“Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.” (11,11)
“Le cose hanno valore soltanto nel loro essere volute e amate da Dio , sono amabili unicamente in rapporto ad un amore che è amore in assoluto” (p.Albino p.178)
Le cose si presentano ai nostri occhi con una certa apparenza. Alcune ci attraggono, altre ci rendono indifferenti, altre ancora le respingiamo. Ci sono molte più cose che ci rendono indifferenti perché ci sembrano ormai logore, banali, troppo comuni ed insignificanti.
Quando, però, ci inabissiamo nel mistero dell’esistenza e di Dio..allora cambia anche il nostro rapporto con le cose, la vita, gli altri e noi stessi. L’interrogativo nasce spontaneo : perché Dio ha voluto che esistessero la tal cosa, quella persona, me stesso? Se Dio sommo bene, ha voluto così…ha i suoi motivi che non è giusto indagare eccessivamente perché a noi non è ancora concesso in questa vita di comprendere in tutta la sua profondità ogni mistero. Dio ha le sue ragioni che sfuggono al nostro cuore.
Noi siamo solo sue creature che Egli desidera elevare fino al suo cuore per rivelarci i segreti che a Lui piace rivelare a chi vuole, nella sua infinita libertà. Quando in noi si annida questa convinzione, subentra il rispetto dovuto a Dio, principio dell’amore che dovremmo coltivare per Lui.
Purtroppo Dio trova in questa terra pochi veri amici che lo rispettano e lo amano per quello che è e per come agisce. In genere lo si invoca nel bisogno, o nei segreti meandri della mente lo si accusa di ingiustizia, oppure si temono i suoi castighi e cerchiamo di operare per evitarli.
Ma quando l’amore per Lui comincia ad essere veramente puro, non servile o interessato?
Nelle nostre meditazioni dovremmo cominciare a considerare per prima cosa questo: che nonostante il nostro comportamento continuamente scorretto, egoista e narcisista, pieno di pregiudizi e superficialità, nonostante la nostra ingratitudine ed arroganza (pretendere di conoscere subito i perché del mistero della sua esistenza e della vita diventa a volte “arroganza”), Egli ci continua ad amare, a sostenere, ad essere dalla nostra parte ed attende da noi un palpito di altruismo. Dio non è amato come si dovrebbe, e questo è il suo dramma interiore.
Egli lo sa che siamo incapaci di amare, per questo ci viene in aiuto. Ma la durezza del nostro cuore lo mortifica, non permette la sua azione salvifica. Egli ama chi lo cerca con cuore sincero.
Ed è la sua azione che permette che in noi si insedi il suo regno. Chi vede le cose alla sua luce purifica il suo amore, accetta il mistero della vita e si appassiona realmente a Lui.
Ecco perché il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di Giovanni Battista. Come dire : chi vive nel divino supera qualitativamente la condizione terrestre e sa amare come Dio ama.
Pier Angelo Piai