Quali sono i grandi misteri dell’universo che non abbiamo ancora risolto?Io penso che ancora non abbiamo risolto in profondità alcun mistero dell’Universo, semplicemente perché ognuno di noi è già un mistero per se stesso.
Sono misteri la vita e la morte, l’esistenza della materia e dello spirito, la natura del microcosmo e del macrocosmo, la nostra mente e la coscienza.Chi sa realmente perché esistiamo nel mondo in questo modo, con queste caratteristiche e fragilità?
Cos’è davvero la forza gravitazionale, l’elettromagnetismo e le varie forze che tengono compatto l’universo in cui agiamo ed interagiamo? Perché miliardi di atomi sono aggregati così perfettamente da formare il nostro corpo e quello degli animali?
E perché una piantina cresce nel terreno da un piccolo seme? Cosa sono davvero i nostri sensi e come fanno a percepire una parte piccolissima della realtà interna ed esterna? Chi può individuare con sicurezza la natura di ciò che percepiamo? La realtà non è da noi percepita integralmente, ma come sarà veramente?
Noi conosciamo alcune cose che la scienza ha scoperto, ma consistono in relativamente poche leggi che poi applichiamo universalmente. La vera natura intrinseca delle cose e del loro dinamismo ci sono ancora sconosciuti, come è sconosciuta la loro ragione fondante.
Chi pretende di aver risolto anche il più piccolo mistero, non può capire quanto ancora potrebbe scoprire.
Noi stiamo vivendo in una dimensione molto più complessa di quello che immaginiamo, mentre per l’altra dimensione a cui siamo destinati, quella trascendentale, avremo davanti a noi l’Eternità, la quale è fuori dallo spazio e dal tempo…
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Ricordiamoci spesso di Chi ci sta continuamente sostenendo. Egli ha già deciso l’ultimo istante della nostra vita terrena.
Ci ha donato l’ esistenza, la vita terrena, l’anima, l’intelletto e tante altre cose. Se Lui vuole, essendo Amore Onnipotente, può toglierci tutto quello che abbiamo avuto in dono da Lui o quello che ha deciso di toglierci per il nostro bene.
Se possiamo respirare, camminare, vedere, ascoltare, lavorare, conversare, mangiare e bere, ragionare ecc. é grazie a Lui. Chi non lo riconosce vive nella continua menzogna e non si rende gradito al Creatore.
Coloro hanno davvero la consapevolezza di questa nostra completa dipendenza dal Creatore, cercano di conservare la sua amicizia perché la ritengono indispensabile per la serenità interiore.
Chi ha il Sacro timore di Dio considera importante questa grande Verità, che cioè senza di Lui non possiamo fare nulla, nemmeno pensare.
Ci ha donato il libero arbitrio ed aspetta che noi riconosciamo il suo grande amore per ognuno di noi.
Con Lui non possiamo far finta di nulla: Egli ci conosce perfettamente, sa quello che pensiamo e come agiamo.
Ci protegge dai continui pericoli e ci sorregge molto di più di quello che pensiamo!
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Il nostro mondo fisico è energia, come lo sta scoprendo la scienza stessa.
È energia il nostro corpo ed è energia la nostra stessa mente pensante.
L’energia relativa al pensiero è ancora più sottile…
L’anima immortale, invece, è su un altro piano ontologico, ma fin che è nel nostro corpo c’è un sottilissimo legame con esso perché presiede a tutte le nostre facoltà a lei sottomesse.
Nella nostra vita normale abbiamo moltissime prove del fatto che interferiamo sugli accadimenti e sulle persone. Proviamo a pensare ai fenomeni telepatici, ad esempio. Od anche a quelli ipnotici. Od alle premonizioni ecc.
Se tutto è energia, allora nulla è completamente slegato, tutti siamo interdipendenti.
Ciò che pensiamo, può essere pensato da altri ed il nostro pensiero può in qualche modo interferire su altre persone.
Analogamente al famoso principio di indeterminazione di Heisemberg, a livello mentale tutti noi potremmo interferire, anche inconsciamente, sugli eventi e sulle persone con cui abbiamo a che fare.
C’è un pensiero unificante, ed uno disgregante.
Se si vive nella malafede e nella menzogna, si può facilmente influenzare più persone e questo, però può condurre alla disgregazione perché la menzogna non può sussistere a lungo senza causare danni inconcepibili per la normale logica umana.
Il pensiero unificante, invece, sostiene il piano ontologico, perché la Verità è l’Unità.
Se più persone attivano in sé il pensiero unificante, neutralizzano quello disgregante.
Come alimentare in sé questo pensiero unificante?
Nella solitudine, in un clima di preghiera e discernimento, nel cercare di essere uniti al vero Maestro della Verità, Gesù Cristo, il quale aveva affermato che in unione con Lui, faremo cose anche più grandi di quelle che aveva fatto Lui.
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La scienza studia le leggi di questa dimensione spazio-temporale usando certi criteri che si sono evoluti nel tempo, ma che ancora subiranno mutazioni fino a che esiste l’umanità in continuo progresso ed assetata di conoscenze. Infatti ci sono situazioni e fenomeni che non possono essere spiegati con i criteri tradizionali, come ad esempio il microcosmo relativo alla fisica quantistica e ad altre realtà.
In pratica, solo per quanto riguarda questo universo, anche se sono stati fatti enormi progressi rispetto al passato, ci sono ancora infiniti campi inesplorati e che per ora la mente umana non riesce a concepire. Si parla sempre di più di ricerca epistemologica.
Se ci pensiamo bene la maggior parte delle conoscenze devono ancora essere svelate, partendo dalla materia inorganica fino alla biosfera e l’uomo stesso.
