Diletta Di Bernardo (nata nel 1925 a Tomba di Mereto) era una tipica donna friulana umile, discreta e laboriosa.
La famiglia era per lei la base di convivenza più importante, accudendo al marito Rinaldo ed ai figli Laura e Giorgio.
Per lei, comunque, era molto importante la solidarietà con le altre famiglie per cui era sempre pronta ad aiutare tutti e, nonostante le dure giornate di lavoro nei campi, nell’orto, in stalla ed in casa, riusciva persino ad assistere le persone anziane del vicinato proponendosi spesso di fare le notti all’ospedale.
Si rendeva disponibile anche per le pulizie della chiesa parrocchiale di Campoformido.
La sua energia sembrava inesauribile. Aveva contribuito personalmente alla costruzione della stalla, del fienile e del deposito per attrezzi portando ogni giorno i blocchi di cemento sul posto che lei stessa preparava manualmente giorno dopo giorno
E così per la casa nuova, che è stata una sua coraggiosa iniziativa perché si rendeva conto che non poteva continuare a vivere con la sua famiglia in un ambiente così ristretto.
Mamma Diletta aveva una fede semplice ma solida, che dimostrava con i fatti nell’amore verso i famigliari, i parenti e tutti coloro che conosceva.
Quello che colpiva del suo carattere era soprattutto la discrezione, perché pur esternando il suo saggio punto di vista, non imponeva le sue idee. Era spesso dedita alla preghiera e sempre disponibile verso tutti.
Molto edificante è stato il suo ultimo periodo di vita, vissuto nella malattia. Ella soffriva in silenzio perché non voleva rattristare chi le stava attorno.
Dopo una difficile e complessa operazione, sembrava che il suo destino fosse ormai segnato. Ma non si diede per vinta e con tutte le energie che le rimanevano continuava a lavorare in casa e si interessava come poteva delle nuove semine nell’orto, mettendo a disposizione la sua esperienza tramite alcuni consigli che dava al figlio Giorgio.
I figli e i parenti notavano bene che si affaticava, ma lei esclamava con una certa grinta: “Sarà quel che Dio vorrà!”
Soprattutto verso l’ultimo mese di vita, il figlio Giorgio che amava moltissimo sua madre, provvedeva scrupolosamente a tutte le sue necessità e la figlia Laura, che abita un po’ lontano, si recava spesso per cercare di assisterla come poteva.
Uno dei fatti più edificanti è la solidarietà dimostrata non solo dai parenti, ma anche dai vicini che si offrivano spontaneamente per accudirla e farle compagnia. Addirittura si occupavano anche della vendemmia e della raccolta delle patate, a cui Diletta teneva.
Ella pregava continuamente ed una delle preghiere preferite era l’Ave Maria, preghiera che l’accompagnò fino all’ultimo trapasso.
Ha ricevuto anche l’olio santo.
Mamma Diletta, come il marito Rinaldo, è spirata in casa il giorno dopo il suo 89° compleanno (21 settembre 2014).
I figli, i parenti e tutti gli amici le saranno per sempre grati.
RICORDI…
Siccome papà Rinaldo era al lavoro fuori casa, mamma Diletta dirigeva personalmente e con grinta la sua piccola “azienda agricola”, tanto che i raccolti avevano quasi sempre successo.
Ottenute le primizie dell’orto, dopo il primo assaggio, si doveva dire “A gloria di Dio”.
Era davvero una brava cuoca, pulita e precisa. (Da ragazza aveva frequentato dei corsi appositi)
Quando eravamo a pranzo tutti insieme, lei era la prima ad alzarsi, raccogliere le stoviglie e lavarle, mentre noi potevamo riposare.
Una delle cose a cui teneva molto era la scrupolosa pulizia della casa. Se la cavava bene anche con l’ago. Ricordo che quando eravamo piccoli imbastiva per noi i primi vestitini.
Mamma Diletta era semplice, ma svelta nell’intuire molte cose pratiche. Un giorno si era messa ad inseguire i ladri ed era riuscita persino a recuperare la refurtiva.
Quando una mucca si ammalava e doveva essere abbattuta, mamma Diletta non si lasciava prendere dallo sconforto e non si ribellava mai contro il destino. Poi ne comprava una nuova e succedeva che faceva più latte della precedente. Lei usava attribuire ciò alla Divina Provvidenza.
Negli affari relativi alla casa era onesta ma non sprovveduta. Quando si trattava di raggiungere un obiettivo, come ad esempio vendere o comprare il bestiame, non si lasciava mai imbrogliare o intimorire dai commercianti.
Mamma Diletta si rendeva conto che la sua famiglia viveva in una dimora troppo ristretta per 4 persone. Negli anni ‘70 pensò ad una nuova soluzione. Fece fare un progetto e con i risparmi famigliari comprò un terreno fabbricabile nelle vicinanze, e, siccome papà Rinaldo era impegnato nel suo lavoro esterno, ella seguì personalmente e con determinazione le varie fasi di messa in opera della nuova casa.
A MAMMA DILETTA
Ben si addice il tuo nome, o Diletta
che a noi tuoi amati figli sei sì cara.
Ci additasti la via sempre retta
per evitarci la sorpresa più amara.
Tu mite, umile, saggia e laboriosa
sei ognor per noi un faro che risplende.
Quale buona madre come te mai riposa,
per noi alle fatiche non si arrende?
Il tuo amore è davvero così eterno
che porta frutti ed è sempre più fecondo.
Nella tua casa non resiste mai l’inverno
par di essere in un altro più bel mondo.
Laura e Giorgio ti son sempre molto grati,
Pier Angelo e Anna non lo sono da meno.
Per te siamo tutti figli tanto amati
che il tuo volto dà agli animi sereno.