Ho un certo grado di coscienza e mi percepisco “esistente”.
Ho presente il principio di causa-effetto, detto di causalità: la mia esperienza mi dice che ogni fenomeno è causa dell’altro od è causato da altro.
Perché la nostra mente ha in sé un principio così radicato ed evidente? Tutti dovremmo ammettere che l’evidenza permea ogni settore della nostra vita cosciente. Per quanto si escogiti la più ingegnosa dialettica e i sofismi più arguti l’evidenza è ineccepibile. Tutto ciò che vedo e tocco ha una causa diretta la quale ha un’altra causa ecc.
Il sostenitore del“caso”(l’io è un piccolo/casuale/temporaneo evento)
ammette la causalità prossima, al limite l’insieme delle concause, ma si rifiuta di riconoscere l’esistenza di una Prima Causa che trascende la fenomenologia empirica, sicché la nostra mente così strutturata viene vista come un insieme di reazioni bio-chimiche che generano coscienza e percezione.
E’ possibile che l’intelligenza umana possa auto-limitarsi in questo modo escludendo la possibilità di una Prima Causa Assoluta del tutto, non causata ed autosufficiente?
Se considero l’Universo così complesso in cui siamo immersi, se penso che la coscienza di esso e di noi stessi è il frutto del caso, cioè delle interazioni di dinamiche e di adattamenti successivi, allora la mia intelligenza rinuncia strategicamente all’integralità perché si arresta a quelli che dichiaro apoditticamente “nessi casuali” che praticamente non significano niente per la mia esistenza. In questo modo rigetto l’esistenza di un’anima immortale e di un Dio che desidera farmi evolvere per divinizzarmi.
La mia vita si svuota così di ulteriori significati ed il “non senso” è la conseguenza logica del mio nichilismo perché mi accontento del “carpe diem” orizzontale, rimango impotente di fronte alla sofferenza inevitabile dell’esistenza terrena, caduca e transeunte, per poi piombare nel nulla più assoluto dopo la morte: la logica della mia intelligenza mi dice che se non sarò più nulla non potrò nemmeno essere consapevole di aver vissuto qualche anno di vita… e quindi la mia vita terrena non ha più senso: è stata una piccola meteora di cui nessuno si ricorderà, nemmeno me stesso.
La mia intelligenza vuole essere integrale e desidera scandagliare anche il senso della nostra esistenza che va ben oltre l’apparenza.
Pier Angelo Piai