dal Messaggero Veneto del 21/02/2002
Ogni anno sono assistite circa cinquemila persone dai servizi sociali
Più di 5 mila persone l’anno, tra udinesi doc e domiciliati in città, bussano alla porta dei servizi sociali. Un valore assoluto che, su una popolazione residente che non arriva a quota 95 mila, di cui 3.983 stranieri, corrisponde a un dato percentuale di oltre il 5,2 per cento.
A cui si sommano bambini e adolescenti che utilizzano convenzioni e servizi per i più giovani. In cifre si traduce in oltre 15 milioni e mezzo di euro l’anno di bilancio, compresa la gestione dell’ambito socio-assistenziale e l’agenzia giovani, con i suoi oltre 6 mila contatti nel solo 2001, suddivisi tra assistenza economica ai più poveri, alloggi assistenziali, contributi per gli affitti, pagamento di rette negli istituti, soggiorni per anziani, aiuti ai minorenni stranieri, scolarizzazione per il piccoli rom, servizi per l’handicap, prevenzione e consulenza per donne vittime di abusi e violenze.
E ancora: pasti recapitati a domicilio agli anziani, la lavanderia per i meno abbienti, i buoni taxi per chi non è in grado di usufruire di mezzi pubblici e le agevolazioni per gli abbonamenti alle linee urbane per cittadini con fasce di reddito più deboli.
Le cifre dettagliate arrivano dal settore servizi sociale del Comune che sta per salutare il dirigente Gianni Pellizzer che, dopo 5 anni di lavoro al vertice degli uffici di via Beato Odorico da Pordenone, il prossimo 30 aprile prenderà servizio a Pordenone: «Dal ’97 in poi – spiega Pellizzer – Udine ha cambiato il proprio ruolo, assumendo la gestione dell’ambito intercomunale per l’assistenza e rinnovando strategie e organizzazione dei servizi». Un bilancio in crescita, quello che traccia il dirigente, con servizi che coinvolgono gli udinesi di ogni fascia d’età: dalla prima infanzia ai “grandi vecchi”, come li chiamano in settore, «per i quali si cercano soluzioni alternative al ricovero in istituto».
In città sono 1256 gli utenti che usufruiscono dell’assistenza economica, con un impegno finanziario di quasi 2 milioni di euro (quasi 4 miliardi di lire). A cui si aggiungono 484 utenti che utilizzano alloggi del Comune, accoglienze in istituti o sistemazioni adatte a minorenni stranieri. Il costo medio annuo per coprire questo genere di servizio è di 650 mila euro (oltre 1 miliardo e 300 milioni di lire). Per il trasporto di invalidi e anziani non autosufficienti, il settore garantisce circa 15 mila buoni taxi annuali e 1837 abbonamenti alle linee della Saf, con un esborso di oltre 100 mila euro (circa 200 milioni di lire). Per i minorenni ricoverati in istituto, i servizi sociali spendono invece 250 mila euro, con ulteriori integrazioni regionali. Capitolo a parte per i 150 anziani che non sono in grado di provvedere alla preparazione quotidiana dei propri pasti, seppur in graduale diminuzione, per i quali il settore contribuisce a coprire le spese di gestione del servizio con oltre 85 mila euro all’anno e fornisce a domicilio i cibi caldi.
Così come la lavanderia per i meno abbienti, che ogni anno raccoglie quasi 8700 chili tra vestiario, lenzuola e biancheria, è utilizzata da 101 utenti, in maggior parte anziani, con un costo di oltre 50 mila euro. Interventi anche sul fronte della socializzazione grazie ai progetti estivi di soggiorno per anziani al mare e in montagna: a Udine sono 324 gli utenti, di cui ben 251 sono donne, che scelgono le ferie comunali. La spesa per organizzare e gestire il servizio, partecipato a fasce di reddito anche dai vacanzieri della terza età, cosa al Comune oltre 100 mila euro.
Così come il bilancio dei servizi sociali impegna oltre 50 mila euro per i programmi di scolarizzazione dei 44 bambini rom in carico al settore.
Tommaso Cerno
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