Padre Silvano Moro, frate cappuccino, da più di 20 anni accompagna gruppi di persone alla conoscenza profonda di se stesse utilizzando un metodo particolare, chiamato Co.To.Co. (Connais Ton Coer, Conosci il Tuo Cuore)
Molti partecipanti, alcuni dei quali dotati di notevole preparazione culturale, l’hanno definito un cammino di “nuova evangelizzazione”.
Incoraggiato dalle lusinghiere valutazioni positive, p. Silvano ha pensato di offrire a un pubblico più vasto la conoscenza di questo metodo di scoperta e di lavoro su di sé. Il libro andrà utilizzato, ogni volta che sarà possibile, negli incontri di gruppo, che sono assolutamente necessari perché la condivisione del vissuto è una grande maestra di vita. Tuttavia, chi vorrà, potrà trarre beneficio anche dalla lettura e dall’esercizio personale.
Il testo non si presenta come un corso teorico, ma ha un taglio esperienziale su due piani, umano e cristiano. Sul piano umano la persona, con una serie di domande, viene stimolata a trovare il positivo che la abita da sempre, ma di cui quasi mai ha coscienza.
In un secondo tempo, con altre domande, è invitata ad aprire gli occhi anche sui propri limiti, sui complessi e sui ritardi nella sua crescita psico-spirituale. Alla fine, si forniscono suggerimenti per continuare personalmente il percorso di crescita.
Sul piano cristiano, questo approccio alla conoscenza di sé risulta importante per realizzare un cammino di fede come esperienza di vita, anziché come acquisizione di contenuti teorici di fede da memorizzare. L’impegno di vivere in modo cosciente una parola o una frase-guida di Gesù in tutte le situazioni di vita aiuterà a essere in sintonia con la propria interiorità o cuore profondo, luogo di Dio in noi.
La condivisione nel gruppo delle proprie esperienze di vita e di fede è lasciata alla libertà di ciascun partecipante.
È comunque caldeggiata, perché lo scambio di esperienze, fatto come dono, crea dinamiche milto positive, che, a volte, sfociano in amicizia profonda e in comunione di cuori e di sentimenti.
Il creatore di questo prezioso strumento di conoscenza di sé, p. Bellarmin Fontaine, frate cappuccino francese.
Le père Silvano Moro, frère capucin, accompagne des groupes de personnes à une connaissance approfondie d’eux-mêmes depuis plus de 20 ans en utilisant une méthode particulière, appelée Co.To.Co. (Connais Ton Cœur)
De nombreux participants, dont certains ont une préparation culturelle considérable, l’ont défini comme un chemin de «nouvelle évangélisation».
Encouragé par les évaluations positives, le P. Silvano a décidé d’offrir la connaissance de cette méthode de découverte et de travail sur soi à un public plus large. Le livre sera utilisé, dans la mesure du possible, lors de réunions de groupe, qui sont absolument nécessaires car le partage d’expériences est un grand enseignant de la vie. Cependant, ceux qui le souhaitent peuvent également bénéficier de la lecture et de l’exercice personnel.
Le texte n’est pas présenté comme un cours théorique, mais a une coupe expérientielle à deux niveaux, humain et chrétien. Sur le plan humain, la personne, avec une série de questions, est stimulée à trouver le positif qui l’a toujours habité, mais dont elle n’a presque jamais conscience.
Plus tard, avec d’autres questions, elle est invitée à ouvrir également les yeux sur ses propres limites, complexes et retards dans sa croissance psycho-spirituelle. A la fin, des suggestions sont fournies pour poursuivre personnellement le chemin de la croissance.
Au niveau chrétien, cette approche de la connaissance de soi est importante pour réaliser un chemin de foi comme une expérience de vie, plutôt que comme l’acquisition de contenus théoriques de la foi à mémoriser. L’engagement à vivre consciemment une parole ou une phrase directrice de Jésus dans toutes les situations de la vie aidera à être en harmonie avec sa propre intériorité ou son cœur profond, lieu de Dieu en nous.
Le partage dans le groupe de ses propres expériences de vie et de foi est laissé à la liberté de chaque participant. Cependant, il est encouragé, car l’échange d’expériences, fait comme un cadeau, crée une dynamique très positive qui, parfois, aboutit à une amitié profonde et à la communion des cœurs et des sentiments.
Le créateur de ce précieux outil de connaissance de soi est le P. Bellarmin Fontaine, un frère capucin français.
SCOPRI TE STESSO
Qualcuno 2000 anni fa ha detto: “A che cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso?”.
E il grande psicologo Erich Fromm ha affermato: “Il compito più importante dell’uomo durante la sua vita è di dare alla luce se stesso”. Si tratta sempre di riprendere il cammino della propria nascita.
Il percorso di conoscenza di sé che presenta questo libretto, è il risultato di 40 anni di lavoro e di ricerca di un cappuccino francese: Bellarmin Fontaine. Lo ha chiamato Co.To.Co., sigla che in francese significa “Connais Ton Cœur”, cioè conosci il tuo cuore.
La concezione dell’uomo che sottostà a questo percorso è una concezione eminentemente positiva che vede il fondo dell’essere umano come bellezza. Sotto il profilo della psicologia, Co.To.Co. si presenta come dipendente dalla psicologia umanista, dalla psicologia dell’Essere in crescita.
Quindi si distingue dalla psicologia terapeutica.
Sotto il profilo della psicopedagogia dipende dalla scuola “Personnalité et Relations Humaines” (P.R.H.), fondata in Francia negli anni ’60 da André Rochais.
Questo percorso è motivato da questa domanda:
dove bisogna agire sulle persone perché la loro crescita si metta in movimento, si acceleri e mettano ordine nella loro vita rendendola più armoniosa?
L’obiettivo unico è la crescita dell’essere umano. L’intenzione dell’autore è di offrire ad ogni uomo e ad ogni donna ciò che deve sapere per diventare pienamente se stesso.
Il metodo di lavoro consiste nell’accoglienza e analisi delle proprie sensazioni a contenuto psicologico, che sono l’espressione di “realtà” psicologiche che vivono in noi, di cui spesso non abbiamo coscienza, ma che di fatto condizionano la vita in positivo o in negativo.
Si tratta di rendere attente le persone a ciò che il loro essere profondo presenta loro come cammino di vita e di crescita.
In questo percorso essendo stato creato in Africa, la struttura della persona umana è paragonata per praticità pedagogica a un villaggio composto di tre quartieri (o zone o livelli).
C’è il quartiere “Sorgenti vive”: il quartiere o zona fondamentale che è una realtà positiva, luogo della bellezza originaria della persona.
Poi c’è il quartiere del corpo e della sensibilità emotiva dove risiedono in genere tutti i nostri problemi psicologici e spirituali.
Infine c’è il quartiere del capo o testa razionale, che ha il compito di conoscere e di agire in armonia con il quartiere sorgenti vive, che è quello che guida la vita.
Negli incontri di gruppo la condivisione del proprio vissuto è lasciata alla libertà di ognuno. Non è obbligatoria, ma caldeggiata sì, perché ognuno impara dall’altro.
Questo metodo non intende consegnare a un “guru” la personalità del partecipante. Al contrario lo invita a gestire la sua propria formazione e gli fornisce gli elementi per poter fare questo. Anche se questo non esclude la richiesta eventuale di un aiuto chiarificatore da parte di un consigliere.
I 30 incontri sono strutturati così:
Chi volesse fare questo percorso tenga presente che non è fissata nessuna quota per l’iscrizione e per la partecipazione. È offerta libera, secondo le possibilità di ciascuno.
Questo metodo non intende consegnare a un ‘guru’ la personalità del partecipante. Al contrario lo invita a gestire la sua propria formazione fornendogli gli elementi per poter fare questo.
Ogni incontro è composto da una parte psicologica, che si riferisce al vissuto “sentito” e una parte più spirituale che si riferisce al vissuto di fede in cui si dà molta importanza alla Parola di Dio, che, se vissuta, nutre il profondo della persona.
L’incontro termina con dei suggerimenti che invitano a praticare nel quotidiano ciò che si è scoperto su di sé.
Il primo strumento di lavoro sono delle domande poste dall’animatore, che hanno lo scopo di provocare una sensazione a contenuto psicologico, che è da accoglie e da analizzare.
(Titoli dei capitoli del libro)
Se qualcuno è interessato ad avere il libro “Scopri te stesso” rivolgersi a:
Santuario di Castelmonte (Prepotto, UD)
tel. 0432 731094 mail : santuario@santuariocastelmonte.it
o
fr. Silvano Moro (Santuario Madonna dell’Olmo – via Santuario 9, CAP 36016 – Thiene – VI)
cell. 327 6525380 mail: silvano_moro@virgilio.it
Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 3000) iscrivetevi al mio canale youtube “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: http://www.youtube.com/user/piaipier
Chi desidera può diventare membro della confraternita “COMUNIONE DEI SANTI” (può così ricevere e dare solidarietà nella preghiera tra i membri). Basta iscriversi al canale “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: https://www.youtube.com/channel/UCEvG…
LA MORTE E LA VITA
DIALOGO IMMAGINARIO TRA LA MORTE E IL MORITURO
(M. = la morte, I. = Interlocutore, il morituro)
COPIONE TEATRALE:
https://www.mondocrea.it/dialogo-con-la-morte-copione-teatrale/
M. E’ l’ora. sono venuta a prenderti.
I. Chi sei? Io non vedo nulla. Queste parole non le odo con le orecchie, è un udito interiore… come mai? Chi sei?
M. Non importa la mia identità. Non sono identificabile. Mi chiamano la morte, ma nessuna sa chi o cosa realmente sono.
I. Aspetta, aspetta! ho molte cose da fare ancora.
M. Lascia stare, non hanno importanza! Io sono venuta proprio a relativizzare ogni cosa che pensi, che desideri e che fai.
I. Ma se non le faccio io, nessuno le farà.
M. Non fare questioni con me. Io devo semplicemente compiere il mio dovere.
Io sono necessaria, lo capirai dopo.
I. Perché adesso?
M. E perché dopo?
I. Perché così ho il tempo di prepararmi.
M. Prepararti in che senso?
I. Faccio l’esame di coscienza, metto a posto alcune cose irrisolte, chiedo perdono alle persone che ho ferito con il mio comportamento e le mie parole, frequento i Sacramenti.
M. E perché non l’hai fatto prima?
I. Non mi aspettavo una tua visita così repentina.
M. Ma tu lo sapevi che io sarei potuta venire all’improvviso, come un ladro…
I. Sì, ho sempre convissuto con il pensiero di una tua venuta anche improvvisa. Ma in fondo al cuore ho spesso proiettato in avanti il tuo momento. La sera, piuttosto, mi sono spesso addormentato sul tuo fianco…
M. Ecco..ti sei addormentato. Ma lo sai che tu hai quasi sempre vissuto da addormentato? Io vengo a raccogliere l’essenziale, ma in te trovo molte fronde inutili..
I. Hai ragione. Lascia che sfrondi tutto e poi vieni a prendermi.
M. Perché non hai sfrondato prima? Io ti ho lasciato tutto questo tempo per raccogliere i frutti di tutto questo sfrondamento…
I. Ma avevo tante cose a cui pensare…
M. Sii sincero. Tu sai bene chi sono… Tutti coloro che mi hanno incontrato mi hanno riconosciuta come la paladina della verità.
I. Sì, è vero, mi sono perso in mille frivolezze, a volte sono mi sono lasciato andare nei piaceri della vita, ho ricercato qualche forma di potere… Ma, alla fine ti ho pensato spesso!
M. Pensare non significa vivere in pienezza. Se il pensiero non si traduce in azione, ha poco valore. Quando arrivo verrà raccolto quello che hai operato, non ciò che hai pensato. Il tuo pensiero è come la corda tesa dell’arco, ma se non miri giusto il bersaglio, lo sforzo si disperderà nel nulla.
