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Domenica VIII Matteo 6,24-34
Il vangelo inizia con un affondo: non potete servire Dio e la ricchezza. Nella bibbia, il rivale di Dio non è mai il peccato. Dio assedia di cure il peccatore, ama il fragile, e forse un giorno troverà la strada della vita. Il vero rivale di Dio, il muro davanti al quale la sua potenza d’amore si spegne, è la ricchezza, cioè l’interesse, la convenienza, il proprio vantaggio.
Il grande idolo nella bibbia è il denaro. Infatti, la prima delle beatitudini, la più importante, dice: beati i poveri, perché di essi è il Regno di Dio. Non saranno i ricchi a portare sulla terra il mondo che Dio sogna; non saranno quelli che cercano il proprio vantaggio a creare un futuro buono per tutti.
Perciò io vi dico: Non preoccupatevi. Per tre volte Gesù ripete questo invito, rasserenante e costruttivo: non affannatevi, non abbiate quell’affanno, quell’ansia che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c’è tempo di fermarsi a guardare negli occhi la vita, a parlare con chi si ama. Per cui si ha paura del domani.
Non preoccupatevi. E come si fa per non sentire questa stretta allo stomaco, quando sembra che mi manchi l’aria? Gesù dà la risposta: Guardatevi intorno, guardate gli uccelli.
Il primo mezzo che Gesù indica è l’attenzione, lo sguardo contemplativo, lo sguardo intelligente: guardate per imparare. Usate l’intelligenza per capire la legge della vita. Guarda, la vita racconta Dio.
Allora non guardare solo a te stesso, o non ti illumini mai. Guardatevi attorno, non siete voi il centro del mondo. Oggi mi sono alzato, ho guardato fuori, i campi bianchi di brina e poi: il sole, ma è da incanto, è da brividi una giornata così! Vuoi uscire dall’ansia? guardati intorno. Guarda gli occhi di una creatura, naviga per occhi, fossero anche quelli piccolissimi di un uccello o di un fiore!
Guardate e salvate la capacità di godere delle cose vive che ogni giorno il Padre mette sulla vostra strada o dentro il vostro spazio vitale.
Poi viene un secondo mezzo. Dopo l’intelligenza, usa il cuore. Che Gesù convoca così: Tu vali per il Padre. Tu conti per lui.
Non seminano, non mietono, eppure Il Padre vostro li nutre. Non valete voi più di molti passeri? Si arriva diritti al cuore di Dio. Tu vali! Dio non si dimentica: può una madre dimenticarsi del suo figliolo? Se anche una madre si dimenticasse, io non mi dimenticherò di te, mai (Isaia 49,14-15, Prima Lettura). Mai, parola divina.
Non che tutto sia risolto, non che tutto vada diritto, non che sei assicurato contro gli infortuni della vita. Non arriva per posta il pane o per Amazon; guardate bene: anche gli uccellini devono andare a cercarsi l’insetto o il piccolo seme, di albero in albero. Ma non ti affannare. Cerca, vivi quel sano equilibrio tra il non fare e l’essere travolto.
Ma li vedete i gigli del campo, le viole o le primule? Domani non ci sono più, ma guardate la loro bellezza! Dio è bellezza. Gesù parla della vita con le parole più semplici e a lei più proprie: coglie dei pezzi di terra, li raduna nella sua parola e il cielo appare, e il Padre appare.
Gesù osserva la vita e nascono parabole.
Osserva la vita e questa gli parla di fiducia.
Gli parla di Dio, del suo prendersi cura di un fiore, di un Dio giardiniere.
Non preoccupatevi di cosa mangerete, di cosa berrete. Il Padre vostro sa di cosa avete bisogno. L’azione del Padre precede la richiesta, addirittura precede il bisogno. Che bello, questo anticipo. Non solo nel momento in cui tu lo chiami, ma prima ancora, Lui sa. Tu, fidati.
Ed ecco una frase da scolpire, da mandare a memoria: cercate prima di tutto il regno di Dio, cercate una società giusta dove non domini il possedere ma il condividere; dove non ci sia la scalata a comandare ma la gioia di servire; non il salire, ma lo scendere e l’inginocchiarsi accanto, a millimetro di cuore.
Il regno di Dio è questa terra nuova, un mondo altro, una società alternativa, dove non guardi solo a te stesso, ma ti guardi attorno con intelligenza e cuore, vedi la bellezza e il bisogno, dove ti occupi di tuo fratello, e sai che Dio si occuperà di te.
Con il ripetere per tre volte “non preoccupatevi”, Gesù ci accompagna in tre passi vitali: dall’intelligenza, al cuore, alla fede. Il Vangelo oggi ci pone la questione della fiducia. Dove metti la tua fiducia?
La fede ha questi tre passi: ho bisogno, mi fido, mi affido.
Gesù sceglie gli uccelli, esseri liberi, quasi senza peso, senza gravità, che sono una nota di canto e di libertà nell’azzurro. Lasciatevi attirare come loro dal cielo, volate alto e liberi! Vivete affidàti.
Affidatevi e non preoccupatevi. Non un invito al fatalismo, in attesa che Qualcuno dall’alto risolva i problemi, perché la Provvidenza non conosce uomini seduti, ma solo uomini in cammino (don Calabria): se Dio nutre creature che non seminano e non mietono, quanto più voi che seminate e mietete.
Non preoccupatevi, il Padre sa. E nutre la vita. Guardate la potenza della vita: Dio non si stanca neanche di un passerotto, figuriamoci se ci abbandona.
Non si stanca di una primula, vuoi che si stanchi di te che vali più di tutte le primule di questa e di tutte le primavere?
Ogni bambino che nasce è la dichiarazione solenne che Dio non si è stancato del mondo.
Non preoccupatevi, Dio sa. Ma come faccio a dirlo a chi non trova lavoro, non riesce ad arrivare a fine mese, non vede futuro per i figli, o ha una malattia grave? La Bibbia risponde, con la lettera di Giacomo. La ascoltiamo:
“Se uno è senza vestiti e cibo e tu gli dici, va in pace, non preoccuparti, riscaldati e saziati, ma non gli dai il necessario per il corpo, a che cosa ti serve la tua fede?” (Giacomo 2,16). Dio ha bisogno delle mie mani per essere Provvidenza nel mondo. Sono io, siamo noi, i suoi amici, il mezzo con cui Dio interviene nella storia. Io mi occupo di qualcuno e Lui, che veste di bellezza i fiori del campo, si occuperà di me.
Non preoccupatevi del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. Come oggi il Padre fa, così farà anche domani.
Non accumulare davanti a te tutti i problemi, e i rischi immaginari, e le ansie figlie delle tue paure.
A ciascun giorno bastano le sue difficoltà. Tu fidati: le difficolta sono risolte dal Padre ogni giorno, giorno per giorno. Fidati, perché il contrario della paura non è il coraggio, è la fede!
Cercate prima di tutto il Regno.
Vuoi essere una nota di libertà nell’azzurro, come un passero?
Bello come un fiore?
Cerca prima di tutto le cose di Dio:
cerca solidarietà, generosità, fiducia, giustizia;
fìdati, e troverai ciò che fa volare,
ciò che fa fiorire!
p. Ermes Ronchi