L’EUCARESTIA:
luogo di abitazione e di insegnamento di Gesù, il Maestro, Via e Verità e Vita.
1) Alle fonti
Don Giacomo Alberione (1884-1971), fondatore della Famiglia Paolina, ripeteva spesso ai suoi ?figlie e figli?: ?siete nati dal Tabernacolo?. Infatti il giovane Alberione aveva appena 16 anni ed era da poco entrato nel Seminario di Alba quando, nella ?notte santa?, come don Alberione stesso la chiama, tra i due secoli, la notte tra il 31 Dicembre 1900 e il 1° Gennaio 1901, rimase in adorazione innanzi a Gesù esposto nel Duomo di Alba (Cuneo) dopo la Messa solenne di mezzanotte. E qui il giovane seminarista ebbe l?esperienza del ?Tabor?: ?Una particolare luce venne dall?Ostia santa, maggior comprensione dell?invito di Gesù ?venite a me voi tutti… (Mt 11,28)?.
Don Alberione fa un?esperienza fortissima di Dio durante quella notte. Il Signore posa la sua mano sopra questo giovane seminarista e lo sceglie per una missione particolare. Da adesso in poi Alberione, una ?meraviglia del nostro secolo?, come lo definì Paolo VI, comincerà a prepararsi e a orientare tutte le sue energie per la missione ricevuta. L?esperienza davanti all?Eucarestia di quella notte segnerà il giovane Alberione per il resto della sua vita.
Il Tabernacolo diviene sempre più il luogo da cui attingere forza e luce dal Divino Maestro, e nel suo cammino formativo prima e come sacerdote poi, Alberione ne avrebbe certamente avuto bisogno. Infatti dopo l?ordinazione sacerdotale nel 1907, Alberione passò dal lavoro pastorale in parrocchia a direttore spirituale e insegnante nel seminario di Alba. Più tardi gli viene dato l?incarico di direttore di un giornale settimanale diocesano, Gazzetta d?Alba e questo sarà per lui il ?tocco di campana? di Dio che lo introduceva in quella che diventerà la sua missione specifica cioè la stampa. Egli infatti fonda la Società San Paolo nel 1914 (e più tardi tutti gli altri gruppi della Famiglia Paolina) e da cui inizierà la sua avventura di annunciare il Vangelo dapprima con la stampa e poi con ogni nuovo mezzo che la tecnologia metterà a disposizione.
Nel 1923, colpito da tubercolosi, don Alberione pensò di essere arrivato alla fine. E proprio in quel momento di estrema difficoltà ebbe un sogno in cui Gesù Maestro gli diceva ?Non temete, io sono con voi. Di qui voglio illuminare. Abbiate i dolori dei peccati…? E più tardi Alberione ci dice nella sua autobiografia spirituale ?Di qui sempre più si orientò e derivò tutto dal Tabernacolo?. Egli interpretò il sogno nel senso che niente e nessuno potranno ostacolare la missione affidatagli ?ma assicuratevi di lasciarmi stare con voi, non cacciatemi col peccato? diceva Gesù nel sogno. Alberione così spiega quel sogno: ? ?Io sono con voi?, diceva Gesù, cioè con la vostra Famiglia, che ho voluta, che è mia, che alimento, di cui faccio parte, come capo. ?Di qui voglio illuminare? cioè che io sono la luce vostra e che mi servirò di voi per illuminare; vi do questa missione e voglio che la compiate. La luce in cui era avvolto il Divin Maestro, la forza di voce sul ?voglio? e ?da qui? e la indicazione prolungata con la mano sul Tabernacolo, furono così intesi: un invito a tutto prendere da lui, Maestro divino abitante nel Tabernacolo e che questa è la sua volontà…? ?Il dolore dei peccati? significa un abituale riconoscimento dei nostri peccati, dei difetti, insufficienze.?
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2) Gesù Maestro nell?Eucarestia
Da quanto si è detto fin qui si può già vedere come tutta l?opera di Alberione è fondata e gira tutta attorno all?Eucaristia e al Divino Maestro. Don Alberione fonderà più tardi la Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro perché fossero alla radice di questo grande ?alberone? della Famiglia Paolina e poter così vivificare questa Famiglia per mezzo della loro adorazione eucaristica.
