dal Messaggero Veeto del 07/10/02

Si parla sempre di malasanità e di cattivi servizi socio-assistenziali, e questo è giusto quando fatti gravi lo impongono, ma bisogna anche riconoscere quando questi importantissimi servizi funzionano. Ed è proprio per raccontare la mia positiva esperienza che chiedo l’ospitalità nel vostro giornale. Ho avuto per circa diciassette mesi mia suocera, ottantasettenne, immobilizzata a letto in seguito a una caduta che le ha recato gravi problemi di deambulazione tanto da bloccarla a letto.

È durissimo avere una persona, che fra l’altro aveva anche altri gravi problemi di salute, in queste condizioni in casa, ma io ho avuto un aiuto e un sostegno fortissimo da parte del gruppo infermieristico domiciliare messomi a disposizione dell’ospedale civile di Latisana.

Queste infermiere, che io non finirò mai di ringraziare, hanno rappresentato per tutto il tempo della malattia di mia suocera, purtroppo deceduta, con la loro presenza un raggio di sole nella sua e mia esistenza per l’umanità, la disponibilità e l’altruismo dimostrati, ma soprattutto per aver saputo rendere meno penosa l’esistenza di un’anziana malata e meno disagevole una situazione difficile che la nostra famiglia stava vivendo. Con la loro presenza rendevano una giornata difficile più facile da sopportare tanto da rendere il loro arrivo un momento atteso con ansia da tutti. Posso dire che per queste persone il lavoro era una missione e non una semplice occupazione e di questo mi sembrava giusto renderne merito.

Mi permetto di dire ai dirigenti delle Aziende ospedaliere: «Potenziate questo servizio che è essenziale per quelle famiglie che si sono trovate nelle nostre condizioni». Un grazie veramente di cuore da parte mia e della mia famiglia a questo gruppo di infermiere domiciliari delle quali non dimenticheremo l’opera altamente altruistica prestata.

Altruismo e umanità che oggi non sono di tutti, infatti, ho un duro rimprovero da muovere verso una guardia medica, sempre la stessa, che presta servizio nel nosocomio latisanese: avendola chiamata per due volte in periodi diversi a causa di problematiche insorte nella malattia di mia suocera, mi sono sempre sentita rispondere, pur conoscendo la gravità della situazione, che non poteva venire a visitarla, che la portassi da lui. Questo nonostante gli ricordassi che solo con l’ambulanza sarebbe stata trasportabile.

Luciana Stocco e famiglia
Palazzolo dello Stella