dal Messaggero Veneto del 21/10/02
Il mese scorso si è svolto un ciclo di conferenze, promosso dal Centro servizi volontariato del Friuli-Venezia Giulia unitamente alle federazioni provinciali del Movimento di volontariato italiano e delle Caritas diocesane di Concordia-Pordenone, Gorizia, Udine e Trieste, sulla riorganizzazione del volontariato.
A Udine, al Centro Paolino d’Aquileia, il 25 settembre, l’incontro con confronto verteva “Su quali valori il volontariato intende spendersi per costruire una coscienza di cittadinanza attiva e protagonista”. Ritengo molto incisivo e importante quanto dichiarato nella relazione presentata da monsignor Bruno Frediani, già vice-direttore della Caritas italiana. Secondo monsignor Frediani stiamo vivendo in un’epoca in cui il volontariato è riconosciuto come soggetto, differenziandosi dal terzo settore.
In questo momento si pensa che il volontariato sia in crisi. L’obiettivo fondamentale del volontariato è il cambiamento. E il cambiamento che si propone il volontariato non è un’operazione di facciata, ma mira al profondo, all’essenziale. Mira anche alle istituzioni, a farle diventare sempre più capaci di servizio alla gente e, soprattutto, ai più deboli.
§In questo senso il volontariato diventa, nella società, un importante soggetto culturale e politico; il suo ruolo non si ferma soltanto a realizzare servizi che altri non vogliono o non possono fare, ma si propone di promuovere solidarietà in tutti i settori della società. Destinatari del cambiamento diventano i volontari stessi, le strutture e le istituzioni e coloro che richiedono l’intervento diretto del volontariato. Nei confronti di questi ultimi, afferma con forza monsignor Frediani, devono essere banditi il paternalismo e l’assistenzialismo.
Il volontariato propone valori, nuovi stili di vita, comunità. Troppo spesso il volontario considera l’azione il punto più importante del suo intervento. Secondo monsignor Frediani questo tipo d’intervento dev’essere rifiutato.
A.S. dottoressa
Lucilla Del Zotto
Cividale