?La nostra pietà è in primo luogo eucaristica? dice don Alberione. ?Tutto nasce come da fonte vitale dal Maestro eucaristico. Così è nata dal tabernacolo la Famiglia paolina, così si alimenta, così vive, così opera, così si santifica. Dalla Messa, dalla Comunione, dalla Visita eucaristica, tutto: santità ed apostolato… l?ora più lieta della giornata è la visita al santissimo Sacramento: in quest?ora si va in udienza da Gesù, ci si incontra con Lui, si parla con Lui, si rimane con Lui in intima conversazione. …
Don Alberione fu sempre molto chiaro sul bisogno di essere fedeli alla visita eucaristica: ?I modi di fare la Visita al Santissimo sono tanti, ma il primo modo è di farla, e il secondo modo è di farla; il terzo è ancora di farla, perché, dice san Francesco di Sales, se mi chiedete il modo di camminare, bisogna che vi dica: muovi prima un piede, poi l?altro, poi di nuovo il primo, eccetera.
Alberione spiega bene il senso della visita raccontando il passo biblico dei due discepoli di Giovanni Battista che cominciano a seguire Gesù: ?Rabbi (che vuol dire Maestro), dove abiti??.Egli rispose loro: ?Venite e vedrete?. Andarono dunque e videro dove abitava; e rimasero presso di lui quel giorno. I due divennero discepoli ed apostoli, uno fu Giovanni Evangelista, l?altro (Andrea) per prima cosa condusse a Gesù il fratello, Pietro. Ecco la prima visita a Gesù …li trasformò. Fu il primo modello di Visita. Indica i preziosissimi frutti che la Visita a Gesù produce in un?anima…così il Paolino, l?apostolo… con belle Visite avranno luce, conforto, grazia, gaudio, perseveranza, santità…?
L?adorazione eucaristica o Visita assomiglia a una scuola, ma una scuola speciale, con Gesù Maestro come divino insegnante, che ci riempie di gioia e di saggezza: ?L?ora di Visita, l?adorazione, non si deve mai tralasciare…Il privilegio, il gran dono della Congregazione è proprio l?ora di adorazione. La Visita ci porta ad un progresso abituale, continuato, quotidiano… la pace tra gli uomini e negli uomini si realizza a misura che l?umanità entra nella scuola di Gesù Maestro, Via, Verità e Vita. Il Maestro divino questa scuola l?ha aperta nella grotta di Betlemme, l?ha continuata a Nazareth, nella vita pubblica, nella vita dolorosa, nella vita gloriosa; la continua nel tabernacolo.?
L?adorazione eucaristica è come andare da una persona cara: ?La Visita anzitutto non è un complesso di preghiere, è proprio ?la Visita?, come se si andasse a trovare una persona cara, per esempio la mamma, e allora si fa uno scambio di saluti, uno scambio di notizie, uno scambio di doni, di promesse, eccetera. La Visita ha lo scopo di stabilire la nostra vita in Cristo Gesù, e cioè vivere in Gesù, per Gesù, con Gesù.?
Don Alberione dà una lunga lista di paragoni che aiutano a capire cos?è l?adorazione eucaristica del Divin Maestro: ?La visita è un incontro dell?anima e di tutto il nostro essere con Gesù. E? la creatura che s?incontra con il Creatore. E? il discepolo presso il divin Maestro. E? l?infermo con il Medico delle anime. E? il povero che ricorre al Ricco. E? l?assetato che beve alla Fonte. E? il debole che si presenta all?Onnipotente. E? il tentato che cerca il Rifugio sicuro. E? il cieco che cerca la Luce. E? l?amico che va dal vero Amico. E? la pecorella smarrita cercata dal divino Pastore. E? il cuore disorientato che trova la Via. E? lo stolto che trova la Saggezza. E? la sposa che trova lo Sposo dell?anima. E? il nulla che trova il Tutto. E? l?afflitto che trova il Consolatore. E? il giovane che trova orientamento per la vita. E? il segreto per la trasformazione nostra in Cristo: ?vive in me Cristo? (Gal 2,20). La Visita vera è un?anima che pervade tutte le ore, le occupazioni, i pensieri, le relazioni, eccetera. E? una linfa di corrente vitale, che su tutto influisce, comunica lo spirito anche alle cose più comuni. La vita si trasforma in preghiera, la preghiera dà la vita.?
