VENTENNI E PIGRI: coetanei svegliatevi!

Video elaborato sul testo di una lettera che Alice Vidussi ha inviato al Messaggero Veneto nell’agosto 2009

…essendo una ragazza giovane, chi rientra nella categoria dei ventenni, mi sono resa conto di quanto molti dei miei coetanei, per non dire la maggior parte siano incredibilmente pigri e di quanto questa caratteristica costituisca un grave problema della nostra società.

Ovviamente ci sono delle eccezioni: esistono dei ragazzi in gambissima e non sono pochi, pronti a darsi da fare per realizzare i loro sogni e per costruirsi un futuro, però sono una minoranza. Purtroppo mi è capitato spesso di sentire ragazzi della mia età pronunciare frasi come: “Cambiare il mondo o cercare di migliorare la situazione dei paesi sottosviluppati o dell’inquinamento non è un nostro problema. Noi dobbiamo solo vivere la nostra vita”.

Di fronte a discorsi del genere, mi sono chiesta allora: ma se non è un nostro problema, il problema  di chi è? Degli anziani, che avrebbero il diritto di fidarsi di noi, giovani promesse? Di cui saremmo noi a doverci occupare? O dei nostri genitori che lavorano duramente per farci vivere bene e che quando erano giovani, a loro volta, si sono rimboccati le maniche perché credevano in un mondo migliore?
Troppe volte mi è capitato di vedere mentre camminavo per strada, un ragazzo o una ragazza gettare una cartaccia per terra, spegnere la sigaretta sull’erba di un prato o prendere a calci una lattina vuota e poi lasciarla a terra, come se fosse un giocattolo rotto. Perché non abbiamo rispetto per l’ambiente?

Nessuno ci ha forse insegnato che Madre Natura ci ha dato la vita e se non la rispettiamo moriamo? Con che diritto un giovane si sbronza, fuma, pensa soltanto ai suoi vizi e si permette di voltare la testa dall’altra parte di fronte a un problema che riguarda anche lui?

Secondo me, la risposta sta nella triste ammissione che i giovani d’oggi sono pigri e anche viziati. I nostri genitori ci vogliono troppo bene, per lasciarci faticare, per costringerci a rimboccare le maniche.

Ma se la loro generazione si è evoluta grazie alle donne che hanno lottato per i loro diritti e a uomini che hanno lavorato sodo senza chiedersi mai se era giusto e senza lamentarsi, perché noi dovremmo meritarci il lusso di oziare? Perché dovremmo stare fermi a guardare il mondo che va a rotoli e, invece di reagire, rivolgere uno sguardo annoiato alla tv?