Anche se conosciamo alcune leggi relative a molti fenomeni di ogni tipo, il vero ricercatore è consapevole che ci sono sconosciute molte realtà all’interno stesso di ogni fenomeno che prendiamo in considerazione.
La gravità, per esempio, nonostante si siano formulate molte leggi relative ad essa, rimane ancora un mistero per quanto riguarda sua vera natura più intrinseca, tanto è vero che si ipotizzano molti aspetti della realtà cosmica che potrebbero indurci a trovare la sua reale natura. Mi riferisco all’anti-materia, alla materia oscura, all’energia oscura, ecc. le quali da anni sono ancora in fase di studio.
Per quanto riguarda la stessa biologia, conosciamo molti aspetti e fenomeni complessi, ma il cammino è ancora molto lungo per poter individuare certe realtà, per cui siamo sempre in fase di sperimentazione. I biologi ricercatori, comunque, si ritrovano anche di fronte a certi limiti etici e morali. Fino a che punto è lecita la sperimentazione sull’uomo stesso per non ledere la sua dignità di persona e stravolgerne la sua stessa natura?
Purtroppo stiamo assistendo ad un relativismo dell’etica tradizionale e peggio ancora della morale per il raggiungimento di certi fini e questo comporta una serie di problemi spesso gravi.
La scienza non è un’alternativa a Dio, ma uno dei mezzi per aprirgli il nostro cuore riconoscente
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Dante Alighieri scrisse:
L’amor che move il sole e l’altre stelle (Paradiso, XXXIII, v. 145)
L’Amore è la causa prima di ogni forma di energia e di tutto ciò che esiste, per cui è molto di più di quello che intendiamo comunemente per “energia”.
In genere abbiamo un concetto limitato alla dimensione spazio-temporale quando pensiamo all’energia, termine che si applica molto alla scienza in generale e che è oggetto di discussione in determinati ambiti filosofici.
Però non possiamo confondere l’essenza divina con l’energia, perché Dio è ontologicamente oltre alla semplice energia comunemente intesa: Egli è pura Trascendenza e non può rientrare nelle nostre categorie mentali.
La Sacra Scrittura, comunque, afferma che Dio è Amore.
Se diciamo che Dio è Amore, allora possiamo affermare che l’Amore ha consentito la nostra stessa esistenza e la sta custodendo.. ma se non siamo in sintonia con questo Amore, allora disperdiamo tutto nel nulla..
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È risaputo che nel nostro corpo ogni cellula ha una sua funzione specifica, perché ha il compito di formare e mantenere integro l’organo od il tessuto di appartenenza. Quelle più anziane cedono il posto a quelle nuove ecc.
Anche gli organi ed i tessuti sono organizzati per conservare le funzionalità del corpo.
Il principio bio-omeostatico consiste nell’adattamento di ogni componente corporeo alle variazioni esterne ed interne, anche se non appaiono molto significative.
Le diverse patologie che subiamo sono dovute ad una distonia dell’equilibrio bio-omeostatico, considerando che anima-psiche e corpo interagiscono molto strettamente.
Il dinamismo bio-energetico funziona armonicamente in tutte e tre queste dimensioni: laddove è in eccesso o in difetto, ciò si ripercuote sia nell’area di competenza, che in altre aree corporee e psichiche.
Ciò si avvera nel sistema immunitario, in quello linfatico ed in tutti gli altri sistemi corporei ecc.
Il principio che applichiamo nel cercare di ripristinare l’equilibrio bio-omeostatico in una realtà corporea distonica consiste nel tentare di gestire con efficacia le distonie che generano le varie patologie che subiamo.
Ma è importante intervenire anche sulla psiche, dove, spesso a nostra insaputa, vengono generati certi processi che interagiscono sul “soma”, come gli stati d’ansia o le varie fobie che dipendono dalla nostra particolare visione del mondo.
Si procede nel far prendere consapevolezza che qualsiasi parte del corpo in sofferenza è in stretta unione con tutte le altre parti, anche se apparentemente sane, compresa la psiche.
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MATERIA OSCURA E MATERIA “NORMALE” INTERAGISCONO?
Non è stato individuata con certezza l’interazione della materia ordinaria con la materia oscura. Le ricerche sono solo agli inizi.
Può darsi, invece, che per qualche remota ragione, la stessa materia oscura sostenga quella “normale”, perché tutto ciò che esiste in qualche modo interagisce…
Dobbiamo ammettere la possibilità di pensare che ciò che denominiamo la “materia normale” sia molto meno normale di quello che si crede comunemente e ne sappiamo ben poco ancora.
La materia relativa alla nostra dimensione è composta da atomi, i quali sono formati da particelle infra-atomiche, ecc.
La scienza sta appurando che la stessa materia, alla fine è una forma di “energia”. E ciò vale anche per tutto ciò che compone la materia oscura e le altre eventuali dimensioni. Si parla anche di energia oscura ecc.
A questo punto come possiamo stabilire già a priori che la materia oscura non interagisce con quella “normale”?
Potrebbe essere una questione epistemologica non ancora individuata o risolta. Ci sono molte più realtà che non conosciamo di quello che si pensa.
Einstein, da scienziato davvero intelligente, aveva proposto con successo alcune sue importanti teorie cosmologiche e relativistiche, ma ha sempre considerato il fatto che un giorno possano essere smontate..
È giusto, quindi, che le ricerche procedano…
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San Francesco lodava il Signore per tutto l’esistente, persino per la morte.
Intuiva in profondità il mistero che si cela nella materia, oggi più che mai oggetto di studi da parte dei ricercatori.
