dal Messaggero Veneto del 29/01/03

Appello dell’Anmic in occasione dell’anno europeo dedicato all’handicap
«Più attenzione ai disabili»

Tavano: in agenda pensioni, lavoro e sostegno


È questo, in sintesi, l’appello che lancia il presidente dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili Silvano Tavano agli Enti competenti. Le questioni sul tappeto, infatti, sono molte. La prima da affrontare, secondo il presidente, è garantire ai portatori di handicap un’occupazione compatibile con le abilità residue.

«Speriamo che con il passaggio alla Provincia delle competenze in materia di lavoro qualcosa si muova e si applichi concretamente la Legge 68/99. Tale normativa – considera Tavano -, prevedendo l’inserimento mirato al lavoro della persona disabile, permette un salto di qualità culturale alla nostra società.

Il portatore di handicap diventa così protagonista di un percorso verso un impiego che si concilia con gli studi svolti e le proprie capacità. Basta un po’ di maggiore buona volontà – esorta il presidente -, altrove, infatti, le cose hanno cominciato a funzionare davvero bene. Un esempio per tutti: a Pesaro e a Urbino con questa Legge sono stati già 363 i disabili avviati al lavoro in due anni». Quando un soggetto, ancorché disabile, lavora, non si sente un peso, «diventa a tutti gli effetti indipendente» chiarisce Tavano.

Un altro problema che si trascina da molto (per il quale anche gli invalidi civili udinesi hanno protestato lo scorso novembre a Roma aderendo alla manifestazione nazionale) è il mancato aumento delle pensioni di invalidità a 516 euro (il vecchio milione di lire) promesso dal Governo Berlusconi. «L’impegno del Governo – indica Tavano – è stato mantenuto solo per un numero limitatissimo di invalidi, tanto che la somma stanziata non è stata spesa interamente e la parte restante è stata invece utilizzata per altri scopi».

È stata più volte sottolineata, inoltre, l’esigenza di adeguate assunzioni di insegnanti di sostegno. «La Finanziaria – commenta il presidente dell’Anmic – ne ha ridotto il numero, impedendo a tanti ragazzi disabili di frequentare il corso di studi intrapreso». Un taglio drastico che non consente a molti giovani di avere ciò che spetta loro di diritto: la formazione.

Rimane da risolvere – e siamo al quarto punto – l’incognita dell’assistenza, così come prevista dalla legge quadro 328/00. «Alle Regioni è stata data con il Dpr del maggio 2001 la possibilità di elaborare piani sociali regionali, che prevedessero l’integrazione socio-sanitaria dei disabili con progetti personalizzati per portatori di handicap grave, la creazione di centri socio-riabilitativi e l’erogazione di prestazioni in sostituzione della famiglia. In Regione – sbotta Tavano – finora non si è fatto nulla».

Da non trascurare, infine, la presenza di barriere architettoniche lungo le strade, ma anche per accedere a edifici pubblici, come banche o poste, che non consentono al diversamente abile di muoversi tranquillamente e autonomamente in città.
Laura Pigani
————————————————————————
Il 2003 è stato proclamato dall’Ue l’anno europeo del disabile. Un anno che non deve scivolare via e basta, ma produrre risultati tangibili. In altri termini deve puntare a risolvere gli annosi problemi che da troppo tempo attanagliano i diversamente abili.
————————————————————————