Cortometraggio “Homemade” in cui si immagina che una ragazza adolescente dialoga con la vita stessa..
V. Ciao Sara!!!!
S. Chi sei? Non capisco….
V. Sono la vita….
S. La vita? Da quando in qua la vita parla?
V. Ti ho sempre parlato, dal momento in cui sei stata concepita. Solo che tu mi dai poca retta…
S. Cosa vuoi dire?
V. Hai troppi desideri e quelli ti distolgono da me.
S. Perché?
V. Perché non sempre vivi in modo autentico, non sai ancora cogliere l’attimo.
S. Ma io sto vivendo la vita normale, come tanti.
V. Appunto…. per te sono troppo normale!
S. Perché? Vivere normalmente non è lecito?
V. Certo. Ma tu stai perdendo molte occasioni per essere veramente felice. La normalità consiste nell’uniformarsi a quello che fanno tutti e questo addormenta la tua coscienza.
S. Ma io sono sveglia, cosa significa quello che stai dicendo?
V. Normalmente la maggioranza degli uomini è convinta di essere sveglia perché non dorme fisicamente.
Ma c’è un sonno interiore difficilmente smascherabile. Un sonno profondo che immobilizza le facoltà superiori dell’anima. Esso avviene soprattutto quando la mente si lascia assorbire dalla routine quotidiana o, peggio ancora, dagli affanni o dai piaceri della vita materiale.
S. Ma io sono giovane, ho voglia di divertirmi!
V. Tutti desiderano divertirsi, in qualche modo. Ma sai cosa significa il termine “divertirsi”?
S. Distrarsi, non pensare a cose difficili e faticose…
V. L’etimologia corrisponde a “deviare”, volgere altrove, in direzione opposta…
La maggioranza degli uomini non vuole indagare sul senso di quello che sta facendo.
S. A che serve indagare?
V. Se lo fai spontaneamente ed in maniera corretta ciò ti aiuta a vivere più intensamente diventando anche più sensibile a ciò che ti capita attorno.
S. Sono ancora giovane, ho paura del dolore…
V. Se tu diventi più consapevole della tua esistenza riesci ad intuire gli stati d’animo, le gioie e le sofferenze di tua madre, di tuo padre, dei tuoi parenti ed amici, di tutte le persone che ti stanno attorno. La sensibilità ti porta alla maturazione personale, verso la libertà…
S. Sì, probabilmente hai ragione. Ma non riesco ad acquisire quella consapevolezza che tu intendi.
Ho spesso dei momenti di noia che mi portano alla depressione. Allora desidero tuffarmi nella folla, tra i miei amici, o stordirmi con altre forme di divertimento.
V. Molti momenti di depressione sono spesso dovuti al fatto che c’è qualcosa che ti dice che la tua visuale della vita si è rinchiusa in uno spazio esistenziale troppo ristretto.
S. Ma questa che faccio è la mia vita normale, quella di ogni giorno. Quella sei tu: alzarmi, andare a scuola, studiare, leggere, mangiare, vedere la televisione, giocare al computer, dormire…Come posso uscire dal mio spazio esistenziale?
V. La tua frequente tristezza è un “campanello” scomodo che ti dà l’allarme, ma la tua mente depressa non intuisce ancora bene di cosa si tratta.
S. Effettivamente non riesco ad individuare bene le cause di questi stati d’animo…
V. Tu percepisci che ci sono elementi, input o interrogativi che disturbano la limitata visione del mondo che sinora ti sei costruita. La natura umana, però, recalcitra. E’ l’ora di cambiare prospettiva ed ogni mutamento comporta una certo disagio perché esige il distacco dallo stadio precedente, l’abbandono della vecchia visuale di me stessa, la vita.
S. Sono cose troppo impegnative, per me. Non ce a farò mai…
V. Chi rimane alla superficie di se stesso difficilmente potrà scorgere qualcosa al di là del proprio sguardo: non è nemmeno consapevole che esiste un senso.
Non ti accorgi che io, la vita, ho il senso che mi dai, che è anche quello di vivere “senza senso”.