La materia, si dice, è una forma di energia. Ma anche l’energia è un dinamismo che ci è ancora molto più oscuro di quello che pensiamo. Quello che è certo è la sua continua organizzazione, la sua complessificazione e la sua costante riorganizzazione.
Nell’ambiente microcosmico essa appare una gamma di vibrazioni che sfuggono ad una precisa individuazione. Ciò che dovrebbe stupire è l’interazione tra questo dinamismo microcosmico con quello che per noi è la dimensione”macrocosmica” perché rientra nella sfera dei nostri sensi.
Volontariamente o no muovo la mano così incredibilmente complessa, in cui le cellule rispondono a determinati impulsi, pur rimandendo aggregate secondo leggi specifiche.
Il mio stesso corpo agisce all’unisono pur mantenendo la molteplicità strutturale in modo indescrivibile. Così per tutta la terra e l’intero Cosmo nel quale siamo formati e che ci mantiene vitali attraverso un continuo interscambio ambientale.
Chi diviene un po’ più consapevole di questa complessa architettura strutturale in cui agiamo, non può fare a meno di uscire dalla routine di banalità che annebbia la nostra mente per meravigliarsi del Tutto.
San Francesco e Teilhard de Chardin vivevano in questo particolare stupore ed è per questo che la loro continua osservazione si tramutava in lode al Creatore.
IL CANTICO DELLA CREATURE
Altissimo, onnipotente, buon Signore tue sono le lodi, la gloria e l’onore ed ogni benedizione.
A te solo, Altissimo, si confanno, e nessun uomo è degno di te.
Laudato sii, o mio Signore, per tutte le creature, specialmente per messer Frate Sole, il quale porta il giorno che ci illumina ed esso è bello e raggiante con grande splendore: di te, Altissimo, porta significazione.
Laudato sii, o mio Signore, per sora Luna e le Stelle: in cielo le hai formate limpide, belle e preziose.
Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento e per l’Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo per il quale alle tue creature dai sostentamento.
Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta. Laudato sii, o mio Signore, per frate Fuoco, con il quale ci illumini la notte: ed esso è robusto, bello, forte e giocondo.
Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra, la quale ci sostenta e governa e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba.
Laudato sii, o mio Signore, per quelli che perdonano per amor tuo e sopportano malattia e sofferenza.
Beati quelli che le sopporteranno in pace perchè da te saranno incoronati.
Laudato sii, o mio Signore, per nostra sora Morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scampare. Guai a quelli che morranno nel peccato mortale.
Beati quelli che si troveranno nella tua volontà poichè loro la morte non farà alcun male. Laudate e benedite il Signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltate.
dall’Inno alla materia” di Teilhard de Chardin
Benedetta sii tu, mortale Materia, tu che, dissociandoti un giorno in noi, c’introdurrai necessariamente nel cuore stesso di ciò che è.
Senza di te, o Materia, senza i tuoi attacchi, senza i tuoi strazi, noi vivremo inerti, stagnanti, puerili, ignoranti di noi stessi e di Dio.
Tu che ferisci e medichi, tu che resisti e pieghi, tu che sconvolgi e costruisci, tu che incateni e liberi, Linfa delle nostre anime, Mano di Dio, Carne del Cristo, o Materia, io ti benedico.
Ti benedico, o Materia, e ti saluto, non già quale ti descrivono, ridotta o sfigurata, i pontefici della Scienza ed i predicatori delle Virtù, ma quale tu mi appari oggi, nella tua totalità e nella tua verità.
Ti saluto, inesauribile capacità d’essere e di trasformazione in cui germina e cresce la Sostanza eletta.
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Non è stato stabilito da tutti che la materia oscura non interagisce con quella ordinaria. Le ricerche sono solo agli inizi.
Può darsi, invece, che per qualche remota ragione, la stessa materia oscura sostenga quella “normale”, perché tutto ciò che esiste in qualche modo interagisce…
Dobbiamo ammettere la possibilità di pensare che ciò che denominiamo la “materia normale” sia molto meno normale di quello che si crede comunemente e ne sappiamo ben poco ancora.
La materia relativa alla nostra dimensione è composta da atomi, i quali sono formati da particelle infra-atomiche, ecc.
La scienza sta appurando che la stessa materia, alla fine è una forma di “energia”. E ciò vale anche per tutto ciò che compone la materia oscura e le altre eventuali dimensioni. Si parla anche di energia oscura ecc.
A questo punto come possiamo stabilire già a priori che la materia oscura non interagisce con quella “normale”?
Potrebbe essere una questione epistemologica non ancora individuata o risolta. Ci sono molte più realtà che non conosciamo di quello che si pensa.
Einstein, da scienziato davvero intelligente, aveva proposto con successo alcune sue importanti teorie cosmologiche e relativistiche, ma ha sempre considerato il fatto che un giorno possano essere smontate..
Al giorno d’oggi circolano strane teorie in odore di new age e post new age, come ad esempio la famosa “legge di attrazione”, la quale, avvalendosi del presupposto “einsteiniano” per cui tutto è energia, promette risultati sorprendentemente positivi per chi sa sintonizzarsi su queste complesse onde energetiche che permeano l’Universo in cui siamo immersi.
Secondo queste teorie noi tutti, se emettiamo onde positive attraverso i nostri desideri, essi si possono realizzare allorché formulati in pensieri e frasi ripetute come un mantra.
In questo modo queste segrete vibrazioni cosmiche, sintonizzandosi con noi, ci aiuterebbero a trovare un lavoro, un partner, ad ottenere salute, benessere e soldi. Addirittura esse sostengono che, qualora noi ringraziamo positivamente l’Universo per quello che abbiamo, ci verrà dato altro ancora in abbondanza.
