dal Messaggero Veneto del 4/04/2002
I navigatori di Internet più rodati lo sapranno, ma chi come me non lo è, se ne rende conto al recapito della bolletta telefonica. Mi riferisco ai numeri telefonici con destinatario finale in qualche sperduto paese dei continenti a costi esorbitanti. Il termine tecnico è “utenza servizi telefonici audiotel al servizio della collettività”, in termini pratici, sono telefonate trappola. Tempo fa, mi trovavo a navigare nel mare informatico di Internet e mi sono fatto ammaliare da un sito scintillante dove compariva a scritte cubitali la dicitura “free” (gratuito).
Era un sito, come tanti, per scaricare nuove suonerie o loghi inconsueti per telefoni cellulari, nulla di sconcio o indecente, il sospetto mi è sorto quando per accedere al sito si chiedeva il consenso con un insolito “accedi o rifiuti”? Con la scritta “free” s’intendeva l’installazione del sistema informatico che permetteva di disconnettersi dalla linea in uso, per riconnettersi automaticamente al numero telefonico mangiasoldi.
Va precisato che, per meglio mascherare il nuovo collegamento, vengono nascosti sia il numero destinatario sia la password da delle stelline e degli asterischi, accedendo a questo tipo di “servizi”, senza che l’utente possa percepire la nuova e insolita connessione, ignaro del costo reale della chiamata.
Così, per soddisfare la mia curiosità, durata sette minuti e quarantanove secondi, mi è costata 12,38 euro.
So per certo che ci sono state anche bollette molto esose, che adolescenti ignari, clienti più facili da sedurre, visitavano assiduamente per sfoggiare agli amici le insolite novità alla moda e che i genitori hanno dovuto pagare per non vedersi sospesa l’utenza telefonica.
Da una mia rapida indagine, ho scoperto che queste utenze telefoniche non sono altro che la continuazione dei 144. Servizi di telecomunicazione atti ad aumentare il progresso della vita moderna e instaurare delle nuove trappole legalizzate, che hanno preso una numerazione diversa.
Linee barracuda, che nel mondo telematico e nelle sue autostrade informatiche hanno trovato facili profitti attraendo l’ignaro utente con diciture allettanti. Non mi è restato altro che interpellare la Telecom e un addetto molto gentile mi ha informato che non potevo esimermi dal versare il dovuto e disattivare tutte le utenze 166, per non incorrere in ulteriori, inaspettati e dispendiosi inconvenienti. Purtroppo non essendo state attivate illegittimamente, non possono essere contestate.
Con mia sorpresa ho scoperto che anche le numerazioni 166 sono “sorpassate” e che ora i numeri con inizio 88 e 89 sono i nuovi numeri dei servizi a pagamento e che momentaneamente non si possono disattivare.
Chissà se gli operatori di rete telefonica non decideranno, con un po’ di buon senso, a darsi un codice deontologico e di correttezza nei confronti dell’utente consumatore, al fine di evitare inconsapevoli raggiri legalizzati ai quali non si può, altrimenti, porre rimedio!
Giuseppe Pippan
Tarvisio