Il nostro modo di vedere il mondo è condizionato da tanti fattori: pregiudizi, sensi di colpa, abitudini e vizi, apprendimenti stereotipati, paure ed emozioni ecc.
La nostra visione del mondo sembra spesso fissata ed annebbiata dall’abitudine. Abbiamo, invece, la possibilità di vedere le stesse cose in modo nuovo, quando siamo interiormente nuovi.
Innanzittutto è importante indagare sui nostri comportamenti senza paura.
Quando crediamo di conoscerci abbastanza a fondo, però, rischiamo di ingannarci perché smettiamo di indagare e rimaniamo alla superficie di noi stessi. Ecco perché diventiamo ripetitivi nel rapporto con gli altri, nei vizi che non riusciamo a debellare e non cerchiamo di allargare la nostra ristretta angolatura mentale mortificando in noi la creatività del pensiero.
Un altro importante elemento da prendere in considerazione è la consapevolezza della nostra esistenza.
Pensare al fatto che prima non c’eravamo ed ora ci siamo con un certo grado di consapevolezza dovrebbe condurci ad una sorta di stupore esistenziale.
Naturalmente gli interrogativi sul perché esistiamo e dove andiamo non mancano ed abbiamo bisogno di risposte concrete.
Una certa mentalità cosiddetta “laica e materialista” pensa che noi siamo frutto del caso… ed anche questa visione della vita conduce a considerare che tutto è monotono e ripetitivo e quindi senza senso: consumati quei pochi piaceri la vita riserva molte amarezze e sofferenze.
Chi invece è convinto che non veniamo dal caso, ma siamo stati creati (dal nulla) dall’Essere Trascendente per avere la vita eterna, allora riesce ad allargare un po’ il suo orizzonte interiore per considerare che tutto ha un senso. E’ capace di far tesoro degli eventi anche apparentemente più insignificanti ed è convinto che nulla andrà disperso della nostra vita se vissuta in unione con il Signore, avendo ben presente le parole di San Paolo: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28)
Anche i fallimenti, le fragilità, i problemi della vita servono all’evoluzione personale se crediamo che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ha patito ed è morto per tutti noi, per la nostra divinizzazione, in quanto siamo destinati a diventare anche noi figli di Dio, se crediamo che è davvero risorto, perché risorgeremo anche noi con Lui per la vita eterna.
Di fronte ad una prospettiva così grande davvero ogni momento della nostra vita è nuovo e tutto viene illuminato dalla luce del Cristo risorto, che dona senso alle nostre esistenze ed all’amore che noi abbiamo per il prossimo.
E questa gioia di vivere sempre nella novità nessuno potrà togliercela…
Pier Angelo Piai