RICONOSCIMENTO LETTERARIO INTERNAZIONALE:
Il cortometraggio “Dialogo con la morte”, se ben seguito attentamente dallo spettatore, stimola a riflettere su molte questioni esistenziali, perché pregno di elementi filosofici, antropologici e metafisici.
Per questo esso può essere considerato davvero un piccolo capolavoro che verrà sicuramente apprezzato maggiormente con l’andar del tempo, anche perché contiene questioni esistenziali ed interrogativi che accompagnano l’uomo da sempre.
Nulla va trascurato dallo spettatore durante la sua visione perché nulla è a caso in questo bel cortometraggio.
Il contenuto del testo per la sceneggiatura è molto profondo e scorrevole, anche se non sempre di facile comprensione per la tematica filosofica ed antropologica affrontata. Ci sono dei momenti particolari che richiedono maggior attenzione per il ragionamento metafisico sul senso del divenire e del tempo che propone. Giustamente questo testo è stato riconosciuto molto valido da una giuria internazionale nell’ambito letterario (Premio letterario “Area Cultura” – Il racconto dell’anno 2020)
La sceneggiatura di Gennaro Ruggiero è davvero unica ed esprime una originalissima creatività per un soggetto così complesso. Lo sceneggiatore, che è anche il produttore, ha saputo immedesimarsi molto bene nel racconto scritto da Pier Angelo Piai scegliendo spazi, momenti, interventi molto consoni ed armonici per esprimere concetti così complessi e profondi, relativi alla drammaticità della morte ed la fluire della coscienza.
Molto rilevante è l’ottima interpretazione del bravissimo attore Gianluca Magni (il quale è anche regista del cortometraggio, insieme a Gianluca Tommasiello – aiuto regista) soprattutto per quanto riguarda la dizione ben calibrata in base alle situazioni, le espressioni facciali significative, le pause, gli sguardi ed i momenti di esitazione che fanno ben trasparire in modo spontaneo l’emotività di fronte ad un evento così importante. Questi elementi della sua interpretazione indicano la sua bravura professionale, frutto di un’esperienza pluriennale nell’ambito della recitazione.
L’interpretazione della morte ad opera dell’attrice Angelica Loredana Anton è molto originale. Ella ha saputo immedesimarsi sapientemente in un ruolo non facile. Angelica ha saputo proporre e mantenere per tutto il tempo della durata del cortometraggio il fascino tremendo del mistero relativo alla morte. La dizione stessa è significativa: l’accento leggermente straniero indica che per tutti noi la stessa morte non è di casa ma è straniera, perché la vediamo negli altri e la teniamo ben lontana da noi.
Una lode sincera anche a tutti gli altri collaboratori che hanno contribuito in modo davvero efficace alla riuscita del cortometraggio ed hanno curato la fotografia, i costumi, la scenografia, il montaggio con grande impegno ed entusiasmo.
Un’ultima osservazione: il cortometraggio “Dialogo con la morte”, sebbene ha certi limiti spazio-temporali perché realizzato nei tempi del COVID19, invoglia lo spettatore ad una ulteriore rivisitazione successiva. Io stessa l’ho rivisto più volte ed ogni volta ho trovato nuovi spunti e sono riuscita a comprendere meglio certi concetti che prima mi sfuggivano.
Questo fatto sta ad indicare che ci troviamo davvero di fronte ad un piccolo capolavoro. Un’opera qualsiasi è spesso vista una sola volta, un capolavoro, invece va rivisto più volte e perdura nello spazio e nel tempo.
Laura Bon, pittrice
http://mondocrea.it/itartisti-108/
COPIONE TEATRALE:
http://mondocrea.it/dialogo-con-la-morte-copione-teatrale/
(DIALOGO IMMAGINARIO TRA LA MORTE E IL MORITURO INCOSCIENTE)
PRIMO TESTO ORIGINALE:
(M. = la morte, I. = Interlocutore, il morituro)
M. E’ l’ora. sono venuta a prenderti.
I. Chi sei? Io non vedo nulla. Queste parole non le odo con le orecchie, è un udito interiore… come mai? Chi sei?
M. Non importa la mia identità. Non sono identificabile. Mi chiamano la morte, ma nessuna sa chi o cosa realmente sono.
I. Aspetta, aspetta! ho molte cose da fare ancora.
M. Lascia stare, non hanno importanza! Io sono venuta proprio a relativizzare ogni cosa che pensi, che desideri e che fai.
I. Ma se non le faccio io, nessuno le farà.
M. Non fare questioni con me. Io devo semplicemente compiere il mio dovere.
Io sono necessaria, lo capirai dopo.
I. Perché adesso?
M. E perché dopo?
I. Perché così ho il tempo di prepararmi.
M. Prepararti in che senso?
I. Faccio l’esame di coscienza, metto a posto alcune cose irrisolte, chiedo perdono alle persone che ho ferito con il mio comportamento e le mie parole, frequento i Sacramenti.
