Articolo della dott.ssa Pecile Luciana di Trieste, laurea in scienze biologiche


Mi sono trovata un giorno a dover rispondere a questa semplice domanda: non nego un certo imbarazzo nel dover raccontare come si svolge una seduta di tale tipo senza dar l’impressione di trasformarla in un rito woodoo in cui si scacciano gli spiriti maligni.

Filtrata attraverso la mia preparazione scientifica (laurea in scienze biologiche) e la mia cultura laica ho proposto una soluzione quanto più possibile vicina a tali mie caratteristiche culturali, fornendo la seguente spiegazione di quei rapidi e ventosi passaggi delle mani del pranoterapeuta sul mio corpo perfettamente vestito e coperto in tutte le sue parti.

Pensiamo al nostro corpo come un insieme di organi precisamente assemblati ma vivi in quanto percorsi da energia vitale: di quale tipi?
Sia termica che dinamica ma soprattutto elettro-chimica (un accumulatore insomma che acquista e cede energia di continuo durante tutta la sua vita).

La fisica ci insegna che una corrente elettrica che attraversi un materiale conduttore, crea intorno alla corrente un campo magnetico che è tanto piu forte quanto più elevata è la tensione della corrente che transita in quel materiale ( pensiamo ai campi magnetici che circondano gli elettrodotti da migliaia di gigawatt e che attualmente costituiscono un grosso problema di inquinamento fisico definito elettrosmog).

II nostro corpo non arriva a quei livelli di potenza ma nel suo piccolo è fornito di tanti campi elettromagnetici che lo circondano, da lui prodotti, con intensità diverse a seconda delle intensità di corrente che attraversa ogni organo del corpo.

In alcuni casi è addirittura possibile misurare tale attività elettrica con apparecchiature idonee; (elettrocardiografo, elettroencefalografo); se fosse interessante ai fini diagnostici, probabilmente sarebbe possibile misurare l’attività elettrica di ogni organo del nostro corpo al fine di rilevarne le differenze elettriche rispetto alla superficie, ad altri organi e/o tessuti oppure nelle varie circostanze del suo funzionamento o nei vari momenti della giornata e della vita di un individuo o in seguito ed in corso di specifiche patologie per seguirne il comportamento: ma tant’e che la medicina per ora indaga più sulle modificazioni anatomiche che intervengono nei vari organi ed apparati in seguito a patologie specifiche e solo in rari casi, ove non sia possibile o infruttuosa tale diagnosi, si rivolge all’analisi fisiologica non sempre però accessibile in quanto con i mezzi attualmente a disposizione si possono “fotografare” organi ed apparati in un preciso istante della loro attività funzionale o cogliendo gli attimi di funzionamento nella loro progressione ed assai raramente (solo su video) l’attività in un dato tempo (ecocardiografia, ecografie varie ).

Ritornando al nostro corpo come ad un possibile cavo elettrico attraversato da corrente, intorno al quale si formano campi magnetici come gusci sovrapposti o coesistenti è accettabile l’idea che se le correnti fluiscono con regolarità nel tempo e nell’intensità, i campi magnetici siano regolari nella loro forma e dimensione, ma se le correnti sono perturbate da eccessi e/o scompensi energetici, esse diventeranno irregolari e tale effetto si evidenzierà nei campi elettromagnetici esterni che cambieranno la loro forma ed armonicità.

Ci sono persone che sono in grado di interferire con tali gusci elettromagnetici, la cui modificazione avrà come risultato una modificazione delle correnti elettriche che generano tali campi, riportando tutto alla situazione idonea ad un riassetto delle correnti per il mantenimento dello stato di salute.

Naturalmente, come negli elettrodotti in cui le correnti fanno sentire i loro effetti elettromagnetici anche a distanza di qualche metro dal cavo incriminato, che peraltro è anche rivestito di materiale isolante, così il nostro corpo benché vestito emette esternamente i suoi effetti elettromagnetici che persone in grado di percepirli, per la loro caratteristica sensibilità, possono modificare ed armonizzare senza dover venire a contatto diretto del corpo.

La fisiologia ci insegna che tutti i messaggi che si trasferiscono all’interno del nostro corpo sono di tipo elettrochimico: neuromediatori, ormoni, enzimi e quant’altro di composti chimici che sono presenti in tutti gli organi, sistemi ed apparati, sono lanciati attraverso i sistemi circolatori (sanguigno e linfatico) per poter giungere a destinazione sugli organi-bersaglio, adatti a riceverli e trasformare le loro proprietà chimiche in modificazioni elettriche e di conseguenza energetiche.

Anche il nostro cervello colloquia incessantemente con il corpo al fine di valutare la situazione energetica e funzionale attraverso i mediatori chimici che con un effetto di feed-back informano costantemente, in modo non cosciente, il cervello delle condizioni energetiche, del pH delle concentrazioni di ioni, ed altro per gli aggiustamenti automatici in quanto dipendenti dal sistema neurovegetativo .

La fisiologia delle cellule è andata ad indagare fino a livello della membrana cellulare, scoprendo che i neuromediatori modificano il potenziale elettrico della membrana cellulare scatenando una reazione energetica che fa partire l’impulso nervoso: per questo le modificazioni nel rilascio dei neuromediatori possono esitare in un aumento o diminuzione dell’attività negli organi ed una loro irregolarità di funzionamento.

Lo stress cronico (distress) causa una sollecitazione continua senza possibilità di recupero per cui, se protratto nel tempo, può creare squilibri tali da modificare le condizioni di benessere in modo permanente e condurre ad uno stato di malattia.
Lo stress benefico, invece, (eustress) è limitato nel tempo ed occasionale (in corso di esami o situazioni emotivamente coinvolgenti) ed è necessario a stimolare quelle azioni di difesa che il corpo instaura in queste occasioni (aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, dei movimenti peristaltici ecc.).

La nostra cultura scientifica ha i mezzi per poter giustificare gli effetti della pranoterapia ed altre culture come quella indiana l’hanno gia fatto identificando i gusci energetici sotto la denominazione di chakra e la continua attività elettrica del corpo e del cervello sotto I’identificazione di corpo sottile.

Dott.ssa Pecile Luciana



L’INTERVENTO BIO-OMEOSTATICO

“L’omeostasi (dal greco omeo-stasis, stessa fissità), è la tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità interna delle proprietà chimico-fisiche che accomuna tutti gli organismi viventi, per i quali tale stato di equilibrio deve mantenersi nel tempo, anche al variare delle condizioni esterne, attraverso dei precisi meccanismi autoregolatori.” (wikipedia)
Dal punto di vista bio-energetico è risaputo che ogni persona, spesso senza esserne cosciente, gestisce per tutta la sua vita terrena un corpo energetico sottile che genera calore, attrazione o repulsione cellulare e coordina tutte le altre attività dei vari sistemi che sorreggono il nostro corpo materiale. Questo “corpo sottile” (da non confondere con l’anima immortale, o spirito) ha una sua particolare struttura, invisibile ma attiva, che segue una specifica dinamica intuibile dalle numerose attività interne ed esterne dell’intero organismo. Per darne una lontana idea si potrebbe pensare alla nostra circolazione sanguigna: come il sangue scorrendo riscalda e nutre ogni parte del corpo, la bio-energia, che alcuni chiamano “bio-plasma” agisce parallelamente, anche se indipendente e segue il principio dell’omeostasi in modo che tutto funzioni armonicamente e consenta all’organismo umano una vita regolare. Quando, però, per numerose cause interne od esterne, psichiche e spirituali, subentra un’alterazione di questa circolazione bio-energetica, allora il sistema-corpo ne risente causando malessere e patologie varie perché viene un po’ compromesso il principio dell’omeostasi, soprattutto là dove c’è un ingorgo bio-energetico, od un eccesso o difetto bio-plasmatico.
L’operatore interviene a ripristinare il principio bio-omeostatico con alcune tecniche che conosce sia intuitivamente che tramite l’esperienza. Naturalmente cerca di conoscere la persona attraverso la sua visione del mondo che comunica ed i disagi che essa esterna. La sua azione tiene conto, in senso olistico, di tutte le dimensioni della persona, anche attraverso il dialogo e l’osservazione diretta.
Naturalmente non tutti reagiscono allo stesso modo e negli stessi tempi e questo l’operatore lo sa benissimo.
Se la persona collabora può raggiugere anche ottimi risultati, perché è lei stessa che attiva i processi di autoguarigione attraverso il ripristino dell’equilibrio bio-omeostatico.

Pier Angelo Piai (ricercatore)