C’è un particolare importante: questa teoria presuppone una visione panteistica dell’Universo. Questo è contrario alla visione cristiana: basta solo pensare alla preghiera insegnata da Gesù: “Sia fatta la tua volontà”.
Succede inoltre, che alcuni ottengono davvero alcune cose che chiedono seguendo i consigli di certi moderni guru che sostengono la legge di attrazione.
A questo punto dobbiamo ricordare bene che Dio non è l’Universo, perché ne è il Creatore ed è quindi trascendente.
Quando escludiamo Dio dalla nostra vita, lasciamo il posto ad un angelo malefico, il quale ha dei poteri ed ha la facoltà di concederci certe cose proprio per indurci a dimenticarci di Colui che ha creato tutto e che ci sta continuamente sorreggendo.
Attenzione, quindi a questo inganno diabolico: Gesù ci ha consigliato di santificare il nome del Padre e di compiere la sua volontà, non la nostra!
Tutto, quindi deve essere compiuto in Lui e nel suo nome: è questo che ci consente anche di ottenere grazie straordinarie.
Gesù aveva detto: “Senza di me non potete fare nulla”
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Quando si dice che i Santi “vivono nella luce”, si usa questa metafora per mettere in evidenza che il loro essere é strettamente unito a quello divino, il quale é Luce perché é la Verità Assoluta, nell’Unità e nella Bontá infinita.
Pertanto la luce in cui vivono i Beati non può riferirsi ad un tipo di luce che immaginiamo noi viventi sulla terra, colta con i nostri sensi. Del resto sappiamo che la luce é energia.
La luce divina é Energia purissima che avvolge in profonditá coloro che vivono in Dio nell’altra dimensione, la quale dona loro un benessere inimmaginabile e nessuno di loro subisce affanni o sofferenze di ogni tipo perché in Dio tutto é completezza, pienezza, armonia, bellezza, soddisfazione, stupore, contemplazione, gratificazione, Amore Puro.
Tutti godranno nella contemplazione dell’Essere Assoluto e ammireranno la luce degli altri, sempre diversa per ognuno in base allo splendore ed alla qualità dell’Amore…
(Una voce dal deserto)
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA (con disegni di Perla Paik) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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Quando si dice che i Santi “vivono nella luce”, si usa questa metafora per mettere in evidenza che il loro essere é strettamente unito a quello divino, il quale é Luce perché é la Verità Assoluta, nell’Unità e nella Bontá infinita.
Pertanto la luce in cui vivono i Beati non può riferirsi ad un tipo di luce che immaginiamo noi viventi sulla terra, colta con i nostri sensi. Del resto sappiamo che la luce é energia.
La luce divina é Energia Purissima che avvolge in profonditá coloro che vivono in Dio nell’altra dimensione, la quale dona loro un benessere inimmaginabile e nessuno di loro subisce affanni o sofferenze di ogni tipo perché in Dio tutto é completezza, pienezza, armonia, bellezza, soddisfazione, stupore, contemplazione, gratificazione, Amore Puro.
Tutti godranno nella contemplazione dell’Essere Assoluto e ammireranno la luce degli altri, sempre diversa per ognuno in base allo splendore ed alla qualità dell’Amore…
(Una voce dal deserto)
Per telergia si intende l’azione del fluido psichico di spiriti disincarnati su oggetti materali.
Per analogia è possibile considerare “telergia” anche l’azione del fluido umano profondamente psichico su tutti gli eventi cosmici che sono tra loro interagenti, ed allora diventa “telergia umana”.
Consideriamo il nostro campo di azione come un microcosmo, il quale non è completamente autonomo rispetto al Macrocosmo. Nella vita pratica abbiamo moltissimi riscontri di ciò, dagli eventi telepatici, alle premonizioni, agli eventi storici e culturali, ecc.
Non diamo molta importanza a questa forma di telergia umana perché la cultura dominante ci abitua a pensare che ogni persona è un essere completamente a sé stante ed interagisce con gli altri solo in base alle proprie esigenze.
Consideriamo per ora solo la nostra dimensione umana individuale.
Dal cervello vengono emanati gli ordini per ogni forma di dinamismo corporeo volontario od involontario: da questo organo partono gli impulsi, i quali, attraverso i nervi, determinano azioni che coinvolgono i cinque sensi. Gli scienziati stanno studiando la vera natura di questi impulsi, i quali, come è noto da tempo, hanno una causa bio-chimica ben precisa, ma se ci pensiamo bene è una forma bio-energetica la cui vera natura ci è ancora sconosciuta perché non è prettamente fisiologica, ma è strettamente legata al nostro dinamismo mentale e psichico.
La psiche, poi, ha degli stretti legami con la dimensione spirituale della nostra anima, la quale è presente in noi, ma non è misurabile perché tende alla trascendenza. Ciò è intuibile dagli effetti che emozioni e sentimenti provocano sulla mente ed il corpo.
È noto che se c’è armonia interiore, ciò ne beneficia tutto il nostro essere psichico e corporeo. Pare che le stesse malattie siano una forma di disarmonia interiore alla quale reagisce il sistema psico-fisico attraverso barriere e distonie dinamiche patologiche.
L’Uomo per eccellenza,(il Figlio dell’Uomo) Gesù Cristo, viveva in perfetta armonia interiore ed è per questo motivo che gli evangelisti non riportano casi di patologie personali. La sua dimensione spirituale era continuamente immersa nella Trascendenza attraverso lo stretto legame col Padre Celeste.
