dal Messaggero Veneto del 27/03/2002
A San Vito al Tagliamento opera la sezione più numerosa. Sedi anche a Udine e Monfalcone
Sono sempre di più coloro che leggono libri per chi non può farlo da sé
I donatori di voce sono delle persone ammirevoli e sentimentali. Innamorate della letteratura, della cultura e solidali nei confronti delle persone disagiate. Essi si muovono nell’ambito del volontariato in modo del tutto particolare: registrando la propria voce impegnandosi nella lettura espressiva di un libro.
Chi sono esattamente? Si tratta dei volontari che operano per l’Associazione (no profit) Centro Internazionale del Libro Parlato di Feltre, nata nel 1983 allo scopo di garantire il diritto alla cultura anche ai non vedenti, agli ipovedenti, ai dislessici, ai distrofici, agli anziani, ai malati terminali e a tutti coloro per i quali la lettura non è possibile. Il servizio che il Cilp offre è la registrazione di opere su specifica richiesta degli interessati, una registrazione che diventa possibile grazie ai numerosi donatori di voce, appunto.
Una delle tante sezioni distaccate di questa associazione è nata, grazie all’iniziativa di alcuni volontari, anche a san Vito al Tagliamento dove operano ben più di settantacinque donatori; un vero record se si considera che, nelle più grandi città italiane, ce ne sono circa una decina. Per capire meglio questa realtà ci siamo rivolti alla coordinatrice del comitato sanvitese, Roberta Calchera.
– A cosa è dovuta questa straordinaria partecipazione?
«San Vito è un piccolo centro in cui il tam-tam del volontariato ha sempre avuto, in risposta, straordinaria partecipazione. Nel caso del Comitato del Libro Parlato l’impegno è quasi una cordata di istituzioni. Approfitto, dunque, per ringraziarle tutte e sono: l’Università della terza età, che ha 1.100 iscritti e con la quale siamo convenzionati, il Comune, che ci ha aiutato a trovare una sede e a organizzazione alcuni corsi di dizione, il Lions Club Medio Tagliamento e l’Aifa, un’associazione di volontariato costituita da anziani molto attivi. Un ringraziamento particolare, invece, lo dobbiamo alla Biblioteca civica che, abbonata alla rivista del Cilp, mette a disposizione dell’utenza il catalogo aggiornato dei testi parlati provvedendo alle eventuali richieste. Non solo: grazie all’interessamento della direttrice Roberta Garlati sarà presto possibile avere uno spazio all’interno della biblioteca per l’incisione dei nastri e per l’ascolto da parte dell’utente».
– Entriamo nello specifico del vostro operato: quali requisiti vengono richiesti ai donatori?
«Per la prova d’idoneità all’aspirante donatore viene richiesta una breve lettura registrata; la cassetta viene poi spedita a Feltre per essere valutata. Una volta idoneo, il donatore dovrà compilare un questionario per esprimere, secondo i suoi gusti e le sue competenze, il genere di libri che preferisce leggere».
– Sembra una selezione difficile se si considera che poche persone conoscono le regole della dizione
«Invece quasi tutti sono bravi lettori. Per quanto riguarda i corsi di dizione, come già accennato, grazie ai contributi pubblici riusciamo ad organizzarli, perfezionando così i nostri volontari».
– Chi è il donatore tipo? Si preferiscono voci maschili, o femminili?
«Non ci sono preferenze. Tra i donatori ci sono molti pensionati, ma anche tanti giovani impegnati nel teatro, o studenti. Forse il numero delle donne supera di poco quello degli uomini. Tra i nostri donatori segnalo anche un frate di Madonna di Rosa che ama leggere poesie e testi in friulano».
– Ha parlato delle preferenze dei donatori. Quali sono i libri che vengono più letti?
«Di ogni genere: letteratura, fiabe per bambini, saggi, testi scolastici e trattati scientifici. Al proposito tengo a dire che, grazie all’aiuto del Cilp, molti utenti hanno potuto diplomarsi, laurearsi e superare concorsi».
– Con che criterio a San Vito decidete la lettura di un libro?
