Cochabamba, 21 maggio 2001
Rev.do Mons. Adriano Cepparo
e carissimi tutti della parrocchia di Rubignacco
Con immensa gioia ho saputo delle vostre iniziative di solidarietà, in particolare per la nostra nuova missione in Cile. A nome di tutte noi, Suore Rosarie missionarie, vi giunga il nostro grazie per questa collaborazione che nasce e che ci fa sentire una grande e vera famiglia.
Mi è stato chiesto di raccontare qualcosa sulla mia vocazione… e vi ringrazio. È sempre bello e importante guardarsi indietro e riscoprire i segni di Dio nel cammino che si sta percorrendo.
Dopo aver conseguito una qualifica come segretaria d’azienda e non essendo soddisfatta di questo tipo di lavoro che mi si prospettava, ho frequentato il C.F.P. seguendo il corso di Pasticceria… e così, in un certo modo, posso dire di aver fatto parte per quel periodo della vostra parrocchia di Rubignacco.
Sono originaria di Lestizza e sono la quinta di otto figli. Credo di poter affermare con certezza che la mia vocazione religiosa è nata proprio nella famiglia. I miei genitori sono sempre stati attenti ad insegnarci i valori cristiani della vita e con sacrifici e fatica ci hanno permesso di seguire gli studi che ci garantissero un futuro serio e dignitoso.
Terminati i due anni a Cividale ho iniziato subito a lavorare e come tutti i giovani avevo tanti sogni e tante speranze per il mio futuro… e tanti amici con cui passare i momenti liberi. C’era qualcosa però che non mi lasciava tranquilla…. c’era qualcosa in me che mi diceva che non era quello l’orientamento della mia vita. Non pensavo minimamente però ad una chiamata alla vita religiosa…
Un giorno, al lavoro, un’amica che aveva fatto con me il corso di pasticceria a Cividale, mi dice che doveva andare da una sua zia suora: festeggiava i suoi 25 anni di consacrazione, e le aveva chiesto un aiuto per preparare qualcosa da offrire agli invitati. Io le ho subito detto che l’avrei accompagnata… da sempre mi attirava l’idea di vedere com’era un convento… e poi così avremmo fatto prima e saremmo potute andare in giro con gli amici…
Fu così che il 12 agosto del 1988 passai la soglia dell’Istituto delle Suore Rosarie di Udine. In quel giorno mi sono limitata ad osservare… tutto mi sembrava così bello e così strano…. non potevo credere che lì dentro ci fosse tanta semplicità, tanta gioia e soprattutto un senso di famiglia che mi faceva sentire a mio agio.
Da quel giorno tutto ha cominciato a cambiare nella mia vita: il lavoro, gli amici… non avevano più quel ruolo importante che rivestivano prima.
Ho continuato la vita di prima ma dentro già non ero più la stessa… anche gli amici se ne sono accorti ma io nascondevo quello che sentivo perché non pensavo fosse per me… non potevo credere che io, proprio io, fossi chiamata ad una vita di consacrazione.
E così passando il tempo e cercando un aiuto nella direzione spirituale ho cominciato a pensare seriamente a quello che sentivo, il Signore mi aveva fatto capire chiaramente che voleva che lo seguissi in questo modo… Ho fatto fatica ma alla fine ho detto sì. E oggi, a distanza di 12 anni posso dire che quel sì ha davvero cambiato la mia vita.
Il 4 ottobre del 1989 sono entrata nella casa di formazione delle Suore Rosarie per cominciare il mio cammino… con titubanza ma con tanta gioia i miei genitori e le due sorelle più piccole mi hanno accompagnata e questo essermi sempre vicina è stato il regalo più bello della mia famiglia.
Per un primo periodo ho continuato ad andare a lavorare… poi ho lasciato tutto e mi sono dedicata a tempo pieno al Signore e alla mia formazione.
Il 1° maggio del 1993 ho fatto la Professione Religiosa e nel 1998 con la Professione Perpetua ho detto di sì al Signore per sempre!
Non posso fare a meno di ricordare l’importanza che ha avuto tutta la mia famiglia in questo cammino di risposta al Signore. I miei genitori, i fratelli, le sorelle, i cognati, le cognate e i nipoti mi sono stati sempre vicino e continuano tutt’oggi ad accompagnarmi con l’affetto ma soprattutto con la preghiera.
Fin da piccoli i nostri genitori ci hanno fatto pregare insieme, soprattutto nei mesi di maggio e di novembre, la nostra preghiera era il S. Rosario. La preghiera con cui siamo cresciuti, quella che ci ha uniti proprio come una corona del Rosario, quella che ci sostiene e che ci incoraggia nei momenti di dolore e di fatica. È la nostra preghiera e credo che proprio per questo il Signore mi abbia voluto chiamare a far parte della famiglia delle Suore Rosarie.
Nel marzo del 1999 sono partita per la missione in Bolivia… non è stato facile entrare in un altro mondo, in un’altra mentalità… ma con l’aiuto del Signore e con l’abbandono alla Sua volontà tutto si semplifica.
Il 6 giugno partirò per il Cile nella città di Copiapó, che si trova nella zona del deserto di Atacama. Il luogo dove andremo si chiama “Población Rosario” e così per noi un altro segno che il Signore ci chiama e ci vuole presenti tra questa gente.
A voi chiedo di accompagnarci con la preghiera per questa nuova missione, per questo nuovo mandato di andare a tutte le genti e proclamare il messaggio di salvezza.
Fraternamente,
suor Flavia Prezza