dal Messaggero Veneto del 12/09/02

Il mio nome è Giacomo e sono un alcolista, chiedo scusa per il tempo che vi sottraggo, ma il tempo, soprattutto quello della tribolazione, non ha mai fine. Illusioni vestite di vetro mi hanno condotto alla cirrosi epatica; malattia dal nome e dalle conseguenze apocalittiche, vergognosa, da pronunciarsi sottovoce; ma che mai eguaglia l’inenarrabile orrore della cirrosi dell’anima; “dell’alcolismo”.

La prima malattia la curo con l’assoluta astinenza dal bere alcol (cinque anni), ma per la seconda malattia, non essendo contemplata nei trattati di medicina, non c’è alcuna cura, e la sola astinenza non è bastevole, anzi peggiora quello che i medici chiamano “il quadro clinico del paziente”; conducendo il disgraziato a situazioni indescrivibili e senza speranza.

Ma ecco l’intervento, direi miracoloso, di Alcolisti Anonimi (A.A.) che mi suggerisce “una risposta” basata su un programma spirituale di vita e di amore. Fulcro di questa “cura” è il gruppo: «Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo»; parafrasando dico: «Datemi un gruppo e mi solleverò dal fondo».

Il gruppo: come punto di rottura di una vita scomposta, arrivo e partenza, centro vitale, coscienza, amore, quiete…

Il gruppo: perno di un programma di recupero basato su un cammino dei “dodici passi”, che fa leva sul luogo più profondo e nascosto della persona che è quello dello spirito.

Il gruppo: risposta al disturbo-disagio dell’alcol-dipendenza; malattia che ferisce il fisico, inganna lo spirito e la mente e, non contenta, alla fine distrugge la famiglia.

Il gruppo: luogo astratto ma reale, dove attraverso la testimonianza e con l’esempio di un vivere senza alcol, la persona-alcolista, in costante recupero, aiuta altri alcolisti a raggiungere la sobrietà: scambio e perpetuo dono d’amore!

È dando che si riceve! Abbiamo bisogno che il nostro messaggio arrivi lontano, dove non c’è più speranza: «Io ce l’ho fatta, puoi farcela anche tu, non sei più solo!»
Ma, leggendo “l’Enunciato”, capirete che per “tradizione” siamo un’associazione economicamente autonoma, e che l’anonimato personale e spirituale ci consiglia di non esagerare: la nostra pubblicità è l’attrazione e, pertanto, non essendo agevole conciliare tra loro queste diverse necessità, confidiamo sulla vostra umana comprensione: “Aiutateci a trasmettere il messaggio”.

Nella maniera e nei tempi, a vostra discrezione, ritenuti ragionevoli, ma colmi di quella giusta misura che Alcolisti Anonimi chiama con la parola “sobrietà”.

Giacomo
alcolista anonimo

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