suo amore vogliano conoscerlo. Figli miei, apostoli del mio amore, adorate mio Figlio insieme a me, ed amatelo al di sopra di tutto. Cercate sempre di vivere nella sua verità. Vi ringrazio!”.
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O Spirito Santo, che procedi dal Padre e dal Figlio…
Tu sai infinitamente meglio di noi quanto grandi siano le nostre fragilità ed il nostro egoismo. Rendici sempre più consapevoli che senza il tuo aiuto non riusciamo a migliorare la nostra vita interiore, perché sei Tu che ci ravvivi col fuoco del tuo perenne Amore.
Fa’ che non ci scoraggiamo mai se cadiamo in tentazione, ma aiutaci a risollevarci con la speranza della nostra salvezza finale.
Aiutaci a mettere in pratica le parole di Gesù Cristo, nostro Signore, affinché la nostra vita sia una continua lode al Padre, anche se ci sentiamo deboli e fragili.
Sei Tu, o Santo Spirito, che ci doni la forza per rinunciare alle varie occasioni di peccato. Donaci il vero discernimento per combattere le insidie del maligno che vuole condurci con sé nella perdizione eterna.
Aumenta la nostra fede, la speranza e l’Amore e che Tu sia da tutti noi sempre glorificato insieme al Padre ed al Figlio.
Amen
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Chi desidera può diventare membro della confraternita “COMUNIONE DEI SANTI” (può così ricevere e dare solidarietà nella preghiera tra i membri).
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O Spirito Santo, tu che sostieni tutto ciò che il Padre ha creato, facci comprendere che stai sostenendo anche la nostra vita sin dalla nascita e soprattutto la nostra anima.
Aumenta la nostra fede affinché crediamo fermamente che la nostra anima è immortale, come quella di tutti gli uomini.
Fa’ che ogni nostro pensiero ed ogni nostra azione siano improntati secondo la volontà del Padre per poter imitare suo Figlio Gesù, il quale è vissuto amando l’umanità sino alla fine.
Sostienici nel nostro cammino spirituale affinché non cadiamo nella tentazione, soprattutto quella dell’orgoglio, il quale ci allontana da Dio.
Donaci sempre la gioia interiore nella consapevolezza che nulla è a caso e che anche le nostre sofferenze hanno il compito di farci progredire spiritualmente.
Grazie o Spirito d’Amore, di Luce e di Pace… Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 2900) iscrivetevi al mio canale youtube “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: http://www.youtube.com/user/piaipier
Esaltiamo Cristo Signore, che ha fatto della croce il segno della redenzione universale e, supplicandolo con fede diciamo: “Salvaci, Signore, per la tua croce.”
Figlio di Dio, che nel deserto guarivi chi guardava la figura del serpente elevata sul palo a segno di salvezza, per la tua croce curaci dai morsi velenosi dell’orgoglio e della sensualità.
Figlio dell’uomo, che fosti elevato in croce a compimento dell’antico simbolo, per la tua passione sollevaci alla tua gloria.
Figlio unigenito di Dio, che ti sei immolato per la salvezza di chi crede in te, concedi la vita eterna a coloro che sperano nella tua croce.
Signore, costituito dal Padre giudice universale, ricordati che non sei venuto e non sei morto per la condanna, ma per la salvezza del mondo.
Tu che hai detto: quando sarò elevato da terra trarrò tutto a me,
fa’ che dove sei tu siamo anche noi per contemplare la tua gloria.
(PREGHIERA LITURGICA IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA SANTA CROCE)
L’amore del Padre Creatore per ognuno di noi è evidente considerando la nostra stessa esistenza, la quale è stata un suo purissimo dono d’amore. Noi non esistevamo, Lui ci ha donato un corpo immerso in un immenso Universo, ed un’anima immortale.
L’amore di Gesù Cristo per ognuno di noi è dimostrato dal suo immenso sacrificio sulla Croce, grazie al quale noi possiamo essere salvi con Lui per tutta l’eternità. Egli è il centro della nostra vita.
L’amore dello Spirito Santo per ognuno di noi è verificabile in ogni istante di vita: ci sostiene e ci ispira continuamente, anche quando noi ci allontaniamo col peccato.
Se contempliamo la Santissima Trinità avendo presente questo infinito Amore per ognuno di noi, anche il nostro amore per Dio e per il prossimo potrà crescere ulteriormente.
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MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 2 AGOSTO 2019
“Cari figli, grande è l’amore di mio Figlio! Se conosceste la grandezza del suo amore, non smettereste di adorarlo e ringraziarlo.
Lui è sempre vivo con voi nell’Eucaristia, poiché l’Eucaristia è il suo Cuore. L’Eucaristia è il cuore della fede.
Egli non vi ha mai abbandonato: anche quando voi avete cercato di allontanarvi da lui, egli non si è allontanato da voi.
Perciò il mio Cuore materno è felice quando vede che, colmi d’amore, ritornate a lui; quando io vedo che andate a lui sulla via della riconciliazione, dell’amore e della speranza.
Il mio Cuore materno sa che, quando vi incamminate sulla via della fede, siete dei virgulti, dei germogli; ma, con la preghiera e il digiuno, sarete dei frutti, il mio fiore, gli apostoli del mio amore.
Sarete portatori di luce e, con l’amore e la speranza, illuminerete tutti attorno a voi. Figli miei, come Madre vi prego: pregate, riflettete, meditate. Tutto ciò che vi accade di bello, di doloroso, di lieto e di santo fa sì che cresciate spiritualmente, che mio Figlio cresca in voi.
Figli miei, abbandonatevi a lui, credete a lui, confidate nel suo amore: sia lui a guidarvi! L’Eucaristia sia il luogo in cui nutrite le vostre anime, per poi diffondere l’amore e la verità, testimoniare mio Figlio.
Vi ringrazio!”.
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Qualsiasi cosa facciamo, cerchiamo di essere sempre consapevoli della presenza di Dio. In realtà noi siamo sempre alla sua presenza, perché Egli è ovunque, anche in noi. Solo che in noi si annida spesso una specie di vaga incredulità difficile da estirpare se non si entra in un vero clima di preghiera.
Per sentirci alla presenza di Dio dovremmo innanzittutto riconoscere disinteressatamente i doni che ci ha fatto, soprattutto quello dell’esistenza, della sua grazia e della salute. Poi tutti gli altri.
La nostra sincera intenzione dovrebbe essere lo stato di adorazione verso Colui che ci ama e che può davvero fare tutto il bene che vuole. Egli è il nostro Creatore e quello di tutte le cose che esistono. In noi dovrebbero scaturire lo stupore e la meraviglia per le sue opere, da quella che riteniamo la più piccola, a quella più grande.
Pensiamo spesso al Dio Trinitario presente in noi. Al Padre creatore, al Figlio salvatore ed allo Spirito Santo Amore. Il Signore si compiace di coloro che considerano la sua benevola presenza e lo glorificano con la mente, con l’anima e con le opere buone.
Sentiamoci sempre alla sua presenza, e con il suo aiuto potremmo vincere le tentazioni e saremo così sereni interiormente.
Doniamo il nostro tempo al Signore, perché Egli ama chi dona con gioia!
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Nell’aldilà i redenti non ricorderanno più i peccati allo stesso modo con cui noi terrestri ricordiamo i nostri.
I redenti saranno eternamente in adorazione della Misericordia divina ed esprimeranno una continua gratitudine verso il Padre, che grazie al sacrificio del Figlio Gesù ed al loro pentimento, ha rimesso loro ogni colpa, anche la più grave.
Saranno pienamente consapevoli che senza la grazia di Dio avrebbero meritato l’inferno, ed invece si trovano nel seno Trinitario a rendere continuamente lode e gloria a Colui che li ha salvati per Amore, anche per l’intercessione ed i meriti dei santi e della Vergine Maria Santissima.
Il ricordo dei peccati commessi sulla terra, quindi, non sarà un motivo di tristezza per i redenti, come per noi quaggiù. Sarà invece motivo di profonda gioia, consapevoli che Dio ha completamente cancellato le loro colpe e, purificati dal sangue dell’Agnello, li immerge continuamente nel suo infinito amore.
Vedranno chiaramente che in Dio non potranno più peccare e gioiranno in modo ineffabile anche per questo.
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XIII domenica omelia
Hai posto mano all’aratro, non voltarti indietro sulle tue sconfitte.
Il Signore Gesù «rese forte» il suo volto, dice Luca, e si avviò verso Gerusalemme. Come uno che serra le labbra, stringe i denti, raccoglie le forze per il grande viaggio.
