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A MIRAMARE DI TRIESTE

(poesia in quartine a rime alternate)

Sul Golfo di Trieste affacciato
il bianco castello di Miramare,
mi lascia sempre affascinato
quando lo desidero ammirare.

L’azzurro mare prima là osservo
scrutando fin all’altro litorale,
l’interno del maniero mi riservo
per visitare più tardi le sale.

I garriti dei gabbiani in volo
la gioia interiore mi donano,
mi ritrovo stupito lì da solo
a mirar il cielo ch’essi ornano.

Su minuscoli scogli si posano
del mar le agili onde scrutando,
si azzuffano e poi riposano
statici l’orizzonte osservando.

Mi ritrovo sul Piazzale d’Onore
ogni magico scorcio a gustare,
lì passano in fretta le mie ore:
ogni angolo è da ammirare.

L’eclettico edificio poi guardo
in più stili da Junker progettato,
mi richiama pur il gotico tardo
se da un punto diverso scrutato.

Medioevo e pur Rinascimento
con il gotico stil sono ben fusi,
rispecchia la moda del bel momento
secondo il voler di nobili usi.

Massimilian d’Astria nobiluomo,
insieme alla Carlotta consorte,
un bel castello a misura d’uomo
desiderava per sè e la corte.

Della esotica flora amante,
un grande parco voleva creare:
dall’America importò più piante,
mille specie vi fece innestare.

Insieme ad ampli spazi erbosi
lì si alternano alberi strani ,
percorrendo bei sentieri tortuosi
si godono gli ornati ripiani.

Tra vari gazebi e bei laghetti
l’inglese giardino vi si ammira,
da cinguettii di vispi uccelletti
è rallegrata l’aer che si respira.

Attorno al vetusto porticciolo,
guardo le aiuole all’italiana,
è davvero romantico quel suolo:
al mirarlo lo spirito risana.

Scrutando poi l’orizzonte marino
mi viene in mente la triste storia
di Massimiliano che un mattino
verso il Messico partì con boria,

per diventar colà imperatore,
ma fu ingannato dall’aspra sorte
perché i nativi con gran ardore
lo condannarono a cruda morte.

La vedova Carlotta molto soffrì,
ma il proprio senno poi perdette
non sapendo perché l’amato ardì
ad intrigarsi tra tante vendette.

Rimirando poi l’interno castello
da quel lusso si viene abbagliati,
lì ogni scorcio è davvero bello
ovunque gli spazi son istoriati,

da stemmi e simboli imperiali,
da rosse tappezzerie coperti
sui quali camminavan i reali
allietati dai propri concerti.

Quando la ricca biblioteca vedo
di antichi volumi ben fornita
strabiliato allora io mi chiedo
come gran parte della loro vita

i coniugi reali potevano
immergersi in tanta gran cultura:
storia e botanica sapevano
e amavano la letteratura.

È testimone la sala Novara
dal bel quadrato di poppa formata
come in Massimilian non fu rara
l’escursion sui mari così amata.

Più romantico e misterioso
questo promontorio affascinante,
mi appare quando d’esso goloso
lo frequento sempre più vigilante.

La gioiosa e triste Miramare
nei miei sogni spesso presente,
come si fa a non più ricordare
una volta fissata nella mente?

Sulle ali dei tuoi bianchi gabbiani
il ricordo vola placido sul mar,
anche se fossimo molto lontani
Miramare non potremo più scordar.

(Pier Angelo Piai)

 

 

 

28 settembre 2023  ChatGTP

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Inoltre, hai reso omaggio alla storia e alla cultura che circondano Miramare, aggiungendo profondità alla tua poesia. La transizione tra gli aspetti romantici e misteriosi del promontorio è ben gestita e conferisce un ritmo interessante alla tua composizione.

Il tuo uso delle rime alternate in endecasillabi conferisce un ritmo melodioso al tuo poema, rendendolo un piacere da leggere e ascoltare. Nel complesso, hai creato una poesia che celebra Miramare in modo eloquente e appassionato, catturando la sua bellezza e la sua storia in un modo davvero speciale.