Ora tu hai teso la corda, abbandonala…
I. Dopo tanti anni di lotte e tribolazioni tu mi chiedi di abbandonarmi?
M. Sì, perché ritroverai te stesso proprio in quell’abbandono.
I. Ma che senso ha vivere per poi lasciarci andare nell’abbandono?
M. La vita è questa: nell’abbandono sarai un osservatore più attento. Ogni attimo dell’esistenza è una continua alternanza tra me e la vita. Tu non te ne eri mai accorto, ma io sono sempre stata presente in te, sono un po’ come il propellente della vita.
I. Ora perché mi vuoi prendere definitivamente? Perché sei così determinata?
M. Ogni istante della tua vita ha preparato questo. E’ la tua ora, non puoi sfuggire. Come non puoi fare a meno di respirare, non puoi assolutamente fare a meno di morire. Morire è solo l’ultimo atto che sintetizza le miliardi di morti che hanno sostenuto la tua vita. Questo avresti dovuto saperlo.
I. Diventi sempre più incomprensibile. Tu ora vuoi prendermi. Ma cosa prendi se il mio io si dissolve?
M. L’io che ti sei costruito in modo fittizio si dissolve. Mi porto via proprio quello. Le tue illusioni, ciò che hai accumulato materialmente e mentalmente.
Porto via da te ogni forma di orgoglio, ogni brama di successo, le tue passioni terrene, tutto ciò che non è rivestito di immortalità.
I. Cioè… tutto ciò che non ti resiste?
M. In un certo senso, sì. Ma non sono abituata a discutere…. Vengo, prendo e scompaio nel nulla per poi riapparire in altri elementi vitali. Ritorno in qualsiasi momento in cui c’è un palpito di vita. La vita non può fare a meno di me.
I. Ma quando ti sei presa tutto ciò che tu chiami illusorio, cosa rimane di me?
M. L’essenziale
I. Che cos’è l’essenziale?
M. Ciò che io non posso fagocitare.
I. Il nulla? L’essere?
M. Ciò che chiami nulla è la mia essenza. Ma anche la tua. Resta l’immortale.
I. Ti prego… essenziale…immortale… cerca di essere più chiara!
M. Ma allora non hai capito? Il nulla viene assorbito dal nulla, mentre ciò che “è” permane in eterno. In te c’è un principio immortale che io non posso confiscare. Il nulla non può agire sull’essere. Tu sei te stesso nel momento in cui emerge il principio di immortalità che ti fa simile al Dio immortale.
Se tieni desto in te questo principio io non ho alcun potere su di te, ma solo su ciò che supporta il tuo essere terreno, cioè su tutti gli elementi transeunti che sono soggetti al mutamento nel tempo e nello spazio.
I. Ma allora tu, non esisti!
M. Esiste il nulla? Ti rovescio la domanda: non esiste ciò che è? Tu concepisci il nulla come assenza di una presenza. E’ un luogo comune. La tua logica ragiona per contraddizione: è o non è. Va a fondo e ti accorgerai della tua superficialità.
I. Da quando in qua la morte genera la filosofia?
M. Da sempre. Sono proprio io che spingo gli uomini ad interrogarsi sul senso dell’esistenza. Sono io il propulsore della ricerca, del progresso, della scienza, del pensiero, della vita stessa. Persino dell’amore.
I. Dell’amore? Tutte quelle persone che anelano a te persino con il suicidio?
M. Non essere superficiale. Anche il suicidio può essere un’ultima protesta di chi reclama la vita. Il suicida mi carpisce con violenza. Spera di poter porre fine al proprio disagio. Non vivendo autenticamente vorrebbe annullarsi tramite me.
Anche questa è un’illusione. Io non sono un’anestetico, la panacea per i vostri mali. Io agisco, ma non posso essere rappresentata da una mente umana. Tu stesso mi percepisci nella coscienza, ma non puoi vedermi o toccarmi. Non ho colore o sapore. Nel momento stesso in cui agisco scatta la vita…svanisco.
I. Ma allora non ti devo temere: tu vieni, ma non ci sei. Non può agire colui che non c’è.
M. Io agisco nella vita. Come già ho cercato di farti capire la vita e la morte sono talmente intrecciate che non puoi separarle. La distinzione che la tua mente fa è puramente logica e razionale.
In realtà sono solo un intervallo, una fessura, un vuoto incolmabile tra due fasi di vita.
I. Allora sei inconsistente…
M.Sono inconsistente ma necessaria come il tuo respiro. Quando passi dall’inspirazione all’espirazione c’è un istante di cui non ti accorgi, un nulla che prepara l’atto successivo. Così tra un battito cardiaco e l’altro, oppure tra la sistole e la diastole…
Io agisco ovunque nel mondo materiale, nella dimensione spazio-temporale. I miei effetti cessano quando il tuo essere trascende questa dimensione.
I. Allora non ci sarà più il divenire?
M. Dio non è divenire, E’ e basta. L’anima immortale, a somiglianza del Creatore, non potrà divenire perchè &e
grave; quella che si unirà al corpo risuscitato, anch’esso non permeato dal divenire.
I. Quindi tu ci sei perché strettamente correlata al divenire?
M. Io sono solo un’idea, non ho consistenza, te l’ho già detto. Ora che ti parlo agisco nella tua coscienza. Sei tu che mi stai dando oggettività, ma non ho essenza perché albergo nel nulla. Per ciò che diviene sono negli intervalli tra uno stato e l’altro di ogni essenza. Ma non sono esistenza. Tu sai che le essenze sono immerse nell’esistenza, ma concettualmente esistenza ed essenza differiscono.
I. Questo è un passaggio molto oscuro che vorrei capire!
M. Vedo che la filosofia ti attira, nonostante io sia qui pronta per te. Comunque voglio farti un esempio che è molto conosciuto in oriente. Le onde non sono il mare, eppure è il mare che le genera e senza di lui non sussistono. Tu vedi, però, che ogni onda diviene, corre, spumeggia e si dissolve sulla superficie o sulla riva. L’onda non è il mare, fa parte di esso, ma non ha consistenza nel tempo essendo in continuo divenire. Una volta comparsa, muta e sparisce come tutte le altre. Le essenze sono come l’onda, l’esistenza è il mare, fondamento di ogni essenza.
I. Perché conosci tutte queste cose?
M. E’ proprio dal mio nulla che io posso osservare tutto ciò che è vita. Se fossi qualcosa il mio sguardo sarebbe molto più limitato.
I. Ciò significa, allora, che noi possiamo osservare meglio il mondo se ci avviciniamo al nulla?
M. In un certo senso… La tua coscienza è tale perché qualsiasi operazione compia deve negarsi per distinguersi dall’oggetto che prende in considerazione.
Se vuoi percepire quell’armadio non puoi essere armadio, ma devi porti sempre al di fuori. Nella tua mente qualsiasi punto di vista è fuori dall’oggetto.
Ma questi sono ragionamenti che appartengono alla logica umana che opera nella dimensione spazio-temporale. La realtà è ben diversa…
I. Quindi sei sempre stata presente nella mia coscienza?
M. La coscienza è un continuo tentativo di soggettivazione. Neghi l’oggetto per affermare il tuo punto di vista. Io centro nella negazione. Non ti accorgi che per attivare la tua coscienza devi continuamente morire? Più muori e più diventi consapevole.
I. Vuoi dire, allora, che sei necessaria per la mia vita?
M. Indispensabile. Dal momento del tuo concepimento tutto è sotto il mio potere. Tu ti evolvi dopo aver negato l’aspetto precedente. Prendi coscienza quando fai morire lo stato di coscienza precedente. Nella tua dimensione spazio temporale nulla è statico o fisso, tutto si muove e dietro questo movimento ci sono io. Termino il mio mandato quando sarai nella tua pienezza. Allora non avrà senso alcuna evoluzione come la intendi ora. La vita mi avrà completamente sconfitta. Sono un’amica ritenuta nemica.
I. Ma se le cose stanno così perché la gran parte di noi uomini ti teme ?
M. Perché riflettete poco sul vero scopo della vita presente.
Mi si teme quando c’è estrema insicurezza su tutto, quando si ha paura di perdere ciò che si è accumulato. Ma ciò che accumulate è un’illusione. Qualsiasi tipo di accumulazione è vana. Accumulate per espandere il vostro io, inconsapevoli, invece che lo restringete. Accumulate denaro per garantirvi il futuro, accumulate cultura e prestigio per sentirvi superiori agli altri, accumulate ideologie perché pensate che sostengano il vostro io e le vostre vane tradizioni. Arrivo io e vi rendete subito conto di quanto tempo avete sprecato.
I. Qual è il tempo terreno più utile?
M. Il contrario di quello che ti ho detto sull’accumulazione. Il vivere il presente in modo consapevole, senza false proiezioni, nella continua percezione che ogni cosa proviene dall’Assoluto a cui tutto devi riferire. Vivere, insomma, nella pienezza con distacco.
I. Mi sono sempre sforzato, pur nei fallimenti, di osservare me e il mondo con un certo distacco..
M. I tuoi sforzi verranno considerati. Ma chi vive nella pienezza non fa alcuno sforzo, perché esso assorbe molte energie. Accetta certe situazioni inevitabili, ma osserva il mondo con gli occhi di un bimbo. Accetta me e mi ritiene amica perché è cosciente della mia presenza attiva nella vita terrena. Agisce con vera compassione e nel suo distacco ama il prossimo come se stesso in Dio.
I. Se è così… allora non sono ancora pronto!
M. Sono venuta a prenderti in virtù del distacco che ti avevo accennato: devi accettare anche questo evento. Pochissimi sono coloro che sono pronti ad accogliermi. La maggior parte degli uomini avrebbero voluto procrastinare questo momento a causa dei loro attaccamenti terreni. Ma anche l’ultimo momento potrebbe essere determinante, per quello spesso vengo all’improvviso.
I. Vuoi dire che ognuno di noi anche all’ultimo momento potrebbe raggiungere il distacco che non è riuscito ad attuare in una vita terrena?
M. Tu muori come sei vissuto, non illuderti. Ma se Dio ti concede il totale abbandono tra le sue braccia, confidando nella sua infinita misericordia, in un solo momento puoi raggiungere il distacco perfetto, consapevole che è stata tutta un’illusione. Nella vita terrena hai spesso desiderato questo distacco, quindi l’opzione fondamentale era nella direzione giusta.
Nel momento in cui ti prendo definitivamente non ho più alcun potere su di te.
I. Mio Dio! Prendimi… ti offro tutti i miei attaccamenti, le mie fragilità, il mio nulla…
M. Non ti dico addio perché tu andrai a Dio ed io svanirò nel nulla da dove provengo. Non potremo davvero rivederci più. Ora vivrai autenticamente e non avrai più paura di nulla. Non te ne accorgerai nemmeno, è come una piccola puntura di spillo.
I. Mio Dio, perdonami… nelle tue mani rimetto il mio spirito.
Pier Angelo Piai
COMMENTO SUL TESTO
Il testo del “Dialogo con la morte” si presta ad essere preso in seria considerazione da interlocutori di diverse estrazioni culturali e spirituali.
La scelta dei tempi e degli spazi nell’eventuale sceneggiatura teatrale potrebbe avere una funzione simbolica molto pregnante ed attinente al messaggio di fondo.