Alcuni ricorderanno il vangelo secondo Matteo di Pasolini: quel volto di Cristo che esprimeva grande decisione, quel Cristo sempre in cammino come se avesse il fuoco dentro, come se tutto il vangelo dovesse diffondersi a passo di corsa.
Ma era anche violentemente mite! Infatti:
Un villaggio di Samaria rifiuta di accogliere Gesù. «Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?» Eterna tentazione dei discepoli di imporsi.
“Gesù si volta, li rimprovera e si avvia verso il villaggio dopo.
Egli non ha nulla da spartire con chi invoca fuoco e fiamme sugli altri, fossero pure ostili, eretici o nemici.
Uno che difende perfino la libertà di chi non la pensa come lui. L’uomo viene prima della sua fede; l’uomo conta più delle sue idee.
L’uomo, e guai se ci fosse un aggettivo.
Difende quei samaritani per difenderci tutti.
“Andiamo in un altro villaggio!” Perché c’è sempre un’altra casa cui bussare, un’altra casa cui augurare pace; c’è sempre un altro paese dove trovare un cieco da guarire, un peccatore da perdonare, un povero cui annunciare la bontà di Dio.
Si volta, li rimprovera, si avvia. Nella concisione di questi tre verbi, nella loro sobrietà appare tutta la grande forza interiore di Gesù. La forza di affrontare una sconfitta, di non abbattersi per un rifiuto, di deprimersi per un fallimento.
Avvìati di nuovo, riparti, ricomincia. Un rifiuto non fermerà la storia di Dio, né il cammino del bene. Un rifiuto, un villaggio chiuso, un porto chiuso non fermerà la storia dei poveri, non bloccherà la storia del bene. Appena dopo c’è un altro villaggio, un altro povero, un altro naufrago, e altre braccia aperte.
Nella seconda parte del Vangelo Luca racconta tre personaggi che in tre brevi dialoghi si misurano su come si va dietro a Gesù.
Il primo è un generoso: “Ti seguirò dovunque tu vada!” E Gesù deve avere gioito per lo slancio, deve avere apprezzato l’entusiasmo giovane di questo ascoltatore, ma vuole togliergli ogni illusione. Le volpi hanno tane, gli uccelli nidi, ma io non ho dove posare il capo.
Eppure non era esattamente così. Gesù aveva cento case di amici e amiche felici di accoglierlo a condividere pane e sogni. Con la metafora delle volpi e degli uccelli Gesù traccia il ritratto della sua esistenza sempre minacciata, cacciato e inseguito; e della sua visione della vita sempre in movimento, con la follia giovanile dell’andare e ancora andare. Per tre anni ha camminato, senza mai sentirsi arrivato
Chi vuole vivere tranquillo e in pace nel suo nido sicuro, nella sua tana non potrà essere suo discepolo.
Neanche un nido, neanche una tana, solo strada, niente altro che strada. Tutti si annidano, tutti si intanano, io no. Io poso il capo sulla strada.
Cercano la loro zona di conforto, le sedie più alte. Io no. Io vado, avanti. Smontando il presente e seminandovi futuro.
Il secondo personaggio riceve lui una chiamata: “Seguimi!” e la sua risposta è positiva, dice “Si”, soltanto chiede una concessione: “Permettimi di andare prima a seppellire mio padre” e la sua richiesta è la più legittima che si possa pensare.
“Lascia che i morti seppelliscano i morti!” parole estreme, tra le più dure del Vangelo, io, tu puoi essere nient’altro che morto seppellitore di morti. Gesù non censura gli affetti: Quando incontra a Nain la donna che va a seppellire il figlio, si lascia ferire da quelle lacrime, ferma il corteo, prende per mano il ragazzo morto, lo riconsegna alla madre. Una madre che piange non è una morta che seppellisce i suoi morti ma è l’emblema della vita ferita che Gesù è venuto a guarire.
Sono parole simboliche, mi dicono che dicono a me e a ciascuno che è possibile vivere una vita morta, essere dei morti dentro, e anche vivere una religiosità che mortifica.
Il poeta Charles Péguy ha scritto così: Di un peccatore si può fare un santo, di un pagano si può fare un cristiano, ma di coloro che non sono niente, né peccatori né santi, né cristiani né pagani, né caldi né freddi, di loro, i vivi-morti, che cosa faremo? (C. Péguy).
Parole simboliche: chiudi i conti con il tuo passato, con la tua infanzia, non tirarti dietro le cose di ieri, memorie morte, solo memorie vive. E infine il terzo dialogo: “Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che mi congedi da quelli di casa”. Ancora una richiesta delicata e naturale. E’ così duro il cammino senza affetti! A Eliseo (I Lettura) è stato concesso di salutare quelli di casa, ma ora Gesù risponde: “Non guardare indietro”, non puoi arare con la testa altrove,
non puoi costruire niente guardando da un’altra parte.
Non guardare indietro, neppure alla colpa di ieri:
non appesantirti delle tue sconfitte, risali sulla strada.
Non guardare alle difficoltà, ma all’orizzonte che si apre, ai grandi campi del mondo.
Chi ha messo mano all’aratro… Un aratore è ciascuno, chiamato a dissodare una minima porzione di mondo, che traccia un solco e nient’altro: poi passerà il Signore a seminare di vita i campi della vita.
Ma Io un solco di bontà cercherò di lasciare. Almeno questo: un piccolo solco senza mai cattiveria.
Però una parola mi mette in difficoltà: Signore, chi non ha mai guardato da un’altra parte? Chi è davvero adatto al Regno?
Non Pietro, non Giacomo e Giovanni, tanto meno io se guardo alla mia coerenza. Ma ti ho visto andare in cerca della pecora perduta, aspettare il figlio prodigo e dichiarare per tre volte Pietro, che per tre volte si è girato indietro, adatto ancora a prendersi cura di pecore e agnelli.
Forse, allora, sono adatto anch’io, se penso che le pietre scartate ti sono servite meglio delle altre per la tua casa.
Sarà un solco poco profondo, il mio;
un solco forse poco diritto, ma il mio ci sarà.
Il mio piccolo solco non mancherà sui campi della vita.
Poi tu ne farai qualcosa che serva a qualcuno.
Preghiera alla comunione
Signore, sono qui a calcolare se conviene, se non conviene,
a elencare tutti i miei ma e i miei se…
Mi sento un aratore con i solchi storti, colmi di rimpianti
Non sarò mai pronto, se guardo alla mia coerenza,
forse sì se guardo a te,
e vedo che tanti che si sono girati indietro,
Pietro fra tutti, e figli prodighi e pecore perdute,
tante pietre pentite ti sono servite,
meglio delle altre, a costruire la tua casa.
Signore, sono l’ultimo dei coraggiosi,
sono il primo dei paurosi
eppure ti seguirò,
traccerò il mio solco, forse poco profondo,
certo poco diritto, ma sarà il mio solco.
Che tu riempirai di speranza.
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 2 LUGLIO 2019
“Cari figli, secondo il volere del Padre misericordioso, vi ho dato ed ancora vi darò segni evidenti della mia presenza materna.
Figli miei, essa è per il mio desiderio materno della guarigione delle anime.
Essa è per il desiderio che ogni mio figlio abbia una fede autentica, che viva esperienze prodigiose bevendo alla sorgente della Parola di mio Figlio, della Parola di vita.
Figli miei, col suo amore e sacrificio, mio Figlio ha portato nel mondo la luce della fede e vi ha mostrato la via della fede. Poiché, figli miei, la fede eleva il dolore e la sofferenza.
La fede autentica rende la preghiera più sensibile, compie opere di misericordia: un dialogo, un’offerta.
Quei miei figli che hanno fede, una fede autentica, sono felici nonostante tutto, perché vivono sulla terra l’inizio della felicità del Cielo.
Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, vi invito a dare esempio di fede autentica, a portare la luce là dove c’è tenebra, a vivere mio Figlio.
Figli miei, come Madre vi dico: non potete percorrere la via della fede e seguire mio Figlio senza i vostri pastori. Pregate che abbiano la forza e l’amore per guidarvi. Le vostre preghiere siano sempre con loro.
Vi ringrazio!”. Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 2800) iscrivetevi al mio canale youtube “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: http://www.youtube.com/user/piaipier
Quando preghiamo e facciamo delle richieste specifiche, ma buone, al Padre nel nome di suo Figlio, non dubitiamo nemmeno per un istante e vedremo che prima o poi saranno esaudite.
Non dobbiamo stare lí a pensare se siamo degni o no di essere esauditi. Il Padre dona gratuitamente e nessuno deve ritenersi degno di ricevere qualcosa.
