copi1 pictureLettera di Suor Flavia dalla nuova missione di Copiapò in Chile

Copiapò, 23 febbraio 2002

Rev.do Mons. Adriano Cepparo
e carissimi amici della comunità parrocchiale di Rubignacco,


con queste poche righe desidero esprimere a ciascuno di voi la mia riconoscenza e gratitudine per l’impegno missionario che portate avanti soprattutto in questo tempo di quaresima, con tanto sacrificio e con spirito di vera fraternità verso altri fratelli così lontani e a voi sconosciuti.

I primi di marzo qui inizia il nuovo anno scolastico e, con gli aiuti che abbiamo ricevuto, abbiamo già cominciato ad aiutare alcune famiglie comprando le scarpe o la divisa scolastica. Più avanti vorremmo vedere se possiamo anche comprare qualche quaderno, penne, colori…

La situazione delle famiglie è sempre instabile, molti hanno lavorato come stagionali nella raccolta dell’uva ma sono rimasti delusi per i pochissimi soldi che hanno preso. Qui la gente normalmente lavora dodici ore al giorno e la paga base è di circa 300.000 £ al mese. Il costo della vita è alto, tanto che capisco le tante situazioni di disagio familiare per la mancanza di generi alimentari o di altre prime necessità, soprattutto verso la fine del mese.

Io in marzo rientro in Italia e spero proprio di poter avere l’occasione di venire nella vostra comunità per dirvi e raccontarvi qualcosa di quest’esperienza missionaria che mi ha “cambiato” soprattutto nel modo di vedere e di giudicare altre persone che hanno uno stile di vita diverso, che hanno problemi diversi e soprattutto che non hanno prospettive per un futuro sereno.

Siamo nel tempo di quaresima dove la liturgia ci invita a vivere l’esperienza di Gesù nel deserto… ognuno di noi ha il suo deserto da percorrere e da affrontare, noi qui, insieme a questi fratelli cileni, nel deserto di Atacama… e voi là con le realtà di ogni giorno; ma Dio che ci accompagna tutti e ci sostiene nel quotidiano perché possiamo sentire la sua presenza, il suo esserci accanto, così come ci ricorda il profeta Geremia: “Con amore eterno ti ho amato, e sempre di concederò il mio affetto”.

Un carissimo saluto e ancora grazie per questa comunione spirituale che ci unisce e che ci fa camminare insieme.

Mandi, sr. Flavia Prezza


Copiapò, 25 giugno 2001

Carissimi amici,

eccomi con alcune notizie della nostra nuova missione in Cile. Siamo arrivate a Copiapò il 6 giugno, ad attenderci all’aeroporto c’era il parroco e un padre francescano e tanta gente: donne, uomini e bambini, con diversi cartelli con scritte di benvenuto. Quello che subito ci ha colpito e ci ha riempito di gioia è stata la presenza dei bambini. la loro semplicità e spontaneità, il loro accoglierci con sorpresa ci ha fatto ricordare l’affetto speciale che Gesù aveva per i bambini, il suo privilegio per loro e il suo tenerli vicini.

Ci siamo emozionate per l’affettuosa accoglienza e del calore che subito la gente ci ha trasmesso, tutti erano desiderosi di conoscerci e di darci il benvenuto.

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Copiapò, il nome significa Coppa d’oro, si trova nel nord del Cile, nella zona del deserto di Atacama, in una valle circondata tutt’intorno da montagne rocciose ricoperte di tanta sabbia e terra.

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L’ambiente è arido e ogni mattina la città è ricoperta da un po’ di nebbia che si dissolve dopo poche ore e lascia spazio a un cielo azzurro stupendo. Abbiamo poi saputo che proprio questa nebbia crea una sufficiente umidità per la vegetazione. Qui infatti piove bene ogni tre-quattro anni e quando piove, soprattutto nella zona in cui ci troviamo, fa dei veri e propri disastri.

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La città è abbastanza grande, ha 130.000 abitanti e, da quello che si può subito vedere, molto ordinata. Nei percorsi che abbiamo fatto in questi primi giorni abbiamo potuto osservare le varie casette, soprattutto nella periferia della città, piccole, costruite con tavole di legno e pezzi di lamiera. ma che danno comunque un senso di ordine.

Il clima di questi giorni è piuttosto freddo-umido (siamo in inverno). Alla mattina e alla sera fa freddo mentre durante il giorno il sole scalda bene.

Noi ci troviamo in una zona della città chiamata “población Rosario”. Qui ci sono circa 8.000 persone, la gran maggioranza sono donne con bambini. Ci sono anche tante persone anziane sole che vivono in situazioni di vero disagio.

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La maggioranza degli uomini sono fuori per lavoro e rientrano solo saltuariamente nelle famiglie. Molti lavorano come stagionali: qui ci sono molte coltivazioni di agrumi, di pomodori e di olive. Ci sono poi anche alcune miniere ma ci hanno detto che poca gente vi lavora perché non rendono più come una volta. in pratica quelli che vi lavorano sono sottopagati e sfruttati.

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Abbiamo incontrato tanta gente e tanti gruppi. Subito ci siamo rese conto che la gente è molto impegnata nella parrocchia, sa fermarsi e trovare il tempo per accogliere e per stare insieme con gli altri. Ci sono tante donne che si mettono a servizio degli altri come animatrici di comunità, come catechiste.

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Il Vescovo che ci ha chiamate, Mons. Fernando Ariztia, è una persona davvero buona e semplice, un vero pastore, preoccupato della povertà e delle situazioni di disagio di molta gente della Diocesi e ci ha invitato a dedicare questo primo periodo di presenza qui, per osservare e conoscere la gente e la realtà. Per questo motivo abbiamo cominciato a frequentare i diversi gruppi che già lavorano in parrocchia e, in questi giorni, vogliamo cominciare a visitare le famiglie perché ci possano conoscere e perché possiamo insieme cominciare un cammino di comunione e di fede.

Sentiamo davvero di ringraziare il Signore per questo dono che ci ha fatto, per questi fratelli che ci ha messo accanto. A Maria, Madre di tutti noi, chiediamo di proteggerci e di accompagnarci in questo nuovo cammino che si apre per il nostro Istituto e per la gente che ci è vicina con l’aiuto e con la preghiera.

Un caro saluto e grazie!


Hermanas del Rosario
Casilla 510 Copiapò – CHILE
tel. 0056-52-217540

rosarcop@entelchile.net

Copiapò novembre 2001

Carissimo Pierangelo, grazie del messaggio.
Stavo pensando proprio a voi in questo periodo e mi hai preceduta nello scrivere.
Come già ti dicevo qui ci sono diverse necessità. In questo periodo, con l’aiuto in parte della comunità dei frati di S. Antonio di Padova che vivono in zona, e in parte con la collaborazione di altri, abbiamo cominciato a sistemare i saloni della catechesi che sono veramente malmessi.

In alcune stanzette del catechismo il soffitto sta sprofondando e vorremmo al più presto poterli sitemare prima dell’inizio del nuovo anno che sarà in marzo.
Per il momento con i soldi che avevamo a disposizione abbiamo sistemato un salone per incontri e la cucina. In marzo è nostro desiderio cominciare il progetto pane e latte, garantendo a un gruppo di 50-60 bambini una merenda ogni giorno.

Anche per questo abbiamo voluto sistemare la cucina che a dir
poco era indecente. Io continuo l’aiuto alle mamme con il pane. Sono circa venti le mamme che vengono qui, fanno il pane e se lo portano a casa per la cena.

A parte questo aiuto molte famiglie passando gli alimenti principali: pasta, riso, zucchero, te, salsa si pomodoro, olio…
L’otto novembre abbiamo cominciato il mese di Maria che durerà fino all’otto dicembre, stiamo andando per le case a pregare e visitandole mi rendo conto ancora di più di quanta povertà e di quanta fame patiscono tante famiglie.

E’ per questo che sto pensando a come racimolare un po’ più di soldi per comprare qualcosa e portarlo direttamente alle famiglia più povere… mi piacerebbe riuscire a mettere vicino qualcosa anche per Natale.

L’altra sera sono andata a recitare il Rosario in una piccola casa di tavole di legno e la signora mi ha chiesto se potevamo pregare perchè potesse costruire una piccola stanza e far sì che le due figlie che ora vivono in un istituto potessero tornare a vivere con lei. E’ per questo che lei adesso va
a lavorare come stagionale nella raccolta dell’uva, arriva a casa sfinita ma la stanchezza svanisce pensando che forse con quello che guadagna potrà realizzare il suo sogno.

Il problema è che questi lavori sono sottopagati e
la gente è sfruttata al massimo. Le ho detto che con qualcosa l’avremmo aiutata anche noi…. forse basta poco… le case qui sono così piccole e molte sono solo di cartone pressato.
In questo periodo stiamo organizzando alcune tombole, la domenica pomeriggio per racimolare qualcosa… alla fine di novembre poi abbiamo in programma un bingo… abbiamo chiesto regali in tanti posti, per fortuna tanta gente ci
ha aiutato e adesso speriamo che tutto vada bene.

E’ un modo per far sentire partecipi anche la gente, loro il poco che hanno lo danno e così insiemepossiamo costruire una comunità più viva e più fraterna… capace di accorgersi delle necessità e dei bisogni di altri fratelli che vivono accanto.
E’ vero che il gemellaggio vero è quello spirituale, io sento che abbiamo tanto bisogno di essere sostenuti e guidati dalla preghiera.

Forse è proprio da qui che possiamo cominciare: questa comunione, questo ricordarci quotidianamente e questo affidarci alla protezione di Maria, lei che è Madre può intercedere presso Suo Figlio e può aiutarci a camminare nella Sua Volontà.

Poi il passo alla solidarietà concreta è corto, perchè se ci
sentiamo uniti nello spirito ci sentiamo uniti anche nella collaborazione e nel sostegno reciproco.
A proposito del sito… io solo ho cercato di fare qualcosa ma non ho i mezzi … e anche il tempo per ora. Ho fatto qualcosa a livello informativo sulla nsotra congregazione e avevo anche suggerito a M. Noris che mi piacerebbe che fosse inserito in friulicattolico.

Però per questo potremmo parlarne più avanti.
Intanto se vuoi dare un occhiata, questo è l’indirizzo:

http://it.geocities.com/flaviaprezza/

Per il momento cercherò di procurare qualche foto… per qualsiasi chiarimento o altro rimango in attesa.
Un caro saluto, e un ricordo nella preghiera per te, la tua famiglia e i parrocchiani. Il Signore benedica tutto questo apostolato che fai.

Saluti, sr. Flavia