M. E perché non l’hai fatto prima?
I. Non mi aspettavo una tua visita così repentina.
M. Ma tu lo sapevi che io sarei potuta venire all’improvviso, come un ladro…
I. Sì, ho sempre convissuto con il pensiero di una tua venuta anche improvvisa. Ma in fondo al cuore ho spesso proiettato in avanti il tuo momento. La sera, piuttosto, mi sono spesso addormentato sul tuo fianco…
M. Ecco..ti sei addormentato. Ma lo sai che tu hai quasi sempre vissuto da addormentato? Io vengo a raccogliere l’essenziale, ma in te trovo molte fronde inutili..
I. Hai ragione. Lascia che sfrondi tutto e poi vieni a prendermi.
M. Perché non hai sfrondato prima? Io ti ho lasciato tutto questo tempo per raccogliere i frutti di tutto questo sfrondamento…
I. Ma avevo tante cose a cui pensare…
M. Sii sincero. Tu sai bene chi sono… Tutti coloro che mi hanno incontrato mi hanno riconosciuta come la paladina della verità.
I. Sì, è vero, mi sono perso in mille frivolezze, a volte sono mi sono lasciato andare nei piaceri della vita, ho ricercato qualche forma di potere… Ma, alla fine ti ho pensato spesso!
M. Pensare non significa vivere in pienezza. Se il pensiero non si traduce in azione, ha poco valore. Quando arrivo verrà raccolto quello che hai operato, non ciò che hai pensato. Il tuo pensiero è come la corda tesa dell’arco, ma se non miri giusto il bersaglio, lo sforzo si disperderà nel nulla.
Ora tu hai teso la corda, abbandonala…
I. Dopo tanti anni di lotte e tribolazioni tu mi chiedi di abbandonarmi?
M. Sì, perché ritroverai te stesso proprio in quell’abbandono.
I. Ma che senso ha vivere per poi lasciarci andare nell’abbandono?
M. La vita è questa: nell’abbandono sarai un osservatore più attento. Ogni attimo dell’esistenza è una continua alternanza tra me e la vita. Tu non te ne eri mai accorto, ma io sono sempre stata presente in te, sono un po’ come il propellente della vita.
I. Ora perché mi vuoi prendere definitivamente? Perché sei così determinata?
M. Ogni istante della tua vita ha preparato questo. E’ la tua ora, non puoi sfuggire. Come non puoi fare a meno di respirare, non puoi assolutamente fare a meno di morire. Morire è solo l’ultimo atto che sintetizza le miliardi di morti che hanno sostenuto la tua vita. Questo avresti dovuto saperlo.
I. Diventi sempre più incomprensibile. Tu ora vuoi prendermi. Ma cosa prendi se il mio io si dissolve?
M. L’io che ti sei costruito in modo fittizio si dissolve. Mi porto via proprio quello. Le tue illusioni, ciò che hai accumulato materialmente e mentalmente.
Porto via da te ogni forma di orgoglio, ogni brama di successo, le tue passioni terrene, tutto ciò che non è rivestito di immortalità.
I. Cioè… tutto ciò che non ti resiste?
M. In un certo senso, sì. Ma non sono abituata a discutere…. Vengo, prendo e scompaio nel nulla per poi riapparire in altri elementi vitali. Ritorno in qualsiasi momento in cui c’è un palpito di vita. La vita non può fare a meno di me.
I. Ma quando ti sei presa tutto ciò che tu chiami illusorio, cosa rimane di me?
M. L’essenziale
I. Che cos’è l’essenziale?
M. Ciò che io non posso fagocitare.
I. Il nulla? L’essere?
M. Ciò che chiami nulla è la mia essenza. Ma anche la tua. Resta l’immortale.
I. Ti prego… essenziale…immortale… cerca di essere più chiara!
M. Ma allora non hai capito? Il nulla viene assorbito dal nulla, mentre ciò che “è” permane in eterno. In te c’è un principio immortale che io non posso confiscare. Il nulla non può agire sull’essere. Tu sei te stesso nel momento in cui emerge il principio di immortalità che ti fa simile al Dio immortale.
Se tieni desto in te questo principio io non ho alcun potere su di te, ma solo su ciò che supporta il tuo essere terreno, cioè su tutti gli elementi transeunti che sono soggetti al mutamento nel tempo e nello spazio.
I. Ma allora tu, non esisti!
M. Esiste il nulla? Ti rovescio la domanda: non esiste ciò che è? Tu concepisci il nulla come assenza di una presenza. E’ un luogo comune. La tua logica ragiona per contraddizione: è o non è. Va a fondo e ti accorgerai della tua superficialità.
I. Da quando in qua la morte genera la filosofia?
M. Da sempre. Sono proprio io che spingo gli uomini ad interrogarsi sul senso dell’esistenza. Sono io il propulsore della ricerca, del progresso, della scienza, del pensiero, della vita stessa. Persino dell’amore.
I. Dell’amore? Tutte quelle persone che anelano a te persino con il suicidio?
M. Non essere superficiale. Anche il suicidio può essere un’ultima protesta di chi reclama la vita. Il suicida mi carpisce con violenza. Spera di poter porre fine al proprio disagio. Non vivendo autenticamente vorrebbe annullarsi tramite me.