Chi é genitore lo sa bene questo: quando il figlio gli chiede qualcosa lo ascolta e cerca di esaudirlo perché lo vuole vedere contento, anche se spesso é un po’ ingrato ed egoista.
Il Padre Celeste é infinitamente più benevolo verso le sue creature e non può fare a meno di esaudirle.
Basta avere fiducia, abbandono e pazienza, perché i tempi e i ragionamenti di Dio non sono i nostri…
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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Santissima Trinità – Anno C – giugno 2019
Trinità, il mistero che abita dentro noi
Vangelo – Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Memoria emozionante della Trinità, dove il racconto di Dio diventa racconto dell’uomo. Dio non è in se stesso solitudine: esistere è coesistere, per Dio prima, e poi anche per l’essere umano. Vivere è convivere, nei cieli prima, e poi sulla terra. I dogmi allora fioriscono in un concentrato d’indicazioni vitali, di sapienza del vivere.
Quando Gesù ha raccontato il mistero di Dio, ha scelto nomi di casa, di famiglia: abbà, padre… figlio, nomi che abbracciano, che si abbracciano. Spirito, ruhà, è un termine che avvolge e lega insieme ogni cosa come libero respiro di Dio, e mi assicura che ogni vita prende a respirare bene, allarga le sue ali, vive quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata da altre vite. Abbà, Figlio e Spirito ci consegnano il segreto per ritornare pienamente umani: in principio a tutto c’è un legame, ed è un legame d’amore.
Allora capisco che il grande progetto della Genesi: «facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza», significa «facciamolo a immagine della Trinità», a immagine di un legame d’amore, a somiglianza della comunione.
La Trinità non è una dottrina esterna, è al di qua, è dentro, non al di là di me. Allora spirituale e reale coincidono, verità ed esistenza corrispondono. E questo mi regala un senso di armoniosa pace, di radice santa che unifica e fa respirare tutto ciò che vive. In principio c’è la relazione (G. Bachelard).
«Quando verrà lo Spirito di verità, vi guiderà… parlerà… dirà… prenderà… annunzierà». Gesù impiega tutti verbi al futuro, a indicare l’energia di una strada che si apre, orizzonti inesplorati, un trascinamento in avanti della storia. Vi guiderà alla verità tutta intera: la verità è in-finita, «interminati spazi» (Leopardi), l’interezza della vita. E allora su questo sterminato esercito umano di incompiuti, di fragili, di incompresi, di innamorati delusi, di licenziati all’improvviso, di migranti in fuga, di sognatori che siamo noi, di questa immensa carovana, incamminata verso la vita, fa parte Uno che ci guida e che conosce la strada. Conosce anche le ferite interiori, che esistono in tutti e per sempre, e insegna a costruirci sopra anziché a nasconderle, perché possono marcire o fiorire, seppellire la persona o spingerla in avanti.
La verità tutta intera di cui parla Gesù non consiste in concetti più precisi, ma in una sapienza del vivere custodita nell’umanità di Gesù, volto del Padre, respiro dello Spirito: una sapienza sulla nascita e sulla morte, sulla vita e sugli affetti, su me e sugli altri, sul dolore e sulla infinita pazienza di ricominciare, che ci viene consegnata come un presente, inciso di fessure, di feritoie di futuro.
(Letture: Proverbi 8,22-31; Salmo 8; Romani 5,1-5; Giovanni 16,12-15)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/trinita-il-misteroche-abitadentro-noi
Commenti al Vangelo Santissima Trinità – domenica 16 giugno – p.Ermes – Vita che allarga le sue ali
Gran parte delle nostre paure sono ingiustificate.
Ci fidiamo o no del Signore, nostro Padre Creatore, Amore Onnipotente ed Onnisciente?
Siamo convinti che proveniamo da Lui e che Egli ci sorregge in ogni istante della nostra vita, giacché in Lui ci muoviamo e respiriamo?
Crediamo che Egli è infinitamente Misericordioso e che cancella le nostre colpe appena gli chiediamo perdono sinceramente con il proposito di non commetterle più?
Speriamo davvero nel suo abbraccio finale, proprio perché Egli è il nostro Padre che ci ama moltissimo nel suo Figlio Gesù e che ci attende?
Siamo consapevoli che lo Spirito Santo ci assiste sempre, che agisce come vuole e che può anche annientare le nostre paure, compresa quella della morte?
Chi crede nella continua amorevole presenza del Signore non teme alcun male perché sa che nulla succede senza che Lui lo permetta.
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Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, col santo battesimo hai posto la tua dimora nel mio cuore, così che io ti posso adorare in ogni istante e vivere in piena comunione con te.
Padre, con la tua parola mi hai creato, perché la tua sapienza mi ha voluto fin dall’eternità.
Figlio, con il tuo amore spinto fino alla morte e con il tuo sangue prezioso sparso sulla croce, mi hai riscattato dal potere delle tenebre donandomi il tuo regno.
Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio, effuso su di me, mi hai trasformato in una nuova creatura, donandomi un cuore nuovo per amare ogni creatura in te.
Ti rendano gloria e ti servano tutti i popoli della terra. Per tutti secoli dei secoli. Amen!
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O Padre Celeste, mio Signore e mio Dio, Amore perfettissimo, Onnipotente ed Onnisciente. Tu sai tutto di me. Nulla ti sfugge. Conosci ogni mio atomo ed ogni mio più recondito pensiero, perché mi hai creato Tu e sei Tu che sorreggi la mia esistenza con Amore ed infinita Misericordia.
Vedi quanto sono difettoso e fragile. Tu vedi quanto limitato è il mio Amore per te ed il prossimo. Ti offro tutte le mie miserie perché so che Tu le bruci nell’oceano della tua divina Misericordia.
Anche se ci hai raccomandato tramite tuo Figlio Gesù di essere perfetti come il Padre Celeste, Tu non cerchi in noi la perfezione assoluta, ma la buona volontà per compiacerti.
In virtù della passione e morte del tuo diletto Figlio Gesù Cristo e per i meriti di Maria Vergine e di tutti i Santi, accogli questa mia particolare offerta: prendi tutte le mie miserie ed infondi in me lo Spirito d’Amore.
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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Lo Spirito Santo? È Dio in libertà
Domenica di Pentecoste -Anno C – giugno 2019
Giovanni 14, 15-16.23-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Lo Spirito, il misterioso cuore del mondo, radice di ogni femminilità che è nel cosmo (Davide M. Montagna), vento sugli abissi e respiro al primo Adamo, è descritto in questo vangelo attraverso tre azioni: rimarrà con voi per sempre, vi insegnerà ogni cosa, vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Tre verbi gravidi di bellissimi significati profetici: “rimanere, insegnare e ricordare”.
Rimanere, perché lo Spirito è già dato, è già qui, ha riempito la “camera alta”
di Gerusalemme e la dimora intima del cuore. Nessuno è solo, in nessuno dei giorni. Se anche me ne andassi lontano da lui, lui non se ne andrà mai. Se lo dimenticassi, lui non mi dimenticherà. È un vento che non ci spinge in chiesa, ma ci spinge a diventare chiesa, tempio dove sta tutto Gesù.
Insegnare ogni cosa: nuove sillabe divine e parole mai dette ancora, aprire uno spazio di conquiste e di scoperte. Sarà la memoria accesa di ciò che è accaduto “’in quei giorni irripetibili” quando la carne umana è stata la tenda di Dio, e insieme sarà la tua genialità, per risposte libere e inedite, per oggi e per domani. Letteralmente “in-segnare” significa incidere un segno dentro, nell’intimità di ciascuno, e infatti con ali di fuoco/ ha inciso lo Spirito /come zolla il cuore (Davide M. Montagna).
Ricordare: vuol dire riaccendere la memoria di quando passava e guariva la vita e diceva parole di cui non si vedeva il fondo; riportare al cuore gesti e parole di Gesù, perché siano caldi e fragranti, profumino come allora di passione e di libertà. Lo Spirito ci fa innamorare di un cristianesimo che sia visione, incantamento, fervore, poesia, perché “la fede senza stupore diventa grigia” (papa Francesco).
Un dettaglio prezioso rivela una caratteristica di tutte e tre le azioni dello Spirito: rimarrà sempre con voi; insegnerà ogni cosa, ricorderà tutto.
Sempre, ogni cosa, tutto, un sentore di pienezza, completezza, totalità, assoluto. Lo Spirito avvolge e penetra; nulla sfugge ai suoi raggi di fuoco, ne è riempita la terra (Sal 103), per sempre, per una azione che non cessa e non delude. E non esclude nessuno, non investe soltanto i profeti di un tempo, le gerarchie della Chiesa, o i grandi mistici pellegrini dell’assoluto. Incalza noi tutti, cercatori di tesori, cercatrici di perle, che ci sentiamo toccati al cuore dal fascino di Cristo e non finiamo mai di inseguirne le tracce.
