dal Messaggero Veneto del 13/01/03
La timidezza e i disturbi che ne possono nascere
Caro professore, vorremmo parlarle di un nostro amico, ormai quasi quarantenne, che molto spesso si comporta in un modo che almeno a noi non pare logico: pure frequentando da anni la nostra compagnia, è sempre schivo, pare a disagio, se si fanno nuove conoscenze cerca sempre di estraniarsi, quasi che la questione gli crei nuovi imbarazzi, ha bisogno continuo di essere rassicurato.
Tutti pensiamo che sia semplicemente un timido, ma a volte ci viene il dubbio che la timidezza da sola non possa spiegare fino in fondo certi comportamenti: con noi che lo conosciamo praticamente da sempre il problema non si pone, ma con gli altri sì. Ci può spiegare quale possa essere il motivo di simili atteggiamenti?
Lettera firmata, Udine
Certo che la timidezza di fondo (profondissima, a mio parere…) c’entra, eccome; ma avete ragione voi nel porvi il dubbio che, da sola, possa spiegare del tutto certi comportamenti: infatti, dal quadro che mi avete tracciato si è di fronte a quello che si definisce in termini clinici disturbo di evitamento di personalità.
Che cosa significa, in altre parole? Che vi è una modalità pervasiva di disagio sociale, di timore di un qualunque giudizio critico o negativo, che ci si mette in crisi profonda al primo cenno di disapprovazione, che si è riluttanti a entrare in relazione con gli altri, a meno che non vengano fornite garanzie di accettazione incondizionata, il che non è proprio cosa di tutti i giorni. Inoltre, ma il discorso potrebbe ancora allungarsi, c’è il continuo timore di dire qualcosa di inappropriato, di sciocco, di non essere all’altezza, di essere incapaci di rispondere, di mostrare il proprio imbarazzo arrossendo, di palesare insopprimibili segni d’ansia.
Tutto ciò comporta spesso un’esagerazione per ipotetici rischi connessi con normali attività che possano deviare dalla routine quotidiana; per esempio, il disdire un viaggio importante in automobile per la remota possibilità che un temporale renda la guida pericolosa.
A differenza dagli individui con disturbo schizoide della personalità, che sono socialmente isolati per una sorta di loro precisa scelta, questi soggetti sono invece fortemente attratti dagli altri, ne desiderano affetto e accettazione, ma sono praticamente incapaci di stabilire normali relazioni, se non dopo avere soddisfatto i presupposti di cui ho parlato: a volte occorrono anni, a volte non bastano neppure quelli…