S. Quale è il senso che ti devo dare?
V. Il mio vero senso è proiettato oltre il tuo solito modo di vedere. E’ ben diverso da quello che ti stai costruendo.
S. Io credo solo a quello che vedo. Come faccio a sapere se esiste una realtà diversa da quella che vedo?
V. Osservati un po’ più a fondo, per un momento, e considera il tuo modo di vedere la vita e la realtà che ti circonda.
S. Spiegati meglio….
V. Quando ti poni di fronte alla realtà ci sono tre passaggi fondamentali da considerare:
Il primo è l’aspetto esteriore delle cose che appaiono al tuo sguardo. Tu vedi solo la loro superficie, una parte infinitesima della materia di cui sono composte. La loro struttura intrinseca è invisibile, come sono invisibili ai tuoi occhi gli atomi che la costituiscono.
S. E’ vero. A scuola si studia il comportamento della luce. Io vedo solo ciò che la luce riflettendo sui corpi invia alla mia retina… E il secondo passaggio?
V. Il secondo passaggio è la percezione di ciò che vedi: l’occhio è complesso ed è responsabile della ricezione e traduzione dell’energia della luce in un segnale nervoso che viene poi elaborato in un’altra parte del cervello.
S. Anche questo si studia durante l’ora di scienze. Ed il terzo?
V. Il terzo passaggio è un processo ancora più sofisticato : le immagini del tuo occhio impresse sulla retina vengono fuse in una e prima di arrivare alla coscienza vengono filtrate, catalogate, confrontate con esperienze e conoscenze precedenti.
S. Ciò significa che ciò che vedo non è la realtà ma una mia interpretazione?
V. Tra il vedere e l’osservare in profondità ci sono alcuni salti qualitativi in base alla tua soggettività, al tuo modo di essere.
S. Mi stai sconvolgendo. Mi stai dicendo, in definitiva, che sto vivendo in un mondo fittizio?
V. No, tu stai vivendo un certo grado di realtà. Ma ancora non la conosci nella sua pienezza.
La percezione non identifica il mondo esterno, in quanto e’ una simulazione ricostruttiva, generata dal cervello, sotto il controllo di una determinante genetica, delle interazioni tra te e l’ ambiente materiale che ti circonda.
S. Allora Io non vedo il mondo così come è… sono io stessa a trasfigurare la realtà!
V. In un certo senso… tu vedi il mondo mediante sensazioni cerebrali che interpretano la realta’ generando immagini, suoni , odori e sapori , per decifrare un universo che di per se stesso non e’ colorato ed inoltre e’ silente, inodoro ed insipido …
S. Mi sembra tutto un sogno. Mi stai rivelando cose a cui pensavo poco!
V. Io sono un po’ come un lungo sogno, su questa terra. Sei ancora troppo giovane per identificare tutte le illusioni che ti distolgono dalla mia comprensione più autentica.
S. Mi incuriosisci. Mi piacerebbe conoscere la tua vera natura.
V. Tu a volte ti chiedi se esistono i miracoli, come tradizionalmente li intendi.
Ma rifletti bene su me stessa: non sono io stessa un miracolo? Osserva quante cose puoi fare con il tuo libero arbitrio, con la tua stessa forza di volontà.
S. Sono azioni spesso meccaniche, a cui non bado quasi mai. Camminare, mangiare, conversare…è tutto così ordinario!
V. Ogni momento che ritieni “ordinario”, “comune” o “banale” puoi interpretarlo in modo straordinario.
Per il solo fatto che con la tua volontà hai la possibilità di porre in essere una serie di micro-operazioni quasi infinita, è già un evento straordinario.
S. E’ vero. Io esisto ed è già questa una cosa straordinaria.
V. Quando sgorga dal tuo io il sentimento di riconoscenza sincera per il fatto che esisti?
Nella maggioranza delle persone si annidano spesso avidità, senso di inferiorità o superiorità, invidia, risentimento. Difficilmente, però lo ammettono. Dicono di amarmi, ma in fondo mi odiano.
Sono molto abili a nascondere il tutto a se stessi. La mente trova mille meccanismi di difesa perché è una fredda calcolatrice.
Affermano di amare, ma nella realtà tutto è calcolato anche nei minimi particolari.
S. Ma io amo i miei amici…
V. Sii sincera: e la persona che si cela dietro la tua amica? Non la hai forse investita inconsciamente di mille idee contrastanti che sono relative al suo ruolo e su ciò che dovrebbe fare?
S. Non afferro. Io la frequento per diversi motivi. Ci divertiamo, ci scambiamo favori, ci aiutiamo nelle necessità, ci confidiamo.