Anche questa è un’illusione. Io non sono un’anestetico, la panacea per i vostri mali. Io agisco, ma non posso essere rappresentata da una mente umana. Tu stesso mi percepisci nella coscienza, ma non puoi vedermi o toccarmi. Non ho colore o sapore. Nel momento stesso in cui agisco scatta la vita…svanisco.
I. Ma allora non ti devo temere: tu vieni, ma non ci sei. Non può agire colui che non c’è.
M. Io agisco nella vita. Come già ho cercato di farti capire la vita e la morte sono talmente intrecciate che non puoi separarle. La distinzione che la tua mente fa è puramente logica e razionale.
In realtà sono solo un intervallo, una fessura, un vuoto incolmabile tra due fasi di vita.
I. Allora sei inconsistente…
M.Sono inconsistente ma necessaria come il tuo respiro. Quando passi dall’inspirazione all’espirazione c’è un istante di cui non ti accorgi, un nulla che prepara l’atto successivo. Così tra un battito cardiaco e l’altro, oppure tra la sistole e la diastole…
Io agisco ovunque nel mondo materiale, nella dimensione spazio-temporale. I miei effetti cessano quando il tuo essere trascende questa dimensione.
I. Allora non ci sarà più il divenire?
M. Dio non è divenire, E’ e basta. L’anima immortale, a somiglianza del Creatore, non potrà divenire perchè è quella che si unirà al corpo risuscitato, anch’esso non permeato dal divenire.
I. Quindi tu ci sei perché strettamente correlata al divenire?
M. Io sono solo un’idea, non ho consistenza, te l’ho già detto. Ora che ti parlo agisco nella tua coscienza. Sei tu che mi stai dando oggettività, ma non ho essenza perché albergo nel nulla. Per ciò che diviene sono negli intervalli tra uno stato e l’altro di ogni essenza. Ma non sono esistenza. Tu sai che le essenze sono immerse nell’esistenza, ma concettualmente esistenza ed essenza differiscono.
I. Questo è un passaggio molto oscuro che vorrei capire!
M. Vedo che la filosofia ti attira, nonostante io sia qui pronta per te. Comunque voglio farti un esempio che è molto conosciuto in oriente. Le onde non sono il mare, eppure è il mare che le genera e senza di lui non sussistono. Tu vedi, però, che ogni onda diviene, corre, spumeggia e si dissolve sulla superficie o sulla riva. L’onda non è il mare, fa parte di esso, ma non ha consistenza nel tempo essendo in continuo divenire. Una volta comparsa, muta e sparisce come tutte le altre. Le essenze sono come l’onda, l’esistenza è il mare, fondamento di ogni essenza.
I. Perché conosci tutte queste cose?
M. E’ proprio dal mio nulla che io posso osservare tutto ciò che è vita. Se fossi qualcosa il mio sguardo sarebbe molto più limitato.
I. Ciò significa, allora, che noi possiamo osservare meglio il mondo se ci avviciniamo al nulla?
M. In un certo senso… La tua coscienza è tale perché qualsiasi operazione compia deve negarsi per distinguersi dall’oggetto che prende in considerazione.
Se vuoi percepire quell’armadio non puoi essere armadio, ma devi porti sempre al di fuori. Nella tua mente qualsiasi punto di vista è fuori dall’oggetto.
Ma questi sono ragionamenti che appartengono alla logica umana che opera nella dimensione spazio-temporale. La realtà è ben diversa…
I. Quindi sei sempre stata presente nella mia coscienza?
M. La coscienza è un continuo tentativo di soggettivazione. Neghi l’oggetto per affermare il tuo punto di vista. Io centro nella negazione. Non ti accorgi che per attivare la tua coscienza devi continuamente morire? Più muori e più diventi consapevole.
I. Vuoi dire, allora, che sei necessaria per la mia vita?
M. Indispensabile. Dal momento del tuo concepimento tutto è sotto il mio potere. Tu ti evolvi dopo aver negato l’aspetto precedente. Prendi coscienza quando fai morire lo stato di coscienza precedente. Nella tua dimensione spazio temporale nulla è statico o fisso, tutto si muove e dietro questo movimento ci sono io. Termino il mio mandato quando sarai nella tua pienezza. Allora non avrà senso alcuna evoluzione come la intendi ora. La vita mi avrà completamente sconfitta. Sono un’amica ritenuta nemica.
I. Ma se le cose stanno così perché la gran parte di noi uomini ti teme ?
M. Perché riflettete poco sul vero scopo della vita presente.
Mi si teme quando c’è estrema insicurezza su tutto, quando si ha paura di perdere ciò che si è accumulato. Ma ciò che accumulate è un’illusione. Qualsiasi tipo di accumulazione è vana. Accumulate per espandere il vostro io, inconsapevoli, invece che lo restringete. Accumulate denaro per garantirvi il futuro, accumulate cultura e prestigio per sentirvi superiori agli altri, accumulate ideologie perché pensate che sostengano il vostro io e le vostre vane tradizioni. Arrivo io e vi rendete subito conto di quanto tempo avete sprecato.