Che cos’è lo Spirito santo? È Dio in libertà. Che inventa, apre, fa cose che non t’aspetti. Che dà a Maria un figlio fuorilegge, a Elisabetta un figlio profeta. E a noi dona, per sempre, tutto ciò di cui abbiamo bisogno per diventare, come madri, dentro la vita donatori di vita.
(Letture: Atti 2,1-11; Salmo 103; Romani 8,8-17; Giovanni 14, 15-16.23-26)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/lo-spiritosanto-e-dioin-liberta
Commenti al Vangelo domenica di Pentecoste – 9 giugno – p.Ermes – Dio vento nomade
Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Siamo tutti mendicanti di amore in cammino
V Domenica di Pasqua – Anno C – ‘19
Vangelo – (Giovanni 13,31-35)
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
«Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate come io vi ho amato»: una di quelle frasi che portano il marchio di fabbrica di Gesù. Parole infinite, in cui ci addentriamo come in punta di cuore. Ma perché nuovo, se quel comando percorre tutta la Bibbia, fino ad abbracciare anche i nemici: «Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere» (Prov 25,21)? Se da sempre e dovunque nel mondo le persone amano?
La legge tutta intera è preceduta da un «sei amato» e seguita da un «amerai». «Sei amato», fondazione della legge; «amerai», il suo compimento. Chiunque astrae la legge da questo fondamento amerà il contrario della vita (P. Beauchamp). Comandamento significa allora non già un obbligo, ma il fondamento del destino del mondo e della sorte di ognuno.
Il primo passo per noi è entrare in questa atmosfera in cui si respira Dio. E non è un premio per la mia buona condotta, ma un dono senza perché. Scriveva Angelo Silesio: «La rosa è senza perché, fiorisce perché fiorisce». L’amore di Dio è la rosa senza perché, Lui ama perché ama, è la sua natura. La realtà è che «siamo immersi in un oceano d’amore e non ce ne rendiamo conto» (G. Vannucci).
Il secondo passo lo indica un piccolo avverbio: Gesù non dice amate quanto me, il confronto ci schiaccerebbe. Ma: amate come me. Non basta amare, potrebbe essere anche una forma di possesso e di potere sull’altro, un amore che prende e pretende, e non dona niente; esistono anche amori violenti e disperati, tristi e perfino distruttivi. Gesù ama di «combattiva tenerezza» (Evangelii gaudium), alle volte coraggioso come un eroe, alle volte tenero come un innamorato o come una madre, che non si arrende, non si stanca, non si rassegna alla pecora perduta, la insegue per rovi e pietraie e trovatala se la carica sulle spalle, teneramente felice.
Amore che non è buonismo, perché non gli va bene l’ipocrisia dei sepolcri imbiancati, perché se un potente aggredisce un piccolo, un bambino, un povero, Gesù tra vittima e colpevole non è imparziale, sta con la vittima, fino ad evocare immagini potenti e dure.
Terzo passo: amatevi gli uni gli altri. Espressione capitale, che ricorre decine di volte nel Nuovo Testamento e vuol dire: nella reciprocità, guardandovi negli occhi, faccia a faccia, a tu per tu. Non si ama l’umanità in generale; si ama quest’uomo, questo bambino, questo straniero, questo volto. Si amano le persone ad una ad una, volto per volto, corpo a corpo. Amatevi gli uni gli altri, uno scambio di doni, perché dare sempre, dare senza ritorno è molto duro, non ce la facciamo; siamo tutti mendicanti d’amore, di una felicità che si pesa sulla bilancia preziosa del dare e del ricevere amore.
(Letture: Atti 14,21-27; Salmo 144; Apocalisse 21,1-5; Giovanni 13,31-35)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/siamo-tuttimendicantidi-amorein-cammino
Commento V domenica di Pasqua -19 maggio – p.Ermes – L’amore di Dio è la rosa senza perché
“Adorate mio Figlio, adorate Gesù, aprite il vostro cuore, portate la pace al mondo!” (La Regina della Pace il 18.12.12)
Gesù è il Figlio di Maria. Ma è anche il Figlio di Dio e possiede sia la natura umana che quella divina. Maria non ha la natura divina come suo Figlio ed anche Lei è stata redenta da Gesù: per noi cattolici è Madre di Dio perché, per opera dello Spirito Santo, ha concepito Gesù che è Uomo e Dio.
Noi dobbiamo adorare solo Gesù, Maria, invece si venera ed onora (ma non si adora!)
È teologicamente giusto che la Regina della Pace a Medjugorje inviti ad adorare suo Figlio. Altrimenti la Chiesa avrebbe già fatto chiudere tutto mentre proprio in questi giorni ha approvato i pellegrinaggi.
Adorare Dio significa pregarlo, riconoscendolo come Padre e Creatore. Maria partecipa alla Redenzione ed è Corredentrice, ma attenzione: non ha creato Lei il mondo!
Il suo Cuore Immacolato trionferà perché, essendo Corredentrice, ci conduce ad adorare suo Figlio Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. Maria ci insegna ad adorare Gesù perché Lei lo ha fatto per prima dicendo “Sì” allo Spirito Santo e meditando queste cose in cuor suo!
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 2 aprile 2019
Cari figli, come Madre che conosce i suoi figli, so che anelate a mio Figlio. So che anelate alla verità, alla pace, a ciò che è puro e non è falso. Per questo io, come Madre, mediante l’amore di Dio, mi rivolgo a voi e vi invito affinché, pregando con cuore puro ed aperto, conosciate da voi stessi mio Figlio, il suo amore, il suo Cuore misericordioso.
Mio Figlio vedeva la bellezza in tutte le cose. Egli cerca il bene, perfino quello piccolo e nascosto, in tutte le anime, per perdonare il male. Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, vi invito ad adorarlo, a ringraziarlo continuamente e ad esserne degni.
Perché lui vi ha detto parole divine, le parole di Dio, le parole che sono per tutti e per sempre. Perciò, figli miei, vivete la letizia, la serenità, l’unità e l’amore reciproco.
Questo è quello che vi è necessario nel mondo di oggi: così sarete apostoli del mio amore, così testimonierete mio Figlio nel modo giusto.
Vi ringrazio.
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Gesù, che sei stato bambino, donaci un’anima da bambino per poter essere semplici, contenti, fiduciosi e pieni di tenerezza e di affetto verso tutti gli uomini nostri fratelli e verso tutti gli esseri della tua creazione.
Tu che sei Figlio di Dio e hai assunto e consacrato la natura umana, insegnaci ad amare Te nei fratelli ed in noi stessi, affinché, divinizzati da Te, possiamo raggiungere la pienezza a cui ci hai destinati nel seno dell’Amore Trinitario.
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Nella santa assemblea, o nel segreto dell’anima,
prostriamoci e imploriamo la divina clemenza.
Dall’ira del giudizio liberaci, o Padre buono;
non togliere ai tuoi figli il segno della tua gloria.
Ricorda che ci plasmasti col soffio del tuo Spirito:
siam tua vigna, tuo popolo, e opera delle tue mani.
Perdona i nostri errori, sana le nostre ferite,
guidaci con la tua grazia alla vittoria pasquale.
Sia lode al Padre altissimo, al Figlio e al Santo Spirito
com’era nel principio, ora e nei secoli eterni. Amen.
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Maria ha dimostrato di avere, grazie al Signore, una fede incrollabile nei confronti di suo Figlio:
Ha creduto all’angelo Gabriele che sarebbe rimasta incinta per opera dello Spirito Santo.
Ha creduto che il bimbo che teneva in grembo era Dio incarnato in Gesù Cristo.
Ha creduto nonostante abbia partorito in una situazione di emergenza e di povertà.
Ha creduto quando insieme a Giuseppe ed al bambino ha dovuto fuggire in Egitto.
Ha creduto nonostante suo figlio dodicenne avesse lasciato perdere le sue tracce per parlare con i dottori del tempio.
Ha creduto alle nozze di Cana.
Ha creduto durante la passione di suo Figlio e sotto la croce, quando quasi tutti i discepoli erano fuggiti.
Ha creduto nonostante la morte di suo Figlio e la sepoltura.
