Immacolata 2018  (di p. Ermes Rochi)

 

Una festa oggi piena di ali e di fessure aperte sull’infinito.

 

Stai sulla soglia prima di entrare

Scuci tutte le paure, sciogli le vele, scendi nel cuore,

ora fatti mancare le parole,

come un fiore che si spoglia fino al frutto.

 

Il silenzio ti fa nudo e semplice, carezza di Dio su di te:

che ti fa vivere, che apre il tempo,

che colma il vuoto, che svela il senso,

che ci fa restare umani.

 

Omelia

Adamo, dove sei? Mi sono nascosto perché ho avuto paura. Ed entra nel mondo la paura, la grande nemica. Adamo ha paura di Dio: è la madre di tutte le paure.

Poi verrà un angelo, un angelo migratore, che vola via dal cuore del tempio e si posa nel cuore di una casa, a Nazaret, a portare la fine della paura di Dio: “non temere Maria”.

Dio viene come gioia, come bacio caduto sulla terra, un seme di vita nella voce di un angelo. Verrà come un bambino fra le tue braccia: non puoi avere paura di un bambino.

Ciò che vince la paura non è il coraggio, è la fame, fame di vita. Che con la paura della morte combatte una guerra infinita. Raccontata così dalle parole della Genesi: Porrò inimicizia tra il serpente e la donna, ed essa ti schiaccerà il capo.

Inimicizia tra la Donna, che porta la fame di vita, e il serpente che porta la morte. È il nome profetico dell’umanità, nome dato da Dio: la nostra stirpe è nemica del male. Adamo ed Eva lo hanno appena tradito, hanno appena ceduto al male, e Dio, in modo irragionevole, per una fiducia insensata, contro ogni evidenza, li chiama nemici e avversari del male.

Senza ingenuità, ma con totale sicurezza, la Bibbia annuncia: nonostante tutto, vincerà la stirpe dei nati da donna.

Io sarò colpito, avrò molte volte paura, qualche volta cadrò, ma non sarò mai amico del male, mai amico della violenza e della menzogna, mai amico dell’odio e della cattiveria.

Tu le insidierai il calcagno, lei ti schiaccerà la testa. Il male può ferire l’umanità, ma può solo ferirla, e non sopraffarla.

È in basso, è inferiore, non sale fino al centro dell’uomo. Il cuore delle creature è buono.

Il serpente è dietro, è un passato che talvolta ritorna e fa tanto male, ma non è davanti a te, non è il futuro che ti attende.

La donna e l’uomo hanno un anticipo, un vantaggio sul male. Questo ritardo del male, per grazia, sarà un ritardo eterno.

Essa ti schiaccerà la testa: il male non vincerà. La rabbia, la corruzione, il veleno possono aggredire la speranza, ma il disumano non vincerà sull’umano.

Adamo ed Eva escono dal paradiso terrestre portando con sé una benedizione, un annuncio di vittoria: il bene è più forte del male, più antico, più profondo, più originale del peccato originale.

In ogni persona c’è un posto dove solo Dio abita, dove il male non può arrivare, dove Dio si è riservato un posto e solo lui vi ha preso casa. In noi c’è una parte che è rimasta pura, bella, sana, divina, dove nessun male può arrivare: in cielo c’è una stella per ciascuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri errori non possano mai offuscarla (Bobin).

In noi c’è un pezzetto di Dio sufficientemente luminoso perché il peccato non possa mai oscurarlo.

Quello è il luogo della Immacolata Concezione. Un punto preservato dal male, in ognuno. Ciò che è accaduto in Maria non è esclusivo, accade in ciascuno. Come lei tu hai radice santa, sei una persona cui arrivano angeli, sei gravido di Dio, incinto di luce, stai accanto alle infinite croci, sei sollevato continuamente verso l’alto…

La prima parola dell’angelo a Maria, la prima della nuova storia, è ‘rallegrati’. Non un qualsiasi saluto, ave o salve, un ciao, è invece un imperativo: kaire, gioisci, sii felice.

L’angelo non dice: prega, inginocchiati, fai questo o quello.