Consideriamo, ora, l’ambiente in cui ogni uomo vive in questa dimensione terrena. Notiamo subito che egli è in grado di trasformare l’ambiente in cui opera ed interagisce con gli altri attraverso la comunicazione e le diverse dinamiche socio-culturali. Il suo habitat limitato è la terra, ma in Lui c’è anche l’attrazione verso gli spazi cosmici che immagina infiniti. L’uomo nella società, oltre a procreare, può indurre alla guerra od operare per la pace, determinare il progresso, l’economia, le tendenze culturali ecc. Si direbbe che la tendenza fondamentale del suo bisogno di aggregazione sia quella di formare una umanità sempre più progredita, comunicante ed interconnessa, una specie di “mega-cervello” che supera se stesso.
Per ora il fenomeno appare confuso perché ha molti risvolti antitetici ai valori tradizionali che ha da sempre acquisito. In effetti il progresso fine a se stesso potrebbe anche condurre all’auto-distruzione, ma nessuno nega che ci siano anche benefici importanti per la sopravvivenza dell’umanità, ma anche per il suo tenore di vita.
Gesù Cristo, l’Uomo-Dio, ha operato predicando valori positivi importanti, operando guarigioni e prodigi. Ha anche affermato che chiunque crede in Lui farà cose ancora più grandi. In effetti la vita sociale potrebbe divenire più a misura d’uomo se ognuno mettesse in pratica ciò che Egli ha insegnato con la parola e l’esempio. La fede in Lui può spostare le montagne e sedare le tempeste.
Cosa significa?
(Pier Angelo Piai)
di p. Ermes Ronchi
Pentecoste Gv 15,26-27.16,12-15
Vi saluto cari amici, in modo particolare in questa festa di Pentecoste. Vorrei salutare ciascuno con un inchino, perché a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito santo. Inchinarmi davanti a ciascuno e dire: Saluto il Dio che è in te.
Se non sono stato segno dello Spirito nella libertà, nella creatività, nella novità di vita, nel continuo spirare e creare e ricreare questa umanità nuova, ti prego:
Vieni e rinnovaci Signore
Se non sono stato creatura di fuoco, del fuoco che riscalda e illumina e consola e trasforma, se abbiamo preferito una chiesa spegnitrice…
Vieni e rinnovaci Signore
Per la mia chiesa che ha paura del fuoco e del vento, se abbiamo spento lo Spirito nelle anime, o nelle attese dell’umanità, per noi e per la chiesa ti preghiamo:
Vieni e rinnovaci Signore
Omelia
Che cos’è lo Spirito santo? È Dio in libertà.
Che inventa, apre, fa cose che non t’aspetti. Che dà a Maria un figlio fuorilegge, a Elisabetta un figlio profeta.
Dio è libero sempre, ma oggi mi piace immaginarlo libero, mentre gioca con la sua creazione, mentre lascia il cielo e scende nei nostri pascoli. Per entrare in noi e dimorare: è il travaso di Dio nell’anima di ciascuno di noi. Gli piace vivere di noi. Piace anche a lui nutrirsi di nutrimenti terreni.
Dio in libertà, un vento nomade, che porta pollini dove vuole, là dove vuole primavere, che disperde le nebbie.
Dio in libertà. Dio che non sopporta statistiche. Gli studiosi cercano ricorrenze e schemi costanti. Dicono: nella Bibbia Dio agisce così. Non credeteci. Nella vita e nella Bibbia, Dio non segue mai degli schemi.
Libero come lo è il vento, la cosa più libera che ci sia, che alle volte è una brezza leggera, alle volte un uragano che scuote la casa e la città; la sua Parola alle volte voce sottile del silenzio, alle volte un fuoco chiuso dentro le ossa del profeta.
Libero: agisce contro il gigante Golia con una fionda di pastore, oppure contro il Faraone con due levatrici.
Ma che bello il nostro Dio! L’ho scelto per questo. Mi commuovono certe storie impossibili. Il re Saul vede il suo regno a pezzi e va da una vecchia negromante, una strega in una caverna a Endor (1 Sam 28,7) per farsi evocare lo spirito di Samuele. Il profeta viene, ma gli annuncia con durezza la fine sua e dei suoi figli. Il re Saul sta male, cade a terra, ed ecco che la vecchia strega, che sa di rischiare la vita, è lei a prendersi cura del re, gli spezza il pane, prepara il vitello grasso, anticipa una parabola bellissima, è madre misericordiosa, invoca Dio. Una strega china sul grande re prega.
Quella donna qui vince il suo cattivo mestiere, e mostra che tutti siamo potenzialmente capaci di fare cose e dire parole migliori di quelle che la vita ci fa fare e dire tutti i giorni. E le sue parole “risorgono” Saul-
Una scena buia, che si svolge in una caverna, eppure un raggio di luce e di pietà emana da una donna scartata e scomunicata e illumina tutto l’ambiente (L. Bruni). E che cos’è che la rende capace di pietà e di luce se non lo Spirito di Dio? Che illumina una scomunicata…
Infinita umanità della bibbia. È l’ultima cena di Saul, forse le ultime parole buone che la vita, Samuele e Dio gli avevano negato. La Bibbia è infinita anche per questo, per gesti di donne e uomini ordinari, spesso scartati e peccatori, che consentono alla parola biblica di essere qualche volta più umana delle parole di Dio pronunciate dai suoi profeti.
Immagine dello Spirito Santo: che è dato a ciascuno, parole di Paolo, per una manifestazione particolare, per un pezzetto di storia buona.
Alle volte ci sentiamo come in mezzo a un mare piatto, su un guscio di noce, tutto è più grande di noi. Ricordo il verso di un poeta, Julian Gracq: bisogna sapere a ogni costo far sorgere una vela sul vuoto del mare.