Lo spettatore attento ha l’opportunità di ricercare un cammino interiore volto a investigare se stesso e il mondo esterno, in una forma di meditazione provocata dalla stessa consapevolezza della funzione della morte, la quale genera molti conflitti, ma è indispensabile per la relativizzazione del proprio “io” che si forma accumulando vacuità, ma che in sé è fittizio e provoca dolore e sofferenza. La coscienza del protagonista, alla fine dell’insolita ed assurda avventura, assimila come una sorta di feconda “illuminazione”, lascia cadere le illusioni accumulate dal suo egoismo e dal suo orgoglio, abbandona ogni forma di desiderio deviante e si riappacifica con se stessa cercando di assaporare l’istante che coincide con l’eternità…
Procedendo nell’ascolto del dialogo, lo spettatore, avendo l’opportunità di prendere coscienza della propria nullità esistenziale frutto della sua angusta visione della vita, ha la possibilità di formulare mille interrogativi sul proprio modo di essere e di comportarsi, sul suo egoismo e sul proprio vano orgoglio, ma non si dispera: diventa consapevole che ogni istante potrebbe essere il momento decisivo per la propria redenzione. La coscienza della morte è il suo pungiglione, ma con la Risurrezione essa perde il compito di stimolo esistenziale per guardare “oltre” questa dimensione spazio-temporale, dove troverà la pienezza riconciliandosi con il suo Creatore.
Anche dal punto di vista filosofico, lo spettatore, vi trova diversi spunti di interlocuzione, perché il testo pone molti interrogativi sul senso della vita e della morte, sul loro paradossale intreccio, sul senso del nulla e dell’essere.
La riflessione che la “morte” propone sul senso del divenire, richiama molte questioni suscitate dalla filosofia occidentale, da quella greca sino ai nostri giorni. La differenza ontologica tra l’essere e l’ente è un’antica questione scolastica, ma è ancora attuale quando si affrontano tematiche esistenziali importanti partendo da Cartesio, Kant, Hegel, Nietsche, Heidegger ed Emanuele Severino.
La morte, in questo contesto dialogico induce al ragionamento filosofico che a molti sembra inutile, eppure non possiamo farne a meno. Questo ragionamento che denominiamo “filosofico” ci regala l’illusione di aver raggiunto una certa profondità o altezza di pensiero. Ma esso non dovrebbe essere slegato dalla nostra situazione esistenziale, anche se in effetti nulla è davvero alieno da noi e dalla nostra percezione. Comunque il vaniloquio filosofico ha anche una funzione sociale specifica, nel senso soprattutto dell’arricchimento del linguaggio: esso puntualizza, scava, crea neologismi, analizza la parola, le idee ed i concetti. Un linguaggio arricchito è utile per la comunicazione più adeguata dei propri dinamismi interiori e degli eventi esterni. Non avremmo forse raggiunto questo tipo di progresso, anche se discutibile, senza la filosofia, la quale è il comune denominatore di ogni disciplina umanistica e scientifica.
Il testo, quindi, costituisce una riflessione molto particolare e “sui generis” sul senso della vita e della morte, sulla nostra ristretta visione del mondo, sulla possibilità che ogni uomo ha di ricercare un valido orientamento che lo induca verso la serenità interiore, anche nell’accettazione del dolore purificato dal proprio “io” appesantito dalle illusioni effimere della vita, dal proprio orgoglio, dalla propria cecità interiore.
L’eventuale rappresentazione teatrale dovrebbe contenere molti risvolti e dettagli che gradualmente svelano allo spettatore se stesso, la sua coscienza, il suo vero essere…che non finisce mai di scandagliare.
Diceva Sant’Agostino: “L’uomo è fatto per trovare, ma troverà solo la possibilità di cercare”.
Video e cortometraggio realizzati con il testo:
https://www.mondocrea.it/itriflessioni-732/
TESTO INTEGRALE DI PIER ANGELO PIAI:
DIALOGO IMMAGINARIO TRA LA MORTE E IL MORITURO INCOSCIENTE
(M. = la morte, I. = Interlocutore, il morituro)
M. E’ l’ora. sono venuta a prenderti.
I. Chi sei? Io non vedo nulla. Queste parole non le odo con le orecchie, è un udito interiore… come mai? Chi sei?
M. Non importa la mia identità. Non sono identificabile. Mi chiamano la morte, ma nessuna sa chi o cosa realmente sono.
I. Aspetta, aspetta! ho molte cose da fare ancora.
M. Lascia stare, non hanno importanza! Io sono venuta proprio a relativizzare ogni cosa che pensi, che desideri e che fai.
I. Ma se non le faccio io, nessuno le farà.
M. Non fare questioni con me. Io devo semplicemente compiere il mio dovere.
Io sono necessaria, lo capirai dopo.
I. Perché adesso?
M. E perché dopo?
I. Perché così ho il tempo di prepararmi.
M. Prepararti in che senso?
I. Faccio l’esame di coscienza, metto a posto alcune cose irrisolte, chiedo perdono alle persone che ho ferito con il mio comportamento e le mie parole, frequento i Sacramenti.
M. E perché non l’hai fatto prima?
I. Non mi aspettavo una tua visita così repentina.
M. Ma tu lo sapevi che io sarei potuta venire all’improvviso, come un ladro…
I. Sì, ho sempre convissuto con il pensiero di una tua venuta anche improvvisa. Ma in fondo al cuore ho spesso proiettato in avanti il tuo momento. La sera, piuttosto, mi sono spesso addormentato sul tuo fianco…
M. Ecco..ti sei addormentato. Ma lo sai che tu hai quasi sempre vissuto da addormentato? Io vengo a raccogliere l’essenziale, ma in te trovo molte fronde inutili..
I. Hai ragione. Lascia che sfrondi tutto e poi vieni a prendermi.
M. Perché non hai sfrondato prima? Io ti ho lasciato tutto questo tempo per raccogliere i frutti di tutto questo sfrondamento…
I. Ma avevo tante cose a cui pensare…
M. Sii sincero. Tu sai bene chi sono… Tutti coloro che mi hanno incontrato mi hanno riconosciuta come la paladina della verità.
I. Sì, è vero, mi sono perso in mille frivolezze, a volte sono mi sono lasciato andare nei piaceri della vita, ho ricercato qualche forma di potere… Ma, alla fine ti ho pensato spesso!
M. Pensare non significa vivere in pienezza. Se il pensiero non si traduce in azione, ha poco valore. Quando arrivo verrà raccolto quello che hai operato, non ciò che hai pensato. Il tuo pensiero è come la corda tesa dell’arco, ma se non miri giusto il bersaglio, lo sforzo si disperderà nel nulla.
Ora tu hai teso la corda, abbandonala…
I. Dopo tanti anni di lotte e tribolazioni tu mi chiedi di abbandonarmi?
M. Sì, perché ritroverai te stesso proprio in quell’abbandono.
I. Ma che senso ha vivere per poi lasciarci andare nell’abbandono?
M. La vita è questa: nell’abbandono sarai un osservatore più attento. Ogni attimo dell’esistenza è una continua alternanza tra me e la vita. Tu non te ne eri mai accorto, ma io sono sempre stata presente in te, sono un po’ come il propellente della vita.
I. Ora perché mi vuoi prendere definitivamente? Perché sei così determinata?
M. Ogni istante della tua vita ha preparato questo. E’ la tua ora, non puoi sfuggire. Come non puoi fare a meno di respirare, non puoi assolutamente fare a meno di morire. Morire è solo l’ultimo atto che sintetizza le miliardi di morti che hanno sostenuto la tua vita. Questo avresti dovuto saperlo.
I. Diventi sempre più incomprensibile. Tu ora vuoi prendermi. Ma cosa prendi se il mio io si dissolve?
M. L’io che ti sei costruito in modo fittizio si dissolve. Mi porto via proprio quello. Le tue illusioni, ciò che hai accumulato materialmente e mentalmente.
Porto via da te ogni forma di orgoglio, ogni brama di successo, le tue passioni terrene, tutto ciò che non è rivestito di immortalità.
I. Cioè… tutto ciò che non ti resiste?
M. In un certo senso, sì. Ma non sono abituata a discutere…. Vengo, prendo e scompaio nel nulla per poi riapparire in altri elementi vitali. Ritorno in qualsiasi momento in cui c’è un palpito di vita. La vita non può fare a meno di me.
I. Ma quando ti sei presa tutto ciò che tu chiami illusorio, cosa rimane di me?
M. L’essenziale
I. Che cos’è l’essenziale?
M. Ciò che io non posso fagocitare.
I. Il nulla? L’essere?
M. Ciò che chiami nulla è la mia essenza. Ma anche la tua. Resta l’immortale.
I. Ti prego… essenziale…immortale… cerca di essere più chiara!
M. Ma allora non hai capito? Il nulla viene assorbito dal nulla, mentre ciò che “è” permane in eterno. In te c’è un principio immortale che io non posso confiscare. Il nulla non può agire sull’essere. Tu sei te stesso nel momento in cui emerge il principio di immortalità che ti fa simile al Dio immortale.
Se tieni desto in te questo principio io non ho alcun potere su di te, ma solo su ciò che supporta il tuo essere terreno, cioè su tutti gli elementi transeunti che sono soggetti al mutamento nel tempo e nello spazio.
I. Ma allora tu, non esisti!
M. Esiste il nulla? Ti rovescio la domanda: non esiste ciò che è? Tu concepisci il nulla come assenza di una presenza. E’ un luogo comune. La tua logica ragiona per contraddizione: è o non è. Va a fondo e ti accorgerai della tua superficialità.
I. Da quando in qua la morte genera la filosofia?
M. Da sempre. Sono proprio io che spingo gli uomini ad interrogarsi sul senso dell’esistenza. Sono io il propulsore della ricerca, del progresso, della scienza, del pensiero, della vita stessa. Persino dell’amore.
I. Dell’amore? Tutte quelle persone che anelano a te persino con il suicidio?
M. Non essere superficiale. Anche il suicidio può essere un’ultima protesta di chi reclama la vita. Il suicida mi carpisce con violenza. Spera di poter porre fine al proprio disagio. Non vivendo autenticamente vorrebbe annullarsi tramite me.
Anche questa è un’illusione. Io non sono un’anestetico, la panacea per i vostri mali. Io agisco, ma non posso essere rappresentata da una mente umana. Tu stesso mi percepisci nella coscienza, ma non puoi vedermi o toccarmi. Non ho colore o sapore. Nel momento stesso in cui agisco scatta la vita…svanisco.
I. Ma allora non ti devo temere: tu vieni, ma non ci sei. Non può agire colui che non c’è.
M. Io agisco nella vita. Come già ho cercato di farti capire la vita e la morte sono talmente intrecciate che non puoi separarle. La distinzione che la tua mente fa è puramente logica e razionale.
In realtà sono solo un intervallo, una fessura, un vuoto incolmabile tra due fasi di vita.
I. Allora sei inconsistente…
M.Sono inconsistente ma necessaria come il tuo respiro. Quando passi dall’inspirazione all’espirazione c’è un istante di cui non ti accorgi, un nulla che prepara l’atto successivo. Così tra un battito cardiaco e l’altro, oppure tra la sistole e la diastole…
Io agisco ovunque nel mondo materiale, nella dimensione spazio-temporale. I miei effetti cessano quando il tuo essere trascende questa dimensione.
I. Allora non ci sarà più il divenire?
M. Dio non è divenire, E’ e basta. L’anima immortale, a somiglianza del Creatore, non potrà divenire perchè &e
grave; quella che si unirà al corpo risuscitato, anch’esso non permeato dal divenire.
I. Quindi tu ci sei perché strettamente correlata al divenire?
M. Io sono solo un’idea, non ho consistenza, te l’ho già detto. Ora che ti parlo agisco nella tua coscienza. Sei tu che mi stai dando oggettività, ma non ho essenza perché albergo nel nulla. Per ciò che diviene sono negli intervalli tra uno stato e l’altro di ogni essenza. Ma non sono esistenza. Tu sai che le essenze sono immerse nell’esistenza, ma concettualmente esistenza ed essenza differiscono.
