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di p. Ermes Ronchi

 

II domenica B

I personaggi del racconto: un Giovanni dagli occhi penetranti; due discepoli meravigliosi, che non se ne stanno comodi e appagati, all’ombra del più grande profeta del tempo, ma si incamminano per sentieri sconosciuti, dietro a un giovane rabbi di cui ignorano tutto, salvo un’immagine folgorante: ecco l’agnello di Dio!

Un racconto che profuma di libertà e di coraggio, dove sono incastonate le prime parole di Gesù: che cosa cercate? Così lungo il fiume; così, tre anni dopo, nel giardino: donna, chi cerchi? Sempre lo stesso verbo, quello che ci definisce: noi siamo cercatori d’oro nati dal soffio dello Spirito (G. Vannucci).

Cosa cercate? Il Maestro inizia ponendosi in ascolto, non vuole né imporsi né indottrinare, saranno i due ragazzi a dettare l’agenda. La domanda è come un amo da pesca calato in loro (la forma del punto di domanda ricorda quella di un amo rovesciato), che scende nell’intimo ad agganciare, a tirare alla luce cose nascoste.

Gesù con questa domanda pone le sue mani sante nel tessuto profondo e vivo della persona, che è il desiderio: cosa desiderate davvero? qual è il vostro desiderio più forte? Parole che sono “come una mano che prende le viscere e ti fa partorire” (A. Merini):

Gesù, maestro del desiderio, esegeta e interprete del cuore, domanda a ciascuno: quale fame fa viva la tua vita? dietro quale sogno cammini? E non chiede rinunce o sacrifici, non di immolarsi sull’altare del dovere, ma di rientrare in sé, ritornare al cuore (reditus ad cor, dei maestri spirituali), guardare a ciò che accade nello spazio vitale, custodire ciò che si muove e germoglia nell’intimo. Chiede a ciascuno, sono parole di san  Bernardo,: “accosta le labbra alla sorgente del cuore e bevi”.

Rabbì, dove dimori? Venite e vedrete. Il maestro ci mostra che l’annuncio cristiano, prima che di parole, è fatto di sguardi, testimonianze, esperienze, incontri, vicinanza. In una parola, vita. Ed è quello che Gesù è venuto a portare, non teorie ma vita in pienezza (Gv 10,10).

E vanno con lui: la conversione è lasciare la sicurezza di ieri per il futuro aperto di Gesù; passare da Dio come dovere a Dio come desiderio e stupore.

Milioni di persone vorrebbero, sognano di poter passare il resto della vita in pigiama, sul divano di casa. Forse questo il peggio che ci possa capitare: sentirci arrivati, restare immobili. All’opposto i due discepoli, quelli dei primi passi cristiani, sono stati formati, allenati, addestrati dal Battista, il profeta roccioso e selvatico, a non fermarsi, ad andare e ancora andare, a muovere in cerca dell’esodo di Dio, ancora più in là. Come loro, “felice l’uomo, beata la donna che ha sentieri nel cuore” (Salmo 83,6).

d attendere qualcuno. Si mettono in cammino per intercettare l’esodo di Dio.

Sognano un Dio delle strade e un libero orizzonte.

ricerche. E Gesù con loro, e si impegna a salvare la grandezza dei desideri a non lasciarli rimpicciolire sul piccolo, atrofizzare sul passato.

Come se dicesse loro: prima venite voi e ciò che vi pesa sul cuore, dopo vengo io.

Gesù per i primi passi dietro a lui non chiede il coraggio delle rinunce, lo sforzo dell’ascesi, ma la spinta di una passione, di un desiderio e per farli emergere chiede il ritorno al cuore, alla verità profonda, a ciò che accade dentro e si muove nell’intimo, nello spazio vitale della persona.

L’uomo guarda le apparenze, il Signore guarda il cuore. Tutti hanno un cuore, punto di partenza è sempre la tua vita, non una dottrina astratta;

E’ un vangelo che mi dice che la vita non è mai ferma, mai un vicolo chiuso, ma che è piena di sorprese, di rinnovamenti che arrivano all’improvviso, se solo mi apro a ciò che mi viene incontro.

Comincia con una semplice scena: un piccolo gruppo di uomini, di credenti, con il loro grande maestro Giovanni; ed ecco passa Gesù e il maestro fissa gli occhi su di lui, intuisce il suo mistero, il tesoro che porta e non se lo fa scappare.

Grande esempio questo maestro dagli occhi acuti, e dal cuore aperto per tutti noi: non lasciamoci passare vicino il mistero, il nuovo, il bene che ci passa accanto e viene sotto forma di persone, di donne e uomini.

Giovanni non bada a stereotipi. Voglio essere come lui, non lasciarmi scappare Dio che viene da me e mi sorprende perché mi aspettavo un re e invece è un marocchino che mi bussa alla porta, mi aspettavo un giudice e invece è un vecchio dagli occhi limpidi, un bambino che mi intenerisce con un sorriso o una badante di un paese lontano che mi racconta la sua storia di tenacia, amore e sofferenza.

Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie i peccati del mondo. L’agnello dell’esodo; l’agnello di Isaia che prende su di sé il male e il dolore del mondo;

il peccato del mondo non è la cattiveria: l’uomo è fragile, ma non è cattivo; l’uomo si inganna facilmente, si sbaglia di brutto, ma non ama il male; ricerca a modo suo vita e felicità.

  Perfino Caino cercava il favore di Dio; i peccatori sono degli ingannati. Questo è il dramma. Alle strade che il vangelo propone ne preferiamo altre che crediamo più plausibili, più intelligenti, o più felici.

Togliere il peccato del mondo è togliere il disamore, far cambiare strada alle relazioni umane, al proprio cuore, a tutto quel  deficit d’amore che fa povera  la vita.

Venuto a togliere paure pesi tristezze, ciò che strozza la vita e le impedisce di volare… Uno che libera e guarisce, non solo un buono.

Gesù allora si voltò e disse loro: che cosa cercate? sono le prime parole che pronuncia nel vangelo di Giovanni.

Le prime parole rivelano che Gesù il Maestro dell’esistenza non vuole imporsi, non gli interessa stupire o abbagliare tantomeno indottrinare, ma la sua passione è farsi vicino, porsi a fianco, rallentare il passo per farsi compagno di strada di ogni cuore che cerca.

Cosa cercate? Chi cerchi? Due domande, con un unico verbo, dove troviamo la definizione dell’uomo. Noi siamo dei cercatori, cercatori d’oro, con un punto di domanda piantato nel cuore. In principio Dio creò il punto di domanda e lo depose nel cuore dell’uomo e della donna.

Gesù ci educa alla fede attraverso domande. Scrive Rilke in un’opera famosa: Lettera a un giovane poeta: Prima di correre a cercare risposte, bisogna vivere bene le domande. Vivere le domande perché aprono la mente, le attese, la ricerca.

Che cosa cercate? Gesù fa capire:

Gesù, maestro del desiderio, rivolgendo quella domanda a noi, ripete la beatitudine dimenticata: Beati gli insoddisfatti perché saranno cercatori di tesori. Beati voi che avete fame e sete, perché diventerete mercanti della perla preziosa.

Gesù non chiede sacrifici, sforzi, impegni e rinunce. Prima di tutto ti chiede di partire in pellegrinaggio verso il luogo del cuore, di comprenderlo, di decifrare la radice da cui nascono le tue azioni, generate da bisogni e desideri, da paure, da amori e disamori. Trova la chiave del cuore. Questa chiave, lo vedrai, apre anche la porta del Regno! (Giovanni Crisostomo)

Ogni vita spirituale, ogni vangelo personale inizia con questa discesa. Sant’Agostino l’ha detto: “Io ti cercavo fuori di me e tu invece eri dentro di me!”. Dentro di me, là dove nascono i sogni scoprirò qualcuno che mi attende e con Lui evangelizzerò quegli oceani interiori che ci generano e al tempo stesso ci minacciano.

La prima lettura dice che a quei tempi era rara la parola di Dio. Anzi stava spegnendosi anche la lampada del santissimo, la lampada del tempio. Era notte, grande notte, e il sommo pontefice dormiva, queste coscienze addormentate, questa chiesa che dorme…, e c’era questo fanciullo, il piccolo Samuele.

E a chi parla Dio? Non al sommo sacerdote, ma al bambino. Che crede di essere chiamato dal vecchio sacerdote Eli e corre da lui. Per tre volte. Finché l’anziano comincia a interrogarsi, a sospettare, e dice: torna a dormire e se ti sentirai ancora chiamato dì così: parla Signore che il tuo servo ti ascolta.

Tanti pensieri che nascono. E il primo è che la parola di Dio era rara, ma Dio interviene. Chissà oggi come interviene, chissà con chi e come parla e a chi parla. E il prete dorme! E bambini ascoltano. Notate: per tre volte. E alla fine, pur capendo di essere davanti a qualcosa di grande, non dice: figlio mio, almeno ti faccio compagnia, ti sto vicino. No. Dice: torna a dormire, che dormo anch’io…

Noi, invece, siamo come il piccolo Samuele: stava nel tempio, ma ancora non aveva trovato il Signore. E quando lo trova? Lo trova proprio quando non corre più, quando smette di correre e si prende del tempo per ascoltare.

Come i due discepoli di Giovanni: e si fermarono con lui fino a sera.

Donami signore un cuore che ascolta: il vangelo e il grido dei poveri, angeli e parabole e anche bambini ai quali come al piccolo Samuele Dio parla sempre. Donaci un cuore che ascolta le tre cose che contano: il desiderio del cuore, le domande di Dio, il grido di Abele.

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron