dal Messaggero Veneto del 24/02/03

In Friuli mancano case di riposo


UDINE. La distribuzione delle case di riposo nella provincia di Udine non è omogenea e anche sotto il profilo della tipologia non è sufficientemente articolata. E’ questo il parere di Massimo Blasoni presidente regionale dell’Anaste (Associazione nazionale strutture terza età). «Capita che vi siano zone che ricomprendono più centri abitati prive di strutture dove gli anziani e i loro familiari sono costretti a fare chilometri per trovare accoglienza.

Questo determina, oltre ad evidenti disagi, anche una sorta di distacco dell’anziano dal proprio territorio. Tutto sommato non è insufficiente il numero di posti letto ma si sono realizzate talvolta strutture troppo grandi che rischiano di diventare una sorta di alveari.

Gli imprenditori aderenti all’Anaste cercano Amministrazioni Comunali interessate al rapporto di collaborazione anche in termini di project financing per la realizzazione di circa 200 nuovi posti letto suddivisi in almeno 3 diverse strutture nel Medio Friuli, nella Bassa Friulana e Collinare. Ci sono già opzioni concrete ma i siti possono ancora essere modificati».

«L’idea – secondo Blasoni – è quella però di promuovere un modello nuovo di case di riposo dove, per casi di non grave non autosufficienza, si superano le strutture intese come insiemi di camere e spazi comuni sul modello dei padiglioni ospedalieri, arrivando ad una sorta di condomini assistiti. Insiemi di alloggi che consentano nei limiti, all’anziano anche una vita autonoma e il più possibile indipendente per quanto assistita. In Svezia e Danimarca e in atri paesi del Nord Europa, – prosegue Blasoni – queste esperienze sono state realizzate e hanno dimostrato di contemperare assistenza adeguata , privacy e dignità dell’anziano quale persona».

«Non più case di riposo simili a ospedali dove l’anziano perde la propria individualità, se non per casi di elevata non autosufficienza. Certamente la casa di riposo non è l’unica soluzione per l’assistenza agli anziani, tuttavia ripensarne le caratteristiche consente risposte più rispettose dell’anziano.

L’iniziativa – conclude Blasoni – è in concreto avvio e corrisponde alle più recenti ricerche universitarie che dimostrano che l’incremento dell’aspettativa di vita per l’anziano è legato, oltre che a motivi sanitari, alla qualità della vita».
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