I. Questo è un passaggio molto oscuro che vorrei capire!
M. Vedo che la filosofia ti attira, nonostante io sia qui pronta per te. Comunque voglio farti un esempio che è molto conosciuto in oriente. Le onde non sono il mare, eppure è il mare che le genera e senza di lui non sussistono. Tu vedi, però, che ogni onda diviene, corre, spumeggia e si dissolve sulla superficie o sulla riva. L’onda non è il mare, fa parte di esso, ma non ha consistenza nel tempo essendo in continuo divenire. Una volta comparsa, muta e sparisce come tutte le altre. Le essenze sono come l’onda, l’esistenza è il mare, fondamento di ogni essenza.
I. Perché conosci tutte queste cose?
M. E’ proprio dal mio nulla che io posso osservare tutto ciò che è vita. Se fossi qualcosa il mio sguardo sarebbe molto più limitato.
I. Ciò significa, allora, che noi possiamo osservare meglio il mondo se ci avviciniamo al nulla?
M. In un certo senso… La tua coscienza è tale perché qualsiasi operazione compia deve negarsi per distinguersi dall’oggetto che prende in considerazione.
Se vuoi percepire quell’armadio non puoi essere armadio, ma devi porti sempre al di fuori. Nella tua mente qualsiasi punto di vista è fuori dall’oggetto.
Ma questi sono ragionamenti che appartengono alla logica umana che opera nella dimensione spazio-temporale. La realtà è ben diversa…
I. Quindi sei sempre stata presente nella mia coscienza?
M. La coscienza è un continuo tentativo di soggettivazione. Neghi l’oggetto per affermare il tuo punto di vista. Io centro nella negazione. Non ti accorgi che per attivare la tua coscienza devi continuamente morire? Più muori e più diventi consapevole.
I. Vuoi dire, allora, che sei necessaria per la mia vita?
M. Indispensabile. Dal momento del tuo concepimento tutto è sotto il mio potere. Tu ti evolvi dopo aver negato l’aspetto precedente. Prendi coscienza quando fai morire lo stato di coscienza precedente. Nella tua dimensione spazio temporale nulla è statico o fisso, tutto si muove e dietro questo movimento ci sono io. Termino il mio mandato quando sarai nella tua pienezza. Allora non avrà senso alcuna evoluzione come la intendi ora. La vita mi avrà completamente sconfitta. Sono un’amica ritenuta nemica.
I. Ma se le cose stanno così perché la gran parte di noi uomini ti teme ?
M. Perché riflettete poco sul vero scopo della vita presente.
Mi si teme quando c’è estrema insicurezza su tutto, quando si ha paura di perdere ciò che si è accumulato. Ma ciò che accumulate è un’illusione. Qualsiasi tipo di accumulazione è vana. Accumulate per espandere il vostro io, inconsapevoli, invece che lo restringete. Accumulate denaro per garantirvi il futuro, accumulate cultura e prestigio per sentirvi superiori agli altri, accumulate ideologie perché pensate che sostengano il vostro io e le vostre vane tradizioni. Arrivo io e vi rendete subito conto di quanto tempo avete sprecato.
I. Qual è il tempo terreno più utile?
M. Il contrario di quello che ti ho detto sull’accumulazione. Il vivere il presente in modo consapevole, senza false proiezioni, nella continua percezione che ogni cosa proviene dall’Assoluto a cui tutto devi riferire. Vivere, insomma, nella pienezza con distacco.
I. Mi sono sempre sforzato, pur nei fallimenti, di osservare me e il mondo con un certo distacco..
M. I tuoi sforzi verranno considerati. Ma chi vive nella pienezza non fa alcuno sforzo, perché esso assorbe molte energie. Accetta certe situazioni inevitabili, ma osserva il mondo con gli occhi di un bimbo. Accetta me e mi ritiene amica perché è cosciente della mia presenza attiva nella vita terrena. Agisce con vera compassione e nel suo distacco ama il prossimo come se stesso in Dio.
I. Se è così… allora non sono ancora pronto!
M. Sono venuta a prenderti in virtù del distacco che ti avevo accennato: devi accettare anche questo evento. Pochissimi sono coloro che sono pronti ad accogliermi. La maggior parte degli uomini avrebbero voluto procrastinare questo momento a causa dei loro attaccamenti terreni. Ma anche l’ultimo momento potrebbe essere determinante, per quello spesso vengo all’improvviso.
I. Vuoi dire che ognuno di noi anche all’ultimo momento potrebbe raggiungere il distacco che non è riuscito ad attuare in una vita terrena?
M. Tu muori come sei vissuto, non illuderti. Ma se Dio ti concede il totale abbandono tra le sue braccia, confidando nella sua infinita misericordia, in un solo momento puoi raggiungere il distacco perfetto, consapevole che è stata tutta un’illusione. Nella vita terrena hai spesso desiderato questo distacco, quindi l’opzione fondamentale era nella direzione giusta.
Nel momento in cui ti prendo definitivamente non ho più alcun potere su di te.
I. Mio Dio! Prendimi… ti offro tutti i miei attaccamenti, le mie fragilità, il mio nulla…
M. Non ti dico addio perché tu andrai a Dio ed io svanirò nel nulla da dove provengo. Non potremo davvero rivederci più. Ora vivrai autenticamente e non avrai più paura di nulla. Non te ne accorgerai nemmeno, è come una piccola puntura di spillo.
I. Mio Dio, perdonami… nelle tue mani rimetto il mio spirito.
Pier Angelo Piai
Il testo del dialogo che forma ed anima il cortometraggio “Dialogo con la morte” potrebbe prestarsi ad essere preso in seria considerazione da interlocutori di diverse estrazioni culturali e spirituali.
La scelta dei tempi e degli spazi nel filmato ha una funzione simbolica molto pregnante ed attinente al messaggio di fondo.
Gli attori, bravissimi, hanno saputo cogliere il messaggio di fondo con impegno e maestria.
La sceneggiatura e la regia hanno avuto un ruolo importantissimo e molto efficace.
Ecco alcune tipologie di probabili interlocutori:
Il buddista sincero che lo affronta senza pregiudizi, ad esempio, si ritrova nella ricerca di un cammino interiore volto a investigare se stessi e il mondo esterno, in una forma di meditazione provocata dalla stessa consapevolezza della funzione della morte, la quale genera molti conflitti, ma è indispensabile per la relativizzazione del proprio “io” che si forma accumulando vacuità, ma che in sé è fittizio e provoca dolore e sofferenza. La coscienza del protagonista, alla fine dell’insolita ed assurda avventura, assimila come una sorta di feconda “illuminazione”, lascia cadere le illusioni accumulate dal suo egoismo e dal suo orgoglio, abbandona ogni forma di desiderio deviante e si riappacifica con se stessa cercando di assaporare l’istante che coincide con l’eternità…
Il cristiano convinto, ascoltando attentamente il dialogo, avendo l’opportunità di prendere coscienza della propria nullità esistenziale frutto della sua angusta visione della vita, ha la possibilità di formulare mille interrogativi sul proprio modo di essere e di comportarsi, sul suo egoismo e sul proprio vano orgoglio, ma non si dispera: diventa consapevole che ogni istante potrebbe essere il momento decisivo per la propria redenzione. La coscienza della morte è il suo pungiglione, ma con la Risurrezione essa perde il compito di stimolo esistenziale per guardare “oltre” questa dimensione spazio-temporale, dove troverà la pienezza riconciliandosi con il suo Creatore.
Anche molti altri credi religiosi potrebbero benissimo trovare un ottimo interlocutore in questo particolare cortometraggio per la sua robusta ossatura esistenziale, filosofica e spirituale.
Il filosofo vi trova diversi spunti di interlocuzione, perché il cortometraggio pone molti interrogativi sul senso della vita e della morte, sul loro paradossale intreccio, sul senso del nulla e dell’essere.
La riflessione che la “morte” propone sul senso del divenire, richiama molte questioni suscitate dalla filosofia occidentale, da quella greca sino ai nostri giorni. La differenza ontologica tra l’essere e l’ente è un’antica questione scolastica, ma è ancora attuale quando si affrontano tematiche esistenziali importanti partendo da Cartesio, Kant, Hegel, Nietsche, Heidegger ed Emanuele Severino.
La morte, in questo interessante ed originalissimo cortometraggio induce al ragionamento filosofico che a molti sembra inutile, eppure non possiamo farne a meno. Questo ragionamento che denominiamo “filosofico” ci regala l’illusione di aver raggiunto una certa profondità o altezza di pensiero. Ma esso non dovrebbe essere slegato dalla nostra situazione esistenziale, anche se in effetti nulla è davvero alieno da noi e dalla nostra percezione. Comunque il vaniloquio filosofico ha anche una funzione sociale specifica, nel senso soprattutto dell’arricchimento del linguaggio: esso puntualizza, scava, crea neologismi, analizza la parola, le idee ed i concetti. Un linguaggio arricchito è utile per la comunicazione più adeguata dei propri dinamismi interiori e degli eventi esterni. Non avremmo forse raggiunto questo tipo di progresso, anche se discutibile, senza la filosofia, la quale è il comune denominatore di ogni disciplina umanistica e scientifica.
Il cortometraggio, quindi, costituisce una riflessione molto particolare e “sui generis” sul senso della vita e della morte, sulla nostra ristretta visione del mondo, sulla possibilità che ogni uomo ha di ricercare un valido orientamento che lo induca verso la serenità interiore, anche nell’accettazione del dolore purificato dal proprio “io” appesantito dalle illusioni effimere della vita, dal proprio orgoglio, dalla propria cecità interiore.
Lo spettatore che ha colto il messaggio di fondo sarà sicuramente stimolato a rivederlo per cogliere le sfumature che gli sfuggivano precedentemente.
Per questo il filmato può essere ritenuto un autentico piccolo capolavoro: contiene molti risvolti e dettagli che gradualmente svelano allo spettatore se stesso, la sua coscienza, il suo vero essere…che non finisce mai di scandagliare.
Diceva Sant’Agostino: “L’uomo è fatto per trovare, ma troverà solo la possibilità di cercare”.
(Una voce dal deserto)
ARTICOLO APPARSO SU NUOVE24.com
Ciascun battezzato, essendo tempio dello Spirito Santo, costituisce la dimora della SS.Trinità, perché là dove c’è una sola persona divina, ci sono anche le altre due.
Le persone divine in noi dialogano amorosamente tra loro e si interessano di noi personalmente.
Esse constatano i nostri progressi spirituali. Ai loro occhi ognuno di noi è davvero unico ed irripetibile. Non smettono mai di amarci nonostante i nostri fallimenti ed i momenti di indifferenza, ma vengono in noi glorificate ogni volta che scegliamo di corrispondere al loro amore nella preghiera e nelle opere buone.
Esultano quando prendiamo consapevolezza delle nostre fragilità e quando chiediamo umilmente perdono, perché vedono il nostro progresso interiore, anche se non ce ne accorgiamo.
Ognuno di noi è amato dal Dio Trinitario infinitamente di più di ciò che pensiamo, perché essendo sue creature speciali, siamo realmente “capaci di Dio”, come sostiene il catechismo.
Ecco perché “pregare è amare e lasciarsi amare da Dio” (Sant’Agostino)
Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 3000 iscrivetevi al mio canale youtube
“UNIVERSO INTERIORE piaipier”:
http://www.youtube.com/user/piaipier
Se sei iscritto, qualora lo desiderassi, fai parte della “CONFRATERNITA della COMUNIONE DEI SANTI” beneficiando delle preghiere di tutti i membri.
Tendenzialmente si cerca di dialogare spontaneamente con Dio, convinti che come Padre Celeste ci ascolta sempre amorosamente.
