La Madonna rossa, dono delle Signore Dimesse: Una Madonna ricavata dal tronco di un albero, di stile seicentesco con il Bambino in braccio: bambine, ragazze, novizie e suore pregarono tutte dinanzi a lei e ottennere tanti favori divini: anche la piccola Teresa Dush, provilegiata di Maria delle sue visioni e del dono di una crocetta lucente sul polso, la pregò: prima per la sua vocazione, poi durante la sua malattia che la portò in cielo ancora novizia.
Ma i santi non si possono misurare con il metro degli uomini comuni, anche se buoni cristiani, perché si sono messi sulle vie di Dio, che distano dalle nostre molto di più di quanto distano i cieli dalla terra.
Di fronte agli strumenti di penitenza che padre Luigi usò, rimaniamo senza fiato e senza risposta. Che cosa lo muoveva, a che cosa tendeva? C’è una sola risposta: Cristo! Cristo innocente che aveva sofferto al posto di lui peccatore. Cristo che sulla croce aveva voluto mostrare il suo amore per gli uomini, e non ne era sceso. Come rimanere indifferenti? Come non fare niente ? Come non condividere la sofferenza del Figlio di Dio?
Padre Luigi ha fatto tanta penitenza. Le suore non lo sapevano. Se vennero a saperlo fu per la curiosità di suor Osanna. Ma perché faceva tanta penitenza? Lui sentiva di essere un peccatore. Confrontava se stesso con il Figlio di Dio fatto uomo che era finito su una croce, pur essendo innocente, e diceva: “non è giusto che il mio Gesù debba soffrire e io peccatore no”. Si sentiva peccatore Padre Luigi.
Tanti crocifissi ci rimangono di p. Luigi e tanto belli ed espressivi. Ma non cercò solo la sofferenza fisica. Escogitò qualche cosa d’altro, padre Luigi. Meglio, fu un bisogno più fondo di verità, di umiltà e di carità per il suo Gesù. Era ormai vecchio, e si sentiva, di fronte all’amore di Dio, un abisso di nullità . Doveva ricominciare per.rispondere alle esigenze dell’amore. Doveva ricominciare, E aveva bisogno di un maestro. Chi? Non scelse un sacerdote, ma una creatura povera, umile, una di quelle ritenute nullità agli occhi del mondo. Tanto nulla che di lei non è rimasto neppure il nome. Rimane solo un povero scritto vergato da mano incerta che testimonia la sua esistenza e il terribile compito che padre Luigi le affidò: umiliarlo e rimproverarlo , in una maniera inaudita, e incredibile, come egli stesso suggeriva, ogni sera, dopo aver ascoltato la confessione di quelli che chiamava i suoi peccati.
Fu una purificazione per ambedue, e il frutto lo vedremo in cielo.Troviamo anche un oggetto di penitenza fatto di chiodi che Padre Luigi usava spesso.
Ma forse padre Luigi non ebbe abbastanza da soffrire, da
dover cercare la sofferenza? Esaminando la sua vita, e soprattutto gli ultimi anni che ebbe a vivere, non si può certo concludere in questo modo.
La fine della vita di Gesù, sembrò un fallimento, quanti fallimenti ebbe a soffrire p. Luigi! La sua Congregazione dell’Oratorio, che aveva ripristinato con tanta fatica, soppressa; la sua Chiesa di S. Maria Maddalena dissacrata e trasformata in palestra; la Privata Casa delle Derelitte, per la cui autonomia aveva tanto lottato, assieme a padre Carlo, sotto il dominio austriaco, ridotta ad opera pia; la Congregazione delle Suore della Provvidenza esule a Cormons; l’opera di Giovanni da Udine, per la quale aveva profuso tanto aiuto anche in denaro, in fallimento…
Ma Padre Luigi è innamorato dell’umanità di Gesù, soprattutto dell’umanità umile e sofferente. E’ innamorato di Gesù a Nazareth, che vive nel silenzio, nel lavoro, nella fatica. E’ innamorato di Gesù che muore in croce. Per questo ha scelto nella sua vita di essere dimenticato, ha scelto di accettare la sofferenza, naturalmente non fine a se stessa, ma per la salvezza delle anime, per ché Gesù è venuto per questo e per la gloria di Dio.
Ci sono gli strumenti di penitenza che lui ha usato: il cilicio, delle catenelle, dei flagelli.
Al centro della stanza c’é una teca: intravediamo subito degli oggetti di uso comune, giornaliero: il bastone, il calamaio, le forbici, i rasoi, il gioco della tombola, mediante il quale Padre Luigi stesso giocava con le bambine.
Il nastro è la misura del Crocifisso che parlò a
San Francesco d’Assisi e che Padre Luigi probabilmente acquistò ad Assisi. C’é anche il cordone di San Francesco: Egli era terziario francescano e andava nella chiesa dei cappuccini a tenere le omelie e i fervorini ai terziari francescani.
Nell’altra teca ecco delle reliquie: Padre Luigi era molto devoto ai santi perché li sentiva fratelli e compagni nel cammino verso la perfezione. Aveva molte reliquie, come del resto i Fi lippini , e quando la chiesa di Santa Maria Maddalena fu soppressa le portò qui alle suore della Provvidenza, dove vengono conservate ancora otto l’altare della cappella grande.