Ha creduto per tutta la vita nella Risurrezione di suo Figlio.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA (con disegni di Perla Paik) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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Battesimo del Signore – Anno C
Il cielo si apre. Siamo tutti figli di Dio nel Figlio
Vangelo – Luca 3, 15-16.21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il Battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
«Viene dopo di me colui che è più forte di me”. In che cosa consiste la forza di Gesù? Lui è il più forte perché parla al cuore. Tutte le altre sono voci che vengono da fuori, la sua è l’unica che suona in mezzo all’anima. E parla parole di vita.
«Lui vi battezzerà…» La sua forza è battezzare, che significa immergere l’uomo nell’oceano dell’Assoluto, e che sia imbevuto di Dio, intriso del suo respiro, e diventi figlio: a quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12). La sua è una forza generatrice («sono venuto perché abbiano la vita in pienezza», Gv 10,10), forza liberante e creativa, come un vento che gonfia le vele, un fuoco che dona un calore impensato.
«Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Il respiro vitale e il fuoco di Dio entrano dentro di me, a poco a poco mi modellano, trasformano pensieri, affetti, progetti, speranze, secondo la legge dolce, esigente e rasserenante del vero amore. E poi mi incalzano a passare nel mondo portando a mia volta vento e fuoco, portando libertà e calore, energia e luce. Gesù stava in preghiera ed ecco, il cielo si aprì. La bellezza di questo particolare: il cielo che si apre. La bellezza della speranza! E noi che pensiamo e agiamo come se i cieli si fossero rinchiusi di nuovo sulla nostra terra. Ma i cieli sono aperti, e possiamo comunicare con Dio: alzi gli occhi e puoi ascoltare, parli e sei ascoltato.
E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». La voce annuncia tre cose, dette per Gesù e per ciascuno di noi: “Figlio” è la prima parola: Dio è forza di generazione, che come ogni seme genera secondo la propria specie. Siamo tutti figli di Dio nel Figlio, frammenti di Dio nel mondo, specie della sua specie, abbiamo Dio nel sangue e nel respiro.
“Amato” è la seconda parola. Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ogni giorno ad ogni risveglio, il tuo nome per Dio è “amato”. Immeritato amore, incondizionato, unilaterale, asimmetrico. Amore che anticipa e che prescinde da tutto.
“Mio compiacimento” è la terza parola. Che nella sua radice contiene l’idea di una gioia, un piacere che Dio riceve dai suoi figli. Come se dicesse a ognuno: figlio mio, ti guardo e sono felice.
Se ogni mattina potessi immaginare di nuovo questa scena: il cielo che si apre sopra di me come un abbraccio, un soffio di vita e un calore che mi raggiungono, il Padre che mi dice con tenerezza e forza: figlio, amore mio, mia gioia, sarei molto più sereno, sarei sicuro che la mia vita è al sicuro nelle sue mani, mi sentirei davvero figlio prezioso, che vive della stessa vita indistruttibile e generante.
(Letture: Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 103; Tito 2,11-14;3,4-7; Luca 3, 15-16.21-22).
/https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/il-cielo-si-apresiamo-tuttifigli-di-dionel-figlio
Ciò che non viene sufficientemente ribadito nelle omelie…
LA NASCITA DI GESÙ RIGUARDA DIRETTAMENTE OGNUNO DI NOI: CI MANIFESTA CHI REALMENTE SIAMO.
“Epifania” etimologicamente significa “manifestazione dall’alto”. In genere si festeggia il fatto che Dio si è manifestato nel bambino Gesù della mangiatoia di Betlemme.
Si pensa poco, però, che questa manifestazione riguarda direttamente ognuno di noi. Dio incarnandosi in un uomo, ci ha rivelato chi è per Lui l’uomo. “Voi siete dei” – aveva detto in un episodio riportato dal Vangelo.
In effetti ognuno di noi, grazie a Lui, è Figlio di Dio e vive la dimensione terrena perché si sta preparando a quella celeste nella progressiva divinizzazione.
Il destino di ognuno di noi, quindi, è quello di diventare simili a Dio, il quale in Gesù Cristo, ci assimilerà totalmente in Lui e lo vedremo così come Egli è.
In questo senso, ognuno di noi, è il Centro dell’Universo, perché, oltre ad essere coscienti che nella nostra mente si rispecchia tutta la realtà, siamo anche Tempio dello Spirito Santo, dove Dio alberga per costruire in noi il Paradiso dell’Amore.
(Una voce dal deserto)
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
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LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
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IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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La funzione di ognuno di noi in questa vita terrena è importante per la crescita interiore della nostra persona e quella degli altri. Ma la vera crescita interiore avviene nel distacco.
Un insegnante dovrà rendersi inutile per i propri allievi, come dovrà esserlo un medico per i suoi pazienti ecc. Persino la madre ed il padre dovranno essere assenti nei confronti dei figli, i quali vengono staccati gradualmente dal “cordone ombelicale”.
Ed è in questa assenza attiva che si afferma meglio la loro presenza, perché lasciano ciò che sono stati, affinché i figli trovino la loro vera identità.
Nei Vangeli l’assenza del Padre è ben evidenziata nel momento della morte di Gesù: “Padre, perché mi hai abbandonato?”
Ma proprio in quel momento il Padre manifesta la sua assenza attiva per donarci lo Spirito Santo attraverso il Figlio che muore…
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LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
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LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp… FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
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IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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L’uomo è un essere “divinizzabile”. Ciò significa che è stato creato per divenire simile al suo Creatore. Non esiste solo per la dimensione terrena. Essa è solamente una fase della sua esistenza che si completerà nell’altra dimensione, dove ci sarà la pienezza del suo essere.
Ciò ci è stato rivelato da GESÙ CRISTO, il quale è il Dio incarnato in un uomo di nome Gesù. Quindi Egli è uomo e Dio, ed è sceso sulla terra per donarci la consapevolezza che siamo tutti figli amati dal Padre e se crediamo in Lui Egli ci completerà grazie al suo immenso sacrificio ed all’azione dello Spirito Santo. L’uomo non è destinato alla sola dimensione orizzontale, ma nel faticoso processo di divinizzazione egli stesso entrerà nel perfetto dinamismo trinitario divino.
Dio-Padre è Amore, il suo Figlio è Amore, lo Spirito Santo è Amore, per cui tutti noi, se lo vogliamo, diventeremo Amore fondendoci in Dio.
Ancora non siamo ben consapevoli della grande dignità che ha ogni uomo nell’essere chiamato a diventare vero figlio di Dio, ma possiamo già in questa vita gustare qualche anticipo della gloria di Dio, credendo in Gesù Cristo, nel suo Vangelo, rispettando gli insegnamenti retti della sua Chiesa e frequentando i Sacramenti, amando Dio più di tutto ed il prossimo come noi stessi.
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Siamo davvero la lode della sua Gloria?
Chi cerca il Signore con cuore puro glorifica la sua Grandezza.
Glorifica il suo Amore onnipotente anche chi accetta con gratitudine ogni evento, senza porsi troppe domande, perché consapevole che nulla accade senza il suo volere e che nulla a Lui è impossibile.
Chi si pente dei suoi peccati e fa penitenza, glorifica la sua Misericordia.
Chi perdona di cuore il prossimo glorifica la sua infinita Magnanimità.
Chi lo loda nonostante la malferma salute lo glorifica nel suo Figlio che ha patito ed è morto per noi.
Chi crede in Lui nella semplicità di cuore glorifica la sua divina Umiltà.
Chi aiuta il fratello nel bisogno glorifica la sua infinita Bontà.
“Beati quelli che hanno fame di Dio… lo cercano, lo vedono, lo trovano sovrabbondante, ovunque girino lo sguardo (p.Andrea Panont – Il cielo cammina tra noi – p.55)
Una voce dal deserto
Ciò che importa in ogni momento della nostra esistenza è quello che ci aspetta dopo questa vita terrena, perché si sarà più consapevoli dell’Eternità, inabissati gioiosamente in essa.
In tutto ciò che pensiamo e facciamo dobbiamo sempre tener presente che in un istante Gesù ci potrebbe prendere con sé come e quando vuole, in ogni momento.
Nulla dovrebbe turbarci se siamo serenamente convinti che tutto passa e che siamo proiettati verso l’Eternità, dove ci aspetta l’abbraccio del Padre, con il Figlio e lo Spirito Santo. Tutto davvero passa, anche i problemi o il dolore.
Nell’aldilà vedremo le cose dalla parte di Dio nella loro interezza, se crediamo.
L’importante è farci trovare pronti, armati di fede, speranza e carità. Se ci mancano queste tre virtù dobbiamo chiederle fiduciosamente alla SS. Trinità ed abbandonarci al volere di Dio.
