“Donate alla vostra anima e ai vostri occhi il riposo in Dio”.
Se considerassimo a fondo il dinamismo della nostra mente e prendessimo seriamente coscienza dei suoi contenuti ci meraviglieremmo della nostra superficialità.
Crediamo di trovare riposo nelle cose che accarezzano il nostro egoismo e stimolano il piacere puramente materiale dei nostri sensi.
Ma ci illudiamo: il tempo corrode tutto. La nostra mente è spesso “folle” proprio perché rimane alla superficie delle cose, degli eventi, dei fenomeni.
I diversi desideri del nostro appetito si rincorrono…
ma riusciamo a soddisfarli solo temporaneamente.
Rimane sempre un fondo di insoddisfazione difficilmente individuabile e questo è un segno che ancora non abbiamo scoperto il segreto della vita autentica.
Chi cova dentro di sè troppi desideri materiali, vive agitato ed eccessivamente inquieto.
Ricerca gli amici più superficiali o i vari piaceri della carne per vincere la noia: non sopporta di stare solo con se stesso proprio perché la sua interiorità si fonda sulle cose passeggere, transeunte, quindi sul nulla.
Noi possiamo regalarci anche la felicità, se lo vogliamo.
Ma è un esercizio che richiede una certa applicazione, perché stravolge il nostro comune modo di pensare il quale è inquinato da egoismo, orgoglio e pregiudizi.
Non è facile porre una parentesi ai desideri più sfrenati della mente per dedicarsi alla vera ricerca interiore.
Un primo passo consiste nel rendersi consapevoli che la dimensione terrena ha i suoi limiti spazio-temporali: ciò serve per tenere a bada la nostra mente che escogita mille meccanismi per sfuggire dall’essenziale.
Quando ci rendiamo conto che la nostra dimensione terrena è solo il DNA della dimensione eterna, allora cominciamo ad accettare la presenza di Dio nelle cose, negli eventi ed in noi. E’ così che doniamo alla nostra anima e ai nostri occhi il riposo in Dio.
“Sono continuamente salvato se continuamente a Te penso. Non devo stancarmi. Non puoi stancare. Verrà tutto da sé. La speranza mette verde e gli altri colori più forti in ogni momento del vivere. Agguantarla e non lasciarla nemmeno in mezzo alle altre speranze. Le altre speranze sono una massa che preme e che è facile inghiottire. Quella genuina, è regina di tutte le altre.” (Padre Albino Candido – Diario di un pellegrino Carnico – ed. Segno)
Pier Angelo Piai