I. Qual è il tempo terreno più utile?
M. Il contrario di quello che ti ho detto sull’accumulazione. Il vivere il presente in modo consapevole, senza false proiezioni, nella continua percezione che ogni cosa proviene dall’Assoluto a cui tutto devi riferire. Vivere, insomma, nella pienezza con distacco.
I. Mi sono sempre sforzato, pur nei fallimenti, di osservare me e il mondo con un certo distacco..
M. I tuoi sforzi verranno considerati. Ma chi vive nella pienezza non fa alcuno sforzo, perché esso assorbe molte energie. Accetta certe situazioni inevitabili, ma osserva il mondo con gli occhi di un bimbo. Accetta me e mi ritiene amica perché è cosciente della mia presenza attiva nella vita terrena. Agisce con vera compassione e nel suo distacco ama il prossimo come se stesso in Dio.
I. Se è così… allora non sono ancora pronto!
M. Sono venuta a prenderti in virtù del distacco che ti avevo accennato: devi accettare anche questo evento. Pochissimi sono coloro che sono pronti ad accogliermi. La maggior parte degli uomini avrebbero voluto procrastinare questo momento a causa dei loro attaccamenti terreni. Ma anche l’ultimo momento potrebbe essere determinante, per quello spesso vengo all’improvviso.
I. Vuoi dire che ognuno di noi anche all’ultimo momento potrebbe raggiungere il distacco che non è riuscito ad attuare in una vita terrena?
M. Tu muori come sei vissuto, non illuderti. Ma se Dio ti concede il totale abbandono tra le sue braccia, confidando nella sua infinita misericordia, in un solo momento puoi raggiungere il distacco perfetto, consapevole che è stata tutta un’illusione. Nella vita terrena hai spesso desiderato questo distacco, quindi l’opzione fondamentale era nella direzione giusta.
Nel momento in cui ti prendo definitivamente non ho più alcun potere su di te.
I. Mio Dio! Prendimi… ti offro tutti i miei attaccamenti, le mie fragilità, il mio nulla…
M. Non ti dico addio perché tu andrai a Dio ed io svanirò nel nulla da dove provengo. Non potremo davvero rivederci più. Ora vivrai autenticamente e non avrai più paura di nulla. Non te ne accorgerai nemmeno, è come una piccola puntura di spillo.
I. Mio Dio, perdonami… nelle tue mani rimetto il mio spirito.
Pier Angelo Piai
p. Albino Candido. “Diario di un pellegrino carnico” (p.50 – 5 marzo 1974)
SCRIVE SULLA MORTE:
“La neve è al cm 90. Il boato e il tonfo delle slavine danno sussulti. È divertente.
Le strade sono semibloccate Sento il piacere di essere separato dal resto del mondo, anche con gli ostacoli che bloccano il traffico e perfino il passo. È un piacere infantile, fanciullesco, cosa faremmo se veramente fossimo tagliati fuori per lungo tempo dal resto del mondo? Aspetteremmo la morte? Perché non l’attendiamo anche con le strade piene di traffico e con le comunicazioni efficientissime? Passa forse per le strade la morte? Hai ragione, passa anche per le strade, senza averne bisogno affatto. Che è il resto del mondo? Anch’io sono resto del mondo per colui che vive altrove. Ma di preciso com’è che pensiamo alla morte soltanto quando succede qualcosa nelle cose? Non dico che ci si pensi soltanto in quei dati momenti, in quelle precise circostanze, ma ci si pensa più seriamente, come se la morte venisse con preavvisi. Mentre è qui, qui, qui, che ci porta via a bocconi. E ne abbiamo paura sebbene sia la nostra esistenza. La fiamma della candela rischiara, illumina, riscalda nel cerchio fin dove può il suo esistenziale calore, ma mentre fa tutto questo consuma la candela, e la candela si consuma e la fiamma va verso la fine e ad un certo momento finisce con la candela consumata. Ecco qui la meditazione di questa sera senza luce a Culzei. Quello che conta in fine è che candela e fiammella siano nelle mani del Signore e che la candela si consumi tra le Sue dita e la fiammella rifletta, all’ultimo guizzo sul Suo volto, l’amore che essa ha diffuso e suscitato intorno a Lui. La morte la portiamo dentro, viene dal di dentro, non chissà da dove e chissà quando. È una situazione di attesa della vita piena.”
(p. Albino Candido. Diario di un pellegrino carnico p.50 5 marzo 1974)
RICONOSCIMENTO LETTERARIO :
QUESTO IL CORTOMETRAGGIO REALIZZATO DALLA “RUGGIERO FILM PRODUCTION” (col sostegno della Regione Lazio):
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=OUQJqT2kmiI[/embedyt]
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VIDEO AMATORIALE DELL’AUTORE DEL BRANO PIER ANGELO PIAI, realizzato anni fa..
