Omelia di p.ERMES RONCHI
in occasione del funerale di VITTORIO LUIGI GJETO SIGNÔR
Campoformido 31 gennaio 2023
Accogli il tuo servo, il tuo amico, Signore.Fra le stelle mostragli la strada.Credo, come voi, che qualcosa rimane oltre la morte, credo che il tempo dell’amore, è più lungo del tempo della vita. Finisce la vita, ma resiste l’affetto, il volersi bene. Questo è ciò che rimane quando non rimane più niente.Lo so dal vangelo.
Lo abbiamo sentito: Nulla mai ci separerà dall’amore di Dio. Nulla, mai. Due parole totali, assolute, perfette. E Gesù raddoppia: nessuno vi strapperà dalla mia mano.Legame che non si lacera, non si strappa, non si rompe. IndistruttibileE questo per fortuna non dipende da noi, da quando siamo bravi e buoni, per fortuna dipende da Dio.Perciò, i nostri cari, che abbiamo amato e che sono morti, non sono assenti, sono solo invisibili, ma sono nella stanza accanto, sono come passeri che hanno il nido nelle mani di Dio.E fissano i loro occhi pieni di luce nei nostri occhi pieni di lacrime.
Ma quando un raggio di quella luce incontra l’acqua di queste lacrime, nascono arcobaleni. Sapete gli angeli veri non hanno le ali. Le mani di chi ci vuol bene terminano in angeli!Siamo nel momento in cui una vita si riassume. Io sono sicuro che l’ultima domanda che ci sarà rivolta da Dio, quella dell’ultimo giudizio, non suonerà come: vediamo se sei stato un bravo ragazzo, devoto e osservante, quante volte hai saltato la messa? Vediamo quello che hai combinato? No, amici e fratelli, la domanda per tutti sarà unica, una sola: dopo di te, là dove tu sei passato, è rimasta più vita o meno vita? più gioia o meno gioia?Hai lasciato dietro di te più vita di prima? il tuo modo di stare con gli altri faceva male o faceva bene alle vite?
Non è il patrimonio economico che conta, ma il patrimonio relazionale, un capitale di amicizie, affetti, incontri, legami buoni.
Affrettiamoci ad amare, / le persone se ne vanno così in fretta. Affrettiamoci ad amare i nostri familiari, a dimostrarglielo; essere generosi e non avari di sentimenti;sbrighiamoci a voler bene ai nostri amici, a farglielo capire; non perdiamo tempo, non posticipiamo, non rimandiamo, affrettiamoci ad amare, / le persone se ne vanno così in fretta. di loro non rimane più che un paio di scarpe e un telefono muto.
La mia fede è che Dio salva. Salvare vuol dire conservare, e nulla andrà perduto, non un affetto, non un bicchiere o un fiore regalato, non un sorriso fatto nascere, non una lacrima buona, non un momento d’amicizia.Dio salva, dona eternità a tutto ciò che di più bello portiamo nel cuore.
Gli archivi di Dio non sono pieni dei nostri peccati, ma dei nostri gesti di bontà. Di noi che siamo zizzania e buon grano mescolati nello stesso campo.Ma il buon grano vale di più: “non va perduta nessuna delle nostre sincere preoccupazioni per gli altri.
Non va perduto nessun atto d’amore, non va perduta nessuna generosa fatica, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola attraverso il mondo, come una forza di vita (EG 278). Dio è lì dentro, è la parte migliore di noi. E quando lo vedremo faccia a faccia il Signore ci chiederà come a Pietro sul lago questa sola cosa: ma tu, mi vuoi bene?
E io e noi risponderemo: sì, Signore, ti voglio bene. E se anche lo avrò tradito mille volte, Lui mi chiederà solo per mille volte: mi vuoi bene?
E piangeremo insieme di gioia.
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