Chiediamogli spesso perdono delle nostre mancanze e lodiamolo per le sue meraviglie e per le numerosissime grazie da Lui ricevute, iniziando dall’esistenza e dal suo concreto aiuto ogni giorno.
Cominciamo la giornata ringraziandoLo per la notte e per il nuovo giorno. Poi prima di addormentarci chiediamo sempre la Sua protezione e quella dei Santi, tra i quali prima di tutto Maria Vergine. Preghiamo spesso l’Angelo di Dio e l’Ave Maria.
È molto importante il Padre nostro che si trova anche recitando il Santo Rosario.
Durante la giornata troviamo dei momenti di adorazione spontanea: camminando, meditiamo sulle sue meraviglie. Preghiamo per tutti i nostri cari, per gli amici, per i parenti, per gli ammalati, per i defunti, per i peccatori per gli atei, per i sacerdoti e la Chiesa e per la nostra parrocchia.
Chiediamo spesso l’aiuto dello Spirito Santo affinchè ci illumini in tutte le situazioni. Il pomeriggio (verso le 15.00) chi può reciti la coroncina della Divina Misericordia insegnata da Gesù a Santa Faustina Kowalska, in modo da meditare sulla passione e morte di nostro Signore Gesù.
Con essa si ottengono grandi grazie. Ogni mattina, chi riesce, offra per tutti la Santa Messa, partecipando personalmente. È cosa buona anche recitare le Lodi attraverso il sito della liturgia delle ore. Preghiamo anche quando leggiamo la Sacra Scrittura e qualche lettura spirituale.
Quando viaggiamo o camminiamo in campagna o in città ripetiamo spesso il “Gloria” che ci aiuta a considerare la grandezza di Dio ed il suo Creato. Non perdiamo mai la fiducia in Dio-Padre perché più ci sentiamo peccatori e più dovremmo pregare, dopo aver chiesto perdono attraverso l’Atto di Dolore o qualche breve giaculatoria e proponendo di migliorare. Per questo chiediamo al Signore di aiutarci a vivere secondo la sua volontà, convinti della sua infinita Misericordia. Giova più alla serenità interiore pensare alla grandezza Misericordiosa del Padre abbandonandoci a Lui, che fissarci sulla nostra fragilità umana, perché Gesù è venuto per i peccatori e non per i giusti.
“Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. ” (Salvatore Quasimodo)
PERCHÉ IN FONDO SIAMO TUTTI SOLI
Perché ti lamenti del fatto che non interessi a nessuno? Perché dovresti interessare?
Cambia qualcosa in te se qualcuno ti prende in considerazione come vorresti?
Comunque, anche se ti dovessi circondare di ogni specie di persone, tu rimani sempre “solo” proprio perché sei un individuo che cerca il senso dell’esistenza.
Tutt’al più potresti cercarlo insieme a pochi altri (la maggior parte degli uomini, infatti, rifugge da questo grattacapo troppo impegnativo ed angosciante), ma questi pochi non hanno il tuo stesso modo di percepire e vedere la vita perché ognuno è se stesso.
Tu hai il tuo modo di essere e la tua irripetibile visione del mondo acquisita dalla tua unica esperienza. Anche se tu volessi condividere qualcosa del tuo vissuto con qualcuno, lo puoi comunicare solo con qualche gesto o qualche parola, ma nessuno potrà vedere e percepire all’identico tuo modo l’intero tuo essere.
Questa constatazione, però, non ti deve spaventare: tu puoi farne un autentico tesoro: invece di perdere tempo a desiderare che qualcuno ti consideri, continua ad indagare nella tua mente per cercare di capire chi sei tu e chi sono gli altri.
Scoprirai con sorpresa che in ogni persona che incontri c’è qualcosa del tuo mondo interiore, per cui ciò che ti sembra intimo è meno intimo di quello che credi e che in ogni persona c’è il precipitato dell’intero universo.
La vera comunicazione si trova solo nella pura trascendenza dove tutti saranno in Uno pur rimanendo se stessi.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 2400) iscrivetevi al mio canale youtube “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: http://www.youtube.com/user/piaipier
Osserva i monti e le foreste: ti piacerebbe parlare con il loro Creatore?
Osserva l’immenso mare: ti piacerebbe conversare con il suo Creatore?
Osserva l’enorme numero di stelle del cielo: ti piacerebbe dialogare con il loro Creatore?
Osserva ogni vegetale ed animale: ti piacerebbe parlare con il loro Creatore?
Osserva te stesso ed ogni persona, meraviglie del Creato: ti piacerebbe conversare col suo Creatore ?
Ebbene, nella Santa Eucaristia, ed in particolar modo nella Santa Comunione, succede molto di più: Gesù Cristo, mediante il quale fu fatto tutto ciò che esiste nei cieli e sulla terra, entra in te per trasformarti in Lui divinizzandoti!
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 2100) iscrivetevi al mio canale youtube “piaipier”: http://www.youtube.com/user/piaipier a cura di https://www.mondocrea.it
RICONOSCIMENTO LETTERARIO INTERNAZIONALE:
Il cortometraggio “Dialogo con la morte”, se ben seguito attentamente dallo spettatore, stimola a riflettere su molte questioni esistenziali, perché pregno di elementi filosofici, antropologici e metafisici.
Per questo esso può essere considerato davvero un piccolo capolavoro che verrà sicuramente apprezzato maggiormente con l’andar del tempo, anche perché contiene questioni esistenziali ed interrogativi che accompagnano l’uomo da sempre.
Nulla va trascurato dallo spettatore durante la sua visione perché nulla è a caso in questo bel cortometraggio.
Il contenuto del testo per la sceneggiatura è molto profondo e scorrevole, anche se non sempre di facile comprensione per la tematica filosofica ed antropologica affrontata. Ci sono dei momenti particolari che richiedono maggior attenzione per il ragionamento metafisico sul senso del divenire e del tempo che propone. Giustamente questo testo è stato riconosciuto molto valido da una giuria internazionale nell’ambito letterario (Premio letterario “Area Cultura” – Il racconto dell’anno 2020)
La sceneggiatura di Gennaro Ruggiero è davvero unica ed esprime una originalissima creatività per un soggetto così complesso. Lo sceneggiatore, che è anche il produttore, ha saputo immedesimarsi molto bene nel racconto scritto da Pier Angelo Piai scegliendo spazi, momenti, interventi molto consoni ed armonici per esprimere concetti così complessi e profondi, relativi alla drammaticità della morte ed la fluire della coscienza.
Molto rilevante è l’ottima interpretazione del bravissimo attore Gianluca Magni (il quale è anche regista del cortometraggio, insieme a Gianluca Tommasiello – aiuto regista) soprattutto per quanto riguarda la dizione ben calibrata in base alle situazioni, le espressioni facciali significative, le pause, gli sguardi ed i momenti di esitazione che fanno ben trasparire in modo spontaneo l’emotività di fronte ad un evento così importante. Questi elementi della sua interpretazione indicano la sua bravura professionale, frutto di un’esperienza pluriennale nell’ambito della recitazione.
L’interpretazione della morte ad opera dell’attrice Angelica Loredana Anton è molto originale. Ella ha saputo immedesimarsi sapientemente in un ruolo non facile. Angelica ha saputo proporre e mantenere per tutto il tempo della durata del cortometraggio il fascino tremendo del mistero relativo alla morte. La dizione stessa è significativa: l’accento leggermente straniero indica che per tutti noi la stessa morte non è di casa ma è straniera, perché la vediamo negli altri e la teniamo ben lontana da noi.
Una lode sincera anche a tutti gli altri collaboratori che hanno contribuito in modo davvero efficace alla riuscita del cortometraggio ed hanno curato la fotografia, i costumi, la scenografia, il montaggio con grande impegno ed entusiasmo.
Un’ultima osservazione: il cortometraggio “Dialogo con la morte”, sebbene ha certi limiti spazio-temporali perché realizzato nei tempi del COVID19, invoglia lo spettatore ad una ulteriore rivisitazione successiva. Io stessa l’ho rivisto più volte ed ogni volta ho trovato nuovi spunti e sono riuscita a comprendere meglio certi concetti che prima mi sfuggivano.
Questo fatto sta ad indicare che ci troviamo davvero di fronte ad un piccolo capolavoro. Un’opera qualsiasi è spesso vista una sola volta, un capolavoro, invece va rivisto più volte e perdura nello spazio e nel tempo.
Laura Bon, pittrice
https://www.mondocrea.it/itartisti-108/
COPIONE TEATRALE:
https://www.mondocrea.it/dialogo-con-la-morte-copione-teatrale/
(DIALOGO IMMAGINARIO TRA LA MORTE E IL MORITURO INCOSCIENTE)
PRIMO TESTO ORIGINALE:
(M. = la morte, I. = Interlocutore, il morituro)
M. E’ l’ora. sono venuta a prenderti.
I. Chi sei? Io non vedo nulla. Queste parole non le odo con le orecchie, è un udito interiore… come mai? Chi sei?
M. Non importa la mia identità. Non sono identificabile. Mi chiamano la morte, ma nessuna sa chi o cosa realmente sono.
I. Aspetta, aspetta! ho molte cose da fare ancora.
M. Lascia stare, non hanno importanza! Io sono venuta proprio a relativizzare ogni cosa che pensi, che desideri e che fai.
I. Ma se non le faccio io, nessuno le farà.
M. Non fare questioni con me. Io devo semplicemente compiere il mio dovere.
Io sono necessaria, lo capirai dopo.
I. Perché adesso?
M. E perché dopo?
I. Perché così ho il tempo di prepararmi.
M. Prepararti in che senso?
I. Faccio l’esame di coscienza, metto a posto alcune cose irrisolte, chiedo perdono alle persone che ho ferito con il mio comportamento e le mie parole, frequento i Sacramenti.
M. E perché non l’hai fatto prima?
I. Non mi aspettavo una tua visita così repentina.
M. Ma tu lo sapevi che io sarei potuta venire all’improvviso, come un ladro…
I. Sì, ho sempre convissuto con il pensiero di una tua venuta anche improvvisa. Ma in fondo al cuore ho spesso proiettato in avanti il tuo momento. La sera, piuttosto, mi sono spesso addormentato sul tuo fianco…
M. Ecco..ti sei addormentato. Ma lo sai che tu hai quasi sempre vissuto da addormentato? Io vengo a raccogliere l’essenziale, ma in te trovo molte fronde inutili..
I. Hai ragione. Lascia che sfrondi tutto e poi vieni a prendermi.
M. Perché non hai sfrondato prima? Io ti ho lasciato tutto questo tempo per raccogliere i frutti di tutto questo sfrondamento…
I. Ma avevo tante cose a cui pensare…
M. Sii sincero. Tu sai bene chi sono… Tutti coloro che mi hanno incontrato mi hanno riconosciuta come la paladina della verità.
I. Sì, è vero, mi sono perso in mille frivolezze, a volte sono mi sono lasciato andare nei piaceri della vita, ho ricercato qualche forma di potere… Ma, alla fine ti ho pensato spesso!
M. Pensare non significa vivere in pienezza. Se il pensiero non si traduce in azione, ha poco valore. Quando arrivo verrà raccolto quello che hai operato, non ciò che hai pensato. Il tuo pensiero è come la corda tesa dell’arco, ma se non miri giusto il bersaglio, lo sforzo si disperderà nel nulla.
Ora tu hai teso la corda, abbandonala…
I. Dopo tanti anni di lotte e tribolazioni tu mi chiedi di abbandonarmi?
M. Sì, perché ritroverai te stesso proprio in quell’abbandono.
I. Ma che senso ha vivere per poi lasciarci andare nell’abbandono?
M. La vita è questa: nell’abbandono sarai un osservatore più attento. Ogni attimo dell’esistenza è una continua alternanza tra me e la vita. Tu non te ne eri mai accorto, ma io sono sempre stata presente in te, sono un po’ come il propellente della vita.