Nella relazione col Maestro Divino non conta pensare cose sublimi o fare chissà quali pensieri: ?Quanto giova alle volte stare in contemplazione davanti al tabernacolo, senza sforzarsi di pensare a cose alte! Dire a Gesù semplicemente: Tu sei il mio Maestro, mi hai dato l?esempio, io voglio fare come hai fatto tu.? L?incontro col Maestro nell?Eucaristia è utile nelle difficoltà: ? Il mezzo più efficace per trovare vie d?uscita nelle nostre difficoltà è sempre la preghiera. Può darsi che si cerchi per mesi e mesi una soluzione e non si riesca a trovarla: si vada al tabernacolo?. La relazione personale con Gesù Maestro nella visita eucaristica prende tutta la persona: ?La devozione al Maestro divino non è una devozione accessoria: investe tutta la nostra vita spirituale, tutti i nostri studi, tutto il nostro apostolato, tutta l?attività esterna: tutto.
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3) Gesù Maestro Via Verità e Vita
Don Alberione insegnò ai suoi ?figli e figlie? fin dall?inizio a relazionarsi con Gesù Maestro che è Via Verità e Vita: ?Gesù è Maestro per la sua vita esemplare, avendo prima dato l?esempio e, soltanto dopo, predicato; Gesù è Maestro anche di più perchè comunica la vita e la grazia per capire la sua dottrina, per credere alle sue parole, per ammirare e imitare le sue virtù ineffabili… Uno dei migliore modi per fare la Visita al santissimo Sacramento è quello che ci porta ad onorare Gesù Maestro: Via, Verità e Vita… Al mattino dunque sediamoci ai piedi di Lui e diciamogli: Tu sei la Via, io voglio ricalcare le tue orme, e voglio imitare i tuoi esempi. Tu sei la Verità: illuminami! Tu sei la Vita: dammi la grazia!…La devozione al Maestro divino riassume e complementa tutte le devozioni. Infatti essa presenta Gesù Verità cui credere, Gesù Via da seguire, Gesù Vita cui partecipare. Bisogna considerare il Maestro divino completo… essere sempre discepoli del Maestro; sempre vivere il Maestro; sempre sentire il Maestro; sempre rivelare il Maestro.?
Gesù Maestro Via Verità e Vita è per don Alberione il metodo attraverso cui tutto il Cristo Via Verità e Vita, forma tutto l?uomo, cioè mente, volontà e cuore. La mente innestata nella mente di Cristo, la volontà nella volontà di Cristo, il cuore innestato nel cuore di Cristo… avere il pensiero di Gesù Cristo: pensare come lui; i sentimenti di Gesù Cristo: quello che Gesù cerca e vuole, ama; e poi, i voleri di Gesù Cristo, la sua volontà… è attraverso questo processo di conformazione a Gesù Maestro Via Verità e Vita che cresciamo nella vita in Cristo… il processo di santificazione è un processo di cristificazione: ?finché sia formato il Cristo in voi (Gal 4,19). Perciò saremo santi nella misura in cui viviamo la vita di Gesù Cristo, o meglio, secondo la misura in cui Gesù Cristo vive in noi, ed è quello che san Paolo dice di sé: ?vivo io, ma non più io, bensì vive in me Cristo? (Gal 4,20).