Una vela e il mare cambia, non è più un vuoto in cui perdersi o affondare; basta che sorga una vela, che si lasci investire dal soffio vigoroso dello Spirito per iniziare una avventura appassionante, dimenticando il vuoto, seguendo una direzione.
Dove c’è lo Spirito del Signore lì c’è la libertà(2 Cor 3,17).
Posso essere incompreso, ma sono libero.
Posso essere mortificato, ma sono libero.
Posso vedere che a vincere sono sempre i più furbi o spregiudicati, ma io sono libero di dire da che parte sta il nostro Dio e di alzare il mio argine, e dire: non ti è lecito.
Se penso alla libertà di qualcuno, penso alla sua unicità, al suo essere originale, inconfondibile, insostituibile. Perciò essere liberi, meglio: diventare liberi – non è solo un diritto inalienabile e una possibilità, è il nostro esistere come persone uniche, creative, capaci di dare risposte nuove alla vita, soluzioni inedite. Perfino come la strega di Endor.
Libertà è uguale a creatività, a immaginazione. Sei libero per essere creatore, per mettere al mondo qualcosa che non esiste ancora.
Nel racconto di Luca: Apparvero lingue di fuoco che si posavano su ciascuno. Su ciascuno, nessuno escluso, nessuna distinzione da fare. Lo Spirito tocca ogni vita, le diversifica tutte, fa nascere creatori. Le lingue di fuoco si dividono e ognuna illumina una persona diversa, una interiorità irriducibile. Ognuna sposa una libertà, afferma una vocazione, rinnova una esistenza unica. E ogni credente ha tanto Spirito Santo quanto ne ha il papa. Ognuno di noi ha tutto lo Spirito che gli serve per essere creatore, cioè a immagine di Dio.
Abbiamo bisogno dello Spirito, ne ha bisogno questo nostro piccolo mondo stagnante, senza slanci. Per questa chiesa che fatica a sognare. Lo Spirito con i suoi doni dà a ogni cristiano una genialità che gli è propria. E abbiamo bisogno estremo di discepoli geniali. Abbiamo bisogno cioè che ciascuno creda al proprio dono, alla propria unicità e che metta a servizio della vita la propria creatività e il proprio coraggio. La chiesa come pentecoste continua vuole il rischio, l’invenzione, la poesia creatrice, la battaglia della coscienza.
Ma ricordiamoci di invocarlo lo Spirito. Dio è talmente delicato che viene da te se tu lo chiami. Perché Dio è rispettoso.
Il vangelo che abbiamo ascoltato oggi ha tutti i verbi al futuro: lo Spirito verrà, annuncerà, parlerà. Che senso di vitalità, di energia. Lo Spirito è una corda tesa verso il futuro, apre sentieri, e soffia forte in quella vela che hai fatto sorgere sul vuoto del mare.
E ti porta avanti; e da là dove ti eri fermato ti fa ripartire. Non viene dal passato, viene dal futuro. Che è il territorio, la terra fertile e incolta della speranza.
Verrà lo Spirito vi guiderà a tutta la verità. Gesù che non ha la pretesa di dire tutto, come invece troppe volte l’abbiamo noi, ha l’umiltà di affermare: la verità è avanti, è un percorso, un futuro. Ecco allora la gioia di sentire che i discepoli del Vento appartengono ad un progetto aperto, non ad un sistema chiuso. Che in Dio si scoprono nuovi mari quanto più si naviga.
Niente cattolici depressi, allora. Perché non mancherà mai il vento al mio veliero. Non mancherà a quella piccola vela, che ho fatto sorgere sul vuoto del mare.
PREGHIERA ALLA COMUNIONE
O Santo Spirito, amoroso respiro
e alito appassionato del Cristo.
O turbine di fuoco che si abbatte
su ogni vecchia Gerusalemme
con rombo potente.
Radice di ogni femminilità
che è nel cosmo.
O santo vento,
torna ancora libero e liberante
a turbare il nostro presente
con imprevedibili uragani,
perché guardiamo fidenti
con la tua fantasia
oltre gli orizzonti brevi
dei nostri piccoli sogni
verso nuove primavere.
O memoria salutare dell’Eterno,
o supremo, dolcissimo desiderio
che ci rendi frementi di nostalgia e grati
mentre rapido giungi all’improvviso
e subito scompari,
facci tutti alla fine
vento nel Vento,
ognuno ancora in missione,
ognuno vento nel tuo Vento,
o Spirito Creatore.
(D.M. Montagna)
Il Signore è energia che opera con i credenti. Il Risorto è sinergia con te, agisce in ogni gesto di bontà, ogni volta che porgi una parola fresca e viva, costruisce con te quando costruisci pace, quando poni segni di vita.
Il vangelo ne elenca alcuni:
– scacceranno demoni, è la capacità di divincolarsi e sgusciare via dall’abbraccio del Separatore, dalla presa della menzogna;
– parleranno lingue nuove: non si tratta di inventare un altro idioma tra i diecimila parlati, ma è la capacità di parlare in modo nuovo e fresco, da uomo nuovo, come un bambino che sa dirti: ti voglio bene, e ti spacca il cuore; perché chi parla con amore è sempre ascoltabile (F. Rosini);
– prenderanno in mano serpenti e se berranno veleni: i serpenti interiori, quegli sbagli, quel male… le parole velenose che qualche volta ti hanno colpito…
– Imporranno le mani ai malati e questi guariranno! Il Vangelo letteralmente dice non già che “guariranno”, ma che ne avranno del bene, che questo sarà bello per loro. Se ti avvicini a chi soffre e tocchi la sua malattia e trasmetti Spirito, forse guarirà e forse no, ma certamente ne avrà bene, certamente questo sarà bello per lui. Entreranno nel cuore pace, solidarietà, Spirito…
Ascensione è la navigazione del cuore che ti conduce dalla chiusura in te all’amore che abbraccia l’universo (Benedetto XVI). A questa navigazione del cuore Gesù chiama gli undici, un gruppetto di uomini impauriti e confusi, un nucleo di donne coraggiose e fedeli, e affida loro il mondo.
