Mi capita abbastanza spesso di non ricordare un nome determinato perché con l’anzianità la memoria a breve termine diventa più labile.
Quando mi capita di non ricordare un nome di una persona, ad esempio, faccio scorrere nella mente le lettere dell’alfabeto e spesso funziona. Quando è più difficoltoso aggiungo ad ogni lettera un’altra (le 5 vocali per le consonanti e le consonanti per le 5 vocali).
Altrimenti attendo. Mi succede di ricordare un nome determinato quando non mi sforzo troppo di ricordarlo: riaffiora a volte all’improvviso. Allora cerco un’associazione che in qualche modo rievoca una caratteristica peculiare della persona.
A volte contestualizzo la persona, cerco di ricordare il contesto spazio-temporale in cui ho avuto a che fare con essa ed anche le persone di cui ricordo il nome.
Quando ero adolescente ero dotato di una buona memoria linguistica. Ho compreso in seguito una delle strategie fondamentali che usavo in modo spontaneo: cercavo di imitare il suono delle lingue straniere, anche se articolavo lemmi senza senso. Poi mi esibivo umoristicamente con gli amici parlando lingue “maccheroniche” in modo così fluente che mi meravigliavo di me stesso. Questo mi consentiva di stimolare la mia curiosità sulle lingue che imitavo (inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo, sloveno ecc.)
Naturalmente la dinamica integrale del processo di memorizzazione personale è stata (ed è tuttora) molto più complessa, perché la mia memoria funziona soprattutto con le associazioni: ad ogni vocabolo difficilmente memorizzabile abbinavo un altro vocabolo italiano ben sedimentato nella mia mente che aveva qualche assonanza con quello straniero.
Per curiosità ecco alcuni video realizzati tempo fa sulle lingue “maccheroniche” che interpretavo.
https://www.youtube.com/watch?v=vcb0tPtjICE
Cinque galline “polliglotte” chiacchierano ognuna con la sua propria lingua…naturalmente sono lingue maccheroniche: