“La poesia è come la preghiera: sembra inutile, mentre sostiene il mondo
infondendo sostanza, valore alla realtà” (dal diario di p. Albino Candido, monaco)

La peculiarità di questi poemetti didascalici consiste nella loro libera forma stilistica; nel linguaggio poetico utilizzato che richiama quello più arcaico e tiene conto anche degli elementi moderni; nella valorizzazione dell’ambiente, dell’aspetto monumentale ed architettonico e del periodo storico di riferimento; nelle osservazioni personali di carattere filosofico, culturale, antropologico e teologico; nell’esternazione del personale sentimento nostalgico per le località prese in considerazione.


Nota sulla metrica:

I versi di queste poesie sono tutti strutturati in “endecasillabi grammaticali”, ma per quanto riguarda l’aspetto letterario non sono esattamente degli endecasillabi.
Il più delle volte sono dei “denari” perchè non tengono conto delle leggi metriche della sinafele e diafele, non viene mai usata la dieresi a distanziare le vocali etc etc…
In pratica per comporre le poesie più liberamente non ho voluto rispettare le complesse leggi della metrica tradizionale , ma ho appositamente utilizzato uno stile personale che, da una parte richiama una forma di neo-classicismo stilistico e dall’altra si adegua ai liberi canoni della poesia moderna..

 

METODO DI COMPOSIZIONE:

Desidererei esporre il mio metodo, che ritengo piuttosto arduo ed impegnativo:

L’aspetto formale presenta sempre difficoltà tecnico-linguistiche inimmaginabili. Lo sforzo consiste nell’elaborare frasi che contengono tassativamente undici sillabe, collocate in quartine a rime alterne.
Molto spesso impiego molto tempo a riformulare una sola frase per fare in modo che termini con una rima appropriata, oppure per cambiare l’intera quartina, stando attento che abbia un senso compiuto. Con questo procedimento ho dovuto usare spesso elisioni e troncamenti arcaici per adattare le frasi. Abbondano anche l’uso di sinonimi ricercati che hanno il compito di evidenziare o rimarcare determinate situazioni locali o stati d’animo personali.
Le poesie, inoltre, hanno un’introduzione caratteristica ed una finale molto particolare che illumina spesso ciò che intendevo celebrare.

Pier Angelo Piai

 

 

LA VERGINE MARIA

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LA REGINA DELLA PACE

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A SANTA TERESINA DI LISIEUX

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A SANT’ANTONIO DA PADOVA

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A SAN PADRE PIO

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A SAN FRANCESCO D’ASSISI

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L’ASPETTO FORMALE DELLA POESIA DI PIAI

Niente come l’arte è indicatrice della verità dei tempi. L’arte è una spinta dall’interno, non è un fatto mentale: la spinta dall’interno guida alla forma che diamo, non si programma prima. Gli endecasillabi grammaticali in quartine a rime alternate di Piai relativi al Friuli non sono parte di un discorso accademico, ma costituiscono un recupero dei valori che oggi sono purtroppo spesso traditi.
Piai ha riscoperto la realtà locale ed ha avuto l’esigenza di esprimere le cose che prima esistevano solo come 
conoscenza, ma non come fatto emotivo.
La sua è stata una necessità espressiva perché voleva richiamare un’epoca e l’ha richiamata benissimo attraverso l’endecasillabo di quel tipo. In esso c’è un richiamo dell’antico, non è un linguaggio che viene riconsegnato inamovibile come per l’arte bizantina.
È un’espressione che garantisce la verità poetica, perché non è accademica. Lì c’è l’autenticità. Se fosse stato il lavoro di un colto o di un esperto, sarebbe stato progettato cerebralmente prima, ma la vera
 poesia è spontaneità espressa in qualsiasi modo, anche oltre i canoni classici.

Dott. Marcello De Stefano