dal Messaggero Veneto del 03/08/02


Scrivo queste righe per evidenziare un problema che in questi giorni è alla ribalta dei mass media, ma che da sempre è di attualità. Mi riferisco alla donazione del sangue, cosa che, purtroppo, non tutti hanno recepito nella giusta maniera. La storia che vorrei raccontare comincia molti anni fa, quando dovetti subire una trasfusione per una emorragia.

Solo dopo molti anni, in seguito a esami per un altro intervento chirurgico, si scoprì che avevo contratto l’epatite C, e anche un’altra malattia del sangue per cui ora sono costretto a un trattamento di salassoterapia. Il che sarebbe come donare il sangue a fondo perso. Già, perché il mio sangue non può essere minimamente utilizzato, la qual cosa mi dispiace moltissimo.

Quattrocento grammi per volta, gettati nella spazzatura. Confesso che sono sempre stato titubante, timoroso e riluttante, con tutto ciò che aveva a che fare col sangue. Avevo il terrore persino di fare un semplicissimo prelievo. Una volta, dalla tensione, credo di essere quasi svenuto. Adesso non più: adesso è una routine quasi mensile, che non mi crea praticamente alcun problema.

Gli aghi, le siringhe e tutto il sistema, in genere, sono molto cambiati e, ovviamente, migliorati. Il personale è gentile ed efficiente, le attrezzature e l’ambiente confortevoli e funzionali. Non posso assolutamente lamentarmi. Quello che è successo a me, in passato, oggi non può più accadere.

Tutto è rigorosamente controllato. Perché dico questo? Capisco la riluttanza della gente… l’ho provata anch’io. Ma adesso le cose sono cambiate, e non si corre più alcun rischio. Chi può, chi è sano, e magari un po’ più giovane di me, faccia senza timori la donazione: è un atto bellissimo che può salvare una vita. Non costa nulla, non perdi più di tanto tempo, e oltre tutto ti fanno un check-up gratuito del sangue! Donate, se potete, donate, c’è tanta, troppa gente che ne ha bisogno.

Lettera firmata

Udine