dal Messaggero Veneto del 2/12/02

Quello che sogniamo e come interpretarlo


Egregio professore, ogni tanto si sente di qualcuno che ha sognato una cosa che poi si è avverata: da qualche numero dato nel sonno da qualche parente morto, ad altri fatti che in seguito si sono verificati, tipo un incidente eccetera. Ma allora i sogni hanno un effetto di premonizione o quello che accade dopo è pura e semplice coincidenza?

Senza sembrare irriguardosa nei confronti della sua professione, credo che le sia capitato di ascoltare pazienti che le raccontavano i loro sogni, chiedendo una spiegazione: visto che dormiamo per circa un terzo della nostra vita e che ci capita spesso di sognare, sono certa che tutto questo abbia un grande valore per comprendere meglio la nostra mente.

Per parte mia, nonostante qualche episodio di cui si è letto e sentito, non credo agli effetti di premonizione, ma mi accorgo che, pure tra mille distinguo, non tutti la pensano così. Qual è il parere dello specialista sulla questione?

Gianna Di Lenardo, Udine

È vero, mi sono capitate persone che mi hanno raccontato i loro sogni, chiedendone un’interpretazione, ed è ancora più vero che io stesso, a volte, mi sono trovato a scrutare, attraverso la “finestra dei sogni”, il mondo dell’inconscio.

A questo proposito mi pare giusto ricordare che un certo Freud si era detto sicuro che di tutta la sua opera gli sarebbe sopravvissuto soltanto il trattato sull’interpretazione dei sogni. Non è stato proprio così, ma questo suo pensiero la dice lunga sull’argomento.

Freud ha affrancato le consuete credenze sul significato dei sogni dall’oniromanzia, ovvero da quella tendenza largamente praticata nell’antichità (e ancora oggi diffusa a livello di credenza popolare), che ne vuole leggere il valore simbolico in termini di presagio o di divinazione.

In due parole, ma proprio due, si è riscontrato che i sogni, lungi dall’avere un significato premonitorio (anche se talvolta è così che accade, per coincidenze o per qualcos’altro ancora non spiegabile), sono appunto una finestra che si apre sul mondo dell’inconscio, costituendo un’elaborazione fantastica dei nostri vissuti, anche si quelli più reconditi.

La scena onirica è governata da leggi particolari e complicatissime che rispondono comunque al principio dell’affettività, per cui la sua strutturazione è completamente svincolata dal pensiero logico, dall’orientamento nella realtà, dai princìpi di causalità, di non contraddizione, dai fattori spazio-temporali: tutto ciò subisce enormi alterazioni rispetto alla normale condotta, al normale modo di pensare e di agire.

Sui sogni sono state scritte, e tuttora si scrivono, tonnellate di volumi, partendo dai punti di vista più disparati, dalla psicoanalisi alla neurofisiologia, alla psicologia analitica, all’analisi esistenziale, al cognitivismo e via elencando.

Le confesso comunque una debolezza ben meno che scientifica: mi dovesse capitare che qualche mio caro che non c’è più mi comparisse in sogno, dandomi una combinazione per il Superenalotto, la giocherei di sicuro. Non perché ci creda, ma non si sa mai…