I. Ora perché mi vuoi prendere definitivamente? Perché sei così determinata?
M. Ogni istante della tua vita ha preparato questo. E’ la tua ora, non puoi sfuggire. Come non puoi fare a meno di respirare, non puoi assolutamente fare a meno di morire. Morire è solo l’ultimo atto che sintetizza le miliardi di morti che hanno sostenuto la tua vita. Questo avresti dovuto saperlo.
I. Diventi sempre più incomprensibile. Tu ora vuoi prendermi. Ma cosa prendi se il mio io si dissolve?
M. L’io che ti sei costruito in modo fittizio si dissolve. Mi porto via proprio quello. Le tue illusioni, ciò che hai accumulato materialmente e mentalmente.
Porto via da te ogni forma di orgoglio, ogni brama di successo, le tue passioni terrene, tutto ciò che non è rivestito di immortalità.
I. Cioè… tutto ciò che non ti resiste?
M. In un certo senso, sì. Ma non sono abituata a discutere…. Vengo, prendo e scompaio nel nulla per poi riapparire in altri elementi vitali. Ritorno in qualsiasi momento in cui c’è un palpito di vita. La vita non può fare a meno di me.
I. Ma quando ti sei presa tutto ciò che tu chiami illusorio, cosa rimane di me?
M. L’essenziale
I. Che cos’è l’essenziale?
M. Ciò che io non posso fagocitare.
I. Il nulla? L’essere?
M. Ciò che chiami nulla è la mia essenza. Ma anche la tua. Resta l’immortale.
I. Ti prego… essenziale…immortale… cerca di essere più chiara!
M. Ma allora non hai capito? Il nulla viene assorbito dal nulla, mentre ciò che “è” permane in eterno. In te c’è un principio immortale che io non posso confiscare. Il nulla non può agire sull’essere. Tu sei te stesso nel momento in cui emerge il principio di immortalità che ti fa simile al Dio immortale.
Se tieni desto in te questo principio io non ho alcun potere su di te, ma solo su ciò che supporta il tuo essere terreno, cioè su tutti gli elementi transeunti che sono soggetti al mutamento nel tempo e nello spazio.
I. Ma allora tu, non esisti!
M. Esiste il nulla? Ti rovescio la domanda: non esiste ciò che è? Tu concepisci il nulla come assenza di una presenza. E’ un luogo comune. La tua logica ragiona per contraddizione: è o non è. Va a fondo e ti accorgerai della tua superficialità.
I. Da quando in qua la morte genera la filosofia?
M. Da sempre. Sono proprio io che spingo gli uomini ad interrogarsi sul senso dell’esistenza. Sono io il propulsore della ricerca, del progresso, della scienza, del pensiero, della vita stessa. Persino dell’amore.
I. Dell’amore? Tutte quelle persone che anelano a te persino con il suicidio?
M. Non essere superficiale. Anche il suicidio può essere un’ultima protesta di chi reclama la vita. Il suicida mi carpisce con violenza. Spera di poter porre fine al proprio disagio. Non vivendo autenticamente vorrebbe annullarsi tramite me.
Anche questa è un’illusione. Io non sono un’anestetico, la panacea per i vostri mali. Io agisco, ma non posso essere rappresentata da una mente umana. Tu stesso mi percepisci nella coscienza, ma non puoi vedermi o toccarmi. Non ho colore o sapore. Nel momento stesso in cui agisco scatta la vita…svanisco.
I. Ma allora non ti devo temere: tu vieni, ma non ci sei. Non può agire colui che non c’è.
M. Io agisco nella vita. Come già ho cercato di farti capire la vita e la morte sono talmente intrecciate che non puoi separarle. La distinzione che la tua mente fa è puramente logica e razionale.
In realtà sono solo un intervallo, una fessura, un vuoto incolmabile tra due fasi di vita.
I. Allora sei inconsistente…
M.Sono inconsistente ma necessaria come il tuo respiro. Quando passi dall’inspirazione all’espirazione c’è un istante di cui non ti accorgi, un nulla che prepara l’atto successivo. Così tra un battito cardiaco e l’altro, oppure tra la sistole e la diastole…
Io agisco ovunque nel mondo materiale, nella dimensione spazio-temporale. I miei effetti cessano quando il tuo essere trascende questa dimensione.
I. Allora non ci sarà più il divenire?
M. Dio non è divenire, E’ e basta. L’anima immortale, a somiglianza del Creatore, non potrà divenire perchè &e
grave; quella che si unirà al corpo risuscitato, anch’esso non permeato dal divenire.
I. Quindi tu ci sei perché strettamente correlata al divenire?
M. Io sono solo un’idea, non ho consistenza, te l’ho già detto. Ora che ti parlo agisco nella tua coscienza. Sei tu che mi stai dando oggettività, ma non ho essenza perché albergo nel nulla. Per ciò che diviene sono negli intervalli tra uno stato e l’altro di ogni essenza. Ma non sono esistenza. Tu sai che le essenze sono immerse nell’esistenza, ma concettualmente esistenza ed essenza differiscono.
I. Questo è un passaggio molto oscuro che vorrei capire!
M. Vedo che la filosofia ti attira, nonostante io sia qui pronta per te. Comunque voglio farti un esempio che è molto conosciuto in oriente. Le onde non sono il mare, eppure è il mare che le genera e senza di lui non sussistono. Tu vedi, però, che ogni onda diviene, corre, spumeggia e si dissolve sulla superficie o sulla riva. L’onda non è il mare, fa parte di esso, ma non ha consistenza nel tempo essendo in continuo divenire. Una volta comparsa, muta e sparisce come tutte le altre. Le essenze sono come l’onda, l’esistenza è il mare, fondamento di ogni essenza.
I. Perché conosci tutte queste cose?
M. E’ proprio dal mio nulla che io posso osservare tutto ciò che è vita. Se fossi qualcosa il mio sguardo sarebbe molto più limitato.
I. Ciò significa, allora, che noi possiamo osservare meglio il mondo se ci avviciniamo al nulla?
M. In un certo senso… La tua coscienza è tale perché qualsiasi operazione compia deve negarsi per distinguersi dall’oggetto che prende in considerazione.
Se vuoi percepire quell’armadio non puoi essere armadio, ma devi porti sempre al di fuori. Nella tua mente qualsiasi punto di vista è fuori dall’oggetto.
Ma questi sono ragionamenti che appartengono alla logica umana che opera nella dimensione spazio-temporale. La realtà è ben diversa…
I. Quindi sei sempre stata presente nella mia coscienza?
M. La coscienza è un continuo tentativo di soggettivazione. Neghi l’oggetto per affermare il tuo punto di vista. Io centro nella negazione. Non ti accorgi che per attivare la tua coscienza devi continuamente morire? Più muori e più diventi consapevole.
I. Vuoi dire, allora, che sei necessaria per la mia vita?
M. Indispensabile. Dal momento del tuo concepimento tutto è sotto il mio potere. Tu ti evolvi dopo aver negato l’aspetto precedente. Prendi coscienza quando fai morire lo stato di coscienza precedente. Nella tua dimensione spazio temporale nulla è statico o fisso, tutto si muove e dietro questo movimento ci sono io. Termino il mio mandato quando sarai nella tua pienezza. Allora non avrà senso alcuna evoluzione come la intendi ora. La vita mi avrà completamente sconfitta. Sono un’amica ritenuta nemica.
I. Ma se le cose stanno così perché la gran parte di noi uomini ti teme ?
M. Perché riflettete poco sul vero scopo della vita presente.
Mi si teme quando c’è estrema insicurezza su tutto, quando si ha paura di perdere ciò che si è accumulato. Ma ciò che accumulate è un’illusione. Qualsiasi tipo di accumulazione è vana. Accumulate per espandere il vostro io, inconsapevoli, invece che lo restringete. Accumulate denaro per garantirvi il futuro, accumulate cultura e prestigio per sentirvi superiori agli altri, accumulate ideologie perché pensate che sostengano il vostro io e le vostre vane tradizioni. Arrivo io e vi rendete subito conto di quanto tempo avete sprecato.
I. Qual è il tempo terreno più utile?
M. Il contrario di quello che ti ho detto sull’accumulazione. Il vivere il presente in modo consapevole, senza false proiezioni, nella continua percezione che ogni cosa proviene dall’Assoluto a cui tutto devi riferire. Vivere, insomma, nella pienezza con distacco.
I. Mi sono sempre sforzato, pur nei fallimenti, di osservare me e il mondo con un certo distacco..
M. I tuoi sforzi verranno considerati. Ma chi vive nella pienezza non fa alcuno sforzo, perché esso assorbe molte energie. Accetta certe situazioni inevitabili, ma osserva il mondo con gli occhi di un bimbo. Accetta me e mi ritiene amica perché è cosciente della mia presenza attiva nella vita terrena. Agisce con vera compassione e nel suo distacco ama il prossimo come se stesso in Dio.
I. Se è così… allora non sono ancora pronto!
M. Sono venuta a prenderti in virtù del distacco che ti avevo accennato: devi accettare anche questo evento. Pochissimi sono coloro che sono pronti ad accogliermi. La maggior parte degli uomini avrebbero voluto procrastinare questo momento a causa dei loro attaccamenti terreni. Ma anche l’ultimo momento potrebbe essere determinante, per quello spesso vengo all’improvviso.
I. Vuoi dire che ognuno di noi anche all’ultimo momento potrebbe raggiungere il distacco che non è riuscito ad attuare in una vita terrena?
M. Tu muori come sei vissuto, non illuderti. Ma se Dio ti concede il totale abbandono tra le sue braccia, confidando nella sua infinita misericordia, in un solo momento puoi raggiungere il distacco perfetto, consapevole che è stata tutta un’illusione. Nella vita terrena hai spesso desiderato questo distacco, quindi l’opzione fondamentale era nella direzione giusta.
Nel momento in cui ti prendo definitivamente non ho più alcun potere su di te.
I. Mio Dio! Prendimi… ti offro tutti i miei attaccamenti, le mie fragilità, il mio nulla…
M. Non ti dico addio perché tu andrai a Dio ed io svanirò nel nulla da dove provengo. Non potremo davvero rivederci più. Ora vivrai autenticamente e non avrai più paura di nulla. Non te ne accorgerai nemmeno, è come una piccola puntura di spillo.
I. Mio Dio, perdonami… nelle tue mani rimetto il mio spirito.
Pier Angelo Piai
p. Albino Candido. “Diario di un pellegrino carnico” (p.50 – 5 marzo 1974)
SCRIVE SULLA MORTE:
“La neve è al cm 90. Il boato e il tonfo delle slavine danno sussulti. È divertente.
Le strade sono semibloccate Sento il piacere di essere separato dal resto del mondo, anche con gli ostacoli che bloccano il traffico e perfino il passo. È un piacere infantile, fanciullesco, cosa faremmo se veramente fossimo tagliati fuori per lungo tempo dal resto del mondo? Aspetteremmo la morte? Perché non l’attendiamo anche con le strade piene di traffico e con le comunicazioni efficientissime? Passa forse per le strade la morte? Hai ragione, passa anche per le strade, senza averne bisogno affatto. Che è il resto del mondo? Anch’io sono resto del mondo per colui che vive altrove. Ma di preciso com’è che pensiamo alla morte soltanto quando succede qualcosa nelle cose? Non dico che ci si pensi soltanto in quei dati momenti, in quelle precise circostanze, ma ci si pensa più seriamente, come se la morte venisse con preavvisi. Mentre è qui, qui, qui, che ci porta via a bocconi. E ne abbiamo paura sebbene sia la nostra esistenza. La fiamma della candela rischiara, illumina, riscalda nel cerchio fin dove può il suo esistenziale calore, ma mentre fa tutto questo consuma la candela, e la candela si consuma e la fiamma va verso la fine e ad un certo momento finisce con la candela consumata. Ecco qui la meditazione di questa sera senza luce a Culzei. Quello che conta in fine è che candela e fiammella siano nelle mani del Signore e che la candela si consumi tra le Sue dita e la fiammella rifletta, all’ultimo guizzo sul Suo volto, l’amore che essa ha diffuso e suscitato intorno a Lui. La morte la portiamo dentro, viene dal di dentro, non chissà da dove e chissà quando. È una situazione di attesa della vita piena.”
