Ho l’impressione che non ci si renda conto di un nuovo tipo di ignoranza che sta imperversando nella nostra società (non solo tra i giovani), ignoranza che considero più nefasta dell’analfabetimo di ritorno.
E’ un vero paradosso : da una parte c’è un enorme disponibilità di mezzi di comunicazione cartacei e digitali, dall’altra una latente demotivazione alla riflessione.
Questo atteggiamento potrebbe essere denominato “bulimia telematica”.
Ci si trova di fronte ad una mole enorme di informazioni a buon mercato.
Di per sé ciò è un fatto molto positivo perché occasione di arricchimento sociale e personale.
Ma ci sono alcuni aspetti che richiedono attenta osservazione da parte degli educatori e degli osservatori sociali.
Il problema fondamentale è il discernimento e la cernita di ciò che è utile ed inutile soprattutto per chi non ha esperienza, come il giovane studente, il quale si trova a navigare in mezzo all’oceano delle informazioni mediatiche senza una precisa direzione.
Prolifica così l’apprendimento “copia-incolla”
A scuola, ad esempio, molti studenti sono tentati di presentare le ricerche scolastiche da contenuti multimediali già preparati (internet, CD-ROM ecc.) col sistema “copia-incolla”, spesso senza nemmeno soffermarsi a leggere il testo. Il “discente” rischia così di convincersi che basta trafugare qualche nozione, creare un collage in base a criteri improvvisati, e presentare il tutto al docente con una veste grafica allettante, per poi sentirsi dire “bravo!”.
Ma è vero apprendimento? O forse è meglio soffermarsi su poche nozioni basilari per poi approfondirle con una seria riflessione?
E che dire, rimanendo sempre nell’ambito della telematica, della moda della “chat”? Sull’onda del “chattismo”, si diffonde la mania della scrittura “spontanea”, che non distingue molto bene tra il formale e l’informale. Quando si tratta di dare una certa forma ai contenuti perché costretti a rispettare le regole della comunicazione, molti si trovano a disagio e producono testi spesso sconnessi ed illeggibili.
La multimedialità è realmente un grande evento, ma il problema è il saperla gestire per non diventare irriflessivi. Il rischio è quello di demandare il pensiero agli altri per paura o per pigrizia mentale e così si diventa sempre più insicuri e ci si accontenta delle mezze verità. Si legge poco e non si vuole approfondire.
Molti scaffali domestici sono ricchi di bellissimi libri che fanno bella figura, ma che pochissimi leggono.
Pochi tra i cristiani leggono la Sacra scrittura, molte opere filosofiche e letterarie classiche vengono trascurate, i grandi capolavori della musica sinfonica e lirica sono retaggio di una sparuta minoranza di fedelissimi e da troppi giovani vengono snobbati.
Questa pigrizia mentale è preoccupante perché consente a persone senza scrupoli di consolidare il proprio potere aproffittando dell’ingenuità e dell’ignoranza di chi non vuole andare a fondo delle cose, di chi rinuncia a riflettere.
E’ per questo che proliferano oroscopi, sette, pseudo-maghi, ciarlatani e pataccari…Regna sovrana la TV-spazzatura confezionata “ad hoc” per chi non vuole pensare troppo ed il pressapochismo nei diversi ambiti dell’attività umana, dalla politica, all’arte, alle varie manifestazioni dello spirito.
Pier Angelo Piai