REALIZZAZIONE DEL NUOVO CORTOMETRAGGIO SUL MIO TESTO “DIALOGO CON LA MORTE”
PRIMI CONTATTI
Facebook: primi contatti
21 aprile 2020
da Gennaro Ruggiero
Buongiorno, sono un piccolo produttore indipendente, “RUGGIERO FILM PRODUCTION”.
Ti volevo chiedere se posso fare un cortometraggio con mia moglie l’attrice Angelica Loredana Anton, sul tuo “Dialogo con la morte”?
Lo gireremo a casa nostra, a causa del Covid 19 e lo mandiamo ai festival, chiaramente scrivendo nei titoli “Scritto da Pier Angelo Piai” e, nel caso di vincite, sei partecipe con noi ai festival.
Ne daremo anche ampia risonanza mediatica su molti giornali online e agenzie di stampa. Io solo ne gestisco 6 e mia moglie 2.
Puoi sapere di me scrivendo Gennaro Ruggiero Produttore su google, e Angelica Loredana Anton semplicemente su google per sapere di Angelica. Grazie attendo tue autorizzazione.
p.s. mi è piaciuto molto il dialogo, l’ho visto su mondocrea.it
8 maggio 2020
Buonasera… pare che dal 25 p.v. riusciamo a lavorare nel nostro settore e facciamo subito il corto sul dialogo con la morte.
Mia moglie attrice e scrittrice, Angelica Loredana Anton, che gestisce un paio di concorsi letterari ha detto che le piace tanto e che vorrebbe inserirlo in gara tra i mini racconti.
Le ho detto che può perché Pier Angelo mi ha dato piena disponibilità.
Io dico che vince l’attestato di merito o primo posto o gold.
Spero ti faccia piacere. Un caro saluto e a presto.
Venerdì 5 giugno 2020
da Gianluca Magni, attore e regista
Buona sera Pier Angelo, abbiamo da poco finito di girare il suo dialogo, da cui abbiamo tratto un cortometraggio.
Le debbo fare i complimenti per l’intensità che è riuscito a dare con i suoi dialoghi.
Ho curaro la regia oltre che l’attore del corto.
Con stima, Gianluca Magni
IL PRODUTTORE DEL CORTOMETRAGGIO “DIALOGO CON LA MORTE”:
ON. CAV. PROF. RUGGIERO GENNARO PRINCIPE GENNARO RUGGIERO – DINASTIA DI RUGGIERO II, RE DI NAPOLI
Entusiastico commento del dr. ENZO SANTESE, noto critico e scrittore triestino, relativo al cortometraggio “Dialogo con la morte”
Buongiorno Pier Angelo!
Ho visto l’interessante cortometraggio e ne ho tratto questa impressione:
“Un video è sempre una modalità narrativa dove il gioco delle pause e delle accelerazioni focalizza spesso il valore dinamico della trama. La “vicenda” nel Dialogo con la morte si sviluppa lungo due coordinate, l’una orizzontale, data dall’incontro inatteso del protagonista con la morte stessa; l’altra invece, verticale, inquadra la questione della dicotomia tra corpo e anima che, a sua volta, rimanda a una proliferazione di pensieri proiettati nella dimensione metafisica. Quest’ultima è il perno ideale attorno a cui ruota la logica dell’opera, in cui emerge lo spessore speculativo del testo, dove Pier Angelo Piai imbastisce una vera e propria performance dialettica tra chi non vuol morire e la morte medesima. E allora sull’onda di riflessioni susseguenti – proposte con chiarezza quasi didascalica – l’osservatore è portato per gradi a cogliere il senso profondo dell’analisi dell’autore, sospinto a una ricerca verso il mondo spirituale nelle numerose articolazioni che lo compongono.
La disquisizione che si prospetta in forma di dialogo tra il protagonista e la morte tocca vari punti di una filosofia nutrita da numerosi apporti, dalla vena neoidealistica a un’antropologia essenziale, costruita su presupposti che lasciano emergere in ogni caso un afflato devozionale che è tipico dell’autore.
Un cortometraggio esprime la cifra della sua potenzialità d’impatto su chi guarda in un tempo ridotto, nel quale peraltro i punti di notevole seduzione e di sorpresa risiedono nei molteplici livelli della sua “leggibilità”. Nel Dialogo con la morte è possibile saggiare la consistenza del “nulla” così come viene presentato nel serrato confronto tra i due protagonisti dell’evento filmico, che danno – tra l’altro – all’opera l’illusione di qualcosa che si protende oltre l’ambito fisico della “pellicola”, così come, nello sviluppo del filmato, fa la morte sospingendo l’anima oltre la connessione con quell’involucro che l’avvolge e l’accompagna in vita.
L’opera è realizzata con un efficace concorso di partecipazioni: testo di Pier Angelo Piai, interpretazione scenica di Gianluca Magni (che è anche regista) e Angelica Loredana Anton, sceneggiatura di Gennaro Ruggiero, fotografia di Valerio Matteu, aiuto regia di Gianluca Tommasiello. Uno dei pregi più evidenti del cortometraggio è la ricchezza di spunti offerti all’osservatore che miri a crescere nella consapevolezza del suo esistere che è per natura “transeunte”; su questo – afferma a chiare lettere Pier Angelo Piai – ha potere la morte che è, comunque, punto di riferimento del pensiero filosofico e scientifico, innesco per ogni procedimento di ricerca.”
