dalla “Vita Cattolica” del 1/02/2002
Gabriella Sartori
«Ri-conoscere la vita»: questo il tema proposto quest’anno dalla Conferenza episcopale italiana per la Giornata per la vita 2002. Un tema che non cessa di essere attuale: ogni giorno, sui mass media e nella nostra esperienza quotidiana, ci imbattiamo nei mille modi in cui la vita non viene ri-conosciuta, bensì offesa, calpestata, distrutta. Con le guerre, specie con quelle dimenticate da tutti; con la pena di morte che resiste anche in tanti paesi cosiddetti «civili». Con il terrorismo che vilmente colpisce gli indifesi e gli innocenti; con l’ingiustizia che genera fame e malattia; con le tante forme di neo-schiavitù (droga, prostituzione dei poveri, sfruttamento infantile fino all’orrore della pedofilia e del bambino soldato); col rifiuto o l’emarginazione del debole, sia esso il non nato, l’anziano, il malato senza speranza; con lo scarso rispetto dell’ambiente responsabile di tante malattie. E in chissà quanti altri modi, alcuni «di moda» (e perciò sempre alla ribalta), altri no.
Il Movimento per la vita e il suo «braccio operativo», il Centro Aiuto alla Vita , nell’impegno, comune a tante altre associazioni, a «ri-conoscere» la vita, privilegiano l’attenzione ai momenti di maggiore debolezza dell’esistenza umana, specie quando essa è nelle sue fasi precedenti alla nascita e quando è nella malattia senza speranza di guarigione. Siamo impegnati nel promuovere una mentalità di accoglienza e di accettazione della vita umana intesa come dono di Dio, per i credenti, e come inalienabile diritto per tutti.A fronte di un mare di opportunità offerte oggi alla donna per abortire, noi, agendo controcorrente e con grande scarsità di mezzi, ci sforziamo di offrirgliene qualcuna per non abortire.
Facciamo prevenzione dell’aborto quando non la fa più nessuno: a gravidanza iniziata. Lavorando per indurre a guardare al figlio non nato come ad una persona, non come ad un ostacolo, sappiamo di aiutare anche la madre. L’esperienza ci dice che nessuna donna si pente di aver fatto nascere il figlio; molte, invece, non si danno più pace di non averlo fatto nascere.Impegnandoci per far conoscere quanti straordinari progressi faccia oggi la scienza, in positivo, per la salvaguardia della vita e per la cura di crudeli malattie fino ad oggi ritenute incurabili, noi intendiamo lavorare per la vita, contro il dolore e contro la morte procurata di esseri umani, anche se si trovano ancora nel loro stadio iniziale.
Quando ci si impegna a «ri-conoscere» la vita fin dall’inizio e nei suoi momenti di massima fragilità, tutto il resto (no alla pena di morte, no alla guerra, al terrorismo, all’ingiustizia, ecc.) è una semplice conseguenza. Viene da sé.
Forza alla vita
Giornata della vita il 3 febbraio. Il Friuli la celebra nel segno della contraddizione. Gli aborti sono in aumento. Addirittura 724 in provincia di Udine nei primi 11 mesi del 2001. Praticamente uno ogni 5 nati. Ben 2064 in regione. Il Cav ha, peraltro, salvato 164 bambini in tre anni; 64 nel 2001. Però i friulani sembrano riscoprire la vita e la fiducia nel futuro. Le nascite, infatti, sono in aumento. 4212 l’anno scorso in provincia, più del 30% rispetto solo a 7 anni prima. Ma ci vorrà una generazione per riportare la natalità in positivo. Una madre che ha abortito ammonisce a non percorrere questa strada che segnerà tutta la vita.