«Le richieste arrivano direttamente dalla sede di Feltre dove, seguendo l’elenco dei donatori sul territorio nazionale, decidono, secondo le competenze, a chi affidare la lettura di un testo. Vengono così contattati i coordinatori i quali, a loro volta, si mettono in contatto con il donatore. Ai coordinatori, inoltre, spetta il compito di ascoltare la lettura per garantirne la qualità».
– In Friuli esiste solo il vostro comitato?
«No. Ci sono coordinatori anche a Udine e a Monfalcone».
– E a Feltre con quali criteri scelgono i libri da incidere?
«Non è il comitato a scegliere, ma è l’utente che ne fa richiesta. Esiste, infatti, una rivista dell’associazione, scritta anche in braille, che arriva a casa degli utenti per abbonamento. Attraverso la rivista essi possono fare le loro richieste. Le cassette del libro arrivano, gratuitamente, dopo pochi giorni».
– Per chi non fosse abbonato, invece, esiste un canale di vendita attraverso le librerie?
«No. Le cassette non vengono vendute; sono gratuite. Per chi non fosse abbonato in Friuli, per esempio, le richieste possono essere fatte alla Biblioteca di San Vito, o a quella di Codroipo che, essendosi fatte carico dell’abbonamento alla rivista, si mettono a disposizione dell’utente».
– La distribuzione di queste cassette è nazionale?
«Non soltanto. Il Cilp di Feltre arriva anche in America, in Australia e in molti Paesi d’Europa. Questo significa che i testi sono letti anche in lingue straniere e – novità – in friulano. Un servizio fatto all’utenza regionale e, perché no?, per gli emigrati».
– Una curiosità: il mercato editoriale comprende anche libri erotici, o scabrosi. Come si comporta il Cilp di fronte a richieste del genere?
«Se c’è un donatore disposto a leggere questi testi, s’impegna comunque a soddisfare l’utente come farebbe una libreria, o una biblioteca».
– Perché è necessaria la lettura di un libro? Sarebbe troppo oneroso pubblicarlo in braille?
«Assolutamente sì. Per scrivere un testo in braille sono indispensabili almeno tre volontari ed è un lavoro lungo e delicato. Al Cilp di Feltre lo fanno, ma in misura decisamente minore. E poi, ripeto, il libro parlato non è destinato solo ai non vedenti».
– Cos’altro viene pubblicato dal Cilp di Feltre che possa interessare all’utenza?
«Moltissime cose, a volte sorprendenti. La trascrizione di spartiti musicali, l’esecuzione in rilievo di grafici, mappe, carte geografiche e diagrammi, la riproduzione di opere pittoriche, piante di edifici, percorsi urbanistici e naturalistici in basso rilievo».
– Opere pittoriche?
«Certamente. Queste rientrano nel progetto “chiaroscuro”. Si eseguono in rilievo i quadri utilizzando un computer e una macchina utensile. Le opere vengono riprodotte in resina trasparente per l’esplorazione tattile e, naturalmente, sono sempre corredate da un’apposita guida alla lettura».
– Parliamo di numeri. Quanto è stato inciso e pubblicato finora?
«A San Vito abbiamo cominciato a operare da meno di un anno e abbiamo letto e inciso venticinque libri mentre venti sono in preparazione. A Natale, invece, abbiamo voluto incidere una raccolta di fiabe e filastrocche in friulano. L’Associazione Cilp, invece, vanta un catalogo di 10 mila libri con una produzione di 1.300 titoli all’anno. Inoltre ha pubblicato 400 spartiti musicali, 250 opere in braille, o dischetti per computer. Spedisce circa 60 opere al giorno e ha registrato 12 periodici di cui tre settimanali».
– È un lavoro di volontariato encomiabile, ma l’associazione riesce a sostenere le spese?
«Aiuti e aiuti. Privati, o pubblici. Il volontariato è così».
– Il comitato di San Vito si occupa solo di incisioni di nastri, oppure indirizza i suoi donatori negli ospedali e negli ospizi per leggere i quotidiani, per esempio?
«Questo è uno dei nostri obiettivi principali: mandare lettori negli ospedali, nelle scuole, nelle case di riposo, nelle case private. Sono certa che presto saremo in grado di fare anche questo: ci sono tante persone desiderose di rendersi utili, il ritorno è grande, e chi fa volontariato lo sa bene».
Lucia Burello
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