dal Messaggero Veneto del 15/10/02
Vive temporaneamente in un appartamento messo a disposizione dal Comune, ma dovrà lasciarlo
Un’anziana non ha soldi per pagarsi l’affitto e l’Ater non può darle un alloggio
Ha 82 anni, vive da sola e a dicembre rimarrà senza casa. Luigia Petrizzo, classe 1920, sta conducendo una battaglia con l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale per ottenere un alloggio ad un affitto un po’ più basso rispetto ai prezzi di mercato. Prezzi che, con la sua pensione, non riesce più a soddisfare dopo gli aumenti dell’ultimo periodo. «Se perdessi l’abitazione in cui vivo attualmente – dichiara -, non saprei dove andare. Quindi spero che qualcuno mi aiuti, altrimenti mi rivolgerò al sindaco di Udine».
Il Comune, infatti, è proprietario dell’appartamento di via Pirona (nel quartiere di Paparotti) in cui la signora vive. Si tratta tuttavia, come ha riferito la stessa Petrizzo, di un’abitazione che l’amministrazione non può concedere in maniera stabile, ma solo per il tempo necessario a reperire un’altra sistemazione. E al massimo per due anni. «Lo sapevo che si trattava di un’assegnazione temporanea – ammette -, ma ho accettato nella speranza di riuscire, nel frattempo, a risalire la graduatoria dell’Ater per ottenere una casa definitiva e poter vivere serenamente».
Invece la «zona assegnazioni» di quella graduatoria, per la signora, sembra essere ancora lontana. Le hanno, infatti, spiegato che la sua pensione non è poi così bassa e che ci sono molte persone prima di lei. «Ma io non so come fare – dichiara preoccupata -: già oggi, per un alloggio comunale, circa 400 dei 600 euro che percepisco ogni mese se ne vanno solo per l’affitto. E poi ci sono le bollette e gli alimenti. Figuriamoci sul libero mercato: non riuscirei nemmeno a comprarmi da mangiare».
La signora Luigia, nonostante gli acciacchi dell’età, è autosufficiente. «E’ vero – dice -, ma ciò non significa che abbia la forza di cercarmi un appartamento da sola, girando tra le varie agenzie immobiliari della città. Infatti non riesco a camminare, se non per brevi tratti. Insomma – sbotta – non voglio la carità, ma solo l’opportunità di vivere in una casa popolare, dovunque essa sia».
Della sua situazione si è interessato il vicepresidente dell’Ater, Fausto Deganutti, che chiarisce: «I casi come questo, in cui un reddito basso, in mancanza di altri requisiti (ad esempio lo sfratto), non garantisce un’abitazione, sono numerosi. E l’Azienda non è preparata ad affrontali. Tuttavia – dichiara – non è accettabile che in un paese civile non si riesca a rispondere in modo flessibile a casi gravi e urgenti. Questa vecchina, in fondo, non è di peso a nessuno, ma ha bisogno di una mano dalla società».
Deganutti, dunque, chiede che le regole di assegnazione siano modificate in modo da prevedere le emergenze. «Alcuni alloggi, in sostanza – afferma – non dovrebbero rientrare in graduatoria ed essere riservati agli imprevisti». Ma nel frattempo, visto che spetta al legislatore regionale dare indirizzi in questo senso, il vicepresidente fa sapere che «farà di tutto per trovare una casa alla Petrizzo» e non perde quindi l’occasione per lanciare anche un appello al libero mercato: «Se qualcuno ha un appartamentino da affittare a un prezzo equo si faccia vivo».
Anna Rosso