(p. Ermes Ronchi)
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Quando camminiamo pensiamo di percorrere un determinato spazio.
Quando osserviamo un paesaggio siamo convinti che la realtà è posta davanti a noi così com’è.
Quando ascoltiamo musica ci stupiamo della sua armonia.
Quando tocchiamo un albero pensiamo di rilevarne le sue caratteristiche principali.
Ma tutto ciò che i sensi captano è solo un’infinitesima parte di una certa realtà, perché il mondo in cui viviamo ci è in gran parte sconosciuto. In effetti noi percepiamo con i sensi ma elaboriamo il tutto con la mente, in un ipotetico centro di appercezione. È il nostro cervello che ricostruisce forme, colori, suoni, odori e varie sensazioni…
Normalmente siamo convinti che la realtà è questa.
Eppure da diversi anni gli scienziati ci dicono che la materia è un aggregato enorme di atomi ed elementi infratomici, molti dei quali hanno una durata brevissima.
Dopo Einstein si è propensi a pensare che anche la materia è una forma di energia, un insieme incredibilmente complicato di vibrazioni.
Ecco perché noi conosciamo solo un aspetto infinitesimale della realtà.
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II di pasqua Giovanni 20,19-31
La risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi nelle mani e nei piedi del crocifisso, non ha rimarginato le labbra delle ferite. Leonard Cohen cantava: c’è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce. Le mani ferite del Risorto sono le feritoie, le crepe da cui entra la luce.
Omelia di p. Ermes Ronchi
I discepoli erano chiusi in casa per paura. È un momento di disorientamento totale: l’amico più caro, il maestro che era sempre con loro, con cui avevano condiviso tre anni di vita, quello che camminava davanti al gruppo, per cui avevano abbandonato tutto, non c’è più. L’uomo che sapeva di cielo, che aveva spalancato per loro orizzonti infiniti, è ora chiuso in un buco nella roccia. Ogni speranza finita, tutto calpestato (M. Marcolini). E in più la paura di essere riconosciuti e di fare la sua stessa fine.
Ma quegli uomini e quelle donne fanno la cosa giusta: ed è quella di stare insieme, di non separarsi, fare comunità. Forse sarebbero stati più sicuri a disperdersi fra la folla e le carovane dei pellegrini. Invece no, non si sbandano e fanno argine comune allo sgomento comune. Sappiamo due cose sole di loro: la paura e il bisogno di stare insieme.
In questo stringersi l’uno all’altro, per paura e per memoria di Lui, germoglia la prima comunità cristiana.
Quella casa è la madre di tutte le chiese. La sera di Pasqua il Signore entra nella stanza chiusa, dove manca l’aria e si respira paura: Pace a voi. Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi. Li manda, così come sono, poca cosa davvero, un gruppetto alla sbando.
Come il Padre me, così io voi. Ma ora c’è in loro “un di più”: Soffiò e disse loro: ricevete lo Spirito Santo. Su quel pugno di creature, chiuse e impaurite, inaffidabili, scende il vento delle origini, il vento che soffiava sugli abissi, che scuote le porte chiuse del cenacolo. Il respiro di Dio. E che cosa produce? A sorpresa, il perdono.
A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati.
Sì, perdonare è un bisogno di Dio, è il suo respiro di Padre; ha più bisogno lui di perdonare che noi di essere perdonati: per essere Padre lui ha la necessità di abbracciare ogni figlio prodigo che torna, ha necessità di parlare con ogni figlio maggiore che non capisce, di partire in cerca di ogni pecora che si perde.
Prima opera che consegna a coloro che hanno Pace e Spirito: voi perdonerete i peccati… e non è detto ai preti, ma a tutti i discepoli e a tutte le discepole che hanno ricevuto lo Spirito e la Pace. Perdonare è possibile a tutti:
perdonare è de-strutturare il male,
de-creare il male in sé e attorno a sé.
Ma che cos’è un peccato? Risposta del vecchio catechismo: Offesa fatta a Dio disubbidendo alla sua legge. Ma non è Dio che offende questo continuo peccare, è noi che offende e umilia (Turoldo). Immaginiamo così Dio? Uno che pur offeso da me, è bravo e non mi fa pesare l’offesa? Che idea meschina di Dio abbiamo coltivato, l’abbiamo ridotto a poca cosa, costretto in miseria, a rovistare nella spazzatura delle vite.
Non riesco più a sentir parlare di peccato come fosse un’offesa a una legge. Il peccato è uno soltanto: è il disamore. Incapacità di amare, volontà di non amare.
Il disamore ferisce il mondo, offende l’uomo, disamore è l’anti-creazione.
L’unico comando che Gesù ci lascia, quello davvero suo è: amatevi. Amatevi altrimenti vi distruggerete tutti, e la ragione sarà sempre del più forte, del più violento, del più armato, del più crudele.
E Dio come perdona il disamore? Come uno smemorato? Fa come se non fosse successo niente? Ma questo a cosa servirebbe? A pareggiare i conti? A ritornare alla casella di partenza? Un estenuante gioco dell’oca?
