San Paolo afferma: È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza (Col 2,6-15)
Teniamo bene impresse nella mente e nel cuore queste parole soprattutto quando frequentiamo l’Eucaristia. Ricevendo il Figlio noi riceviamo Dio nel nostro stesso corpo e nella nostra anima. Riceviamo Colui per mezzo del quale tutto è stato creato.
Cieli e terra sono suoi e siamo suoi tutti noi. Prima della sua Incarnazione nessuno ebbe questo onore, anche se i profeti parlavano con Lui come Mosé, Elia, Isaia, Geremia e gli altri. Percepivano la sua presenza, lo Spirito parlava in loro, ma non potevano riceverlo come lo riceviamo noi oggi.
La stessa Madre, la Vergine Maria, lo tenne nel suo grembo per nove mesi, ma una volta nato dovette nutrirlo al suo seno, svezzarlo e gradualmente lasciarlo crescere in autonomia.
Fino all’Istituzione dell’Eucaristia, per trent’anni, Maria non poteva riceverlo in corpo, anima e divinità nel suo cuore come possiamo fare noi ogni giorno. Se fossimo consapevoli di questo grande dono sempre disponibile, saremmo ogni giorno alla Santa Messa a ringraziare il Signore pieni di gioia!
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