C’è anche la reliquia della santa Croce, un libretto di preghiera, un crocifisso consumato che il padre portava al collo. In una cassett a di legno è stato trovato un crocifisso posto dopo la prima riesumazione , con una medaglia: hanno l’autentica di Padre Federico. C’é anche la croce posta sulla prima cassa di Padre Luigi.
Ecco i ricordi di Lourdes: una bella corona con i fiori secchi di più di un secolo fa. Altri piccoli ricordi vengono da vari luoghi, i base alle devozioni del tempo: rose, cotone, etc.
Esistono anche reliquie di santi viventi. I santi sentono l’odore degli altri santi: Padre Luigi era convinto che Pio IX fosse un santo, diffatti si era fatto inviare un po’ della lana del suo materasso. Anche il vescovo di Trento Nepomuceno era un santo, per questo Padre Luigi si era fatto dare un po’ dei suoi capelli. C’é anche della tela usata dal missionario Olivieria, che girava per tutte le città d’Italia, predicava e raccoglieva elemosine per riscattare le morette schiave in Africa. Andava a comperarle e poi le riportava in Italia e le metteva nei vari istituti.
Qui c’è un altro nastro che indica la misura di quello che si crede il sepolcro della Madonna in Efeso: Probabilmente regalato da qualcuno che aveva fatto un viaggio in terra Santa.
Ecco qui un oggetto particolare: un anello diventato scuro a causa del tempo. Appartenne ai genitori di Padre Luigi. Probabilmente durante il loro viaggio di nozze andarono a Perugia nella Cattedrale dove si venera lo sposalizio di Giuseppe con Maria. Giuseppe sta dando un anello alla Madonna e l’anellino acquistato ha la stessa misura. Sono devozioni del tempo, ma ci vogliono indicare che quei due sposi mettevano il loro matrrimonio sotto la protezione degli sposi Giuseppe e Maria, e dal loro matrimonio nacquero due figli che essi donarono al Signore: Padre Luigi e don Giovannni Battista Scrosoppi.
Ma Antonio aveva avuto un altro figlio, il primogenito Carlo che si farà anche lui sacerdote e religioso.
Nell’armadio che si trova nella parete in fondo ci sono le vesti di Padre Luigi: la talare e il mantello. “Il mantellaccio” , dicevano le suore, che aveva pezzi di tutti i colori. Ma padre Luigi aveva scelto la povertà. A Lui bastavano i vestiti rattoppati. Quelli nuovi li donava o a qualche seminarista o a qualche sacerdote povero. Le scarpe, poi, erano la disperazione del calzolaio, ma di nuove non ne voleva.
I paramenti della chiesa, invece, dovevano essere belli perchè a Dio si deve donare il meglio.
Accanto all’armadio c’è una corona di fiori ftti con perline: è il dono che suore e bambine fecero al loro padre nel trigesimo della morte, una corona che rimase per tanto tempo esposta a Orzano, anche sotto le intemperie, ma si è conservata bene.
In quest’altra teca ci sono alcuni indumenti di padre Luigi, consunti e rattoppati.
Ecco altre reliquie, un agnus Dei, la fotografia dell’atto di nascita, la fotografia dell’altare su cui celebrò la sua prima messa ed un disegno di Santa Maria Maddalena.
C’è l’immaginetta fatta stampare nel trigesimo della sua morte e la fotografia di don Costantitini che lo assistette nell sua ultima malattia.
Ci è stata conservata anche una ciocca di capelli.
Alla destra del ritratto del padre c’è una croce in legno contenuta in una piccola custodia in legno e vetro.
E’ la croce che padre Luigi diede alle suore quando andavano a Portogruaro nell’ospedale. Era un grandissimo avvenimento per le suore della Provvidenza: per la prima volta uscivano dalla Casa Madre, perché tutte le fondazioni sino ad allora facevano capo ad Udine, dove c’era l’unica superiora. Andare in una ‘altra Provincia, in un’ altra Diocesi era peggio che andare in America oggi.. La Congregazione, il piccolo seme di Padre Luigi, cominciava a dilatarsi, a diventare internazionale.
Padre Luigi a quelle suore diede una Madonna e una croce “grezza”, come disse – “non ha il Crocifisso, perché su quella croce dovrete essere crocefisse voi”.
Egli amava la sacra famiglia perché lì era cresciuto il Figlio di Dio, Dio fatto uomo. Voleva che la casetta di Nazaret fosse di esempio alle comunità delle sue suore, voleva che fossero povere, umili, nascoste, come era stato povero, umile, nascosto il Figlio di Dio fatto carne.
Nella vetrinetta, sull’altra parete, ci sono alcuni crocifissi appartenuti a Padre Luigi e c’é una statuetta di Santa Maria Maddalena;, che probabilmente viene dalla chiesa di Santa Maria Maddalena dei Filippini.
Nell’altra vetrinetta ci sono dei libri usati da padre Luigi durante la sua vita per la predicazione e la meditazione.