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LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi)
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FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
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CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale
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MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager
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DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO
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GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità)
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“UNIVERSO INTERIORE piaipier”:
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a cura di https://www.mondocrea.it
di p. Ermes Ronchi
XXIV domenica Mc 8,27-35
Carovana multicolore, per strade e villaggi. E per la strada interrogava. Stare con Gesù non era andare a lezione di dottrina, da mandare a memoria, ma essere incalzati da domande. Così libere, così creative.
Per la strada Gesù interroga i suoi, quasi per un sondaggio d’opinione: La gente, chi dice che io sia? E l’opinione della gente è bellissima e sbagliata: Dicono che sei un profeta! Una creatura di fuoco e di roccia, come Elia o il Battista; bocca di Dio e bocca dei poveri.
Ma Gesù non è un uomo del passato, fosse pure il più grande di tutti, che ritorna.
Allora cambia domanda, la fa esplicita, diretta: “e domandava loro: Ma voi, chi dite che io sia?”
Prima di tutto c’è un ‘ma’, ma voi, una avversativa, quasi in opposizione a ciò che dice la gente. Non accontentatevi di una fede “per sentito dire”, non si crede perché in famiglia si è sempre fatto così, perché credeva tua madre o tuo padre.
Ma voi, voi con le barche abbandonate sulla riva del lago, voi che avete camminato con me per tre anni, voi miei amici, che ho scelto a uno a uno, chi sono io per voi?
E lo ripete adesso qui, a noi, a ciascuno.
È il cuore pulsante della fede: chi sono io per te?
Come risposta, Gesù Non cerca parole, cerca persone;
non gli interessano nuove definizioni, ma coinvolgimenti:
che cosa ti è successo, quando mi hai incontrato?
Chi sono io per te? Assomiglia tanto alle domande che si fanno gli innamorati: “quanto posto ho nella tua vita, quanto conto, cosa sono per te? E l’altro risponde: Tu sei la mia vita. Sei la mia donna, il mio uomo, il mio amore”.
Il Maestro del cuore non dà lezioni, non suggerisce già le risposte,
ti conduce con delicatezza a cercare dentro di te. E insiste, vedete il verbo all’imperfetto “egli domandava loro”, che indica una azione continuata, ripetuta più volte, insistita…
Non gli interessa un nome come risposta. La Bibbia è piena di nomi di Dio – pastore, sorgente, fuoco, rugiada, vino, amante, vignaiolo, sole, sposo, liberatore, raccoglitore di lacrime, braccio forte, carezza.
Un Salmo lo chiama «roccia e nido» (84,4); un altro lo chiama «sole e scudo» (5, 13), ma sono ancora i nomi degli altri; è ancora ciò che la gente dice, anche se gente santa, anche se con parole ispirate, come il salmista.
Nella Bibbia ci sono mille nomi di Dio, ma c’ è un ultimo nome, il nome segreto, quello più importante, quello che è tuo e che nessun altro conosce, è il tuo affetto per lui, è il tuo sapore di Dio, quella scintilla che ti viene dall’averlo qualche volta sentito in te, e qualche volta anche tradito.
L’ultimo mio maestro di fede, è stato un bambino nella chiesa di San Carlo al Corso, in Milano. Era entrato con la nonna, avrà avuto 5 anni. La nonna è andata ad accendere una candela, il bambino girava col naso all’aria. Dopo un po’ si è fermato davanti al grande crocifisso del ‘400; mi si avvicina, mi tira per la manica, e mi fa: chi è quello lì?
Mi ha spiazzato. Quella domanda, improvvisa e assoluta, mi ha bloccato. Volavano via tutte le risposte dei catechismi e del Credo.
A un bimbo che non ha mai sentito parlare di Dio (mi confermava poi la nonna che i genitori avevano escluso la formazione religiosa, per non condizionarlo: sceglierà lui da grande…) non puoi fornire formule di libri.
Ho sentito che la domanda di quel bambino toccava il cuore della mia fede: chi è quello lì?
Ho chiuso mentalmente tutti i libri, ho aperto la mia vita, ho guardato dentro e qualcosa ho visto.
Allora mi sono abbassato, occhi negli occhi, e gli ho detto: sai chi è quello lì? Uno che ha fatto felice il mio cuore. È Gesù.
Davanti a quel bambino sconosciuto, che mi ascoltava con gli occhi spalancati, ho fatto la mia dichiarazione d’amore al Nazzareno.
Qualsiasi cosa il bimbo se ne faccia, quelle parole mi confortavano, suonavano come la mia risposta a Gesù, anch’io uno fra i dodici, in cammino verso Cesarea di Filippo, lassù alle sorgenti del Giordano…
Gesù non ha bisogno della opinione di Pietro per avere informazioni, per sapere se è più bravo dei profeti di prima, ma per sapere se Pietro è innamorato, se gli ha aperto il cuore. Cristo è vivo, solo se è vivo dentro di noi. Il nostro cuore può essere la culla o la tomba di Dio.
Può fare grande o piccolo l’Immenso. Perché l’Infinito è grande o piccolo nella misura in cui tu gli fai spazio in te, gli dai tempo e cuore. Cristo non è ciò che dico di Lui ma ciò che vivo di Lui. Cristo non è le mie parole, ma ciò che di Lui arde in me. La verità è ciò che arde (Ch. Bobin). Mani e parole e cuore che ardono.
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
La sua, ciascuno la sua. Il progetto è unico, ma ognuno percorrerà la sua strada libera e creativa; la sua, diversa da tutte, che deve tracciare, che non è già segnata. Non siamo operai che eseguono gli ordini di un padrone, ma artisti sotto l’ispirazione dello Spirito (J. Maritain).
Il termine “croce” non indica le pene o le prove della vita, e “prendere” non significa sopportare con pazienza. Croce è la sintesi della vita di Gesù. Prendi per te la vita di Gesù, scegli un destino da messia, da annunciatore, da donatore di vita, da liberatore, da uomo o donna della pace, della giustizia, della misericordia…
Il sogno di Dio non è uno sterminato corteo di uomini, donne, anziani e bambini, che portano croci sulle spalle, incespicano, cadono, si rialzano, e non si lamentano. Che brutta idea di Dio! Pagana, atea…
E mi segua… Seguire Cristo vuol dire incamminarsi verso la sua vita, che era una vita buona bella e beata, buona lieta e creativa. Che è il volto alto e puro dell’uomo, il fiorire della vita in tutte le sue forme. Questo è il Regno e non il moltiplicarsi delle croci sul mondo.
Rimane certo una porzione di fatica e dolore, in ogni vita: perché là dove metti il tuo cuore, là troverai le tue ferite.
In ogni caso, la risposta a quella domanda di Gesù deve contenere una piccola parola, l’aggettivo possessivo “mio”, come Tommaso alla sera di Pasqua: Mio Signore e mio Dio.
Un ‘mio’ che non vuol dire possesso, ma passione;
non appropriazione ma appartenenza. Come chi ama: il mio amato è mio e io sono sua.
Mio, come lo è il respiro e, senza, non vivrei.
Mio, come lo è il cuore e, senza, non sarei.
Cristo, mia dolce rovina
Impossibile amarti impunemente (Turoldo).
Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Chi sono io per te? Gesù non cerca parole ma persone
XXIV Domenica – Tempo ordinario – Anno B
Vangelo – Marco 8, 27-35
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (….).
Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. Silenzio, solitudine, preghiera: è un momento carico della più grande intimità per questo piccolo gruppo di uomini. E i discepoli erano con lui… Intimità tra loro e con Dio. È una di quelle ore speciali in cui l’amore si fa come tangibile, lo senti sopra, sotto, intorno a te, come un manto luminoso; momenti in cui ti senti «docile fibra dell’universo» (Ungaretti).
In quest’ora importante, Gesù pone una domanda decisiva, qualcosa da cui poi dipenderà tutto: fede, scelte, vita… ma voi, chi dite che io sia? Gesù usa il metodo delle domande per far crescere i suoi amici. Le sue domande sono scintille che accendono qualcosa, che mettono in moto cammini e crescite. Gesù vuole i suoi poeti e pensatori della vita. «La differenza profonda tra gli uomini non è tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti» (Carlo Maria Martini)
La domanda inizia con un “ma”, ma voi, una avversativa, quasi in opposizione a ciò che dice la gente. Non accontentatevi di una fede “per sentito dire”, per tradizione. Ma voi, voi con le barche abbandonate, voi che avete camminato con me per tre anni, voi miei amici, che ho scelto a uno a uno, chi sono io per voi? E lo chiede lì, dentro il grembo caldo dell’amicizia, sotto la cupola d’oro della preghiera.