V. Ti interessa davvero la sua persona? Riesci a vederla come un universo simile al tuo?
Non ti sembra che a volte su di lei hai esercitato la tua mente calcolatrice e fredda, mentre hai trascurato il cuore?
S. Pensandoci bene potrebbe anche essere così, a volte.
V. Così succede in quasi tutti gli uomini nei loro rapporti quotidiani con i familiari, i colleghi di lavoro, gli amici, i conoscenti, i membri della associazione, chiesa o partito.
Persino con se stessi gli uomini sono sfacciatamente ipocriti : credono di conoscersi, di sapere le proprie reazioni, di amarsi.
S. Ho sempre pensato di conoscermi bene.
V. Ma non è così. Chi è sincero con se stesso deve ammettere che il proprio livello di auto-conoscenza è molto inferiore alle aspettative.
S. Cosa devo fare per vivere in modo più consapevole?
V. Prendi coscienza del fatto che la tua mente spesso ti induce all’inganno.
S. Perché?
V. Perché non ha alcun punto di riferimento… L’oggetto del tuo pensiero è spesso vago, indefinito, molteplice. Ti è difficile soffermarti sull’essenziale perché la tua mente è come una farfalla che vaga di fiore in fiore senza godere a fondo un solo fiore.
S. Ma la mia mente si stanca a fissare un solo punto!
V. Puoi esercitarti a cambiare abitudini mentali. Solo nello sforzo interiore pervieni all’essenziale.
Quando fai fluire un pensiero dopo l’altro, senza alcuna reale connessione con il precedente, giri sempre attorno alla tua superficie e non cogli il tuo centro interiore…
S. Qual è il mio centro interiore?
V. E’ un vuoto che otterrai eliminando gradualmente i condizionamenti e le cose inutili che ingombrano il tuo io. Nel momento che lo raggiungi hai recuperato la tua identità e saprai accogliere la Trascendenza, la quale non è mobile e non varia con il pensiero..
S. Tu parli bene… sento che stai dicendo cose giuste….
PER LE DONAZIONI:https://www.paypal.com/paypalme/piaipi
SEGUIMI:
Mondocrea: https://www.mondocrea.itFacebook https://www.facebook.com/pierangelo.piai
Instagram https://www.instagram.com/pierangelopiai
Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (quasi 5000) iscrivetevi al mio canale youtube “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: / piaipier
Chi desidera può diventare membro della confraternita “COMUNIONE DEI SANTI” (può così ricevere e dare solidarietà nella preghiera tra i membri). Basta iscriversi al canale “UNIVERSO INTERIORE piaipier”: / UNIVERSO INTERIOR…
a cura di https://www.mondocrea.it
Fb 27 dicembre 2020
Domenica fra l’ottava di Natale B Lc 2, 22-40
Luce e ombra
Gesù non appartiene al tempio, appartiene all’uomo. È nostro e di chiunque ne sia assetato, è di quelli che sanno vedere oltre come Anna, incantata davanti a un neonato; è di quelli che non smettono di sognare, come Simeone, che sente Dio come un futuro vicino.
Maria e Giuseppe salgono al tempio col piccolo Gesù per presentarlo al Signore, ma sulla soglia, altre braccia subito se lo contendono. Gesù non è accolto dai sacerdoti, ma da due anziani senza ruolo, due innamorati di Dio. Occhi velati dalla vecchiaia, occhi ancora accesi dal desiderio. È la vecchiaia del mondo che abbraccia l’eterna giovinezza di Dio.
Il figlio è dato, ma subito è offerto ad un altro sogno, ad un’altra strada che si apre per lui.
I figli non sono nostri, appartengono a Dio, al mondo, ad una loro vocazione che noi non conosciamo, “essi abitano case future che nemmeno in sogno potrete visitare” (Gibran). Non devono, non possono realizzare i nostri desideri, perché “se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande non siate voi la zavorra che impedisce loro di volare” (S. Ambrogio). Questa è la santità della famiglia.
“Tornarono quindi alla loro casa”. Ritorno alla santità, alla profezia dell’umile magistero quotidiano, che viene prima di quello del tempio. Alla famiglia, santa perché la vita e l’amore vi celebrano una festa, e ne fanno la più viva feritoia sull’infinito.
Simeone sapeva che non sarebbe morto prima d’aver visto il Messia, e queste parole sono anche per me. Io so che vedrò la salvezza che germina, sentirò angeli senza ali che annunciano la meraviglia di Dio. Lo capirò se sarò come Maria e Giuseppe, gente che si comporta secondo le regole ma che accoglie l’imprevisto, rassicurata dal rito e stupita dal profeta.
