LA DIMENSIONE GLOBALE DELLA PERSONA.

“Per vedere ciò che vi sta di fronte, bisogna avere una percezione chiarissima, incontaminata, senza pregiudizi, in cui non ci sia il desiderio di superarlo, ma solamente di osservarlo”, sostiene un filosofo orientale.

In genere abbiamo un forte desiderio di  affrontare i problemi per cercare di superarli prima possibile. Raramente ci soffermiamo ad osservarli.
“Osservare” non è un’azione inerte o inutile. Se pensiamo alla nostra infanzia troviamo sorprendentemente tantissimi momenti in cui ci fermavamo ad osservare… semplicemente ad osservare…, cosa che facciamo raramente noi adulti.

Dimentichiamo che tutta la frenesia che manifestiamo nasconde  lo scopo di molte fatiche, quello, cioè, di concederci del tempo libero. Tempo che potrebbe essere benissimo utilizzato per riflettere sulla nostra esistenza e sul funzionamento della nostra mente.
Se ogni minuto della nostra vita è impegnato nel cercare di risolvere i problemi e a cercarsene dei nuovi,  snaturiamo la vita stessa semplicemente perchè la fondiamo su  obiettivi che sono solo dei mezzi.

Lo stesso progresso non è forse una metafora della nostra personale evoluzione? Esso, in poche parole, è il tentativo di ridurre la fatica e di contrarre il tempo per ottenere il miglior risultato con il minimo sforzo.
Fermiamoci qualche istante per osservarci più in profondità: per quale motivo ci diamo da fare, ci affanniamo, ci spostiamo, cerchiamo nuovi contatti ecc.? Le risposte sono più o meno le stesse: mantenere la famiglia, migliorare la nostra professionalità, acquisire nuove esperienze, risolvere problemi finanziari, di salute, di relazioni, ecc.

Tutto questo nostro turbinìo di motivazioni, però, rischia di soffocare l’obiettivo più essenziale del nostro esistere che è quello di vivere senza affanno nella ricerca della verità.
Ciò richiede tempo, pazienza e coraggio perchè non apporta immediatamente i miglioramenti economici e professionali che ci siamo sempre prefissati sin da giovani. Ovunque, soprattutto da parte  degli strumenti mediatici del potere, ci giungono segnali esplicitamente pragmatici: aggiornamento, competizione, programmazione ecc.  Di questi gran parte sono riferiti, naturalmente, alla dimensione economica.

Quando si parla di acquisire una certa cultura di base, implicitamente si vuole alludere al fatto che se si è ben preparati si hanno più opportunità professionali e relazionali. Raramente, però, si fa riferimento al “piacere” intrinseco della vera cultura personale, che è osservazione, scoperta della propria ricchezza interiore, crescita nell’amore che porta al rispetto di se stessi e degli altri, allo stupore per il creato ed il Creatore, tutte cose che stridono con la diffusione odierna dei  reiterati lessemi quali “competitività”, “qualità”, “globalizzazione”. Questi sono finalizzati al benessere materiale, ma di chi?

Quando vediamo la vita in modo frammentario sorgono problemi.
Bisogna, invece, vederne la bellezza. La vita dovrebbe essere vista nella sua interezza, non nella frammentarietà generata dall’io che viene determinato dal nostro modo distorto di pensare, il quale complica la vita con i suoi problemi.

Non dimentichiamo, quindi, la dimensione globale  dell’uomo, il quale, anche se raggiunge il benessere materiale, non potrà mai essere pienamente soddisfatto in quanto ha delle istanze qualitativamente superiori che hanno le loro radici nella trascendenza, cioè nella dimensione del suo Creatore,  da dove effettivamente  proviene.

Pier Angelo Piai