Una domanda che è il cuore pulsante della fede: chi sono io per te?
Non cerca parole, Gesù, cerca persone; non definizioni di sé ma coinvolgimenti con sé: che cosa ti è successo quando mi hai incontrato? Assomiglia alle domande che si fanno gli innamorati: – quanto posto ho nella tua vita, quanto conto per te?
E l’altro risponde: tu sei la mia vita. Sei la mia donna, il mio uomo, il mio amore.
Gesù non ha bisogno della opinione di Pietro per avere informazioni, per sapere se è più bravo dei profeti di prima, ma per sapere se Pietro è innamorato, se gli ha aperto il cuore. Cristo è vivo, solo se è vivo dentro di noi. Il nostro cuore può essere la culla o la tomba di Dio. Può fare grande o piccolo l’Immenso. Perché l’Infinito è grande o piccolo nella misura in cui tu gli fai spazio in te, gli dai tempo e cuore. Cristo non è ciò che dico di Lui ma ciò che vivo di Lui. Cristo non è le mie parole, ma ciò che di Lui arde in me. La verità è ciò che arde (Ch. Bobin). Mani e parole e cuore che ardono.
In ogni caso, la risposta a quella domanda di Gesù deve contenere, almeno implicitamente, l’aggettivo possessivo “mio”, come Tommaso a Pasqua: Mio Signore e mio Dio. Un “mio” che non indichi possesso, ma passione; non appropriazione ma appartenenza: mio Signore.
Mio, come lo è il respiro e, senza, non vivrei. Mio, come lo è il cuore e, senza, non sarei.
(Letture: Isaia 50,5-9; Salmo 114; Giacomo 2,14-18; Marco 8, 27-35)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/chi-sono-io-per-te-gesu-non-cerca-parole-ma-persone
Gv. 5,19-27
Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.
Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Un Dio che si fa vicino per non allontanarsi mai più
Santissima Trinità – Anno B
Matteo 28,16-20
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Ci sono andati tutti all’ultimo appuntamento sul monte di Galilea. Sono andati tutti, anche quelli che dubitavano ancora, portando i frammenti d’oro della loro fede dentro vasi d’argilla: sono una comunità ferita che ha conosciuto il tradimento, l’abbandono, la sorte tragica di Giuda; una comunità che crede e che dubita: «quando lo videro si prostrarono. Essi però dubitarono».
E ci riconosciamo tutti in questa fede vulnerabile. Ed ecco che, invece di risentirsi o di chiudersi nella delusione, «Gesù si avvicinò e disse loro…». Neppure il dubbio è in grado di fermarlo. Ancora non è stanco di tenerezza, di avvicinarsi, di farsi incontro, occhi negli occhi, respiro su respiro. È il nostro Dio “in uscita”, pellegrino eterno in cerca del santuario che sono le sue creature. Che fino all’ultimo non molla i suoi e la sua pedagogia vincente è “stare con”, la dolcezza del farsi vicino, e non allontanarsi mai più: «ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Il primo dovere di chi ama è di essere insieme con l’amato.
«E disse loro: andate in tutto il mondo e annunciate».
Affida ai dubitanti il Vangelo, la bella notizia, la parola di felicità, per farla dilagare in ogni paesaggio del mondo come fresca acqua chiara, in ruscelli splendenti di riverberi di luce, a dissetare ogni filo d’erba, a portare vita a ogni vita che langue. Andate, immergetevi in questo fiume, raggiungete tutti e gioite della diversità delle creature di Dio, «battezzando», immergendo ogni vita nell’oceano di Dio, e sia sommersa, e sia intrisa e sia sollevata dalla sua onda mite e possente! Accompagnate ogni vita all’incontro con la vita di Dio. Fatelo «nel nome del Padre»: cuore che pulsa nel cuore del mondo; «nel nome del Figlio»: nella fragilità del Figlio di Maria morto nella carne; «nel nome dello Spirito»: del vento santo che porta pollini di primavera e «non lascia dormire la polvere» (D.M. Turoldo).
Ed ecco che la vita di Dio non è più estranea né alla fragilità della carne, né alla sua forza; non è estranea né al dolore né alla felicità dell’uomo, ma diventa storia nostra, racconto di fragilità e di forza affidato non alle migliori intelligenze del tempo ma a undici pescatori illetterati che dubitano ancora, che si sentono «piccoli ma invasi e abbracciati dal mistero» (A. Casati). Piccoli ma abbracciati come bambini, abbracciati dentro un respiro, un soffio, un vento in cui naviga l’intero creato.
«E io sarò con voi tutti i giorni». Sarò con voi senza condizioni. Nei giorni della fede e in quelli del dubbio; sarò con voi fino alla fine del tempo, senza vincoli né clausole, come seme che cresce, come inizio di guarigione.
(Letture: Deuteronomio 4,32-34.39-40; Salmo 32; Romani 8,14-17; Matteo 28,16-20)
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Più volte la Regina della Pace ci ha ripetuto che i sacerdoti sono un dono, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo.
Siamo pronti a giudicarli appena notiamo dei difetti, senza renderci conto che senza di loro non avremmo il grande dono dei sacramenti, e primo fra tutti l’Eucaristia: Dio in mezzo a noi.
La Regina della Pace ha sempre sostenuto che i sacerdoti sono i prescelti di suo Figlio Chiede di pregare per i sacerdoti affinché l’unione tra suo Figlio e loro sia più forte possibile, affinché siano una cosa sola.
La Regina della Pace chiede di pregare per le vocazioni nella Chiesa, per la fede forte dei suoi sacerdoti.
Chiede anche di pregare e digiunare perché tra i sacerdoti regni la pace e l’unità.
La stessa Vergine quando appare e dà la Sua benedizione materna raccomanda di far poi benedire tutti gli oggetti dai sacerdoti, perchè quelle sono le mani del Suo Figlio.
Al di là della benedizione di un genitore per il figlio, la Madonna avverte che non vi è altra benedizione se non quella del Sacerdote.
da: http://biscobreak.altervista.org/2013…
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“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
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p. Ermes Ronchi
IV di quaresima
Gv 3,14-21
Si è appena conclusa la scena irruente, fragorosa, sovversiva di Gesù che caccia i mercanti dal tempio.
A Gerusalemme si parla di quel maestro che dice finalmente cose nuove e così vere! Ne parlano i capi dei farisei e la gente comune.
Da quella scena clamorosa e rumorosa, si passa ora a un vangelo intimo, mistico. Vediamo il contesto: v. 3,1: vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodemo, uno dei capi. Costui andò da Gesù di notte…
Addirittura un membro del Sinedrio, come dire uno della Corte costituzionale, dove la corrente dei farisei sono il gruppo più influente.
È un rappresentante dell’istituzione più importante e infatti parla al plurale: sappiamo che tu sei venuto da parte di Dio.
Questo maestro ha grande stima di Gesù, vuole capirlo, senza però compromettersi, perciò va da lui di notte, di nascosto.
La prima sorpresa: Gesù rispetta la paura di Nicodemo. Lui che ha detto: “Il vostro parlare sia sì sì, no no”, ora non si perde a sottolinearne la mancanza di coerenza e di coraggio, ma proprio rispettando la debolezza di Nicodemo, lo trasforma, lo rende coraggioso al punto che si alzerà ad opporsi al suo gruppo (la nostra legge vieta di condannare uno prima di averlo ascoltato Gv 7,50) e sarà presente al tramonto del grande venerdì (Gv 19,39) per prendersi cura del corpo del Crocifisso. Quando tutti i coraggiosi saranno fuggiti, lui andrà sotto la croce, portando trenta chili di aloe e mirra
Rispettando la sua fragilità Gesù lo trasforma. È una via tutta nuova, controcorrente, per opporsi al mondo, dove la scelta sembra ristretta alle due alternative: potenza o impotenza, dominio o sudditanza, coraggio o viltà.
Gesù ci mostra una via alternativa: la forza dell’amore che non ha paura della fragilità, ma dolcemente e tenacemente la trasforma, come il grano che matura nel sole. Lo fa rinascere.
Il Signore anche con noi agisce allo stesso modo. Non convoca eroi al suo seguito, ma gente che inizia percorsi, che avvia processi, gente del primo passo.
E allora scopro che le mie debolezze non sono un ostacolo per il Signore ma una opportunità; che i miei difetti non sono un limite, ma l’occasione di un gradino in più.