Alberione insegna ai suoi ?figli e figlie? ad imitare san Paolo che visse pienamente Gesù ?vive in me Cristo? (Gal 2:20). In san Paolo troviamo il Discepolo che conosce il Maestro divino nella sua pienezza; egli lo vive tutto; ne scandaglia i profondi misteri della dottrina, del cuore, della santità, della umanità e divinità. Ci presenta il Cristo totale, come già si era definito, Via Verità e Vita. Per questa devozione l?uomo viene tutto preso, conquistato da Gesù Cristo. Dall?Eucaristia viene la vita perchè Gesù è la vita, ma l?Ostia santa per entrare nei nostri cuori ha bisogno di essere portata. Ed è stato san Paolo che ha compiuto quest?opera di comunicare la vita di Gesù Cristo. Tutto è suo. L?istituto è stato ispirato da lui. Egli ne è il padre, ne è la luce, ne è il protettore, ne è il maestro, tutto…I figli hanno la vita del Padre: vivere perciò come lui. ..La Famiglia paolina, composta di molti membri, deve essere Paolo oggi vivente.?
Mettersi ai piedi di Gesù Maestro presente nell?Eucaristia, come Maria ai piedi di Gesù a cui Gesù dice di ?aver scelto la parte migliore? vuol dire entrare in un ascolto-dialogo con Lui. Don Alberione, che dedicò almeno 4 ore giornaliere alla preghiera, ha dei bellissimi suggerimenti da dare in proposito: ?La preghiera è come il sangue, che parte dal cuore, attraversa tutte le membra, nutrendo e vivificando l?intero organismo…la preghiera è il primo e massimo dovere. Nessun contributo maggiore possiamo dare alla Congregazione, della preghiera; nessuna opera più utile per noi della preghiera.
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4) Preghiera e azione
Don Alberione fu mosso, fin dall?inizio dal desiderio di ?fare? qualche cosa per gli uomini d?oggi. Egli non si lascia però prendere dal ?fare? fino al punto da dimenticare la sorgente da cui tutto proviene: ?Con illusione qualcuno forse cercherà di scusare la mancanza di orazione, dicendo che è molto occupato. Ma è proprio questa la vera ragione? Oppure si trova soverchio il lavoro perchè non precede la preghiera, per la quale facilmente si sbrigherebbero le altre occupazioni? Occupazioni? Ma la Chiesa, la Congregazione, l?anima nostra ci chiedono la preghiera, poi il rimanente, in quanto è possibile. Occupazioni? Sì, ma urgono in genere le altre, se non dopo questa. Occupazioni? Prima Dio, poi gli uomini…perciò senza la preghiera faremo opere morte… abbandonando la preghiera, tutto l?edificio spirituale cade e rimane un cumulo di rovine, un bel castello, ma diroccato..?
Ci deve essere una certa circolarità tra preghiera e azione (apostolato). La preghiera quando è genuina porta all?azione, mentre l?azione ha senso solo quando è guidata e illuminata da Dio: ?La devozione a Gesù Maestro non si deve restringere alla pietà ma estedersi a tutta la vita… se l?apostolato non conduce le anime all?Ostia santa, sono solamente rumore, parole, e non spirito e vita… l?apostolato è nel centro, nel cuore della Chiesa , è nel fine della Chiesa…Tutti gli apostolati hanno il centro nell?Eucarestia, tutti si illuminano di questa luce, si nutrono di questo cibo…?
La preghiera tutto trasforma in una gioiosa esperienza: ?…La devozione trasforma tutto in un soave colloquio con Gesù Maestro: ?dove si ama non si fatica?. Col dono della pietà una bontà fraterna, paterna e quasi materna si diffonde nel cuore per compiere i propri uffici….la pietà dà letizia al religioso.?
Già avanti negli anni don Alberione ricorda: ?…la mano di Dio sopra di me, dal 1900 al 1960. La volontà del Signore si è compiuta, nonostante la miseria di chi doveva esserne lo strumento indegno ed inetto. Dal Tabernacolo: la luce, la grazia, i richiami, la forza, le vocazioni; in partenza e nel cammino…posso accertare tutti che tutto, solo, sempre è stato fatto con la luce del Tabernacolo ed in obbedienza…?
