dal Messaggero Veneto del 22/05/2002


È risaputo che nella nostra diocesi, ma non solo, si stanno ristrutturando le parrocchie per supplire alla carenza di clero. Varie foranie diventeranno, così, centri di programmazione e di azione pastorale perché, almeno periodicamente, tutte le parrocchie, anche quelle più periferiche, possano avere la messa domenicale e i servizi essenziali.

È risaputo, altresì, che vengono preparati dei laici, come “ministri straordinari dell’eucarestia”, i quali portano la comunione ai malati nelle case, e possono celebrare funzioni paraliturgiche in chiesa (preghiere, rosario e simili), concludendole con la distribuzione dell’eucarestia.
È un modo per tener viva la comunità, in attesa che il parroco celebri la messa e amministri i sacramenti di sua competenza.

Ma oltre a questo servizio di supplenza dei laici, ve n’è un altro altrettanto importante che non è stato menzionato. Lo si ritrova nel Catechismo degli adulti, “La verità vi farà liberi”, a pagina 455, che tratta della direzione spirituale: «È prezioso, e almeno in alcuni momenti necessario, un consigliere o direttore spirituale. Si tratta di un educatore che, servendosi prevalentemente del dialogo, aiuta a discernere la volontà di Dio e a compierla. Viene scelto liberamente e mantenuto stabilmente, perché possa conoscere bene, consigliare con chiarezza, istruire, stimolare, verificare, correggere con gradualità.

È preferibile che sia un sacerdote, anzi il confessore; ma può essere anche un’altra persona (un laico), purché abbia le qualità necessarie: pietà, zelo, umiltà, equilibrio, scienza, esperienza, bontà, disinteresse, riservatezza». Doti importanti che devono sussistere nei sacerdoti e che possono sussistere anche in taluni laici.

È opportuno, ritengo, unitamente al clero, e ai diaconi permanenti, preparare laici a esercitare anche la funzione di direzione spirituale. Conosco persone che sarebbero in grado di mettere la propria esperienza umana e spirituale per il bene di una comunità. A costoro vanno aggiunte anche suore e monache di clausura che, per virtù della loro vita spirituale, e della loro equilibrata apertura ai problemi del mondo e delle famiglie, sarebbero in grado di svolgere il servizio di consiglio e di direzione spirituale.

Senza tali punti di riferimento, e in mancanza di clero, tanta gente, tanti giovani avrebbero difficoltà a risolvere dubbi, angosce, sulle scelte da fare nella vita. L’approdo facile a sette e a maghi televisivi è un sintomo chiaro dei vuoti che si stanno aprendo nella vita della Chiesa e anche della nostra diocesi.

Professor Giampaolo Thorel
Udine