Dio perdona come un creatore, non come uno smemorato. Non un colpo di spugna sulla lavagna della vita, ma un colpo di vento nelle vele della mia nave. Perdona risuscitando amore. Perdona, togliendo pietre che chiudono, creando aperture.
Cos’è Gesù Cristo? È una struttura di apertura, di aperture continue. Perdona aprendo cose nuove, non cancellando cose vecchie.
Voglio dirvi tutto il mio disagio per tanto linguaggio liturgico lamentoso, teso a chiedere pietà, il perdono delle colpe, mia colpa, mia grandissima colpa, e poi la richiesta di salvare l’anima dalla perdizione. Ma soprattutto, per l’immagine di Dio che questa inflazione di peccato e di richieste di perdono propone: puntiglioso, pericoloso, un ragioniere attento alle piccole cose. Anziché il Dio innamorato, seminatore di bellezza, primavera del cosmo e del cuore.
Gesù nel Vangelo ci ha detto di chiamare Dio Padre, “Abba”, papà, come figli, come amici, tralci della vite, acqua di quella sorgente. Lo chiamo papà, e continuamente gli chiedo pietà. Che amore, che fiducia è quella che ha continuamente bisogno di chiedere pietà al proprio padre? Quale figlio quando torna alla casa dei genitori per prima cosa chiede “perdono, pietà, scusami”, come facciamo noi in chiesa?. No, chiede un abbraccio.
Il perdono di Dio è questo, il dilagare del suo sole sopra le mie ombre; di aperture dentro i miei limiti. Brecce di luce, fessure di cielo, correnti nuove dentro l’immobile stagno dove sono insabbiato. Che aprono la strada a più amore, a più libertà, a più coscienza.
Otto giorni dopo Gesù è ancora lì: l’abbandonato ritorna da quelli che sanno solo abbandonare.
Li aveva inviati per le strade, e li ritrova ancora chiusi in quella stanza. Ma Gesù accompagna con delicatezza infinita la fede piccola dei suoi, con umanità suprema gestisce l’imperfezione delle vite di tutti.
Non ci chiede di essere perfetti, ma di essere autentici;
non di essere immacolati, ma di essere incamminati.
E si rivolge a Tommaso – povero caro Tommaso diventato proverbiale per la sua incredulità – Gesù l’aveva educato alla libertà interiore, a dissentire, lo aveva fatto rigoroso e coraggioso, il solo che entra e esce da quella casa.
Invece di imporsi, si propone alle sue mani: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco.
Gesù rispetta la sua fatica e i suoi dubbi; rispetta i tempi di ciascuno e la complessità del vivere. Lui non si scandalizza, si ripropone, non rimprovera si espone con le sue ferite aperte.
Toccami! Il vangelo non dice che Tommaso l’abbia fatto, che abbia toccato. Che bisogno c’era?
Non le ha toccate, le ha baciate quelle ferite diventate le feritoie della più grande bellezza del mondo. C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce (Cohen)
Tommaso, beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Siamo noi, una beatitudine per me e per te. Grande educatore, Gesù, forma alla libertà, a essere liberi dai segni esteriori, dalle visioni, alla serietà delle scelte.
Che bello se nella Chiesa, come nel cenacolo, riprendessimo a essere educati più all’approfondimento che all’ubbidienza; più alla ricerca che alla docilità! Che energie e quanta maturità!
Ecco una beatitudine che sento finalmente mia, le altre le ho sempre sentite troppo difficili, cose per pochi coraggiosi.
Questa è invece una beatitudine per noi, per chi fa fatica, per chi cerca a tentoni, per chi non vede, per chi ricomincia.
Beati voi che credete… Voglio dire grazie a tutti quelli che credono senza necessità di segni, e la loro fede rafforza la mia;
grazie a tutti quelli che si sono messi in piedi, anche se è notte. Anche se hanno mille dubbi, come Tommaso;
grazie a tutti quelli che non si accontentano del sentito dire, ma vogliono una fede che si incida nelle mani di ogni giorno!
Beati! C’è una beatitudine nel credere, una promessa di gioia nella fede: che non significa una vita più facile ma più piena e appassionata, ferita e luminosa, piagata e guaritrice.
Credere fa bene, credetemi (credete a Tommaso, a Giovanni, a Maddalena, a quanti l’hanno incontrato). Credete all’ultima riga del vangelo: tutto questo è stato scritto, perché crediate e, credendo, abbiate in voi la vita (Gv 20,31).
Credere ti fa bene, ti fa più vivo e più felice. Credere è il rischio di essere felici, di avere in noi la vita.
Queste cose sono state scritte perché crediate in Gesù, e perché, credendo, abbiate la vita. Credere ti fa bene, è il modo essere più vivi e più felici, per avere più vita: io credo, e carezzo la vita, perché profuma di Te! (Rumi). L’augurio che lascio a ciascuno: non possiamo toccare Cristo e le sue ferite, ma possiamo toccare la vita. Accarezziamola, sentiremo che profuma di Dio.
Alla Comunione
Quando sulla mia vita scende la sera,
torna, o Signore, a farti vicino
ad augurare pace.
Vieni, Signore dalle mani e dal cuore feriti.
Ti dico le parole di Tommaso:
Mio Signore e mio Dio.
Mio come lo è il cuore,
e, senza, non sarei;
mio come lo è il respiro,
e, senza, non vivrei.
Tu sei energia che sale, dice e ridice e non tace mai.
Si dilata dentro, mette gemme di luce,
mi offre due mani piagate
dove poter riposare e riprendere il fiato del coraggio.
Signore mio e Dio mio,
mio non di possesso ma di appartenenza,
io appartengo a te,
il mio Amato è mio
e io sono per lui.
Amen.
p. Ermes Ronchi
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