dal MessaggeroVeneto del 06/01/03

Studiare di giorno oppure di notte?


Caro professore, ricordo, da sua affezionata lettrice, che tempo fa lei aveva trattato l’argomento-studio, fornendo alcuni semplici quanto opportuni suggerimenti non soltanto sul come studiare al meglio, ma anche quando farlo, ovvero in quali ore della giornata sarebbe stato più proficuo.

Credo che il tema sia oggi particolarmente attuale e le sarei grata, anche a titolo interessato e personale, se lo riprendesse: ho un ragazzo che ha cominciato a dormire durante il pomeriggio, piazzandosi poi sui libri di sera e anche di notte. Provi a dirglielo anche lei che sta sbagliando.

G.M., Udine

Perché dovrei dirglielo, dopo che per una vita anch’io ho fatto proprio così? Comunque, lei ha circa il settanta per cento di ragione: è infatti noto che i ritmi circadiani (cioè quelli di funzionamento dell’organismo a cadenza quotidiana) influenzano notevolmente la qualità delle prestazioni.

Di solito (nel settanta per cento dei casi, appunto) il massimo del rendimento si registra nelle prime tre-quattro ore dal risveglio, il minimo dell’efficienza nel tardo pomeriggio e dopo cena.

Il restante trenta per cento comunque, quello dotato del cosiddetto “orologio pomeridiano”, funziona al contrario: va al meglio dopo le 14 e non presenta cali rilevanti alla sera o nelle ore notturne (sempre che, se uno studia di notte, per esempio, riposi di giorno…).

Un ultimo consiglio: si faccia in modo che i ritmi non vengano alterati da continui cambiamenti.

Ciò, alla fine, ridurrebbe l’efficienza complessiva. Che poi questa venga conquistata di notte o di giorno poco importa.
… con i miei migliori auguri a tutti!
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