Che le mie ferite diventano feritoie di luce. Siamo tutti dei guaritori feriti.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, perché chiunque crede non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Siamo al versetto centrale del vangelo di Giovanni, il versetto dello stupore che rinasce ogni volta per parole buone come il miele, tonificanti come una camminata in riva al mare fra spruzzi d’onde e aria buona respirata a pieni polmoni: Dio ha tanto amato il mondo…
Versetto decisivo, centro del vangelo di Giovanni, parole da riassaporare ogni giorno e alle quali aggrapparci: Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio.
A queste parole la notte di Nicodemo si illumina. E le nostre notti. Qui possiamo rinascere. Ogni giorno.
Rinascere alla fiducia, alla speranza, alla serena pace, alla voglia di amare, di vivere, di custodire e coltivare persone e cose, e ogni più piccolo giardino di Dio, ognuno è Adamo.
La rivelazione di Gesù è questa: Dio ha considerato il mondo, ogni uomo, più importante di se stesso.
Per acquistare me ha perduto se stesso. Follia d’amore.
Non solo l’uomo, ma è il mondo che è amato, la terra è amata, e gli animali e le piante e la creazione intera. E se egli ha amato il mondo, anch’io devo amare questa terra, i suoi spazi, i suoi figli, il suo verde, i suoi fiori, la sua bellezza. Terra amata.
Dio ha tanto amato, e noi come lui: abbiamo bisogno di tanto amore per vivere bene (Maritain). Quando amo in me si raddoppia la vita, aumenta la forza, sono felice. Ogni mio gesto di cura, di tenerezza, di amicizia porta in me la forza di Dio, spalanca una finestra sull’infinito.
Vi invito a gustare la bellezza di questi verbi al passato: Dio ha amato, il Figlio è venuto. Mi dicono non una speranza (vedrai che Dio ti amerà), ma un fatto sicuro: Dio è già qui, ha intriso di sé il mondo e il mondo si è imbevuto di lui.
Provate a sentire dentro questa presenza, e i pensieri che assorbono questa verità bellissima: Dio è già venuto, è nel mondo, qui, adesso. E ripeterci queste parole ad ogni risveglio, ad ogni difficoltà, ogni volta che siamo sfiduciati e fa buio.
L’amore è già venuto, ed è qui. A prescindere da me, indipendentemente da me, amore incondizionato, asimmetrico. Che io sia amato dipende da Lui, non dipende da me.
Noi non siamo cristiani perché amiamo Dio.
Siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama.
Ha tanto amato da dare il suo figlio.
Nel vangelo il verbo amare si traduce sempre con un altro verbo, semplice, asciutto, concreto: il verbo dare. Amare non è un fatto di emozioni, come l’intenerirsi per la primavera, i fiori o i cuccioli, ma è un fatto di mani che offrono: dare.
Ricordiamo: non c’è amore più grande che dare la propria vita per chi si ama. Chi avrà dato anche solo un bicchiere d’acqua per amore del mio nome, non perderà la ricompensa. Avevo fame e di avete dato da mangiare. Tutto ciò che avete dato/ fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli è a me che l’avete dato.
Dio non ha mandato il Figlio per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato, perché chi crede abbia la vita.
A Dio non interessa istruire processi contro di noi, neppure per assolverci alla fine. La vita del credente non è pensata a misura di un’aula di tribunale e di processo! Ma a misura di fioritura e di abbraccio. Cristo venuto come intenzione di bene, nella vita datore di vita, perché anche noi diventiamo come lui: nella vita datori di vita.
Salvare vuol dire conservare, e nulla andrà perduto, non un sospiro, non una lacrima, non un filo d’erba.
“Il cristiano è uno ben consapevole che la sua vita darà frutto, ma senza pretendere di sapere come, né dove, né quando. Ha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduto nessun atto d’amore per Dio, non va perduta nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola attraverso il mondo come una forza di vita. (E.G. 278-279).
Perché il mondo sia salvato: salvare vuol dire conservare, e nulla andrà perduto; nessun gesto di cura per quanto piccolo e nascosto:
Se potrò impedire a un Cuore di spezzarsi,
non avrò vissuto invano.
Se potrò alleviare il Dolore di una Vita
o lenire una Pena,
o aiutare un Pettirosso caduto
a rientrare nel suo nido
non avrò vissuto invano. (Emily Dickinson).
Alla comunione
CARLO BROGI, Messaggio al moralista
Non dirmi d’esser buono
e di non fare il male
ché la mia libertà
confina con l’altrui:
Piuttosto dimmi quanto
dev’esser coraggioso
il grido dell’amore
che brucia dentro me.
Non perder tempo
a ribadire concetti
a chiarire le idee
a distinguere i limiti.
Poiché è l’amore
il concetto autorevole
la luce di ogni idea
lo sconfinato limite.
E’ l’amore
ragione di ogni cosa
forza che rompe gli argini
cuore dell’esistenza.
Solo l’amore costruisce
Solo l’amore fa crescere
Solo l’amore vale.
Non perder tempo,
vai a lezione d’Amore.
NON SOLO NOI
Leggiamo – Dio ha tanto amato il mondo…
E allora non soltanto gli uomini
Ma anche la batticoda
E l’ape affumicata
Il riccio damerino mai uno spillo fuori posto
addirittura il mulo né questo né quello
perché non è un cavallo ma nemmeno un asino
(rammaricato perché creato dall’uomo…)
il pero che infiora un po’ prima del melo
le foglie di mughetto quasi senza gambo
il vitellino che si trascina dietro alla madre
e noi che a Dio siam sempre a chieder coccole
come se avesse solo noi da amare al mondo. (Jan Twardowski).
MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE DEL 2/03/18
“Cari figli, grandi cose ha fatto in me il Padre Celeste, come le fa in tutti quelli che lo amano teneramente e fedelmente e devotamente lo servono. Figli miei, il Padre Celeste vi ama e per il suo amore io sono qui con voi.
Vi parlo: perché non volete vedere i segni? Con lui è tutto più semplice: anche il dolore, vissuto con lui, è più lieve, perché c’è la fede. La fede aiuta nel dolore, mentre il dolore senza fede porta alla disperazione.
Il dolore vissuto ed offerto a Dio, eleva. Mio Figlio non ha forse redento il mondo per mezzo del suo doloroso sacrificio? Io, come sua Madre, nel dolore e nella sofferenza sono stata con lui, come sono con tutti voi. Figli miei, sono con voi nella vita: nel dolore e nella sofferenza, nella gioia e nell’amore.
Perciò abbiate speranza: la speranza fa sì che si comprenda che qui sta la vita. Figli miei, io vi parlo; la mia voce parla alla vostra anima, il mio Cuore parla al vostro cuore.
Apostoli del mio amore, oh quanto vi ama il mio Cuore materno! Quante cose desidero insegnarvi! Quanto il mio Cuore desidera che siate completi, ma potrete esserlo soltanto quando in voi saranno uniti l’anima, il corpo e l’amore. Come miei figli vi chiedo: pregate molto per la Chiesa e per i suoi ministri, i vostri pastori, affinché la Chiesa sia come mio Figlio la desidera: limpida come acqua di sorgente e piena d’amore.
Vi ringrazio.”
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
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LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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Messaggio delle Regina della Pace del 2 gennaio 2018
“Cari figli,quando sulla terra viene a mancare l’amore, quando non si trova la via della salvezza, io, la Madre, vengo ad aiutarvi a conoscere la vera fede, viva e profonda; ad aiutarvi ad amare davvero.
Come Madre, anelo al vostro amore reciproco, alla bontà e alla purezza. È mio desiderio che siate giusti e che vi amiate. Figli miei, siate gioiosi nell’animo, siate puri, siate bambini! Mio Figlio ha detto che ama stare tra i cuori puri, perché i cuori puri sono sempre giovani e lieti.
Mio Figlio vi ha detto di perdonare e di amarvi. So che non è sempre facile: la sofferenza fa sì che cresciate nello spirito. Per crescere il più possibile spiritualmente, dovete perdonare ed amare sinceramente e veramente. Molti miei figli sulla terra non conoscono mio Figlio, non lo amano.
Ma voi, che amate mio Figlio e lo portate in cuore, pregate, pregate e, pregando, percepite mio Figlio accanto a voi: la vostra anima respiri il suo Spirito! Io sono in mezzo a voi e parlo di piccole e grandi cose. Non mi stancherò di parlarvi di mio Figlio, amore vero.
Perciò, figli miei, apritemi i vostri cuori, permettetemi di guidarvi maternamente. Siate apostoli dell’amore di mio Figlio e del mio.
Come Madre vi prego: non dimenticate coloro che mio Figlio ha chiamato a guidarvi. Portateli nel cuore e pregate per loro.
Vi ringrazio!”
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
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Gv 3,16-26
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.
Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
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6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron
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