Enzo Santese
Enzo Santese è nato il 16 giugno 1946. Critico d’arte e scrittore ha partecipato a molte commissioni giudicatrici in concorsi nazionali e internazionali di pittura e scultura in Austria, Croazia, Germania, Inghilterra, Italia e Slovenia
Enzo Santese è di Trieste, dove risiede e lavora; svolge un’intensa attività di promozione culturale nell’ambito della letteratura, del teatro e delle arti figurative. Iscritto all’Ordine dei Giornalisti, si interessa da anni di problemi della comunicazione radiotelevisiva; critico d’arte, poeta e scrittore, ha al suo attivo numerosi interventi su quotidiani e riviste. Organizza diversi eventi culturali e dirige alcuni Festival di poesia (Poetando di Pordenone e Trieste, Festival del pensiero in / verso di Venezia,Festival della Poesia del Mare Isola in Slovenia, Lido di Venezia e Trieste). Scrive da vari anni testi per il teatro, la radio e la televisione (Tele Capodistria e Rai); la sua bibliografia comprende oltre duecento pubblicazioni, divise fra le traduzioni degli autori classici, greci e latini, libri di poesia, narrativa e saggistica e monografie di artisti contemporanei. Fa parte della sezione italiana dell’A.I.C.A. (Associazione Internazionale dei Critici d’Arte); ha progettato e curato numerose rassegne d’arte contemporanea, personali e collettive, in Italia e all’estero. È autore di quindici raccolte poetiche, la più recente delle quali è I luoghi e i sensi, del 2018.
https://palabraenelmundovenecia.wordpress.com/2020/05/25/enzo-santese/
Pubblicato sul Messaggero Veneto:
PAGINA FACEBOOK DEDICATA AL CORTOMETRAGGIO “DIALOGO CON LA MORTE”
https://www.facebook.com/dialogoconlamorte/
Commento dello scrittore MAURIZIO BASSO
Il cortometraggio “Dialogo con la morte”che ho seguito molto attentamente, mi ha riallacciato alla figura del regista svedese Igmar Bergman. È stato molto efficace l’attore protagonista, Gianluca Magni, che con maestria é riuscito a calarsi nel personaggio. Ottima la scenografia che rispecchia il continuo richiamo all’essenzialità della Morte. Il contesto ambientale, genialmente indovinato, è molto attinente alla complessa tematica affrontata. È geniale anche il gioco delle luci e delle ombre, che rimarca la differenza tra l’essere ed il nulla, tra ciò che è è ciò che in realtà non è.
Per quanto riguarda l’interpretazione della morte, (la quale in realtà non ha un volto, come si evince dalla scultura che la rappresenta nella Basilica di San Pietro) mi è sembrata molto significativa per la sua valenza simbolica.
Una mia osservazione: “In una frazione di tempo, come un lampo, s’accende la coscienza; in questa dimensione spazio-temporale l’ironia della morte”
“Nel silenzio tu sei libero, poiché nel silenzio c’è un modo di udire l’altra voce che da te si distacca”
“La morte è quel neo nel seno della vita; nulla più di quell’oscuro punto, spaventa l’uomo.
Maurizio Basso, scrittore
RECENSIONE della Pittrice Laura Bon sul cortometraggio “Dialogo con la morte”.
Il cortometraggio “Dialogo con la morte”, se ben seguito attentamente dallo spettatore, stimola a riflettere su molte questioni esistenziali, perché pregno di elementi filosofici, antropologici e metafisici.
Per questo esso può essere considerato davvero un piccolo capolavoro che verrà sicuramente apprezzato maggiormente con l’andar del tempo, anche perché contiene questioni esistenziali ed interrogativi che accompagnano l’uomo da sempre.
Nulla va trascurato dallo spettatore durante la sua visione perché nulla è a caso in questo bel cortometraggio.
Il contenuto del testo per la sceneggiatura è molto profondo e scorrevole, anche se non sempre di facile comprensione per la tematica filosofica ed antropologica affrontata. Ci sono dei momenti particolari che richiedono maggior attenzione per il ragionamento metafisico sul senso del divenire e del tempo che propone. Giustamente questo testo è stato riconosciuto molto valido da una giuria internazionale nell’ambito letterario (Premio letterario “Area Cultura” – Il racconto dell’anno 2020)
La sceneggiatura di Gennaro Ruggiero è davvero unica ed esprime una originalissima creatività per un soggetto così complesso. Lo sceneggiatore, che è anche il produttore, ha saputo immedesimarsi molto bene nel racconto scritto da Pier Angelo Piai scegliendo spazi, momenti, interventi molto consoni ed armonici per esprimere concetti così complessi e profondi, relativi alla drammaticità della morte ed la fluire della coscienza.
Molto rilevante è l’ottima interpretazione del bravissimo attore Gianluca Magni (il quale è anche regista del cortometraggio, insieme a Gianluca Tommasiello – aiuto regista) soprattutto per quanto riguarda la dizione ben calibrata in base alle situazioni, le espressioni facciali significative, le pause, gli sguardi ed i momenti di esitazione che fanno ben trasparire in modo spontaneo l’emotività di fronte ad un evento così importante. Questi elementi della sua interpretazione indicano la sua bravura professionale, frutto di un’esperienza pluriennale nell’ambito della recitazione.
L’interpretazione della morte ad opera dell’attrice Angelica Loredana Anton è molto originale. Ella ha saputo immedesimarsi sapientemente in un ruolo non facile. Angelica è riuscita a proporre e mantenere per tutto il tempo della durata del cortometraggio il fascino tremendo del mistero relativo alla morte. La dizione stessa è significativa: l’accento leggermente straniero indica che per tutti noi la stessa morte non è di casa ma è straniera, perché la vediamo negli altri e la teniamo ben lontana da noi.
Una lode sincera anche a tutti gli altri collaboratori che hanno contribuito in modo davvero efficace alla riuscita del cortometraggio ed hanno curato la fotografia, i costumi, la scenografia, il montaggio con grande impegno ed entusiasmo.
Un’ultima osservazione: il cortometraggio “Dialogo con la morte”, sebbene ha certi limiti spazio-temporali perché realizzato nei tempi del COVID19, invoglia lo spettatore ad una ulteriore rivisitazione successiva. Io stessa l’ho rivisto più volte ed ogni volta ho trovato nuovi spunti e sono riuscita a comprendere meglio certi concetti che prima mi sfuggivano.
Questo fatto sta ad indicare che ci troviamo davvero di fronte ad un piccolo capolavoro. Un’opera qualsiasi è spesso vista una sola volta, un capolavoro, invece va rivisto più volte e perdura nello spazio e nel tempo.
Laura Bon, pittrice
http://mondocrea.it/itartisti-108/
DIALOGO CON LA MORTE
Commento di Beppino Lodolo, imprenditore dello spettacolo, cantante e musicista friulano.
In un recente articolo ho letto che il produttore e sceneggiatore Gennaro Ruggiero definiva Pier Angelo Piai “Un genio della coscienza”.
Siccome Pier Angelo è un mio caro amico da moltissimi anni, la cosa mi incuriosì ed andai a guardare il cortometraggio “Dialogo con la morte” realizzato dal produttore e sceneggiatore Gennaro Ruggiero con la regia di Gianluca Magni (anche attore protagonista insieme alla brava attrice Angelica Loredana Anton), utilizzando proprio un testo di Pier Angelo.
Ne rimasi alquanto colpito ed affascinato, anche perché pochi registi avevano affrontato coraggiosamente una tematica così complessa sotto diversi punti di vista, compreso quello filosofico e metafisico.
In venti minuti lo spettatore è trasportato in una dimensione che normalmente sarebbe definita “surreale”, ma che non annoia mai colui che lo segue con attenzione ed interesse con questo tipo di tematiche.
Qui la morte dialoga con un uomo ed affronta più argomentazioni esistenziali, partendo con lo smascherare alcuni luoghi comuni sulla vita e sulla morte, mettendo a fuoco alcuni aspetti della dimensione spazio-temporale in cui siamo immersi, relativizzando molte inutili problematiche odierne, ma soprattutto rivelandoci alcuni aspetti del nostro mondo interiore e di come agisce quella che chiamiamo “coscienza”.
Diceva il filosofo E.Cioran che “un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo”.
Un simile concetto potrebbe essere applicato ad un cortometraggio serio come questo, il quale è davvero un piccolo capolavoro e lascia un segno interiore collegato alla propria visione del mondo.
Esso si spinge ben oltre le comuni aspettative, perché scandaglia coraggiosamente ciò che realmente è la morte, annullando i pregiudizi più devianti.
Infatti, inizialmente questo cortometraggio potrebbe sconcertare per il suo impatto diretto e provocatorio attraverso una tematica che molti temono di affrontare. A volte è piuttosto impegnativo per alcuni tratti di natura filosofica e metafisica che presenta con estrema disinvoltura. In esso i concetti di tempo e luogo, cioè la dimensione spazio-temporale, la trascendenza e la stessa coscienza assumono una valenza molto particolare, la quale induce a mantenere in sospeso ogni forma di giudizio superficiale.
Le abilità dello sceneggiatore, del regista e degli attori, comunque, sono state determinanti. Essi sono riusciti con efficacia geniale a trasmettere la vera natura della morte in sé, che tutti noi temiamo.
La naturalezza del dialogo, infatti, è una delle qualità che più colpisce per un argomento così ostico. Il cortometraggio gradualmente diventa sempre più rassicurante e la stessa finale contiene in sé una forma di riconciliazione tra l’umano ed i divino che induce alla serenità interiore.
Posso garantire che val la pena vedere quest’opera così intensa, ma ricca di spunti di riflessione e meditazione.
Un grazie di vero cuore all’amico Pier Angelo ed a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare un’opera così geniale.