(p. Albino Candido. Diario di un pellegrino carnico p.50 5 marzo 1974)
RICONOSCIMENTO LETTERARIO :
QUESTO IL CORTOMETRAGGIO REALIZZATO DALLA “RUGGIERO FILM PRODUCTION” (col sostegno della Regione Lazio):
***************************************************************************************************************
VIDEO AMATORIALE DELL’AUTORE DEL BRANO PIER ANGELO PIAI, realizzato anni fa..
REALIZZAZIONE DEL NUOVO CORTOMETRAGGIO SUL MIO TESTO “DIALOGO CON LA MORTE”
PRIMI CONTATTI
Facebook: primi contatti
21 aprile 2020
da Gennaro Ruggiero
Buongiorno, sono un piccolo produttore indipendente, “RUGGIERO FILM PRODUCTION”.
Ti volevo chiedere se posso fare un cortometraggio con mia moglie l’attrice Angelica Loredana Anton, sul tuo “Dialogo con la morte”?
Lo gireremo a casa nostra, a causa del Covid 19 e lo mandiamo ai festival, chiaramente scrivendo nei titoli “Scritto da Pier Angelo Piai” e, nel caso di vincite, sei partecipe con noi ai festival.
Ne daremo anche ampia risonanza mediatica su molti giornali online e agenzie di stampa. Io solo ne gestisco 6 e mia moglie 2.
Puoi sapere di me scrivendo Gennaro Ruggiero Produttore su google, e Angelica Loredana Anton semplicemente su google per sapere di Angelica. Grazie attendo tue autorizzazione.
p.s. mi è piaciuto molto il dialogo, l’ho visto su mondocrea.it
8 maggio 2020
Buonasera… pare che dal 25 p.v. riusciamo a lavorare nel nostro settore e facciamo subito il corto sul dialogo con la morte.
Mia moglie attrice e scrittrice, Angelica Loredana Anton, che gestisce un paio di concorsi letterari ha detto che le piace tanto e che vorrebbe inserirlo in gara tra i mini racconti.
Le ho detto che può perché Pier Angelo mi ha dato piena disponibilità.
Io dico che vince l’attestato di merito o primo posto o gold.
Spero ti faccia piacere. Un caro saluto e a presto.
Venerdì 5 giugno 2020
da Gianluca Magni, attore e regista
Buona sera Pier Angelo, abbiamo da poco finito di girare il suo dialogo, da cui abbiamo tratto un cortometraggio.
Le debbo fare i complimenti per l’intensità che è riuscito a dare con i suoi dialoghi.
Ho curaro la regia oltre che l’attore del corto.
Con stima, Gianluca Magni
Si parte. DIALOGO CON LA MORTE.
In action sul set del cortometraggi DIALOGO CON LA MORTE, interpretato da me e Angelica Loredana Anton, diretto da me e coadiuvato da Valerio Matteu, prodotto da Ruggiero Film Production e LCTV
Ciak si gira. “Dialogo con la morte” con Gianluca Magni Angelica Loredana Anton. Dir. Fotografia Valerio Matteu sceneggiatura Gennaro Ruggiero regia Gianluca Magni. Tratto dall’opera omonima di Pier Angelo Piai
Angelica Più Gennaro Angelica Loredana Anton
Entusiastico commento del dr. ENZO SANTESE, noto critico e scrittore triestino, relativo al cortometraggio “Dialogo con la morte”
Buongiorno Pier Angelo!
Ho visto l’interessante cortometraggio e ne ho tratto questa impressione:
“Un video è sempre una modalità narrativa dove il gioco delle pause e delle accelerazioni focalizza spesso il valore dinamico della trama. La “vicenda” nel Dialogo con la morte si sviluppa lungo due coordinate, l’una orizzontale, data dall’incontro inatteso del protagonista con la morte stessa; l’altra invece, verticale, inquadra la questione della dicotomia tra corpo e anima che, a sua volta, rimanda a una proliferazione di pensieri proiettati nella dimensione metafisica. Quest’ultima è il perno ideale attorno a cui ruota la logica dell’opera, in cui emerge lo spessore speculativo del testo, dove Pier Angelo Piai imbastisce una vera e propria performance dialettica tra chi non vuol morire e la morte medesima. E allora sull’onda di riflessioni susseguenti – proposte con chiarezza quasi didascalica – l’osservatore è portato per gradi a cogliere il senso profondo dell’analisi dell’autore, sospinto a una ricerca verso il mondo spirituale nelle numerose articolazioni che lo compongono.
La disquisizione che si prospetta in forma di dialogo tra il protagonista e la morte tocca vari punti di una filosofia nutrita da numerosi apporti, dalla vena neoidealistica a un’antropologia essenziale, costruita su presupposti che lasciano emergere in ogni caso un afflato devozionale che è tipico dell’autore.
Un cortometraggio esprime la cifra della sua potenzialità d’impatto su chi guarda in un tempo ridotto, nel quale peraltro i punti di notevole seduzione e di sorpresa risiedono nei molteplici livelli della sua “leggibilità”. Nel Dialogo con la morte è possibile saggiare la consistenza del “nulla” così come viene presentato nel serrato confronto tra i due protagonisti dell’evento filmico, che danno – tra l’altro – all’opera l’illusione di qualcosa che si protende oltre l’ambito fisico della “pellicola”, così come, nello sviluppo del filmato, fa la morte sospingendo l’anima oltre la connessione con quell’involucro che l’avvolge e l’accompagna in vita.
L’opera è realizzata con un efficace concorso di partecipazioni: testo di Pier Angelo Piai, interpretazione scenica di Gianluca Magni (che è anche regista) e Angelica Loredana Anton, sceneggiatura di Gennaro Ruggiero, fotografia di Valerio Matteu, aiuto regia di Gianluca Tommasiello. Uno dei pregi più evidenti del cortometraggio è la ricchezza di spunti offerti all’osservatore che miri a crescere nella consapevolezza del suo esistere che è per natura “transeunte”; su questo – afferma a chiare lettere Pier Angelo Piai – ha potere la morte che è, comunque, punto di riferimento del pensiero filosofico e scientifico, innesco per ogni procedimento di ricerca.”
Enzo Santese
Enzo Santese è nato il 16 giugno 1946. Critico d’arte e scrittore ha partecipato a molte commissioni giudicatrici in concorsi nazionali e internazionali di pittura e scultura in Austria, Croazia, Germania, Inghilterra, Italia e Slovenia
Enzo Santese è di Trieste, dove risiede e lavora; svolge un’intensa attività di promozione culturale nell’ambito della letteratura, del teatro e delle arti figurative. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, si interessa da anni di problemi della comunicazione radiotelevisiva; critico d’arte, poeta e scrittore, ha al suo attivo numerosi interventi su quotidiani e riviste. Organizza diversi eventi culturali e dirige alcuni Festival di poesia (Poetando di Pordenone e Trieste, Festival del pensiero in / verso di Venezia,Festival della Poesia del Mare Isola in Slovenia, Lido di Venezia e Trieste). Scrive da vari anni testi per il teatro, la radio e la televisione (Tele Capodistria e Rai); la sua bibliografia comprende oltre duecento pubblicazioni, divise fra le traduzioni degli autori classici, greci e latini, libri di poesia, narrativa e saggistica e monografie di artisti contemporanei. Fa parte della sezione italiana dell’A.I.C.A. (Associazione Internazionale dei Critici d’Arte); ha progettato e curato numerose rassegne d’arte contemporanea, personali e collettive, in Italia e all’estero. È autore di quindici raccolte poetiche, la più recente delle quali è I luoghi e i sensi, del 2018.
https://palabraenelmundovenecia.wordpress.com/2020/05/25/enzo-santese/
Pubblicato sul Messaggero Veneto:
PAGINA FACEBOOK DEDICATA AL CORTOMETRAGGIO “DIALOGO CON LA MORTE”
https://www.facebook.com/dialogoconlamorte/
Commento dello scrittore MAURIZIO BASSO
Il cortometraggio “Dialogo con la morte”che ho seguito molto attentamente, mi ha riallacciato alla figura del regista svedese Igmar Bergman. È stato molto efficace l’attore protagonista, Gianluca Magni, che con maestria é riuscito a calarsi nel personaggio. Ottima la scenografia che rispecchia il continuo richiamo all’essenzialità della Morte. Il contesto ambientale, genialmente indovinato, è molto attinente alla complessa tematica affrontata. È geniale anche il gioco delle luci e delle ombre, che rimarca la differenza tra l’essere ed il nulla, tra ciò che è è ciò che in realtà non è.
Per quanto riguarda l’interpretazione della morte, (la quale in realtà non ha un volto, come si evince dalla scultura che la rappresenta nella Basilica di San Pietro) mi è sembrata molto significativa per la sua valenza simbolica.
Una mia osservazione: “In una frazione di tempo, come un lampo, s’accende la coscienza; in questa dimensione spazio-temporale l’ironia della morte”
“Nel silenzio tu sei libero, poiché nel silenzio c’è un modo di udire l’altra voce che da te si distacca”
“La morte è quel neo nel seno della vita; nulla più di quell’oscuro punto, spaventa l’uomo.
Maurizio Basso, scrittore
RECENSIONE della Pittrice Laura Bon sul cortometraggio “Dialogo con la morte”.
Il cortometraggio “Dialogo con la morte”, se ben seguito attentamente dallo spettatore, stimola a riflettere su molte questioni esistenziali, perché pregno di elementi filosofici, antropologici e metafisici.
Per questo esso può essere considerato davvero un piccolo capolavoro che verrà sicuramente apprezzato maggiormente con l’andar del tempo, anche perché contiene questioni esistenziali ed interrogativi che accompagnano l’uomo da sempre.
Nulla va trascurato dallo spettatore durante la sua visione perché nulla è a caso in questo bel cortometraggio.
Il contenuto del testo per la sceneggiatura è molto profondo e scorrevole, anche se non sempre di facile comprensione per la tematica filosofica ed antropologica affrontata. Ci sono dei momenti particolari che richiedono maggior attenzione per il ragionamento metafisico sul senso del divenire e del tempo che propone. Giustamente questo testo è stato riconosciuto molto valido da una giuria internazionale nell’ambito letterario (Premio letterario “Area Cultura” – Il racconto dell’anno 2020)
La sceneggiatura di Gennaro Ruggiero è davvero unica ed esprime una originalissima creatività per un soggetto così complesso. Lo sceneggiatore, che è anche il produttore, ha saputo immedesimarsi molto bene nel racconto scritto da Pier Angelo Piai scegliendo spazi, momenti, interventi molto consoni ed armonici per esprimere concetti così complessi e profondi, relativi alla drammaticità della morte ed la fluire della coscienza.
