RICORDI GIOVANILI DEL sig. STRAMBOZZI
Ricordo bene alcuni episodi della mia giovinezza che mi erano accaduti proprio un venerdì 17…
Verso le 22 dopo la mezzanotte arrivai velocemente come una lumaca in un giardino pubblico di proprietà privata.
Il posto era completamente deserto ma affollato da migliaia persone provenienti da diversi paesi.
Ovunque alberi dalla folta chioma privi solo dei rami e dei tronchi.
Qua e là fiorellini variopinti colorati di nero.
Lateralmente si scorgeva un torrente asciutto il cui letto era colmo di acqua straripante.
Galleggiavano delle barre ripiene di piombo mentre i funghi spuntavano come alberi sui tronchi lisci e nodosi.
Mi sedetti su un sassolino di legno e cominciai a leggere la pipa fumando il giornale.
Poi presi la mia vecchia canna da pesca senza canna a cui mancava soltanto il filo, attaccai alla lenza un pesce, lo gettai nel torrente e pescai un verme.
Poi, strofinandomi le mani, accesi un fuoco in riva al fiume ma una scintilla incendiò l’acqua che prese fuoco.
Il caldo afoso faceva rabbrividire e mi intirizziva tutto. Accanto a me un’oca aveva un freddo cane ed un cane aveva la pelle d’oca.
In fondo al parco le rane ululavano mentre i lupi gracidavano soavemente.
Sullo fondo vidi un cadavere vivente.
Allora infilai i miei occhiali senza lenti e privi di intelaiatura, estrassi il mio coltello senza manico, a cui mancava soltanto la lama e sparai contro il morto, il quale visse.
Sentii una forte emicrania al piede destro.
L’indomani mi recai in città dall’oculista che mi fece un’elettrocardiogramma per capire lo stato del mio cervello.
Un poliziotto mi arrestò e mi condannò a 30 anni di fucilazione a vita da effettarsi mediante impiccagione sulla sedia elettrica.
Alla fine, stanco vivo, mi buttai sul letto e sentii: Ahi!…Avevo schiacciato un pisolino!!!