Ma semplicemente: apriti alla gioia, come una porta si spalanca al sole.

Sussurra l’angelo alla ragazza: vedrai, credere è una festa.

“Sii felice Maria, Dio si è chinato su di te, ti stringe in un abbraccio; si è innamorato di te, si è dato a te e ti ha riempita di luce. Ora hai un nome nuovo: amata per sempre”. Teneramente, liberamente, senza rimpianti amata. Si capisce che Maria sia senza parole.

Quel suo nome è anche il nostro nome: buoni e meno buoni, tutti amati per sempre. Piccoli o grandi, tutti riempiti di cielo.

Maria non è piena di grazia perché ha risposto ‘sì’ a Dio, ma perché Dio per primo le ha detto ‘sì’.

E dice ‘sì’ a ciascuno di noi, prima di qualsiasi risposta.

Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me.

Ognuno pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo. Perché la grazia sia grazia e non merito o calcolo.

Santa Maria è colmata di grazia non perché senza peccato, ma perché Dio è venuto, ha bussato e lei ha aperto. Così noi: ridiventiamo santi ogni volta che apriamo la porta a quel Dio che sta alla porta e bussa, se gli apriamo entrerà portando amore. È solo l’amore di Dio che rende santi.

L’angelo continua: il Signore è con te. Il nome bello di Dio: Io-sono-con-te: ‘dovunque tu andrai, in tutti i passi che farai, quando cadrai e ti farai male, quando ti rialzerai e sorriderai di nuovo, io sarò con te”.

È con te Colui che non manda via nessuno, Colui che mai abbandona, Colui che prova gioia a starti vicino. È con te, vicino come il cuore, vicino come il respiro. E non ti mollerà, mai. Con te, tutti i giorni fino al consumarsi del mondo.

E tu concepirai e darai alla luce. Dio cerca madri, ancora. Ha sempre da nascere, ha sempre da venire al mondo. Tocca a noi aiutare Dio a essere vivo nel nostro mondo, a incarnarsi nella nostra storia. Dio vivrà in questi paesi distratti, in queste case inospitali, solo se noi gli daremo tempo e cuore.

Rispondendo come ha fatto santa Maria: ‘eccomi, sono la serva del Signore’. La parola che cambia il mondo

‘Serva del Signore’ non significa la badante, la servetta, la sguattera, la cenerentola. Nella Bibbia, il ‘servo del re’ è il secondo dopo il re; e la regina è detta la ‘serva del re’, la più vicina al sovrano, la prima della casa.

Tu sei il Dio dell’alleanza e io sarò la tua alleata il tuo progetto sarà il mio, la tua storia la mia storia, il tuo sogno sarà il mio sogno.

Anche il nostro “eccomi!” può cambiare la storia, il mio “sì”,

vivrò secondo il mio nome vero: amato per sempre e nemico del male.

Eccomi, sarò, come tu hai detto, amico della vita e amato per sempre!

Sono la Serva del Signore, l’alleata del Dio dell’alleanza

Oggi sei tu l’alleata, Maria; ieri Mosè, oggi tu.

Ieri Abramo e Giacobbe, oggi tu

Tu lo concepirai nel grembo, e sarai più grande di Mosè,

Tu lo darai alla luce, e sarai più grande di Eva.

Come te, anch’io dico “sì”; come te, alleato del Dio dell’alleanza.

Preghiera di p. Giovanni Vannucci

A tutti i frammenti di Maria,

a tutti gli atomi di Maria

sparsi nel mondo e che hanno nome donna,

rivolgiamo oggi il saluto dell’angelo:

Ave o donna, rallegrati, sii felice

che tu sia piena di grazia,

che con te sia lo Spirito Santo,

che benedetto e benefico sia agli umani

il frutto del tuo grembo e dell’intera tua vita.

Che tu possa pacificare la terra,

conciliare i fratelli nemici,

cancellare Caino, far risorgere Abele,

ricondurre tutta la terra al Padre,

nell’amore del Figlio,

nella grazia dello Spirito. Amen