Molto rilevante è l’ottima interpretazione del bravissimo attore Gianluca Magni (il quale è anche regista del cortometraggio, insieme a Gianluca Tommasiello – aiuto regista) soprattutto per quanto riguarda la dizione ben calibrata in base alle situazioni, le espressioni facciali significative, le pause, gli sguardi ed i momenti di esitazione che fanno ben trasparire in modo spontaneo l’emotività di fronte ad un evento così importante. Questi elementi della sua interpretazione indicano la sua bravura professionale, frutto di un’esperienza pluriennale nell’ambito della recitazione.
L’interpretazione della morte ad opera dell’attrice Angelica Loredana Anton è molto originale. Ella ha saputo immedesimarsi sapientemente in un ruolo non facile. Angelica è riuscita a proporre e mantenere per tutto il tempo della durata del cortometraggio il fascino tremendo del mistero relativo alla morte. La dizione stessa è significativa: l’accento leggermente straniero indica che per tutti noi la stessa morte non è di casa ma è straniera, perché la vediamo negli altri e la teniamo ben lontana da noi.
Una lode sincera anche a tutti gli altri collaboratori che hanno contribuito in modo davvero efficace alla riuscita del cortometraggio ed hanno curato la fotografia, i costumi, la scenografia, il montaggio con grande impegno ed entusiasmo.
Un’ultima osservazione: il cortometraggio “Dialogo con la morte”, sebbene ha certi limiti spazio-temporali perché realizzato nei tempi del COVID19, invoglia lo spettatore ad una ulteriore rivisitazione successiva. Io stessa l’ho rivisto più volte ed ogni volta ho trovato nuovi spunti e sono riuscita a comprendere meglio certi concetti che prima mi sfuggivano.
Questo fatto sta ad indicare che ci troviamo davvero di fronte ad un piccolo capolavoro. Un’opera qualsiasi è spesso vista una sola volta, un capolavoro, invece va rivisto più volte e perdura nello spazio e nel tempo.
Laura Bon, pittrice
https://www.mondocrea.it/itartisti-108/
DIALOGO CON LA MORTE
Commento di Beppino Lodolo, imprenditore dello spettacolo, cantante e musicista friulano.
In un recente articolo ho letto che il produttore e sceneggiatore Gennaro Ruggiero definiva Pier Angelo Piai “Un genio della coscienza”.
Siccome Pier Angelo è un mio caro amico da moltissimi anni, la cosa mi incuriosì ed andai a guardare il cortometraggio “Dialogo con la morte” realizzato dal produttore e sceneggiatore Gennaro Ruggiero con la regia di Gianluca Magni (anche attore protagonista insieme alla brava attrice Angelica Loredana Anton), utilizzando proprio un testo di Pier Angelo.
Ne rimasi alquanto colpito ed affascinato, anche perché pochi registi avevano affrontato coraggiosamente una tematica così complessa sotto diversi punti di vista, compreso quello filosofico e metafisico.
In venti minuti lo spettatore è trasportato in una dimensione che normalmente sarebbe definita “surreale”, ma che non annoia mai colui che lo segue con attenzione ed interesse con questo tipo di tematiche.
Qui la morte dialoga con un uomo ed affronta più argomentazioni esistenziali, partendo con lo smascherare alcuni luoghi comuni sulla vita e sulla morte, mettendo a fuoco alcuni aspetti della dimensione spazio-temporale in cui siamo immersi, relativizzando molte inutili problematiche odierne, ma soprattutto rivelandoci alcuni aspetti del nostro mondo interiore e di come agisce quella che chiamiamo “coscienza”.
Diceva il filosofo E.Cioran che “un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo”.
Un simile concetto potrebbe essere applicato ad un cortometraggio serio come questo, il quale è davvero un piccolo capolavoro e lascia un segno interiore collegato alla propria visione del mondo.
Esso si spinge ben oltre le comuni aspettative, perché scandaglia coraggiosamente ciò che realmente è la morte, annullando i pregiudizi più devianti.
Infatti, inizialmente questo cortometraggio potrebbe sconcertare per il suo impatto diretto e provocatorio attraverso una tematica che molti temono di affrontare. A volte è piuttosto impegnativo per alcuni tratti di natura filosofica e metafisica che presenta con estrema disinvoltura. In esso i concetti di tempo e luogo, cioè la dimensione spazio-temporale, la trascendenza e la stessa coscienza assumono una valenza molto particolare, la quale induce a mantenere in sospeso ogni forma di giudizio superficiale.
Le abilità dello sceneggiatore, del regista e degli attori, comunque, sono state determinanti. Essi sono riusciti con efficacia geniale a trasmettere la vera natura della morte in sé, che tutti noi temiamo.
La naturalezza del dialogo, infatti, è una delle qualità che più colpisce per un argomento così ostico. Il cortometraggio gradualmente diventa sempre più rassicurante e la stessa finale contiene in sé una forma di riconciliazione tra l’umano ed i divino che induce alla serenità interiore.
Posso garantire che val la pena vedere quest’opera così intensa, ma ricca di spunti di riflessione e meditazione.
Un grazie di vero cuore all’amico Pier Angelo ed a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare un’opera così geniale.
Beppino Lodolo
https://www.mondocrea.it/tag/beppino-lodolo/
“Dialogo con la morte” un piccolo capolavoro con Gianluca Magni e Angelica Loredana Anton, in prima visione su Facebook e Youtube
(Alberto Calistri)
TEMATICHE SULLA MORTE ATTINENTI AL CORTOMETRAGGIO “DIALOGO CON LA MORTE” con relativi video (di Pier Angelo Piai):
L’ESISTENZA NON FINISCE CON LA MORTE TERRENA
https://www.mondocrea.it/lesistenza-non-finisce-con-la-morte-terrena/
E DOPO LA MORTE?
https://www.mondocrea.it/itriflessioni-1093/
LA MORTE (rap)
https://www.youtube.com/watch?v=JUaAtidDxGw
È GIUSTO DESIDERARE DI MORIRE?
https://www.youtube.com/watch?v=g7ZQi5nfRsY
MEDITAZIONE SULLA MORTE.mp4
https://www.youtube.com/watch?v=VMHM–DcYTY
COME VEDE LA MORTE IL CRISTIANO
https://www.youtube.com/watch?v=2zs0ub6Ey2Y
PREGHIERA IN PREPARAZIONE DELLA BUONA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=1PN47FwcyQY
MEDITAZIONE DI UN MONACO FRIULANO SULLA MORTE MOLTO ORIGINALE E INTERESSANTE (p. Albino Candido)
https://www.youtube.com/watch?v=eKNYSnv8pTE
LA VITA UMANA NON FINISCE CON LA MORTE DEL CORPO
https://www.youtube.com/watch?v=EAS82gKdF9A
ADDOMESTICARE LA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=owIC_Q3pwRU
CACCIAMO LA PAURA DELLA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=takHEezAF0Y
DOPO LA MORTE CORPORALE C’È LA BEATITUDINE ETERNA
https://www.youtube.com/watch?v=DuIFtwI4uFc
PERCHÈ TEMIAMO LA MORTE?
https://www.youtube.com/watch?v=F8E5nrDtHtI
PERCHÈ NON DOVREMMO TEMERE TROPPO LA MORTE CORPORALE
https://www.youtube.com/watch?v=2l6jLH6ocWc
MORTE E RISURREZIONE
https://www.youtube.com/watch?v=oXWggRNtQgs
DIO NON HA CREATO LA MORTE (Sapienza)
https://www.youtube.com/watch?v=f-c22zOvvhA
L’ANGELO DELLA BUONA MORTE.mov
https://www.youtube.com/watch?v=eAbDH3_4_Nw
IL PENSIERO DELLA PROPRIA MORTE.mp4
https://www.youtube.com/watch?v=W4yFRA1wrfs
L’ANGELO DELLA MORTE E DELLA VITA IN PIENEZZA
https://www.youtube.com/watch?v=3_R_YOif9uc
MEDJUGORJE E L’ALDILÀ
https://www.youtube.com/watch?v=clgZQVCx0C8
COSA CI ATTENDE NELL’ ALDILÀ? (alcune considerazioni)
https://www.youtube.com/watch?v=hjiod_lAVvU
COMA! DALLA MORTE AL RITORNO ALLA VITA
https://www.youtube.com/watch?v=w6Iw1jPtv28
NON TEMERE LA SENTENZA DELLA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=8RnntEvTn-I
COMA! DALLA MORTE AL RITORNO ALLA VITA
https://www.youtube.com/watch?v=w6Iw1jPtv28
LA MORTE MORIRÀ
https://www.youtube.com/watch?v=pOnu0cxinOk
LA VITA TERRENA È PROVVISORIA, MA L’ALDILÀ È STABILMENTE ETERNO
https://www.youtube.com/watch?v=UDmi2wZElpc
COSA RIMARRÀ DI NOI IN QUESTO MONDO DOPO LA NOSTRA SCOMPARSA (una voce dal deserto)
https://www.youtube.com/watch?v=5MXZQuESaFg
LA NOSTRA VITA TERRENA È UN’ATTESA DINAMICA PER L’ALDILÀ
https://www.youtube.com/watch?v=wjTXYHn8zkw
LA VITA TERRENA PASSA
https://www.youtube.com/watch?v=-9gRHmyvOPc
IL MISTERO DELL’ALDILÀ
https://www.youtube.com/watch?v=e3GBARIkzxw
IL DESIDERIO DI ESSERE SCIOLTI DA QUESTO CORPO MORTALE
https://www.youtube.com/watch?v=gm5CpeWU7fw
I DEFUNTI CI HANNO SOLO PRECEDUTO
https://www.youtube.com/watch?v=9OolpShCEOs
DIALOGO CON LA MORTE (video di Pier Angelo Piai)
1° parte
https://www.youtube.com/watch?v=vDqkvrKG2ho
2° parte
https://www.youtube.com/watch?v=ae1uBivjCIY
PLAYLIST SULL’ALDILÀ:
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOa-QPfU0zdg4142sbSnCh4b
Liturgia delle ore:
http://www.liturgiadelleore.it/
PENSIERO DEL GIORNO:
“Ogni progresso spirituale deve essere inteso come espressione di grado superiore di amore e non semplicemente come progresso del nostro comportamento morale, il quale può avere origine da un motivo gratificante e condizionarsi e terminare in esso ” (p.Albino, Diario, p.218)
PELLEGRINAGGI A MEDJUGORJE DA CIVIDALE
commenti personali di alcuni messaggi:
![]() verso etern.DOC |
I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
![]() segretimedjugorje.MP3 |
VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y
LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
LA BIBBIA DI GERUSALEMME GRATIS IN PDF EBOOK
Per chi non lo sapesse è pronta l’intera Bibbia di Gerusalemme in formato pdf ebook gratis in lingua italiana da scaricare :
![]() bibbia-gerusalemme.pdf |
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron
VIDEO PER LA RIFLESSIONE
Video personali su alcune località del Friuli
CIVIDALE DEL FRIULI – Patrimonio dell’UNESCO
SLIDES UTILI PER LA FORMAZIONE
Esistere con stupore
ULTIMI AGGIORNAMENTI
http://www.amicipl.it/WebBuruli.htm
http://it.youtube.com/watch?v=tDdRLKJYd3w
Chi volesse aiutare queste persone scriva:
e-mail:roberto@amicipl.it
EMERGENZA MALI
Aiutiamo una bimba cinese senza arti inferiori:
![]() chinagirl.pps |
IL CASO DI UNA STIMMATIZZATA DI UDINE, RAFFAELLA LIONETTI, UMILE MISTICA
Raffaella Lionetti, la Gemma Galgani di Udine
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron
Padre Fiorenzo Gobbo
“Le vetrate della Parrocchia di S.Quirino Martire a Udine”
Arrigo Poz 1929 -1950
Enrico Marras Chi è Enrico Marras?
Alida Puppo Chi è Alida Puppo
Panificio Pasticceria Gelateria Cattarossi V. Cividale
Renato Toso
continua