Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Qual è la nostra malattia? La mancanza d’amore e la non conoscenza dell’amore di Dio. Gesù è venuto per farci conoscere la misericordia del Padre che ci avvolge completamente in ogni istante della vita. Ma non ce ne rendiamo conto , pertanto rimaniamo spiritualmente “ammalati”.
Non abbiamo la forza e il coraggio di agire nell’amore.
Chi è ammalato è debole. Non ha la forza e la volontà di fare attenzione agli altri ma ha bisogno di cure. Gesù è il medico amoroso che cura: ci dà amore affinché anche noi possiamo dare amore. Egli chiede solo di riconoscere la nostra situazione di “ammalati”, di prenderne realmente coscienza. Poi ci chiede un atto di fede: è Lui il medico che si prende cura di noi.
Ci ama appassionatamente, cerca ognuno di noi con perseveranza , perché non vuole che nessuno si perda anche se dovesse ripetere lo stesso errore per tutta la vita. E’ fiducioso nella nostra guarigione interiore, non ci dichiara mai in prognosi riservata: in questa vita terrena ognuno di noi può sempre riscattarsi, in qualsiasi momento. Lo ha detto chiaramente: non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
Se ci crediamo giusti siamo tra i più ammalati, perché ciechi. Non vediamo la nostra malattia, la nostra carenza d’amore. Pensiamo di essere giusti solo perché facciamo qualche pratica pia o frequentiamo la parrocchia ecc. Se in tutto quello che facciamo manca l’amore, vale ben poco.
Ma l’amore solo Gesù può insegnarcelo : le sue parole, il suo perdono, la costante attenzione per il Padre, la sensibilità per i sofferenti, per i peccatori, il desiderio di far conoscere la bontà di Dio a chiunque incontrasse sul suo cammino, l’estremo sacrificio della croce. Ci ha, insomma, dato un esempio, la via da seguire, gli aiuti per il nostro cammino terreno.
“Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi..”
In Lui impariamo cosa significa la misericordia perché l’abbiamo ricevuta prima di tutto da Lui.
Se riconosciamo questo siamo sulla via della guarigione. Ma prima ci vuole l’autodiagnosi, la consapevolezza della nostra malattia ed il riconoscimento del vero medico che può curarla.
Pier Angelo Piai