Quando ci predisponiamo in atteggiamento di preghiera ci mettiamo davanti al Padre, il quale ha creato tutto ciò che esiste. Non è necessario fare chissà quali sforzi di fantasia.

Può esserci un mutuo silenzio attivo, perché Dio conosce già ciò che gli vogliamo dire e ciò di cui abbiamo bisogno.

L’unico sforzo, si può paradossalmente dire, è quello di non fare ulteriori sforzi di immaginazione. Non serve immaginare chissacché per pensare a Dio. Egli non ha la forma che crediamo, anche se lo contempliamo attraverso le sue meravigliose opere.

Anche un momento di stupore per qualsiasi cosa esistente, il quale richiami in noi il Creatore, è una forma di preghiera.

Quando nel nostro cammino orante riusciamo ad essere consapevoli che il Padre è sempre in noi, allora riposiamo in Lui ed entriamo in uno stato di preghiera più intimo, nel quale può sussistere un perfetto silenzio od un colloquio famigliare. Questo dipende dai momenti e dalle varie situazioni in cui ci troviamo.

Allora la preghiera diventa una continua e prolifica forma di intimità che sgorga da un cuore riconoscente consapevole dei numerosi benefici che sta ricevendo dal Padre.

 

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