Beppino Lodolo
http://mondocrea.it/tag/beppino-lodolo/
“Dialogo con la morte” un piccolo capolavoro con Gianluca Magni e Angelica Loredana Anton, in prima visione su Facebook e Youtube
(Alberto Calistri)
TEMATICHE SULLA MORTE ATTINENTI AL CORTOMETRAGGIO “DIALOGO CON LA MORTE” con relativi video (di Pier Angelo Piai):
L’ESISTENZA NON FINISCE CON LA MORTE TERRENA
http://mondocrea.it/lesistenza-non-finisce-con-la-morte-terrena/
E DOPO LA MORTE?
http://mondocrea.it/itriflessioni-1093/
LA MORTE (rap)
https://www.youtube.com/watch?v=JUaAtidDxGw
È GIUSTO DESIDERARE DI MORIRE?
https://www.youtube.com/watch?v=g7ZQi5nfRsY
MEDITAZIONE SULLA MORTE.mp4
https://www.youtube.com/watch?v=VMHM–DcYTY
COME VEDE LA MORTE IL CRISTIANO
https://www.youtube.com/watch?v=2zs0ub6Ey2Y
PREGHIERA IN PREPARAZIONE DELLA BUONA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=1PN47FwcyQY
MEDITAZIONE DI UN MONACO FRIULANO SULLA MORTE MOLTO ORIGINALE E INTERESSANTE (p. Albino Candido)
https://www.youtube.com/watch?v=eKNYSnv8pTE
LA VITA UMANA NON FINISCE CON LA MORTE DEL CORPO
https://www.youtube.com/watch?v=EAS82gKdF9A
ADDOMESTICARE LA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=owIC_Q3pwRU
CACCIAMO LA PAURA DELLA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=takHEezAF0Y
DOPO LA MORTE CORPORALE C’È LA BEATITUDINE ETERNA
https://www.youtube.com/watch?v=DuIFtwI4uFc
PERCHÈ TEMIAMO LA MORTE?
https://www.youtube.com/watch?v=F8E5nrDtHtI
PERCHÈ NON DOVREMMO TEMERE TROPPO LA MORTE CORPORALE
https://www.youtube.com/watch?v=2l6jLH6ocWc
MORTE E RISURREZIONE
https://www.youtube.com/watch?v=oXWggRNtQgs
DIO NON HA CREATO LA MORTE (Sapienza)
https://www.youtube.com/watch?v=f-c22zOvvhA
L’ANGELO DELLA BUONA MORTE.mov
https://www.youtube.com/watch?v=eAbDH3_4_Nw
IL PENSIERO DELLA PROPRIA MORTE.mp4
https://www.youtube.com/watch?v=W4yFRA1wrfs
L’ANGELO DELLA MORTE E DELLA VITA IN PIENEZZA
https://www.youtube.com/watch?v=3_R_YOif9uc
MEDJUGORJE E L’ALDILÀ
https://www.youtube.com/watch?v=clgZQVCx0C8
COSA CI ATTENDE NELL’ ALDILÀ? (alcune considerazioni)
https://www.youtube.com/watch?v=hjiod_lAVvU
COMA! DALLA MORTE AL RITORNO ALLA VITA
https://www.youtube.com/watch?v=w6Iw1jPtv28
NON TEMERE LA SENTENZA DELLA MORTE
https://www.youtube.com/watch?v=8RnntEvTn-I
COMA! DALLA MORTE AL RITORNO ALLA VITA
https://www.youtube.com/watch?v=w6Iw1jPtv28
LA MORTE MORIRÀ
https://www.youtube.com/watch?v=pOnu0cxinOk
LA VITA TERRENA È PROVVISORIA, MA L’ALDILÀ È STABILMENTE ETERNO
https://www.youtube.com/watch?v=UDmi2wZElpc
COSA RIMARRÀ DI NOI IN QUESTO MONDO DOPO LA NOSTRA SCOMPARSA (una voce dal deserto)
https://www.youtube.com/watch?v=5MXZQuESaFg
LA NOSTRA VITA TERRENA È UN’ATTESA DINAMICA PER L’ALDILÀ
https://www.youtube.com/watch?v=wjTXYHn8zkw
LA VITA TERRENA PASSA
https://www.youtube.com/watch?v=-9gRHmyvOPc
IL MISTERO DELL’ALDILÀ
https://www.youtube.com/watch?v=e3GBARIkzxw
IL DESIDERIO DI ESSERE SCIOLTI DA QUESTO CORPO MORTALE
https://www.youtube.com/watch?v=gm5CpeWU7fw
I DEFUNTI CI HANNO SOLO PRECEDUTO
https://www.youtube.com/watch?v=9OolpShCEOs
DIALOGO CON LA MORTE (video di Pier Angelo Piai)
1° parte
https://www.youtube.com/watch?v=vDqkvrKG2ho
2° parte
https://www.youtube.com/watch?v=ae1uBivjCIY
PLAYLIST SULL’ALDILÀ:
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOa-QPfU0zdg4142sbSnCh4b