Dio si manifesta sempre tra luce e ombra, annunci e dubbi, miracolo e quotidiano, profezia di gioia e di spada. Come i due anziani che sanno aspettare, orientati a Dio come girasoli alla luce, vedendo ciò che altri non vedono. E in quel Bambino che passa amorosamente di braccio in braccio, Israele consola il suo Signore, conforta il senso di un Dio da sempre alla ricerca dell’uomo.
E’ iniziata l’offensiva divina, sul mondo. Ma anche per te, Maria, ci sarà la spada, non sei esente. La fede non produce l’anestesia del vivere, la santità non è l’assicurazione contro la sofferenza. Sentirai tutto il dolore del mondo: ti legherà a tanti, a tutti i trafitti, quel dolore che non chiede spiegazioni, ma condivisione.
Ma tutto questo sarà dopo; intanto, per ora, piccolo Gesù nato per me, lascia che io ti stringa fra le braccia come Simeone, e stringendo con te, anche la Divina Presenza. Abbracciando te, le dita di Dio mi sfiorano anche me, e allora, con lo sguardo, la carezza, o l’ascolto, lasciami pregare ancora per bocca di con Simeone, per dire ai miei fratelli: “Dio mi salva attraverso te, salvezza che mi cammina a fianco”.
Avvenire
Santa Famiglia 2020 Lc
Portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. Una giovanissima coppia e un neonato che portano la povera offerta dei poveri: due tortore, e la più preziosa offerta del mondo: un bambino.
Vengono nella casa del Signore e sulla soglia è il Signore che viene loro incontro attraverso due creature intrise di vita e di Spirito, due anziani, Simeone e Anna, occhi stanchi per la vecchiaia e giovani per il desiderio: la vecchiaia del mondo accoglie fra le sue braccia l’eterna giovinezza di Dio.
E la liturgia che si compie, in quel cortile aperto a tutti, è naturale e semplice, naturale e perciò divina: Simeone prende in braccio Gesù e benedice Dio. Compie un gesto sacerdotale, una autentica liturgia, possibile a tutti. Un anziano, diventato onda di speranza, una laica sotto l’ala dello Spirito benedicono Dio e il figlio di Dio: la benedizione non è un ufficio d’élites, ma esubero di gioia che ciascuno può offrire a Dio (R. Virgili). Anche Maria e Giuseppe sono benedetti, tutta la famiglia viene avvolta da un velo di luce per la benedizione e la profezia di quella coppia di anziani laici, profeti e sacerdoti a un tempo: la benedizione e la profezia non sono riservate ad una categoria sacra, abitano nel cortile aperto a tutti.
Lo Spirito aveva rivelato a Simeone che non avrebbe visto la morte senza aver prima veduto il Messia. Parole che sono per me e per te: io non morirò senza aver visto l’offensiva di Dio, l’offensiva della luce già in atto dovunque, l’offensiva mite e possente del lievito e del granello di senape.
Poi Simeone dice tre parole immense su Gesù: egli è qui come caduta, risurrezione, come segno di contraddizione.
Gesù come caduta. Caduta dei nostri piccoli o grandi idoli, rovina del nostro mondo di maschere e bugie, della vita insufficiente e malata. Venuto a rovinare tutto ciò che rovina l’uomo, a portare spada e fuoco per tagliare e bruciare ciò che è contro l’umano.
Egli è qui per la risurrezione: è la forza che ti fa rialzare quando credi che per te è finita, che ti fa partire anche se hai il vuoto dentro e il nero davanti agli occhi. È qui e assicura che vivere è l’infinita pazienza di ricominciare.
Cristo contraddizione del nostro illusorio equilibrio tra il dare e l’avere; che contraddice tutta la mia mediocrità, tutte le mie idee sbagliate su Dio.
Caduta, risurrezione contraddizione. Tre parole che danno respiro e movimento alla vita, con dentro il luminoso potere di far vedere che tutte le cose sono ormai abitate da un oltre.
La figura di Anna chiude il grande affresco. Una donna profeta! Un’altra, oltre ad Elisabetta e Maria, capaci di incantarsi davanti a un neonato perché sentono Dio come futuro.
![]() verso etern.DOC |
I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
![]() segretimedjugorje.MP3 |
VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y
LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron