dal Messaggero Veneto del 26/03/2002
La venuta del Messia al centro di “Nocciolo d’oliva”
di MARIO BRANDOLIN
«Così le storie sacre tengono compagnia a un lettore…». Un esempio? Nocciolo d’oliva, da alcuni giorni in libreria per i tipi delle Edizioni Messaggero Padova. Si tratta del nuovo libro di Erri De Luca, che a quasi dieci anni da Una nuvola come tappeto torna a incantarci con la sua personale e coinvolgente rilettura di alcune pagine della Sacra Scrittura.
Assiduo frequentatore della Bibbia, di cui da autodidatta ha tradotto anche alcune parti – come Esodo/Nomi, Giona/Ionà, Kohèlet/Ecclesiaste –, De Luca in questo suo ultimo peregrinare tra i personaggi, gli episodi e le suggestioni del Libro per eccellenza, affronta anche alcuni snodi del Nuovo Testamento, come la nascita, la morte e la resurrezione di Cristo e la pagina degli Atti degli Apostoli dedicata all’ascensione. Quattro brevi folgoranti capitoli nei quali, ripercorrendo il mistero dell’incarnazione, se ne ripropone l’attualità e la forza di esperienza salvifica, come nel capitolo Riassunto dell’intruso.
Qui De Luca delinea per sommi e significativi capi l’esperienza terrena di Gesù, che è quella di un intruso, appunto, di un diverso venuto a scardinare solidità e certezze del mondo. «Nascesse oggi – dice De Luca – sarebbe in una barca di immigrati insieme a Maria, gettato a mare in vista della costa di Puglia o Calabria. Forse continua a nascere così, senza sopravvivere, e il venticinque dicembre è solo il più celebre dei suoi compleanni. Dopo di lui il tempo si è ridotto a un frattempo, a una parentesi di veglia tra la sua morte e la sua rivenuta. Dopo di lui nessuno è residente, ma tutti ospiti in attesa di un visto. Siamo noi, pasciuti di Occidente, la colonna di stranieri in fila fuori all’ultimo sportello». E in questa prospettiva, quella cioè di un libro che riserva molte suggestioni per l’oggi e che getta una luce di speranza nell’ottundimento spirituale del nostro tempo, si scandiscono i ventisei capitoletti di questo straordinario libretto.
Dopo una prima parte dedicata al Nuovo Testamento, De Luca ritorna alla Scrittura antica con la profondità dell’esegeta, dell’interprete che scava nelle parole e nella combinazione dei segni e dei suoni secondo la più antica tradizione ebraica, per cui la lettura del testo sacro è una sfida continua, un cammino di interpretazione e comprensione per il qui e l’ora del presente di ognuno che si fermerà solo al compimento dei tempi, all’arrivo del Messia, ma in questo affrontare inesausto e in questo confrontarsi incessante con i luoghi delle Sacre Scritture c’è anche la confortante consapevolezza che l’ascolto della parola rivelata possa essere di aiuto a dare un senso al vivere. «Inauguro i miei risvegli – dice De Luca – con un pugno di versi, così che il giorno piglia un filo d’inizio. Posso poi pure sbandare per il resto delle ore dietro alla minuzie dal da farsi. Intanto ho trattenuto per me una caparra di parole dure, un nocciolo d’oliva da rigirare in bocca».
Così, dall’atto della creazione – dal trionfo della parola generatrice – fino alle nuove dimensioni dell’apocalisse – quegli «annunci di finimondo» che oggi più che mai sono ascrivibili alla «sbadataggine dell’umanità», De Luca disegna un appassionante percorso nel mutevole infinito rapporto tra l’uomo e il suo creatore, tra il cielo e la terra, ne sonda il mistero riproponendo alcune figure dei padri e dei profeti di Israele e il loro modo di rispondere alla chiamata divina. Con l’umiltà di chi, nello sfogliare la Scritture Sacre, «sa di essere l’ultimo venuto tra i lettori», di chi «passa tra quelle righe come le vigne già spogliate, alle quali veniamo ammessi perché, da ultimi, siamo i più poveri», ma anche con la certezza di chi sa che un resto di saggezza è ancora a portata di raccolto per chi percorre attento i passi che i vendemmiatori e le generazioni precedenti hanno percorso. Anche all’ultimo lettore è dato di aggiungere la sua nota in fondo all’infinito commento».
E rilancia, De Luca, la potenza e il fascino di un libro che non smette di sorprendere, in cui sembra essere scritto – da sempre – il destino dell’uomo e dell’umanità, in cui forse è rintracciabile il senso ultimo della sua avventura nel mondo. E lo fa da chi non è toccato dal dono della grazia della fede (e tanto più in questa dimensione laica il testo sacro consola e rincuora), ma sa però che lì è la fonte e non si stanca di sondarne il terreno. «Finché – conclude De Luca – ogni giorno posso stare anche solo su un rigo di quelle scritture, riesco a non mollare la sorpresa di essere vivo».
Nocciolo d’oliva
di Erri De Luca
Edizioni Messaggero Padova
126 pagine – 7,50 euro