Dio mio, stasera mi sento terribilmente angosciato. Aiutami a ritrovare fiducia nella vita e nella società.Aiutami a non odiare il giudice e chi mi ha condannato oltre misura.Ho violato la legge, è vero, ma molti più colpevoli di me occupano posti importanti nel mondo del lavoro e vengono ossequiati.Perché soltanto alcuni devono pagare e altri no?. E mi riferisco soprattutto a tanti che stanno in carcere e sono innocenti in attesa di giudizio.

La legge umana somiglia così poco alla tua. Sorreggi il mio desiderio di libertà e la mia voglia di vivere insieme alla mia famiglia, da uomo finalmente libero. Ti chiedo perdono per il male che ho commesso e per il discredito che è caduto su di essa.

Ti supplico di impedirmi di farmi coinvolgere dai capi-rivolta del carcere e di non peggiorare rispetto a quando vi sono entrato. Il carcere non rieduca, non recupera: il più delle volte abbrutisce e degrada.Tu non puoi farci niente?

Il cappellano del carcere è una brava persona e ti rappresenta molto bene. Grazie anche per lui. Ascolta tutti i carcerati che dal fondo del loro dolore gridano a te. Te ne prego. E così sia.

(Dal libro Filo rosso con Dio, di Giampaolo Thorel, edizioni Paoline).