Due preghiere
Alla fine di queste riflessione voglio riportare due bellissime preghiere di Don Alberione. Con la prima preghiera, davanti alla presenza santa di Gesù Maestro eucaristico, si adora Gesù, si ringrazia Gesù e a Lui si chiede perdono e si domandano le grazie di cui Dio sa già che abbiamo bisogno. La seconda preghiera è rivolta a Gesù Maestro Via Verità e Vita perché trasformi le nostre tre facoltà, cioè la mente, la volontà e il cuore, cosi che Egli possa veramente vivere in noi. Ed ecco la prima:
?Credo, mio Dio, di essere dinanzi a te che mi guardi ed ascolti le mie preghiere. Tu sei tanto grande e tanto santo: io ti adoro. Tu mi hai dato tutto: io ti ringrazio. Tu sei stato tanto offeso da me: io ti chiedo perdono con tutto il cuore. Tu sei tanto misericordioso: io ti domando tutte le grazie che vedi utili per me.?
E questa è la preghiera a Gesù Maestro Via Verità e Vita:
Gesù Maestro, santifica la mia mente ed accresci la mia fede. Gesù, docente nella Chiesa, attira tutti alla tua scuola. Gesù Maestro, liberami dall?errore, dai pensieri vani e dalle tenebre eterne. O Gesù, via tra il Padre e noi, tutto offro e tutto attendo da te. O Gesù via di santità, fammi tuo fedele imitatore. O Gesà via, rendimi perfetto come il Padre che è nei cieli. O Gesù vita, vivi in me, perché io viva in te. O Gesù vita, non permettere che io mi separi da te. O Gesù vita, fammi vivere in eterno il gaudio del tuo amore. O Gesù verità, ch?io sia luce del mondo. O Gesù via, che io sia esempio e forma per le anime. O Gesù vita, che la mia presenza ovunque porti grazia e consolazione.?
E io?
Il sedicenne Alberione nella preghiera davanti a Gesù Maestro nell?Eucarestia, si lasciò inondare dalla ?luce? di Dio e al pressante interrogativo interiore: ?che cosa devo, che cosa posso fare..? risponde con: ?si senti profondamente obbligato a fare qualcosa per il Signore…?
E io? E noi?
Imparando a spendere tempo col il Maestro Gesù Via Verità e Vita nell?Eucaristia ci verranno doni di luce che guideranno il nostro cammino verso al pienezza di vita in Dio , nello spirito di san Paolo, sotto lo sguardo di Maria Regina degli Apostoli.
don Vito S.
MESSALE FESTIVO CONSIGLIATO PER I BAMBINI
Silvia Vecchini ~ Antonio Vincenti
Mi preparo alla Messa
anno B
Con una breve introduzione che illustra le parti della Messa, con pagine dedicate a tutte le domeniche dell?anno liturgico B, attività speciali per Pasqua e Pentecoste, pagine extra per le solennità (Assunzione, Tutti i Santi), il libro si propone come un vero e proprio Messale Festivo per bambini. Nelle sue pagine vengono presentate le letture della Messa domenicale tra cui, in maniera più ampia, il Vangelo accompagnato da un?illustrazione – che ne rappresenta il contenuto – da colorare. Inoltre vi sono spunti per la riflessione e la preghiera ed ogni settimana vengono proposte molte attività da fare in famiglia.
Il libro risponde all?esigenza di preparare i bambini all?incontro con Gesù nella Messa domenicale partendo dalla Parola di Dio e aggiungendo ai testi una ricca operatività. Ne risulta un ottimo strumento anche per genitori, catechisti e insegnanti.
Silvia Vecchini e Antonio Vincenti, marito e moglie, entrambi laureati in lettere, vivono a S.Feliciano sul Trasimeno (PG) con una figlia. Da anni si occupano di catechesi dei bambini e dei ragazzi e di letteratura per l?infanzia. Insieme hanno redatto un testo di Insegnamento della Religione Cattolica per le scuole elementari ed hanno fondato il «Gruppo il Sicomoro».
144 pagg. ? 2002 ? ? 7,50
ISBN 88-7402-027-9
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